lunedì 16 giugno 2025

APOCALYPSE FAGAGNA


A metà giugno 2023 morì un‘illusione, che il tempo potesse lasciare inalterato un comune sentire, la voglia di ricordare insieme.

Non fu un colpo secco, niente tragedie teatrali. Morì piano, come si spegne una sigaretta lasciata andare da sola, dimenticata sul bordo di una panchina.

Anche nel 1983 ci credevamo, certo. Da settimane non si parlava d’ altro: “Se vinciamo il zonale, poi il provinciale sarà nostro, è questione di mentalità, di fame” Parole grosse, buttate là - tra una birra, tra una gazzosa e un cornetto Algida. La verità? Nessuno sapeva davvero cosa stesse facendo. Correvi dietro a un pallone, ti gasavi per un titolo inventato e ti convincevi che contasse qualcosa.

Quella sera, su un campo che pareva un biliardo vicino a Fagagna, quel castello di illusioni, almeno per quanto mi riguarda, crollò. E non fu nemmeno un dramma. Fu una liberazione amara. Lo spareggio lo abbiamo perso. Punto. Loro più cattivi, più organizzati, più svegli. Noi ancora là - a pensare che bastasse volerlo davvero. Spoiler: non basta mai.

Due scene restano nella memoria, perché anche quando vuoi dimenticare, certe immagini ti si piantano nella testa.

La prima: il nostro portiere. Quello che si atteggiava a duro, che urlava per comandare la difesa. A fine partita era in mezzo al campo, da solo, al buio. Fumava, come un cinquantenne disilluso, e piangeva in silenzio. Uno spettacolo patetico e tenero allo stesso tempo. Non per la partita persa, ma perché, con il senno di poi, ho capito che certe cose non tornano. Che certe occasioni, una volta sfumate, ti restano addosso come un rimpianto stantio.

La seconda: noi quattro, fuori dagli spogliatoi di Cividale. Mezzi vestiti, mezzi disfatti, che ancora ci raccontavamo la partita come se potesse cambiare qualcosa. Il solito rituale di chi perde e vuole credere che con un rimpallo diverso, un fischio diverso, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Sciocchezze.

Poi, dalle mura della caserma, arrivò il Silenzio. Quella tromba beffarda, che sembrava lì - apposta per dirci: è la Fine. Andate a casa. La giostra è finita.

La stagione della Cividalese Allievi 1982/83 finì così. Senza gloria, senza coppe, senza applausi.

Solo un gruppo di ragazzini che si erano forse presi troppo sul serio per qualche mese, convinti di essere protagonisti, quando in realtà non c’erano nemmeno i riflettori accesi.

Cosa resta?

Forse qualche amicizia vera, ma anche quelle col tempo si sfilacciano.

Resta la lezione, se vogliamo chiamarla così ¬: che si può dare tutto e non ottenere niente. Che si può perdere con dignità, ma si perde e basta.

E che certe illusioni fanno parte del gioco, ma prima o poi arriva il fischio finale. E il tabellone non mente.

Il sogno è morto l’8 giugno 1983, ma solo nel giugno 2023 ho compreso perchè non potevamo vincere quello spareggio.

Il resto - sorrisi, pacche sulle spalle, ricordi al bar - è solo rumore di fondo.

Forse era davvero meglio ricordarci così, come eravamo.

In fondo, ognuno per conto suo.

Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

NOTTI MAGICHE ANTE LITTERAM

25 giugno 1983 – Arrivo al campo mezz’ora prima del fischio d’inizio, di corsa dopo essere riuscito a fuggire da una riunione familiare ...