martedì 27 marzo 2018

BUON COMPLEANNO BLOG E GRAZIE A TUTTI!

Oggi "Viaggio dell'Eroe" compie un anno! Il suo primo anno di Vita e quindi desidero ringraziare di cuore tutti coloro che hanno voluto dedicare un po' del loro tempo per navigare tra le sue pagine, magari anche solo per dare una veloce sbirciata. Poco tempo fa Mario Sconcerti mi ha detto: "Quando si scrive, l'ambizione più grande è che qualcuno se ne accorga": siete stati tanti e vorrei salutarvi tutti, uno per uno; non importa se avete condiviso o trovato qualche spunto interessante tra le tante storie che ho voluto lasciare a disposizione di chiunque qui, nella rete. Il Viaggio dell'Eroe che è in ciascuno di noi continua ogni giorno, pure quando abbiamo l'impressione di essere fermi e anche questo blog vuole continuare a raccontare le storie degli Eroi, noti e meno noti, spaziando senza fissa dimora o schema preordinato tra la Storia politica e militare  del '900, vicende di sport, iperboli della mente e della sua fantasia, ricordi personali, filosofia, psicologia, varie ed eventuali. Al centro di tutto sempre le Emozioni e quindi l'Umano, sempre imperfetto ma quasi sempre perfettibile. Ancora grazie a tutti.   

BILANCIO FINALE DI LIQUIDAZIONE AL 10 FEBBRAIO 1947

Finalmente l'ora di sedersi a quel tavolo della pace arrivò… il 10 febbraio 1947, un diplomatico incaricato dal Governo presieduto da Alcide De Gasperi, firmò a Parigi il Trattato di Pace… con sé non vi portò solo la memoria di mille morti come auspicato da Mussolini per sedersi da vincitore a quel tavolo: dal 10 giugno 1940 erano caduti 330.000 soldati del Regio Esercito, 90.000 civili nei bombardamenti, 31.500 partigiani nella lotta di liberazione in Italia e all'estero, 10.000 civili vittime di rappresaglie nazi-fasciste, 41.000 tra militari e civili deportati nei campi di lavoro e di sterminio nazisti, 5.900 militari appartenenti alle forze armate ricostituite sotto il tricolore sabaudo dopo l'8 settembre e che si affiancarono agli angloamericani. Ancora oggi sono controverse le stime di quanti persero la vita, combattendo a fianco dei tedeschi, sotto le insegne della Repubblica sociale, di quanti morirono per esecuzioni sommarie nelle settimane successive alla liberazione e di quanti furono vittime della vendetta jugoslava nei territori dell'Istria e della Venezia Giulia al termine del conflitto. Almeno 300.000 connazionali dovettero lasciare profughi le terre abitate dai loro avi da tempo immemore in quei territori che per secoli avevano fatto parte della Repubblica di Venezia.

Il trattato di pace tolse al nostro paese l'Istria, gran parte della Venezia Giulia, la città di Zara in Dalmazia, le colonie della Libia, dell'Etiopia e dell'Eritrea, l'Albania, Rodi, e le isole del Dodecaneso, i distretti alpini di Briga e Tenda e la piccola concessione di Tien-Tsin in Cina. La colonia della Somalia rimase in amministrazione fiduciaria per conto dell'ONU fino al 1960. La città di Trieste rientrò sotto la giurisdizione italiana solo nel 1954. Ingenti furono i danni di guerra che ci vennero imposti da pagare in milioni di dollari: 125 alla Jugoslavia, 105 alla Grecia, 100 all'Unione Sovietica, 25 all'Etiopia e 5 all'Albania, mentre altre clausole prevedevano la riduzione permanente delle nostre forze armate. 

