martedì 30 maggio 2023

PRENDO ZICO!

 

Per chi ebbe la fortuna di svegliarsi il 31 maggio 1983 e leggere al mattino di quel giorno di 40 anni fa "quella Gazzetta", oggi è molto difficile far comprendere a chi è venuto dopo cosa scatenò e cosa significò allora per il Friuli l'estate del 1983. 

Diversi che hanno iniziato a frequentare lo Stadio Friuli (Dacia Arena?) molti anni dopo e/o i bar per i collegamenti SKY e/o DAZN, quando cerco loro di spiegarlo, mi apostrofano sempre più o meno così: "Si, ok, ma allora era un altro calcio e in fondo è stata l'Udinese di Zaccheroni (o Guidolin, dipende dall'età dell'interlocutore) quella che ha divertito di più e che ha raggiunto i migliori piazzamenti e fatto viaggiare l'Udinese in Europa: con Zico, avete anche lottato per retrocedere." La mia risposta suona sempre più o meno così: "Dite questo solo perché avete avuto la grande sfiga di non esserci e quindi di poter comprendere cosa fu "Zico all'Udinese". Io c'ero, ci sono stato anche dopo e ci sono, meno, anche oggi e mi sento un privilegiato per aver vissuto il momento più alto per l'Udinese e per il Friuli calcistico (e non solo) e sono certo che chi come me, c'era, condivide il concetto. E non si tratta solo di nostalgia del tempo che fu.

Ai più scettici consiglio la seguente lettura: https://giuseppepassoni.blogspot.com/2020/11/la-miglior-udinese-di-sempre.html

CALCIO O BASKET? MOBIAM VS. MEL DAVIS

La prima volta che misi piede al Palasport "Primo Carnera" fu il 14 gennaio 1979, circa sei mesi dopo la mia "prima volta" allo stadio Friuli ed ebbi così modo di sperimentare le emozioni del gioco che ha conteso, e tutt'ora contende, il posto principale nel mio cuore di appassionato sportivo. In realtà, i due sport convivono bene nei miei affetti, perché trattasi di due esperienze complementari e non antitetiche. Il calcio è stato il "primo amore", lo sport la cui pratica negli anni '70 costituiva per tutti i maschietti in età scolare la via più rapida per accedere al mondo esterno dei pari: bastava la palla e qualsiasi spazio, dal cortile della scuola alla piazzetta della chiesa o al prato vicino casa, due cappotti, due cartelle o due alberi avvicinati per finire direttamente dentro lo stadio di San Siro. E su quegl'improvvisati campetti trovavi avversari di tutti i tipi, dal ricco al povero, dal più piccolo al più grande, dal secchione al Lucignolo di turno. Insomma tutti, e se non facevi parte delle poche famiglie ricche o almeno agiate e volevi avere una qualche specie di vita sociale, non potevi astenerti dal saper "dare due calci al pallone". Il basket era diverso. Non era per tutti. Per costituzione: se volevi praticarlo era necessario accedere ad una palestra o ai pochi campetti con canestro e tabellone che sorgevano di solito nei Ricreatori. E a Cividale, appunto, ce n'era solo uno. Il pallone da basket, poi, non poteva essere surrogato da stracci o pezze avvolte o da sfere di plastica dal prezzo accessibile, doveva essere da basket e solo da basket e non era acquistabile risparmiando per un po' di mesi la misera paghetta dei genitori. Neanche in società. E non si poteva giocare in quanti si voleva o in quanti c'erano, al massimo si poteva arrivare a dieci. E non potevi dire all'ultimo principiante arrivato: si usano solo i piedi e devi fare gol tirando la palla tra i due alberi oppure, più probabile, se vai in porta con piedi, mani e tutto quello che vuoi devi impedire che la palla ci passi in mezzo. Non potevi cavartela dicendo: lancia la palla nel canestro usando solo le mani; e il terzo tempo? e i passi? e la doppia? e la palla accompagnata? e i tre secondi? E il due su tre? E i cinque falli? E il time-out? Insomma, per farla breve, il basket era il gioco dei "fighetti", di “quelli del centro”, delle famiglie “bene” che sublimavano il loro senso di superiorità rispetto alla massa - calciofila - praticando uno sport "non per tutti" con “regole d'ingaggio" sicuramente più evolute e sofisticate rispetto a quelle rudimentali del "balòn". Fino agli otto anni, per me, che vivevo in una famiglia né agiata e né particolarmente interessata allo sport, il calcio non poteva che diventare il mio primo e unico amore, a cui ho dedicato tanto sudore e molte ginocchia sbucciate su tutte le superfici, durante l'infanzia. Poi, nel 1975, a Pordenone, dove da poco mi ero trasferito con i miei genitori, l'allenatore delle giovanili di basket del Ricreatorio San Lorenzo di Rorai Grande, mi "strappò" dal campo da calcio per mettermi su quello da pallacanestro. Obtorto collo e con molte resistenze da parte mia. Come mai?? Anche a Rorai, quartiere popolare, volevano una squadra di basket e così incaricano un appassionato insegnante di educazione fisica locale e amico del Parroco, di selezionare una quindicina di ragazzi da avviare al minibasket. Impresa complicata, in quel mondo che pullulava di calciatori in erba, che alla fine si risolse "obbligando" i più alti ad aderire e, visto che durante l'infanzia la natura mi aveva dato una statura decisamente superiore alla media, non furono sufficienti tutti i miei pianti per evitare di lasciare i compagni del calcio per diventare un pioniere della pallacanestro. A distanza di anni, anche se non lasciai in seguito tracce degne di nota nel mondo della palla al cesto, non posso che ringraziare quell'insegnante che mi fece imparare nell'anno successivo i fondamentali e i rudimenti necessari per giocare a basket, sport che incominciai ad apprezzare ed amare tanto da essere stato selezionato, sicuramente data l'altezza, per trasferirmi a fine stagione nelle giovanili della Postalmobili, allora prima squadra della città sul Noncello. Quel trasferimento non ebbe mai luogo, perché la famiglia ritornò ad abitare a Cividale, dove, la mancanza in quegl'anni di una società sportiva di pallacanestro con settore giovanile, mi fece riabbracciare convintamente e definitivamente il mondo dei pallonari, relegando la pratica del basket ai tornei scolastici e a occasionali sfide, post compiti del pomeriggio, tre contro tre nel campetto del Ricreatorio. Quell'anno di basket però fu sufficiente per farmi innamorare anche di quello sport, così diverso dal calcio, sia in relazione agli skills necessari per la pratica, che per la prassi, i rituali e le emozioni della partecipazione passiva. Eccoci qui, finalmente. La partecipazione passiva. Fu come scoprire un’altra galassia, per un “pallonaro” che aveva appena incominciato a fare i conti con la tempra necessaria per assistere il calcio, dal vivo allo stadio, fronteggiando nell’ordine: la calca feroce alle biglietterie, gli assembramenti e le code interminabili per l’ingresso, l’esposizione diretta per qualche ora alle intemperie sui gradoni in cemento della curva prima e durante la partita, la ressa infernale per acquistare un panino durante l’intervallo in mezzo ad un’umanità, quasi esclusivamente di sesso maschile, composita ma accomunata da un generalizzato e continuato uso “approssimativo” del galateo. E guardandosi bene dall’incrociare lo sguardo con qualcuno “degli ultras”, soggetti dai quali era meglio stare alla larga non solo allo stadio ma anche ai baracconi e di cui molti già ben noti alle forze dell’ordine.

