martedì 28 novembre 2023

DA DOVE VENIAMO: 28 NOVEMBRE 2020

Sembrano trascorse diverse ere geologiche, sportivamente parlando, dal 28 novembre 2020 quando davanti una ventina di addetti ai lavori e qualche parente, tutti rigorosamente muniti di mascherina e di autocertificazione attestante di non essere venuti a contatto nei 15 giorni precedenti con soggetti affetti da COVID-19, nel Palazzetto di via Perusini debuttava nel campionato nazionale di serie B la UEB Gesteco Cividale contro Senigallia.

Credo che ben in pochi nella Città Ducale erano al corrente di quell'evento che riportava il basket di livello sovraregionale a Cividale dopo 17 anni, tutti presi com'erano dalle severe regole di clausura imposte dalla nota pandemia e da torvi pensieri su quando e come saremmo usciti da quell'incubo.

In qualità di "addetto ai lavori" ebbi il privilegio di assistere all'evento in prima persona fruendo della possibilità di rincasare in deroga al "coprifuoco" delle 22,00 ben oltre quella serata, in cui la società del Presidente Micalich batteva per 91-75 i marchigiani e metteva il primo mattone nella costruzione di un edificio che in soli tre anni da "landa desolata" prendeva la forma di uno splendido palazzo in grado di ospitare quella che è diventata la più "genuina e corretta" tifoseria d'Italia. Oserei dire di più: il vanto di un'intera comunità, legata dal piacere di appartenere ad un gruppo con ideali condivisi, cosa in via di estinzione nell'attuale momento storico nella società occidentale, focalizzata sui desideri e i diritti dell'IO e poco interessata alle necessità del NOI.

Senza timore di smentite.

Non faccio fatica ad ammettere che mai avrei immaginato quello che avrei vissuto nei tre anni successivi, sempre avendo il privilegio quale "addetto ai lavori" di seguire a bordo campo con le mani sulla tastiera del PC: raccontare l'ascesa in un crescendo rossiniano di quel progetto partito a fari spenti è stata una bellissima esperienza professionale mentre vivere le emozioni che i ragazzi in maglia gialloblù hanno saputo regalare non solo a me ma ad una comunità intera sotto la guida del coach e dello staff tecnico-dirigenziale, come più volte ho già scritto, si è risolta in una magia per il cuore.

A prescindere da tutto ciò che sarà.

Ricordare le origini di questa storia è stato un moto spontaneo, più che doveroso, in un momento in cui le Aquile stanno affrontando correnti impetuose che rischiano di mettere in discussione le quote raggiunte in questi tre anni di voli memorabili.

Per affrontarle nelle scelte e nei commenti ancora con lucidità e soprattutto con misura evitando di farsi travolgere dall'emotività e dallo scoramento, ricordando chi siamo e da dove veniamo.

Un vecchio adagio friulano recita che "dove non c'è misura, c'è miseria" ed essendo la UEB nata con l'intento di rappresentare lo "spirito del luogo" adottando i colori e i simboli dell'Antica Patria in quella che fu l'antica capitale del Patriarcato, non abbiamo dubbi che la situazione di crisi attuale verrà gestita in ossequio a tale principio.

IL RESOCONTO DEL 28/11/2020

Porte di chiuse come d’ordinanza per il ritorno di Cividale in serie B dopo diversi lustri e per la riapertura del palazzetto di Via Perusini al basket di alto livello, dopo che le luci si erano spente nell’aprile del 2017 al termine della stagione di A2 in cui l’APU Udine, allora targata GSA, era stata l’ospite illustre del parquet cividalese. La circostanza avrebbe meritato ben altra atmosfera rispetto a quella che potevano creare i soli addetti ai lavori con relativi congiunti e la perdita è una delle tante piccole-grandi cose che la pandemia ci ha sottratto in questo annus horribilis. Le Aquile del “Patron” Micalich, planate in estate nella Città Ducale e griffate con gli storici marchi della Cividale che fu come Gesteco e Faber, sono partite subito a razzo, sbarazzandosi di Senigallia senza troppi patemi e incamerando così i primi due punti di un campionato che, a causa del morbo, resta un’incognita su tempi e modi di svolgimento. Tutto abbastanza facile per gli uomini di Pillastrini, che, a parte qualche battuta a vuoto nell’ultimo quarto, hanno condotto l’incontro dall’inizio alla fine, sciorinando a tratti aggressività difensiva, giochi d’attacco e percentuali al tiro da categoria superiore, con il capitano Fattori sugli scudi assieme al top scorer Battistini, Miani e Cassese. Il match non è mai stato in discussione, con i marchigiani sempre a rincorrere, prima, e a cercare di ridurre il passivo poi, e con i soli Pozzetti, Peroni e Giacomini in grado di creare, in un orgoglioso finale di partita, qualche grattacapo ai gialloblu friulani. In attesa di capire nei prossimi incontri la reale caratura e quale ruolo potrà giocare la Gesteco in questo campionato, dirigenti e tifosi (in contumacia) possono giustamente essere soddisfatti e gioire per un avvio di torneo davvero importante e promettente. Come la schiacciata in penetrazione di Battistini a 10’’ dal termine e la tripla finale di Rota a fil di sirena che ha fissato il risultato sul 91-75.