Il volto ed il cuore dell'Europa ne uscivano modificati per sempre: mancavano all'appello 40 milioni di persone, di cui la metà non erano militari caduti in combattimento, bensì popolazione civile. La secolare cultura ebraica era stata spazzata via dall'Europa centro-orientale per effetto del sistematico sterminio praticato dai nazisti nei confronti di tutte le persone di origine ebrea, di qualsiasi nazionalità, nei territori via via occupati nel corso del conflitto dalle truppe tedesche. Oggi si calcola che più di 6 milioni di ebrei sono stati eliminati nei campi di sterminio nel periodo 1940-1945. La stessa Germania esce dalla guerra rasa al suolo, materialmente e moralmente, con 7 milioni di morti, di cui quasi 4 di civili. Il paese verrà diviso politicamente in due entità statali contrapposte, e quasi 10 milioni di tedeschi dovranno abbandonare per sempre le loro case ed i loro territori, spinti verso ovest dall'avanzare dell'Armata Rossa, che farà scontare duramente l'inumano comportamento adottato dalle forze speciali tedesche nei confronti delle popolazioni ucraine, russe e bielorusse. 

Ancora oggi è taciuto il numero impressionante di stupri cui furono soggette, da parte dei soldati sovietici, le donne tedesche di ogni età nei territori della Prussia Orientale, della Pomerania, della Polonia e della stessa Berlino nei giorni immediatamente successivi alla capitolazione tedesca. 

Le potenze vincitrici si spartiranno il vecchio continente in due contrapposte sfere d'influenza, inventando così una nuova forma di conflitto: la guerra fredda. Questa non causerà direttamente morti fisiche nel continente, ma per i successivi 40 anni a venire, causerà la morte di molte coscienze e dividerà artificiosamente la vita di popoli vissuti da secoli in normale contatto… 

Ma questa è un'altra storia.

ITALO 

Siamo usciti da quella guerra senza avere più nulla… città distrutte, miseria, mancanza di lavoro… ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ricostruito tutto in pochi decenni… Proprio tutto? Mah!... per le case e per le fabbriche penso proprio di si… E la nostra coscienza nazionale? Quelle siamo riusciti a ricostruirla? .. Mah!.. io credo che sia ancora un cantiere… e che mi piacerebbe ritrovare l'entusiasmo con cui abbiamo ricostruito le città e ripopolato il paese… 


LETTORE 


E' una curiosa creatura il passato 

Ed a guardarlo in viso 

Si può approdare all'estasi 

O alla disperazione. 


Se qualcuno l'incontra disarmato, 

Presto, gli grido, fuggi! 

Quelle sue munizioni arrugginite 

Possono ancora uccidere! 


“Il Passato” - Emily Dickinson


domenica 25 marzo 2018

SICILIA, 1943. ALTRO TEMPO, ALTRI SBARCHI - "ITALY: THE SOFT UNDERBELLY OF AXIS (EUROPE)" - W. CHURCHILL

Nonostante gli Anglo-americani avessero occupato l'isola di Pantelleria, l'11 giugno, senza neppure combattere, Mussolini fece pubblicare sulla stampa, il 5 luglio, il testo del suo discorso al direttorio del Partito Fascista: 

"Bisogna che non appena il nemico tenterà di sbarcare in Sicilia, sia congelato su quella linea che i marinai chiamano della bagnasciuga, la linea della sabbia dove l'acqua finisce e comincia la terra. Se per avventura dovesse sbarcare, bisogna che le forze di riserva, che ci sono, si precipitino sugli sbarcati, annientandoli fino all'ultimo uomo .Oggi che il nemico s'affaccia ai termini sacri della Patria, 46 milioni di italiani, meno trascurabili scorie, sono in potenza e in atto 46 milioni di combattenti, che credono nella vittoria, perché credono nella forza eterna della Patria."

Era l'ennesimo bluff a cui probabilmente non credeva più neanche lo stesso Mussolini, il quale era persino caduto nel ridicolo scambiando la battigia con il bagnasciuga! 