Il clima del Palazzetto era invece paragonabile a quello di un salotto: seduta confortevole, riscaldamento, musica di sottofondo, buona visibilità, venditori di bibite e panini che si muovevano agevolmente tra gli spettatori, possibilità di spostarsi tra un settore e l’altro delle gradinate per osservare molto più da vicino i giocatori, pubblico molto più educato e addirittura ragazze sugli spalti! Agli occhi di un ragazzino di 13 anni un senso di grande sicurezza, rispetto alla vertigine e al battito impazzito del cuore sperimentati la prima volta in mezzo alla folla dello stadio. Ragionamento semplice: se il basket era il gioco dei “fighetti”, “fighetti” – e fighette - non potevano che esserlo anche i sostenitori e gli appassionati. Se andare ad assistere alle partite dell’Udinese al “Friuli” era come partire per una battaglia da campo in mezzo ad una compagnia di alpini, andare al “Carnera” a vedere la Mobiam aveva invece il sapore di essere invitati ad una festa di capodanno per dirigenti e quadri di un istituto bancario. Per questo i miei amori per il calcio e il basket hanno potuto convivere pacificamente ed in modo parallelo: cose troppo diverse per essere messe a confronto, così negl’anni ho potuto partecipare sempre con grande trasporto ad entrambe gli eventi e rammaricarmi solo per i lunghi periodi in cui disastrose vicissitudini societarie e sportive del basket udinese mi hanno privato delle frequentazioni nel salotto del “Carnera”, “condannandomi” a rimanere ostaggio del solo stadio Friuli. Il mio “primo giorno” al palazzetto vide “la palla a due” tra i verdi della Mobiam Udine e i rosa della Manner Novara, che si contesero i due punti in palio nella penultima gara del girone d’andata della stagione regolare del campionato di A2 1978/79. Era una specie di “testa-coda” perché mentre la squadra guidata dall’esperto tecnico “Dido” Guerrieri ambiva a riportare Udine nel massimo campionato dopo i freschi fasti snaiderini veleggiando nelle posizioni di alta classifica, la Manner aveva trasferito a Novara i diritti di Genova e cercava di abbandonare l’ultimo posto in graduatoria ed evitare la retrocessione diretta in serie B. Era anche un altro basket rispetto a quello odierno: non c’era il tiro da tre punti, gli arbitri erano solo due, il possesso era di trenta secondi, vigeva ancora la regola del due su tre ai liberi e c’erano due tempi da venti minuti ciascuno, e solo due stranieri per squadra tanto in A1 che in A2. Per dire solo delle cose più rilevanti. Lo spettacolo c’era lo stesso, eccome se c’era. Quella sera, come da pronostico, vinsero i “mobilieri” di casa con un pirotecnico punteggio da NBA: 123 – 105. La cosa che però mi rimase per sempre ben impressa nella mente di quella prima volta, non è legata ai beniamini di casa, bensì a quello che fece pochi istanti prima della fatidica “palla a due” per l’inizio del match.la “stella” degli avversari: tale Melvyn Jerome “Mel” Davis, ala-centro di 2 metri scarsi e con un passato nell’NBA con i celebri New York Knicks,

Il riscaldamento stava per concludersi, diversi giocatori erano già accanto ai rispettivi coach presso le panchine, le luci delle gradinate già spente e i due arbitri al centro del campo quando il “califfo” in maglia rosa pensò di incutere timore ai suoi avversari terminando il warm-up con una potente e spettacolare schiacciata in terzo tempo, appendendosi al ferro. Risultato? Il tabellone di vetro esplose letteralmente in mille pezzi con un fragoroso botto. Partita rinviata di 45 minuti per sostituire canestro e tabellone – allora i ferri non erano a prova di schiacciata - con il “feroce” Mel portato d’urgenza al pronto soccorso dove gli praticarono una decina di punti di sutura in testa.

Unforgettable, specialmente per un ragazzino di tredici anni al debutto in un palazzetto.

Il risultato finale ci racconta di un largo successo della Mobiam, che incontrò un unico ostacolo durante il match: il redivivo Mel Davis che, dopo pochi minuti dall’inizio della gara, rientrò sul parquet con una vistosa fasciatura in testa e mise a segno 33 punti finali, con uno score di 9/10 ai liberi 5/16 da fuori, 7/12 da sotto e 8 rimbalzi, risultando di gran lunga il migliore dei suoi.

Così qualche anno fa, mentre assistevo a Cividale nel palazzetto di Via Perusini al riscaldamento di uno dei tanti match di A2 della GSA – erede dell’APU e quindi anche di quella Mobiam - e mi ritornò ancora alla memoria il ricordo di Mel Davis, decisi di fare delle ricerche per sapere che fine aveva fatto quel “califfo” che per sempre aveva segnato la mia memoria baskettara.

Grazie a Google l’impresa, che "una volta" avrebbe il richiesto tempo e la dedizione di una ricerca archeologica, oggi mi ha sottratto il tempo del panino e con un po’ di destrezza e controllo delle fonti ho scoperto che “Big Mel”, nato nel 1950 a New York e dopo aver frequentato le scuole medie a Brooklin si iscrisse alla St, John University dove conseguì una laurea in Marketing e nel campionato universitario, nonostante fosse un’ala di 2 metri, risulta essere ancora il settimo rimbalzista di tutti i tempi.

Ingaggiato dai leggendari New York Knicks nel 1973 vi giocò fino al 1977, prima di passare un anno ai Nets, con uno score finale della carriera in NBA di 5,3 punti a partita e 4,3 rimbalzi a gara.

Arrivato in Italia con il soprannome di “the Killer”, in virtù del fisico da “Big Jim”, delle cicatrici sul volto eredità delle risse da strada collezionate in gioventù a Brooklin ma soprattutto per un diretto destro da KO più volte azionato durante le fasi calde dei match sui parquet dell’NBA, non ebbe molta fortuna nella scelta delle compagini in cui militò.

Dopo il primo anno a Novara, targato Manner, dove le sue notevoli prestazioni non bastarono ad evitare l’ultimo posto e la retrocessione in B per una società che già a metà campionato aveva esaurito l’ossigeno finanziario e non riusciva a pagare gli stipendi, l’anno seguente si trasferì a Milano, sponda Pallacanestro Milano griffato Amaro 18 Isolabella, e anche qui, a fronte del quarto posto assoluto nella classifica marcatori con una media di 25 punti a partita e settimo in quella dei rimbalzi totali, cambi di allenatore e tracollo economico determinarono la retrocessione in A2 prima e la scomparsa del club dai professionisti poi.

Lasciata l’Italia per una breve parentesi in Svizzera, dove i sui conti al ristorante mandarono in crisi la dirigenza elvetica, Mel fece ritorno nella sua New York in tempo per ottenere un master in psicologia e counseling alla Fordham University e uno in pianificazione della carriera alla N.Y. University.

La leggenda narra che in Svizzera “Big Jim” fosse abituato a consumare pasti che prevedevano un bis di carbonara seguita da due polli arrosto interi oppure dodici trote salmonate, con l’immancabile accompagnamento di patate fritte, dolce e cappuccino finale.

Lasciato il basket, per un periodo è stato supervisore per la commercializzazione della Pepsi per poi occuparsi di programmi per l’orientamento delle matricole NBA e per la transizione nel mondo del lavoro dei giocatori in prossimità di terminare la carriera professionistica. Nel 2005 l’NBA ha nominato Mel Devis direttore esecutivo dell’Associazione Nazionale Giocatori in Pensione, ente che si occupa di sostenere gli ex giocatori con problemi di droga, alcolismo, salute e povertà.

Nel novembre 2005 è ritornato in Italia, quale rappresentante dell’NBA, assieme a Julius Erving per l’inaugurazione del palazzetto dello sport di Rieti intitolato alla memoria di Willie Sojourner, altro indimenticato “califfo” del campionato italiano di fine anni ’70.

Per quanto riguarda la Mobiam, perdendo nettamente l’ultima gara di campionato al “Carnera” contro i cugini della Pagnossin Gorizia del cannoniere Roscoe Pondexter guidata dal “santone” Jim Mc Gregor perse l’occasione di essere promossa direttamente in A1 e fu costretta disputare uno spareggio a quattro per la promozione assieme agli stessi goriziani, al Bancoroma di Nello Paratore e alla Pintinox Brescia. Spareggio che si concluse con una beffarda vittoria contro la Pagnossin e due sconfitte con le altre due contendenti, con conseguente fallimento dell’obiettivo stagionale.