Le cose stavano diversamente: la Sicilia era difesa da 300.000 soldati italiani, gran parte dei quali siciliani e da 60.000 tedeschi. Le nostre truppe, come al solito per lo più appiedate, erano sparse lungo il litorale e, come al solito, male armate e a corto di munizioni; la flotta navale era ancorata a La Spezia, senza poter intervenire per mancanza di carburante. L'aviazione era praticamente inesistente: poteva fare affidamento solo su 250 apparecchi tedeschi in buone condizioni. 

Alla debolezza delle forze armate, si univa l'ansia di farla finita della popolazione locale, accresciuta se possibile dall'opera di oriundi, che gli americani avevano paracadutato nei mesi precedenti sull'isola e che, spesso grazie ai rapporti con la mafia locale, avevano creato una efficiente rete di disfattismo e di informazioni. 

All'alba del 10 luglio una flotta di 2.800 navi, che trasportano 150.000 uomini, 600 carri, 1.000 cannoni, si presenta davanti alle coste siciliane ed inizia lo sbarco. 

Siracusa si arrende senza sparare un colpo, Augusta viene abbandonata prima dell'arrivo degli anglo-americani, mentre diversi reparti si sbandano già prima del conflitto a fuoco; In un mese l'intera isola viene occupata, o meglio, liberata. Moriranno nella battaglia più tedeschi che italiani: 4.178 contro 5.000 e 15.000 feriti, gli alleati conteranno 22 mila tra morti e feriti.

venerdì 23 marzo 2018

GENOMA DELLA REPUBBLICA

Mentre l'intero esercito aveva iniziato la sua tragica dissoluzione, alle 5 del mattino del 9 settembre un corteo di auto con a bordo la famiglia Reale, il Capo del Governo, parte dei vertici politici e militari, partiva da Roma e attraverso la via Tiburtina, senza incontrare nessun intoppo, giunse nel tardo pomeriggio all'aeroporto di Pescara. L'obbiettvo è raggiungere, via aerea una città situata dietro le linee alleate, ma ancora nominalmente italiana e senza tedeschi. Poi si valuta che il volo potrebbe essere troppo pericoloso e si decide per l'imbarco dal molo di Ortona verso Brindisi.
La notte tra il 9 ed il 10 settembre 1943 una folla vociante di più di 250 tra funzionari e alti ufficiali e familiari cercherà di ritagliarsi, anche con la forza, un posto sulla nave che porterà tutti in salvo: la corvetta Baionetta. Alla fine gli eletti furono 57… gli altri rimasero sul molo ad urlare ed imprecare… La navigazione fu tranquilla ed il giorno seguente il Re potè convocare i superstiti nella sua nuova sede: la palazzina dell'ammiragliato di Brindisi.

Per le truppe tedesche disarmare il nostro esercito non fu un'operazione di guerra, ma una grande attività di polizia, caratterizzata da episodi di tremenda ferocia, come il massacro della divisione Acqui a Cefalonia, che pagò con il suo intero sterminio la difesa del proprio onore militare ed il rifiuto di arrendersi. Il capo di stato maggiore tedesco, generale Jodl, relazionando ad Hitler con germanica precisione l'esito delle operazioni in Italia di quelle giornate, fornì i numeri di quel disastro:

Divisioni disarmate: sicuramente 51, probabilmente altre 29.

Prigionieri: 547 mila di cui 34.744 ufficiali

Armi prelevate: 1 milione e 255 mila fucili, 38 mila mitragliatrici, 10 mila cannoni.

Mezzi prelevati: 15.500 automezzi, 970 mezzi corazzati, 67 mila cavalli e muli, 2.867 aerei.

E' stato preso in consegna vestiario per almeno 500.000 uomini e reperite materie prime in quantità molto superiore di quanto ci si attendesse, viste le continue richieste di forniture che gli italiani ci facevano continuamente.