Concludo, per gli amanti delle statistiche, con il tabellino di quel mio debutto al “Carnera”, in una domenica di gennaio del 1979 in cui l’Udinese di Massimo Giacomini in serie B, si faceva rimontare un gol di vantaggio in quel di Cesena e l’allora “mia” Juve trapattoniana e zeppa di nazionali perdeva in casa contro il Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi non ancora Pablito Re di Spagna.

MOBIAM UDINE – MANNER NOVARA 123 – 105 (p.t. 60 – 47)

Arbitri Guglielmo e Giuliano di Messina

MOBIAM

Andreani 4 (2/2, 1/1, 0/3) Otello Savio 16 (4/5, 3/6, 3/3) Gianpiero Savio 15 (1/2, 3/8, 4/9) Piùbello (-,-, 0/1) Vidale n.e., Cagnazzo 18 (2/2, 0/1, 8/9) Bettarini n.e., Tonin 2 (-,-, 1/1) Garrett 41 (1/1, 8/13, 12/16) Gallon 27 (5/6, 1/5, 10/17)

Allenatore Guerrieri

MANNER

Buscaglia (-,-,-) Papetti 7 (1/1, 1/3, 2/4) Foster 14 (-, 2/3, 5/7) Mottini 19 (3/3, 5/12, 3/4) Cantamessi 22 (-, 8/15, 3/3) Dordei 10 (2/2, 2/5, 2/4) Pozzati (-,-, 0/2) Ceron (-,-, 0/3), Marsano n.e., Mel Davis 33 (9/10, 5/16, 7/12)

Allenatore Tanelli

venerdì 26 maggio 2023

SOLO APPLAUSI

Alla fine ne è rimasto soltanto uno e quell'uno non sono le Aquile tutto cuore del presidente Micalich e di coach Pillastrini.
A caldo la delusione nell'ambiente ducale c'è, poche balle, perché ieri sera nel catino ribollente del Carnera gli Dei del basket hanno dimostrato di essere distratti o poco interessati ad assecondare la trama leggendaria che il tiro dello stratosferico Lucio Redivo, scoccato a qualche decimo di secondo dalla sirena conclusiva, stava per concretizzare portando il tabellone sull' 86-87. Invece la palla è stata respinta dal ferro, il segnapunti è rimasto bloccato sull' 86-84 e così la serie resta solo nominata all'Oscar senza vincerlo, perché grazie al canestro di Monaldi centrato un secondo prima, a passare il turno è Udine, la grande favorita della vigilia che di epico dunque, nulla ha fatto. Come anticipato nei giorni scorsi le favole hanno lieto fine necessario solo al cinema - e neanche in tutte le pellicole se prodotte al di fuori dagli USA - mentre nella vita e nello sport le cose vanno spesso diversamente. Come ieri, perché nella sceneggiatura di qualsiasi regista il tiro del gaucho sarebbe entrato, altrimenti quel film al botteghino sicuramente avrebbe fatto fiasco; diciamocelo pure senza imbarazzi: se tra Davide e Golia vince Golia, ad esultare e apprezzare possono essere solo i seguaci del gigante e non certo il grande pubblico. Fuor di metafora se dovessimo vedere quanto sono costati i punti messi a segno da Udine e Cividale per i due rispettivi tesorieri, il rapporto qualità prezzo dei ducali sarebbe migliore anni luce rispetto a quello dei vincitori di ieri sera. Intendiamoci, Udine non ha rubato nulla, ha solamente sudato oltre le proverbiali sette camice per avere ragione di uno sfidante accolto con malcelato fastidio e dal cui incrocio si aveva solo da perdere: al di là delle dichiarazioni di circostanza udite prima, dopo e durante la serie, in diversi nell'ambiente udinese - non solo quello strettamente legato alla squadra - male hanno digerito e digeriscono l'esistenza del club ducale, reo di oscurare in qualche modo la scena. Posizione legittima, ci mancherebbe, ognuno è libero di perseguire i suoi interessi secondo la propria filosofia e la propria visione del mondo. Fortunatamente la maggioranza degli sportivi della Regione che hanno seguito la serie hanno invece gradito e gradiscono assai questa convivenza che ha calamitato un interesse senza precedenti nei confronti dei tanti che addirittura hanno spostato il focus dalla "tiepida minestra riscaldata" offerta dall'Udinese Calcio per rivolgerla al mondo dei canestri. La delusione per il club ducale verrà smaltita senza drammi e piuttosto in fretta, perché come già ampiamente detto e scritto, i play-off erano solo uno stuzzicante premio per far crescere ancora un gruppo e un ambiente in vista delle prossime stagioni, dopo che l'obiettivo stagionale sul campo - la salvezza - era stato coronato con largo anticipo e autorevolezza. La soddisfazione per quello che in soli tre anni è stato costruito è in grado di costituire la giusta medicina per leccarsi le ferite - sportive - che uno sport tanto bello quanto crudele come il basket è in grado di infliggere. Di questo crescendo "rossiniano" la cosa più bella venutasi a creare è, a parere di chi scrive, la perfetta simbiosi tra giocatori, tecnico, dirigenza e tifosi, fusi evidentemente insieme dal credere e perseguire i successi sul campo nel rispetto di importanti valori condivisi.
Quei valori che hanno permesso di farsi scivolare addosso lo scetticismo con cui erano stati accolti ad inizio stagione dai tanti soloni che ne pronosticavano un rapido rientro nella serie minore da cui erano "incautamente" emersi, i gesti volgari e irrispettosi di giocatori ex professionisti incapaci di gestire la loro emotività,  dei tanti e ripetuti "suvvia, Udine non può perdere contro Cividale",  dall'essere stati tacciati di essere a turno simulatori o provocatori anche favoriti dagli arbitraggi, ma soprattutto di essere capaci di creare un'atmosfera che incanta tutti coloro che arrivano in via Perusini da ogni parte d'Italia e vengono trattati come co-protagonisti di una festa sportiva e non dei nemici da abbattere, dove che si vinca o si perda è stata comunque una bella occasione per stare insieme lontano dagli affanni della quotidianità.
Durerà? Ai posteri la sentenza; per quanto ci riguarda la speranza rinforza la fiducia.
Per ora, solo tanti ma tanti applausi, convinti.
E il diritto/dovere di fare festa per onorare al meglio un'annata epica.
 