Il numero dei morti non venne fornito… né probabilmente nessuno lo saprà mai con esattezza… considerando che nei Balcani il nostro esercito non solo fu disarmato dai tedeschi, ma anche dai partigiani di Tito.
Cinque giorni dopo il Regno d'Italia di fatto non esisteva più, anche se la sua fine ufficiale venne decretata 3 anni più tardi dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Dalle Alpi al golfo di Salerno l'Italia era sotto l'occupazione dell'esercito tedesco, mentre da Salerno alla Sicilia il territorio nazionale veniva controllato dagli eserciti alleati. A nord come a sud due fantasmi: a nord la Repubblica Sociale Italiana, fondata da un Mussolini liberato dai tedeschi, senza sparare un colpo, il 10 settembre e a Sud il Re ed il suo Governo, che si dichiaravano legittimati a rappresentare la continuità della Patria e dichiaravano persino ufficialmente guerra alla Germania il 13 ottobre 1943. Nell'ombra, il neo formato Comitato di Liberazione Nazionale dirigeva la lotta clandestina delle risorte e nuove forze antifasciste. L'Alto Adige venne annesso al Reich tedesco, così come il Friuli, tutta l'Istria e la Venezia Giulia. L'Italia era ritornata ad essere come l'aveva definita al termine della stagione napoleonica, il conte Metternich: ovvero solo un'espressione geografica… o meglio, un vasto campo di battaglia, un teatro di una lotta di tutti contro tutti.

Seguiranno i due anni più tragici della storia nazionale, che cessò di essere una vicenda unitaria, come fino ad allora si era svolta dal 1861, ma iniziò diversi e contrapposti percorsi per i suoi protagonisti.

mercoledì 21 marzo 2018

ITALIA, PRIMAVERA 1943

ITALO Anche se la censura nasconde le disfatte militari, oramai la gente sta toccando con mano gli effetti del vero andamento della guerra: i bombardamenti sulle città sono quotidiani e hanno già fatto migliaia di morti e decine di migliaia di feriti, oltre distruzioni ed un esercito di sfollati senza tetto. Nelle notti di luna piena le grandi città non vengono illuminate per non sprecare l’elettricità, il razionamento è la regola e dilaga la borsa nera. Un chilo di pane costa 3 volte più che nel 1938 e 8 volte di più sul mercato nero ed un litro d'olio d'oliva 13 volte di più; le uniche cose che vengono distribuite sono le carte ed i coni moschicidi da 15 e 20 centesimi. 
E.. udite udite, negli stabilimenti FIAT a Mirafiori iniziano a circolare fogli che incitano addirittura allo sciopero… 

LETTORE 

Per il Pane e la libertà
Contro le 12 ore e la guerra maledetta 
Esigiamo la cacciata di Mussolini dal potere 
Lottiamo per la pace e l'indipendenza del nostro paese 
Sciopero, sciopero, sciopero! 

VOCE DI MUSSOLINI 
Bisogna che non appena il nemico tenterà di sbarcare in Sicilia, sia congelato su quella linea che i marinai chiamano della bagnasciuga, la linea della sabbia dove l'acqua finisce e comincia la terra. Se per avventura dovesse sbarcare, bisogna che le forze di riserva, che ci sono, si precipitino sugli sbarcati, annientandoli fino all'ultimo uomo… 
Oggi che il nemico s'affaccia ai termini sacri della Patria, 46 milioni di italiani, meno trascurabili scorie, sono in potenza e in atto 46 milioni di combattenti, che credono nella vittoria, perché credono nella forza eterna della Patria… 

RUMORE DI AEREI – SIRENA ANTIAEREA - CONTRAEREA – SIBILO BOMBE 

ITALO 
Seduto sul baule, triste, con la testa tra le mani 
Non se ne può più… tutti, tranne pochi esaltati, sono certi della sconfitta… ma nessuno fa niente… i soldati sperano nei i generali, i generali aspettano che si muova il Re… il Re spera che Mussolini se ne renda conto da solo… tutti hanno paura dei tedeschi e nessuno, naturalmente senza gridarlo, sopporta più Mussolini… ed intanto gli inglesi e gli americani continuano a bombardare le nostre città e la gente continua a morire… ieri, il 19 luglio, è stata bombardata per la prima volta anche Roma.. e persino il Papa è andato nel quartiere San Lorenzo ad invocare la fine della guerra.. Oh Signore!