giovedì 25 maggio 2023

SI FERMA SUL FERRO LA STAGIONE STREPITOSA DI CIVIDALE

Finisce con l’applauso generale di tutto il palazzo una serie incredibile che si è decisa all’ultimo secondo dell’ultimo atto e che ha visto alla fine prevalere la corazzata Udine, che ha dovuto sudare ben più delle proverbiali sette camicie per avere ragione dei Pilla’s Boys che terminano la stagione con i propri sostenitori che non smettono di cantare. Unica nota stonata l’incomprensibile atteggiamento di Briscoe che a fine gara rivolge ripetutamente gesti irrispettosi nei confronti dei tifosi ospiti. Si parte con i soliti Monaldi, Gentile, Esposito Briscoe, Terry per Finetti e Rota, Pepper, Dell’Agnello, Redivo e Miani per Pillastrini e sono di Redivo i primi 6 punti del match che vede il pareggio di Udine sull’ 8-8 a 6’50” e il primo vantaggio 14-10 a 4’44” dopo due triple di Esposito e Monaldi che costringono il coach ducale a chiamare i suoi in panchina per fermare l’inerzia e riordinare una difesa distratta dopo il buon avvio della Gesteco; la mossa paga solo a metà perché al rientro Cividale fa fatica a penetrare la difesa udinese e i padroni di casa colpiscono dall’arco con continuità per il 26-15 con cui si chiude la prima frazione. All’inizio del secondo periodo Briscoe deve uscire dal campo a seguito di un o scontro di gioco con Rota e Udine cerca ripetutamente di allungare in modo importante ma Redivo e Dell’Agnello riescono con i loro canestri ad impedire che il divario diventi compromettente e continui ad oscillare tra gli 8 e i 12 p1unti di margine, prima che il gaucho di Cividale si accenda ulteriormente (già 21 punti all’attivo) e riduca ancora il distacco e Dell’Agnello completi l’opera con la tripla del 44-45 a filo della sirena che manda tutti negli spogliatoi facendo, esplodere la curva gialloblù. Nella ripresa Finetti ributta nella mischia Briscoe per incollarlo all’argentino e l’avvio è sul filo dell’equilibrio con Cividale che sbaglia alcuni tiri aperti e il punteggio recita 52-52 a metà tempo e 53-56 a 3’43” con Battistini costretto ad uscire per 5* falli dopo una striscia positiva di 4 punti consecutivi; l’equilibrio non si spezza neanche nel finale di tempo, condito con fallo antisportivo fischiato a Briscoe e Udine avanti 65-62 alla penultima sirena. Si arriva così all’ultimissimo atto con le squadre cariche di falli con Redivo che piazza da casa sua 2 triple consecutive per il 70-70 a 7’02” che ribattono al tentativo di allungo di Udine sul 68-62; la reazione udinese è immediata con Gaspardo che con un tiro dall’arco manda Udine sul 75-70 a metà tempo: il finale si preannuncia vietato ai deboli di cuore perché una tripla di Briscoe porta Udine sul 81-77 a 2’55” a cui risponde Pepper per l’81-80 a 2’15” ; Gentile porta avanti 84-80 con uno su due dalla lunetta ma Redivo avvia l’ultimo minuto con la tripla del 84-83 per poi gestire il possesso dopo uno sfondo di Briscoe che esce per cinque falli. A venti secondi dal game over Miani impatta 84-84 con uno su due dai liberi e poi Monaldi a un secondo mette l’86-84, dando il tempo a Redivo di sparare l’ultima palla che tiene con il fiato sospeso il palazzo e che s’infrange sul ferro. Giuseppe Passoni APU OLD WILD WEST UDINE - UEB GESTECO CIVIDALE 86 – 84 00 (26-15, 44-45, 65-62) OWW UDINE Gentile 16, Palumbo 6, Antonutti (k), Gaspardo 11, Briscoe 19, Fantoma n.e., Dabo n.e., Esposito 15, Nobile 5, Pellegrino 5, Monaldi 7, Terry 7. Allenatore: Carlo Finetti Vice: Gabriele Grazzini e Giancarlo Sacco Tiri liberi 18/28, Tiri da due 19/44, Tiri da tre 10/23, Rimbalzi 43 (30 dif. 13 off.) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 35, Miani 5, Cassese, Rota (k) 5, Mouaha 3, Furin 3, Battistini 6, Barel n.e., Pepper 11, Balde n.e., Dell’Agnello 16, Micalich n.e. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 18/27, Tiri da due 15/34, Tiri da tre 12/35, Rimbalzi 43 (29 dif. 13 off.1). Arbitri: Stefano Ursi, Gianluca Gagliardi e Calogero Cappello Spettatori 3.500 circa

mercoledì 24 maggio 2023

UDINE E CIVIDALE A GARA 5 DEL PLAY OFF: NE RESTERA' SOLTANTO UNO.

"Ne resterà soltanto uno" tuonava il "cattivo" capoclan Kurgan prima di affrontare il duello conclusivo con il "buono" Connor MacLeod - Cristopher Lambert nella celebre pellicola del 1986 "Highlander - l'ultimo immortale" di Russell Mulcahy, quasi avesse voluto anticipare quello che 37 anni dopo sarebbe accaduto in un palazzetto molto lontano e assai meno noto di New York, al termine di gara 5 del derby friulano del primo turno di play-off di serie A2 2022/23. Nel fortunato, quanto a critica e botteghino, film anglo-americano in molti sanno com'è andata a finire: il potente, temibile e arrogante Kurgan, dopo aver dato l'impressione di poter sbarazzarsi agevolmente del rivale, soccombe sorpreso sotto i colpi del belloccio ma meno aggressivo e romantico MacLeod. Naturalmente in un action-fantasy movie, in cui la sceneggiatura stereotipata aveva già fatto perire nientemeno che Sir Sean Connery per opera del cattivone, l'unico che poteva rimanere in vita era il "buono". Assai meno prevedibili e più complicate invece le cose in gara 5 del "derby" Udine - Cividale per capire chi "resterà" in piedi al suono della sirena finale e raggiungerà presumibilmente Forlì nella semifinale del tabellone che in fondo consegnerà la promozione nella massima serie a solo una delle 8 contendenti che si erano presentate ai nastri di partenza dopo la regular season. Per quanto riguarda invece la fortuna al botteghino e il giudizio della critica, fatte le debite proporzioni, siamo assolutamente in linea con il successo di "Highlander", così come quello che abbiamo visto in campo e sugli spalti nelle quattro gare precedenti ben ricalca l'andamento spettacolare, l'approccio sentimentale, il ritmo infuocato e ricco di suspense e le location suggestive della pellicola diretta da Russell Mulcahy. Chi ha partecipato, sia esso osservatore, tifoso, appassionato, giocatore, tecnico o dirigente ne serberà un ricordo indelebile negli anni a venire. E' chiaro che tutte e due le tifoserie "giurano" da parte loro che il terribile Kurgan si trova nella parte avversa e che sperano di vestire domani sera loro i panni che furono quelli di Cristopher Lambert. Per lo spettatore neutrale in sala in attesa di gustarsi l'ultimo atto - ammesso che si possa rimanere neutrali in una sfida che vede due modi di intendere e fare pallacanestro molto diversi - non può che applaudire tutti i protagonisti per quanto sino qui hanno fatto vedere: palazzetti stracolmi con un tifo entusiasta e generalmente improntato alla massima correttezza, giocatori che si sono dati battaglia senza esclusione di colpi e gesti tecnici apprezzabili con i loro condottieri a far ricorso a tutte le abilità in possesso per mettere in scacco l'avversario, riuscendo entrambe a violare i fortini "nemici". Una vera e propria goduria per tutti gli appassionati di pallacanestro, un vero e proprio spot per questa disciplina sportiva e un sacrosanto sberleffo a chi riteneva dannosa la coesistenza di due club di provincia a soli 17 km di distanza e di cui uno con sede in una cittadina di 11.000 abitanti. Del perchè il favorito alla vigilia di gara 5 resti sempre quello di gara 1 lo hanno spiegato e lo stanno spiegando commentatori ben più autorevoli e su mezzi d'informazione ben più prestigiosi di un blog indipendente, per cui mi astengo dall'aggiungere ulteriore inchiostro o bit nel server. Senza scomodare l'abusato "Davide contro Golia", mi limito ad osservare che ben diversi saranno gli effetti della caduta per chi dovrà cedere il passo a chi sarà l'uno che continuerà la stagione almeno per i prossimi 10 giorni. Quale sia il finale, per molti è già un successo.