martedì 20 marzo 2018

FRANCIA, GRECIA E LIBIA NEL GIRONE DI QUALIFICAZIONE A RUSSIA 1941

Italo rientra in scena dal fronte alpino Italo – francese, l'andatura è piuttosto lenta e malandata, parla con un po' di sorpresa mista a vergogna 

ITALO 

... Bè.. se il buongiorno si vede dal mattino.. non ci abbiamo proprio fatto una gran bella figura... sembrava uno scherzo quello di ordinarci l'attacco ai francesi asserragliati in alta montagna, su posizioni dominanti senza avere neanche l'ombra di un piano serio d'attacco... invece era vero! È stato quello che ci hanno ordinato di fare!!! Meno male che i francesi erano già stati sconfitti dai Tedeschi e così hanno firmato la resa... Meglio che mi goda la licenza ed aspetti la fine della guerra.. tanto oramai deve essere imminente... cosa possono fare ora gli Inglesi da soli contro Hitler?... 

va a sedersi sul baule, si toglie l'elmetto, lo ripulisce, si fuma una sigaretta e poi esce 

CORO “DA UDIN SIAM PARTITI” – (primo giro) 

RUMORE DI FORTE CANNONEGGIAMENTO, SPARI, URLA; ESPLOSIONI 

Rientra in scena Italo sempre più malandato 

ITALO 

… Dovevamo spezzare le reni alla Grecia!!! Se non arrivavano i tedeschi nella primavera del 1941, mai saremmo arrivati ad Atene e mai i greci avrebbero capitolato.. anzi ci hanno ridotto talmente male, che ad un certo punto temevamo di essere ricacciati persino dall'Albania dopo un mese… Ancora una volta i nostri comandi sembra abbiano avuto voglia di scherzare… ci hanno mandati allo sbaraglio, in condizioni climatiche avverse, nel fango, contro avversari su posizioni dominanti.. e così è accaduto un altro miracolo: l'ultimo esercito del mondo, quello greco, ha battuto il penultimo!... Un giorno chissà.. forse qualcuno mi spiegherà che bisogno c'era di fare arrabbiare i Greci in quel modo.. 

Va a sedersi sul baule a fumarsi l'ennesima sigaretta 

CORO “IL PONTE DI PERATI” 

VOCE DI GRAZIANI 
… ritengo utile, anziché sacrificare la mia inutile persona, portarmi a Tripoli, se mi riuscirà, per mantenere almeno alta su quel castello la bandiera d'Italia, attendendo che la Madrepatria mi metta in condizioni di poter operare… la salvezza della Libia è oggi affidata alla volontà del nemico… 

ITALO si porta al centro della scena con il casco coloniale in testa 

CORO “TRIPOLI BEL SUOL D’AMORE” 

ITALO 

… scusate la noia… ci stanno facendo a pezzi ormai su tutti i fronti… mi chiedo se i comandi se ne rendano conto.. oppure è veramente tutto uno scherzo… dev'esserlo per forza.. perché altrimenti i nostri comandanti non hanno alcun senso della realtà e la vita di un soldato non eguaglia il valore di un granello di sabbia… Penso una cosa: avevamo fretta di entrare in guerra per partecipare al bottino che ormai sembrava imminente… forse, entrando in guerra abbiamo fatto un grosso favore agli inglesi, visto che con le imprese volute dai nostri capi abbiamo costretto i tedeschi ad inviarci truppe e materiali a sostegno per evitarci il peggio… 

Secondo me poi, qui in Italia, pochi si rendono conto della polveriera su cui sono seduti: i teatri ed i cinema funzionano regolarmente… l'altra sera in licenza anch'io sono andato a vedere Macario ed il giorno prima addirittura davano un film americano: "Il primo bacio", con Deanna Durbin.. e domenica addirittura andrò allo stadio a vedere la partita… 

Va a sedersi sul baule e finge di assistere nel frattempo ad una partita di calcio 

MUSICA “VOGLIO VIVERE COSI’….. 