lunedì 22 maggio 2023

CIVIDALE NON MUORE MAI E PORTA UDINE A GARA 5

Stefano Pillastrini al termine di gara 3 l’aveva promesso, era sicuro che i suoi avrebbero fatto una grande partita e tenuta aperta la serie: promessa mantenuta al termine di una gara vibrante che i suoi, sospinti da un tifo commovente, hanno condotto dall’inizio alla fine riuscendo a resistere ai veementi assalti di Udine per chiudere la contesa ed evitare la roulette russa di gara 5 che andrà in scena giovedì in un clima che si preannuncia sino ad ora bollente. Per l’ultima recita della serie a Cividale coach Pillastrini si affida a Rota, Redivo, Pepper, Dell’Agnello e Miani mentre Finetti riparte con Monaldi, Gentile, Esposito, Briscoe e Terry e i ducali impattano sul match decisamente meglio rispetto a gara 3 con un’intensità difensiva che mette subito alla frusta una partenza piuttosto molle di Udine e il punteggio a metà frazione segna 9-5 con Finetti che manda in campo Gaspardo per Gentile e i bianconeri serrano le maglie difensive, approfittando della difficoltà di Cividale a centrare il canestro mettono la freccia per il 9-12 con una tripla di Palumbo; ma i ragazzi in maglia gialloblù riprendono slancio e in un clima incandescente chiudono la frazione avanti 17-16 con un canestro di Dell’Agnello. Nella seconda frazione continua un vero e proprio corpo a corpo, con le rispettive difese sugli scudi e Cividale avanti per 22-18 a 6’11” dopo un contropiede di Battistini che porta Finetti a chiamare minuto; la misura non sortisce effetto perché il coach udinese deve ripetere la chiamata a 4’02” perché Cassese e Battistini, entrambe decisamente “on fire”, mandano il tabellone sul 30-20 tra l’entusiasmo generale; anche questa volta però l’inerzia non muta e Udine riesce solo a contenere il passivo che recita – 13 all’intervallo lungo (38-25). Alla ripresa delle ostilità Cividale è avanti 47-31 dopo una tripla di Redivo a 7’00” e per Udine sale il nervosismo con un tecnico alla panchina e i ducali che continuano a lottare su ogni pallone mantenendo il + 16 a 4’43” dalla penultima sirena (54-37) a cui si arriva sul 55-50 perché la Gesteco accusa un calo per il gran lavoro e Udine ne approfitta per rientrare prepotentemente nel match con un Briscoe che improvvisamente cambia la marcia alla sua partita fino a qui incolore. Una schiacciata di Mouaha che concretizza una palla rubata all’americano dà il via all’ultima frazione che si annuncia come una lotta sino all’ultimo respiro perché a 6’04” una tripla di Cassese porta Cividale sul 62-55, mentre tra gli ospiti Gentile si rivela implacabile per mantenere in scia i suoi (63-60 a 4’33”); a 2’31” dalla fine la Gesteco è avanti 66-60 con la palla in mano agli ospiti e una tripla di Miani fa sognare Cividale a 1’30” (69-61) e poi due liberi di Rota a 45” danno il + 9 (71-62) prima che una tripla di Redivo faccia scorrere i titoli di coda per il 74-65 finale. E ora ultimo atto al Carnera giovedì prossimo. Giuseppe Passoni UEB GESTECO CIVIDALE – APU OLD WILD WEST UDINE 74-65 (17-16, 38-25, 55-50) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 14, Miani 8, Cassese 10, Rota (k) 12, Mouaha 9, Furin 4, Battistini 8, Balde n.e., Pepper 3, Dell’Agnello 6, Micalich n.e., Barel n.e.. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 11/17, Tiri da due 12/27, Tiri da tre 13/32, Rimbalzi 38 (29 dif. 9 off.). OWW UDINE Gentile 18, Palumbo 7, Antonutti (k), Gaspardo 5, Briscoe 15, Fantoma, Dabo n.e., Esposito 6, Nobile 2, Pellegrino 2, Monaldi 5, Terry 7. Allenatore: Carlo Finetti Vice: Gabriele Grazzini e Giancarlo Sacco Tiri liberi 12/24, Tiri da due 19/34, Tiri da tre 5/23, Rimbalzi 38 (27 dif. 9 off.) Arbitri: Marco Vita, Salvatore Nuara e Marco Attard Spettatori 2.800 circa 0

sabato 20 maggio 2023

UDINE VA SUL 2-1 CONTRO UNA GESTECO MAI DOMA (68-79)

In un clima straordinario di tifo e passione Udine mette le mani sulla serie portandosi sul 2-1 con la possibilità di chiudere i conti già lunedì prossimo se riuscirà a ripetere l’intensità e la concentrazione dimostrata stasera sul parquet ducale contro una Gesteco mai doma ma che non è riuscita a reggere l’urto del roster profondo di Udine, con un Gaspardo autore forse della miglior prestazione stagionale. All’avvio delle ostilità Pillastrini manda in campo Rota, Redivo, Pepper, Dell’Agnello e Miani mentre Finetti risponde con Monaldi, Gentile, Briscoe, Esposito e Terry con la Gesteco che soffre subito la difesa aggressiva di Udine e il ponteggio a metà tempo è fermo sul 6-8 dopo quattro liberi di Mouaha e gli ospiti già in regime di bonus, in un clima incandescente in cui si lotta su ogni pallone ma capaci di piazzare nel finale un parziale di 0-8 che li consente di chiudere avanti il periodo per 13-18. Nel secondo periodo Cividale fallisce l’aggancio sul 18-18 e Udine ne approfitta per scappare sul 16-25 a 7’42” perché i ducali faticano a trovare tiri aperti mentre i bianconeri centrano il canestro di casa dalla lunga con Gaspardo e Monaldi per allungare ulteriormente a 19-36 dopo un gioco da tre punti di capitan Antonutti a 4’13” dall’intervallo lungo; a questo punto uno scartenato Battistini, autore di 10 punti consecutivi e una tripla di Pepper dopo una palla rubata di Redivo fanno rientrare Cividale sul 32-38 quando mancano 40” all’intervallo lungo a cui si perviene sul medesimo punteggio con un parziale di 13-0 per i padroni di casa che infiamma il Palazzetto. Il terzo periodo si apre con una serie di botta e risposta al termine del quale Cividale rimette la testa avanti a 6’10” (44-43) con una tripla di Redivo ma Udine non si smarrisce, stringe di nuovo le maglie difensive e riprende il comando con tre triple di Gaspardo (44-54) per un contro parziale di 0-11 a 3’32” dalla penultima sirena a cui si arriva sul 49-61 dopo una penetrazione di Briscoe. Nell’ultima frazione gli ospiti mantengono il vantaggio, rintuzzando i generosi tentativi di riaggancio di una Gesteco sospinta soprattutto dalle iniziative di Lucio Redivo che porta i suoi sul 63-71 a 3’02” dalla fine, margine che però non varia fino alla sirena finale con il tabellone fermo sul 68-79 con il palazzetto che tributa una standing ovation ai suoi beniamini. Giuseppe Passoni UEB GESTECO CIVIDALE – APU OLD WILD WEST UDINE 68 – 79 (13-18, 32-38, 49-61) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 24, Miani 4, Cassese, Rota (k) 6, Mouaha 7, Furin 4, Battistini 12, Balde n.e., Pepper 8, Dell’Agnello 7, Micalich n.e., Pillastrini n.e.. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 12/15, Tiri da due 13/30, Tiri da tre 10/29, Rimbalzi 31 (23 dif. 8 off.). OWW UDINE Gentile 6, Palumbo 3, Antonutti (k) 5, Gaspardo 29, Briscoe 6, Fantoma, Dabo n.e., Esposito 11, Nobile 3, Pellegrino 2, Monaldi 6, Terry 8. Allenatore: Carlo Finetti Vice: Gabriele Grazzini e Giancarlo Sacco Tiri liberi 15/21, Tiri da due 17/35, Tiri da tre 10/23, Rimbalzi 37 (28 dif. 9 off.) Arbitri: Andrea Masi, Jacopo Pazzaglia e Paolo Puccini Spettatori 2.800 circa

giovedì 18 maggio 2023

ONORE AL MERITO: STEFANO PILLASTRINI ALLENATORE DELL'ANNO!

Oggi la Lega, con i voti di dirigenti, allenatori e capitani, ha premiato Stefano Pillastrini come miglior allenatore della stagione per la serie A2; scelta migliore non poteva esserci e i complimenti al tecnico delle Eagles sono prima doverosi, oltre che meritati. Ripropongo quanto scritto in tempi non sospetti, nel novembre 2022, quando Cividale espugnò l'inviolato campo della capolista Forlì. "Quando una società dalla sua comparsa (ottobre 2020) perde solo 2 partite sulle 44 disputate in casa, centra la promozione in A2 al secondo tentativo dopo aver “fallito” il primo a gara 5 della finale play-off nell’anno precedente (e primo della sua vita cestistica partita da zero) e dopo le prime 8 partite in serie A2 ne ha vinte 5 mantenendo inviolato il campo di casa, è già entrata nella Storia, a prescindere. E quando questo succede vuol dire che dal Presidente, agli sponsor, al coach, ai giocatori « all’ultimo » dei tifosi, tutte le componenti stanno mettendo il « mattone » che gli spetta con grande competenza, passione e sacrificio. Proprio tutti, nessuno escluso, compreso l’ambiente dove ti trovi. Oltre a questo, come già scrissi lo scorso anno, ci dev’essere un ulteriore fattore segreto, come il famoso ingrediente « top secret » che rende la Coca-Cola una bevanda inimitabile. Nel caso della Gesteco, il fattore segreto di questa straordinaria striscia di successi credo stia nel suo coach, a mente di quanto pubblicai dopo aver assistito il 5 ottobre 2021 alla prima « récita » della stagione 2021/22 poi culminata con la promozione in A2 e che di seguito ripropongo integralmente. "Sabato sera questo Signore ha dato una dimostrazione cristallina di che cosa significhi amare profondamente il proprio lavoro prima ancora di essere un professionista e quale sia la differenza tra « essere » un coach e « fare » un mestiere. Siamo già nella seconda parte dell’ultimo quarto e Cividale controlla senza patemi un match già in cassaforte da 20 minuti, costantemente avanti tra i 20 e i 30 punti contro i giovani di Bologna 3. È solo la prima giornata di un campionato che sarà lunghissimo e Leo Battistini, a fine gara MVP con 36 di valutazione, 25 punti all’attivo, 9/10 da due, 1/1 da tre, 6/6 dai liberi, 14 rimbalzi, 4 falli subiti, sbaglia malamente l’esecuzione di un contropiede franando sulla difesa avversaria invece di scaricare su di un compagno meglio posizionato. Ecco, a questo punto questo Signore, con più di 100 panchine in serie A in piazze come Varese, Bologna, Pesaro, Forlì, Montecatini, Udine, Treviso e 6 promozioni conquistate, chiama un minuto di sospensione e fa un cazziatone urbi et orbi che non finisce più all’incredulo Battistini, neanche fosse la finale dell’Eurolega." Grazie a Stefano Pillastrini per questa Lectio Magistralis. Ne sono seguite molte altre, tra cui mi piace ricordare la gestione della gara interna con la Fortitudo Bologna, che con difese insospettabili ha mandato in confusione il suo collega Delmonte ma soprattutto i giocatori felsinei sul parquet e l'ultima impresa di Forlì domenica scorsa, quando "creando i presupposti di una brutta partita" ha impedito ai più quotati avversari di avere ragione di un manipolo di uomini in formazione incompleta e con più di qualche acciacco. Un profondo conoscitore del suo sport e della sua professione, oltre che di uomini. Un vero Maestro." Da allora i successi sono cresciuti ancora e ancora, fino all'incredibile vittoria di gara 1 dei play-off al Carnera di lunedì scorso: la sensazione è che ne vedremo ancora. #UEB #unitedweflight #Gesteco #Cividale

mercoledì 17 maggio 2023

UDINE RIPORTA LA SERIE IN PARITA'

Udine riporta in parità la serie dei quarti di finale grazie ad un ultimo tempo che l’ha vista prevalere con un vantaggio importante dopo che i ducali l’avevano messa alla frusta per tre quarti di gara, prima di accusare un black-out offensivo con soli 4 punti segnati nell’ultima frazione. In avvio Finetti ripropone Monaldi, Gentile, Esposito Briscoe e Terry mentre Pillastrini risponde con i collaudati Rota, Pepper, Dell’Agnello, Redivo e Miani per un match che rispetto a gara uno parte con ritmi e percentuali ben diverse, molte palle perse e squadre contratte, con il tabellone a metà frazione segna 10-8 per i bianconeri di casa e un finale punto a punto che vede chiudere avanti Udine 19-15, lanciata da una tripla del capitano Antonutti appena entrato sul parquet a 2 minuti dalla sirena. Alla ripresa del gioco Cividale ricuce lo svantaggio e rimette il naso avanti 19-20 con una tripla di Battistini ma Udine reagisce prontamente, anche perché i ducali iniziano a litigare con il canestro sbagliando diversi tiri apertie si trovano sotto 29-20 a 4’25”: nelle battute conclusive la Gesteco prima spreca diversi palloni per rifarsi sotto sul meno 4 e poi invece sfrutta alcune amnesie difensive dei padroni di casa e fallisce l’aggancio solo perché il ferro ributta fuori una tripla di Pepper a fil di sirena. La ripresa trova Cividale più pronta e con le triple di Redivo, Dell’Agnello e Pepper ritorna avanti 45-47 a 4’53” in una sfida che adesso è davvero incandescente (doppio antisportivo a Briscoe e Dell’Agnello) con Udine che si aggrappa ad Esposito e piazza un contro-break che la manda sul 54-49 a 2’24”, risveglia il pubblico di casa e permette a Udine di essere ancora avanti 56-53 alla penultima sirena. Nell’ultimo quarto Cividale non riesce a capitalizzare il gran lavoro difensivo perché in attacco perdono fluidità calando precisione e così una tripla di Gaspardo e un tap-in di Gentile spingono i bianconeri di casa sul + 9 a 6’18”; è l’allungo decisivo perché Udine trascinata da un Gentile all’altezza della sua fama punisce con continuità la difesa ducale e porta i suoi al successo finale per che rimette la serie in parità. Ora due gare a Cividale per capire se sarà necessario ritornare ancora al Carnera per mettere la parola fine all’avvincente sfida. Giuseppe Passoni APU OLD WILD WEST UDINE - UEB GESTECO CIVIDALE 77 – 57 (19-15, 34-31, 56-53) OWW UDINE Gentile 20, Palumbo 2, Antonutti (k) 6, Gaspardo 5, Briscoe 15, Fantoma 2, Dabo n.e., Esposito 16, Nobile, Pellegrino, Monaldi 3, Terry 8. Allenatore: Carlo Finetti Vice: Gabriele Grazzini e Giancarlo Sacco Tiri liberi 6/7, Tiri da due 28/45, Tiri da tre 5/20, Rimbalzi 44 (33 dif. 11 off.) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 7, Miani 2, Cassese, Rota (k) 7, Mouaha 2, Furin 4, Battistini 5, Barel, Pepper 14, Dell’Agnello 16, Micalich, Pillastrini. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 2/5, Tiri da due 14/37, Tiri da tre 9/33, Rimbalzi 34 (21 dif. 131 off.). Arbitri: Angelo Calorio, Alessandro Tirozzi e Marco Barbiero Spettatori 3.500 circa