ITALO 

Un mio compare in caserma mi aveva fatto la testa così sulla squadra più forte del mondo, l’Ambrosiana e sul suo giocatore più bravo: Peppino Meazza… risultato: Triestina 2 Ambrosiana 0! E Peppino Meazza? Quello aveva già smesso di giocare l’anno prima!! E noi dovremmo vincere la guerra??? 

Adesso però devo andare a prepararmi… la vacanza è finita e ho tanta paura che sia in agguato l'ultima follia… sembra che Hitler voglia attaccare la Russia e figuriamoci se qualcuno da Roma vorrà mancare di partecipare.. naturalmente armandoci e facendoci partire… speriamo almeno che questa volta ci armino per davvero. 



giovedì 15 marzo 2018

DALLA RUSSIA CON ORRORE


ITALO si siede tutto raggomitolato ed infreddolito sul proscenio

… io avevo già un freddo cane persino in Carnia durante i campi invernali… ma questa è una cosa di un altro pianeta.. siamo 40 gradi sotto zero! Ma lo sapete cosa vuol dire? Che se non mettete i guanti la vostra pelle si attacca al fucile.. come lo so? Lo so perché l'ho visto accadere.. perché nessuno ci ha avvertiti.. Che all'aperto non si può mangiare perché il rancio si gela in pochi istanti.. e il vino.. lo sapete il vino? Quello ci viene distribuito a colpi di piccone!!! Poi lo rompiamo in pezzi e lo sgeliamo nel gavettino…
Ci sono giorni che il numero dei congelati supera quello dei caduti… a meno 20 o a meno 30 non sentite la differenza da meno dieci.. sentite freddo e basta.. ma se lasciate scoperta qualche parte del corpo.. quella ve la siete giocata.. per sempre.. E le scarpe??? Queste dannate scarpe che ci hanno dato, s'induriscono e se hai fatto la pazzia di toglierle, ti sei giocato i piedi.. perché le scarpe.. quelle non riuscirai più a rimetterle… Lo sapevate che per scavare una trincea dobbiamo prima accendere il fuoco, per sgelare il terreno? 
Ieri, poi, abbiamo catturato un soldato russo e ho capito che se non vinciamo la guerra la prossima estate, l'abbiamo persa per sempre.. questo russo aveva sopra la divisa invernale, una tuta trapuntata impermeabile ed ermetica e ai piedi degli stivaloni al ginocchio in feltro, fatti da un pezzo unico, elastici, senza cuciture e persino la suola in feltro… 
Glieli abbiamo subito tolti.. e prima che ci vedesse il capitano.. ce li siamo giocati a carte.. purtroppo non sono stato fortunato..

LETTORE

Durerà 4 settimane.
Quando verrà l’autunno sarete di ritorno.
Ma verrà l’autunno e se ne andrà
e molte volte verrà e se ne andrà,
e voi non sarete di ritorno.
Vi diranno:
le macchine lavoreranno al vostro posto,
pochissimi dovranno morire.
Ma voi morirete a centinaia di migliaia,
così tanti quanti non se n’è mai visti morire.

Quando sentirò dire che siete a Capo Nord
o in India e nel Transvaal, saprò solamente
dove dovremo crcare le vostre tombe.

(Da: IL FUHRER VI DIRA’: LA GUERRA)
Bertolt Brecht

Post in evidenza

NOTTI MAGICHE ANTE LITTERAM

25 giugno 1983 – Arrivo al campo mezz’ora prima del fischio d’inizio, di corsa dopo essere riuscito a fuggire da una riunione familiare ...