lunedì 15 maggio 2023

CIVIDALE FA SALTARE SUBITO IL BANCO E LA SERIE VA 1-0 PER I DUCALI

Un vero e proprio spot per la pallacanestro ha aperto la serie dei quarti di finale dei play-off con Cividale che fa subito saltare il banco e i pronostici espugnando il Carnera al termine di una sfida combattutissima e giocata con grande intensità dalle due squadre dal primo all’ultimo secondo, in una cornice di tifo entusiasta e corretto. Adesso Udine sarà costretta a violare il Palagesteco se vorrà raddrizzare la serie. Si parte con Monaldi, Gentile, Esposito Briscoe, Terry per Finetti e Rota, Pepper, Dell’Agnello, Redivo e Miani per Pillastrini e sono di Miani i primi due punti della sfida che si preannuncia equilibrata con Monaldi subito on-fire con due triple consecutive a rintuzzare la buona partenza di Cividale che a 5’49” guida per 11-16 dopo una tripla di Miani; nella seconda parte del tempo Udine impedisce con il tiro dalla lunga distanza che il margine cresca e con un’entrata di Gaspardo ottiene il primo vantaggio (26-25) a 1’39” dalla sirena, prima che la Gesteco con un ispirato Mouaha metta di nuovo la freccia per il 28-31 con cui si chiude la frazione. Il secondo periodo si snoda seguendo il copione del primo, equilibrio totale con Cividale più fluida nel gioco e Udine che replica colpo su colpo dalla distanza e il tabellone a 3’36” segna 43-49 dopo due liberi di Mouaha e un piazzato di Battistini; due triple consecutive di Palumbo riacciuffano Cividale in un amen e si arriva all’intervallo lungo con i bianconeri avanti per 53-50 grazie ad una magata di Terry sulla sirena. L’americano replica subito alla ripresa delle ostilità ed è Udine adesso che si tiene avanti nel punteggio con minimo scarto (61-60) a 5’17” prima che Pepper in entrata riporti avanti Cividale (61-62) che poi riesce ad allungare sul 65-70 a 3’04” e chiudere avanti solo di uno (71-72) *perché Palumbo castiga ancora una volta i ducali con una tripla a fil di sirena, dopo che Cividale per due volte ha fallito il + 8. Nell’ultimo periodo a 7’12” dalla fine sul 77-77 Briscoe esce per 5 falli in un match che ora vede fisiologicamente calare il ritmo con i palloni che scottano sempre di più nelle mani dei protagonisti quando il punteggio è 77-78 a 6’05” con palla in mano a Monaldi; il finale è una bolgia perché a 1’31” Dell’Agnello infila il 79-84 e costringe Finetti a richiamare i suoi per un time-out necessario a fermare l’inerzia, ma il tabellone non si schioda quando mancano 28” e il coach richiama ancora i suoi per gestire un possesso vitale che però concede invece un comodo contropiede a Mouaha per il 79-86 che mette la parola fine alla sfida nonostante una tripla di Monaldi a stretto giro di posta. Finisce 82-88 tra il tripudio dei più di 500 tifosi gialloblù. APU OLD WILD WEST UDINE - UEB GESTECO CIVIDALE 82 – 88 (28-31, 53-50, 71-72) OWW UDINE Gentile 9, Palumbo 11, Antonutti (k) n.e., Gaspardo 9, Briscoe 4, Bertetti 3, Fantoma n.e., Dabo n.e., Esposito 11, Pellegrino 5, Monaldi 19, Terry 11. Allenatore: Carlo Finetti Vice: Gabriele Grazzini e Giancarlo Sacco Tiri liberi 6/10, Tiri da due 20/38, Tiri da tre 12/30, Rimbalzi 37 (28 dif. 9 off.) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 10, Miani 19, Cassese, Rota (k) 10, Mouaha 12, Furin 2, Battistini 4, Barel n.e., Pepper 24, Dell’Agnello 7, Micalich n.e., Pillastrini n.e. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 12/15, Tiri da due 23/47, Tiri da tre 10/25, Rimbalzi 38 (26 dif. 12 off.10011). Arbitri: Roberto Radaelli, Matteo Lucotti, Matteo Almerigogna Spettatori 3.500 circa

domenica 14 maggio 2023

DUE E' MEGLIO DI UNO

Diversi autorevoli commentatori ad inizio stagione - e un po' oltre - hanno evidenziato come due squadre di pallacanestro con sede a 17 km di distanza in serie A2 siano un lusso difficilmente sostenibile per una provincia che non è neanche capoluogo di Regione, quando piazze come Roma non riescono a mettere in campo squadre competitive nella stessa categoria;dunque sarebbe "meglio" concentrare le già scarse risorse finanziarie in un unico progetto che abbia maggiori chance di essere vincente, piuttosto che sostenerne due con il rischio di farne due realtà mediocri. L'opinione naturalmente si fonda su delle argomentazioni ragionevoli, ma è stata del tutto contraddetta dai fatti durante la prima stagione in cui il "dannoso" evento si è verificato: Udine e Cividale si apprestano a darsi "battaglia" nel quarto di finale dei play-off in un'atmosfera di grande entusiasmo e attesa partecipe che trova scarsi precedenti nella storia di un territorio si tradizionalmente appassionato, ma anche decisamente tiepido quanto ad ambizioni e che necessita sempre di essere trascinato piuttosto che di trascinare. La società favorita per anzianità e budget, Udine, non ha lesinato denari per cercare di raggiungere la sospirata promozione nella serie maggiore, sempre mancata nell'ultimo atto degli ultimi due campionati,mentre la nuova arrivata, Cividale, ha ovviato a risorse finaziarie disponibili notevolmente inferiori puntando su di una chimica che vede una perfetta simbiosi tra dirigenti, tecnici, giocatori e ambiente. Se la prima è ancora in corsa per il raggiungimento dell'obiettivo dopo una stagione caratterizzzata da continui aggiustamenti e cambi di rotta, la seconda ha conquistato il suo "scudetto" - la salvezza - con due mesi di anticipo, dimostrando di poter dare filo da torcere a tutti, portando gli avversarsi a giocarsi i due punti negli ultimi due possessi in ben 20 gare su 32 fin qui disputate. Chi scrive resta di diverso avviso rispetto al "buon senso" di chi non vede di buon occhio la coesistenza delle due compagini, perchè ritiene che la competizione, purchè sia sana e avvenga all'interno del recinto delle regole, rappresenti invece il lievito per lo crescita e lo sviluppo di un territorio, specialmente quello friulano tradizionalmente rigido e tendente all'unilateralità. Per ora sembrano essere del medesimo avviso anche gran parte delle tifoserie che sostengono i due club, che sino a qui si sono confrontate nei tre precedenti con reciproco rispetto, sportività ed entusiasmo che ci auguriamo, ora che sono attese dalla prova del nove del clima incandescente della gare da dentro-fuori, colgano l'occasione per consolidare ulteriormente questi valori. Sul piano squisistamente sportivo è indubbio che il pronostico penda decisamente dalla parte di Udine che potrà schierare un roster con una profondità e qualità dei singoli sconosciuta non solo a Cividale, ma anche a tutte le altre contendenti del tabellone oro che regalerà la promozione a chi arriverà in fondo: il quintetto Monaldi, Briscoe, Gentile, Gaspardo e Terry è composto da giocatori che in questa o nelle scorse stagioni militavano nei massimi campionati e anche in nazionale e affronterà un team nel quale solo Pepper ha disputasto in passato i play-off di serie A2. Tutto già scritto dunque? Neanche per sogno, perchè di analisi come queste erano pieni siti e giornali ad inizio campionato, ed il campo invece si è divertito a mandare sonori sberleffi a ragionamenti simili, con Cividale che invece di tornare zucca come la carrozza di Cenerentola allo scadere della mezzanotte ha addirittura perso il diritto di disputare con il vantaggio del fattore campo il primo turno solo nell'ultimo minuto della fase ad orologio, mentre Udine ha dovuto mettere continuamente mano al roster, alla panchina e al portafoglio per trovarsi di nuovo in pole position nel momento che conta. Lo sport, pur rimanendo ancorato alle regole del buon senso e della ragionevolezza, è ancora come diceva Gianni Brera un "mistero agonistico" e nella sua storia tanti sono gli episodi in cui sorgono dei Davide capaci di abbattere Golia. Un solo dato è certo: la prossima settimana tutti gli appassionati friulani di pallacanestro avranno la fortuna di vivere qualcosa di talmente bello che forse ancora stentano a rendersene conto. Si, due è meglio di uno.

domenica 7 maggio 2023

CIVIDALE CON IL BATTICUORE SI REGALA IL DERBY

La Gesteco Cividale arrivava al Palabanca di Piacenza con l’imperativo di vincere e poi guardare i risultati di Udine e Milano per ottenere un avvio di play-off con il favore del pubblico amico, con un’Assigeco ad attenderla senza ambizioni di classifica e priva per l’occasione anche di McGusty, oltre che del lungodegente Skeens. Cividale compie la missione al termine di un match reso sofferto e complicato da un avversario che ha reso la vita assai difficile ad una Gesteco per lunghi tratti nervosa ed imprecisa. La vittoria in extremis di Udine a Torino relega le Aquile al terzo posto e apre la strada al derby friulano, con i bianconeri di Finetti che godranno del fattore campo. Pillastrini manda in campo Rota, Redivo, Dell’Agnello, Pepper e Miani mentre Salieri risponde con Pascolo, Miaschi, Sabatini, Gajic e Querc con i Pilla boys subito reattivi e avanti 10-16 a metà frazione grazie alle triple di Redivo e ad una buona circolazione della palla che libera spesso i lunghi ducali sotto il canestro emiliano, con l’Assigeco che soffre anche per l’assenza di McGusty e va sotto 16-28 alla prima sirena. Al rientro Cividale spreca alcuni tiri aperti ben preparati dalla distanza litigando spesso con il canestro e permette ai padroni di casa di ridurre lo svantaggio (25-30 a 6’40”), per un match che adesso vede gli emiliani rimanere in scia in un match ora caratterizzato da molti errori nelle conclusioni su ambo i fronti e in parità (37-37) a 1’25”, con il tabellone fermo sul 38-39 1all’intervallo lungo. Il terzo periodo inizia con il primo vantaggio interno 43 – 42 e Cividale che continua a soffrire l’aggressività della truppa di Salieri che è avanti 52-46 a 4’04” e con pieno merito vola poi sul + 10 (56-46) a 2’50” per chiudere avanti 60-56 perché nel finale di tempo 2 triple di Cassese tengono a galla una Cividale apparsa fino a qui troppo imprecisa al tiro e talvolta distratta in difesa per tenere il match in pugno. Nell’ultimo periodo ci si aspetta la reazione della Gesteco ma invece sono ancora i ragazzi di casa a condurre le danze (68-62) a metà tempo con il match che sembra sfuggito via per Cividale quando gli emiliani sono sul + 10 a 2’00” dall’ultima sirena; ma con i Pilla Boys non si può mai scrivere la parola fine in anticipo perché prima Dell’Agnello e poi Redivo sfruttano il gran lavoro difensivo di Mouaha e agganciano il 72-72 e regalano l’ennesimo finale proibito ai deboli di cuore, con Piacenza che sbaglia il tiro della vittoria e porta la gara ai supplementari. L’overtime è combattuto ancora punto, con Rota e c. che però non perdono più la bussola e centrano la vittoria per 80-84, regalandosi un saporitissimo derby al meglio delle 5 partite nel primo turno di play-off. Appuntamento al Carnera per gara 1. Giuseppe Passoni UCC AGGICECO PIACENZA - UEB GESTECO CIVIDALE 80 - 84 (16-28, 38-39, 75-75) UCC ASSIGECO PIACENZA Gajic 16, Franceschi n.e., Miaschi 28, Galmarini 13, Joksimovic n.e., Pascolo 6, Querci 10, Soviero 5, Sabatini (k) 2, Gherardini n.e., Cesana n.e.0. Allenatore: Stefano Salieri Vice: Fabio Farina e Humberto Manzo Tiri liberi 13/15, Tiri da due 15/38, Tiri da tre 11/33, Rimbalzi 48 (31 dif. 17 off.) UEB GESTECO CIVIDALE Redivo 22, Miani 9, Cassese 10, Rota (k) 2, Mouaha 14, Furin 7, Battistini 2, Pepper 4, Micalich n.e., Dell’Agnello 14. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 9/13, Tiri da due 24/42, Tiri da tre 9/33, Rimbalzi 49 (dif. 37 off. 12). Arbitri: Daniele Yang Yao, Calogero Cappello e Chiara Maschietto Spettatori 800 circa

venerdì 5 maggio 2023

LA FASE AD OROLOGIO SCANDISCE I SECONDI

Tra meno di 48 ore il campionato di serie A2 entrerà finalmente nel vivo, si potranno conoscere i primi verdetti definitivi (due retrocessioni) e la grglia di di play-off e play-out che decreteranno le due promozioni e le ultime due compagini che scenderanno in B. L'incertezza regna sovrana in tutti i quattro gironi rispetto a diversi piazzamenti ed in modo particolare in quello blu dove sono piazzate Udine e Cividale è piena bagarre per stabilire la 2, 3 e 4 piazza con Torino che ha invece già staccato il biglietto che vale il primo posto del raggruppamento ed il 7° della classifica generale. A 40 minuti dal termine Udine, Cividale e Milano sono appaiate a 10 punti con i bianconeri di Finetti che, grazie alla bomba di Briscoe messa a segno a fil di sirena nell'ultimo turno contro i lombardi, hanno messo nelle loro mani il proprio destino conquistandosi la certezza matematica del secondo posto in caso di vittoria domenica sera sul campo dei piemontesi. Un arrivo in volata dunque, che il calcolo delle combinazioni dei risultati possibili fa intravedere all'orizzonte un nuovo derby friulano, con l'APU a garantirsi le prime due gare e l'eventuale bella al Carnera, circostanza che monopolizzerebbe l'interesse degli appassionati di basket ben oltre il Tagliamento e l'Isonzo con un happening che probabilmente resterebbe nella memoria per molti anni a venire. Come si è arrivati a questa situazione? Fino a due turni fa Cividale sembrava avvantaggiata con il + 27 rifilato all'Urania nel primo turno e il + 2 in classifica rispetto ad Udine ma invece i Pilla Boy, pur disputando due ottime partite, sono usciti sconfitti di misura sia nello scontro diretto dell'Allianz Cloud che nella sfida casalinga contro la capolista Torino, consentendo coì il recupero in extremis all'APU, impostasi soffrendo prima a Piacenza e poi con un bottino importante contro l'Urania al Carnera. Ai gialloblù ducali ora non resta che battere Piacenza per evitare il quarto posto e quindi una complicatissima sfida a Torino con almeno due lunghe trasferte in Piemonte nel quarto di finale, sperando nella sconfitta di Udine proprio con la Reale Mutua per guadagnarsi il secondo posto, i benefici connessi ed evitare il derby nel caso in cui si verifichi il possibile successo casalingo dei milanesi contro la Fortitudo Bologna. Quest'ultimo scenario, la sfida Cividale - Milano in particolare, era ritenuto il più probabile alla vigilia del penultimo turno, ma si sa, la bellezza della pallacanestro risiede anche in questa capacità di rendere i pronostici un esercizio mortale e capovolgere le situazioni che sembrerebbero acquisite nel giro di pochi minuti e, in questo caso, anche di pochi secondi. Per cui, lasciamo perdere le previsioni e tuffiamoci negli incandescenti ultimi 40 minuti prima dell'avvio delle partite da "dentro o fuori", rinviando tutte le considerazioni del caso a bocce ferme. In ogni caso la fase finale sarà accolta con grande entuasiasmo da entrambe le tifoserie friulane: per Cividale sarà il proseguimento di un meritato "viaggio premio" dopo aver raggiunto da mesi il suo obiettivo stagionale - la salvezza - continuando magari a stupire ancora gli avversari e anche diversi addetti ai lavori, mentre per Udine terminerà un'intermenibile sorta di pre-season in cui si è provato (e si sta provando) di tutto (diversi cambi tecnici e di giocatori) per coronare l'agognato sogno della promozione nella massima serie, cosa che in avvio di stagione in tanti avevano vaticinato come ineludibile, sulla scorta dell'impiego dell'importante budget messo a disposizione. Quel che sarà "lo scopriremo solo vivendo", come cantava Lucio Battisti, con una certezza: è finito il tempo dei "anche per oggi si vince domani".

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