Giuseppe Passoni, Cividale.

 UEB GESTECO Cividale – GOLDENGAS Senigallia           91 – 75

(21-11, 45-29, 61-43)

 UEB GESTECO CIVIDALE

Agostini n.e., Ohenhen 2 (1/3), Minisini n.e., Miani 15 (0/1, 5/7), Chiera 8 (0/1, 2/3), Cassese 8 (1/1, 2/5), Rota 9 (0/1, 2/3), Battistini 22 (8/11, 0/1), Vigori 7 (2/3, 1/1), Fattori (k) 15 (3/6, 3/6), Micalich (1/1) 2, Truccolo 3 (1/4).

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Giovanni Battista Gerometta e Marco Miani

Tiri liberi 11/16, Tiri da due 16/28, Tiri da tre 16/30, Rimbalzi 46 (38 dif. 8 off.)

 GOLDENGAS PALLACANESTRO SENIGALLIA

Moretti (0/1), Cicconi Massi 4 (2/5), Centis 3 (0/1, 1/2), Pierantoni (k) 4 (1/2, 0/3), Peroni 20 (4/8, 3/6), Giacomini 17 (2/9, 2/6), Giunta 8 (1/4, 1/2), Giuliani n.e., Costantini n.e., Serrani (0/2), Pozzetti 19 (4/7, 3/9), Terenzi n.e.

Allenatore: Riccardo Paolini

Vice: Andrea Peverada e Gabriele Ruini

Tiri liberi 17/26, Tiri da due 14/39, Tiri da tre 10/28, Rimbalzi 30 (20 dif. 10 off.)

 

Arbitri: Matteo Roiaz e Marco Schiani Di Zenise di Trieste


lunedì 27 novembre 2023

PER LA GESTECO BILANCIO IN ROSSO AL GIRO DI BOA

Che per la Gesteco il suo secondo campionato di serie A2 sarebbe stato molto più difficile del primo lo si sapeva sin dall'inizio, in primis  perché è risaputo dalla notte dei tempi che per un outsider ripetere le imprese compiute "against all odds" è sempre cosa assai ardua. Puntualmente il vecchio assunto ha trovato conferma nel cammino sino a qui intrapreso dalla truppa del coach Pillastrini, che al termine del girone d'andata della regular season registra uno score di 3 vittorie e 8 sconfitte e occupa la quart'ultima posizione staccata di quattro punti (virtualmente 6 stante le sconfitte negli scontri diretti con Piacenza e Cento) da quell'ottavo posto che vorrebbe dire play-off, ma soprattutto salvezza anticipata.

Quindi nessuna sorpresa: la domanda che però si pongono i sostenitori delle Aquile, ma più in generale anche tutti gli osservatori, è se la situazione venutasi a creare sia più complessa di quello che ci si poteva attendere ai nastri di partenza e soprattutto quali e quante siano le chanches della truppa ducale di riuscire ad andare oltre l'ostacolo e mantenere la categoria, l'unico vero obiettivo della dirigenza per la stagione in corso.

Cerchiamo di andare con ordine e lucidità. 

La scorsa estate, dopo l'esaltante cammino compiuto con un'ascesa continua di traguardi e risultati ben noto a tutti, nella stanza dei bottoni si è valutato che il ciclo del gruppo era concluso e bisognava ripartire ri-assemblando in profondità il roster puntando su di una pattuglia di nuovi arrivi graditi al coach e con la caratteristica di essere dei prospetti giovani, italiani e con ampi margini di miglioramento nel tempo, da unire ad un nucleo della "vecchia guardia" motivata e motivante.

Per cui gli addii a Battistini, Pepper (accasatisi nell'altro girone rispettivamente a Vigevano e Casale) e Cassese (fermatosi per sistemare guai fisici), ma soprattutto la rinuncia non desiderata di Aristide Mouaha, il quale non ha saputo resistere alle sirene della massima serie e, verso la fase finale del mercato, ha ceduto alla corte e alle promesse di Scafati (salvo pentirsene presto dato l'irrisorio minutaggio concessogli in Campania da Pino Sacripanti).

A posteriori sino a qui, il risultato non è certo quello auspicato dallo staff tecnico ducale, perché i nuovi arrivati non sono riusciti a rimpiazzare adeguatamente i partenti: certamente deficitario l'apporto sul piano agonistico e squisitamente tecnico, mentre dal punto di vista della "chimica" e delle dinamiche di spogliatoio ci si astiene da qualsiasi valutazione, considerato che tali aspetti restano patrimonio solo di chi vive il contesto in prima persona.

Sicuramente la "dea bendata" non è stata generosa nell'avvallare la scelte estive perlomeno coraggiose, facendo saltare del tutto la preparazione al centro Berti e al cecchino Mastellari, due dei giocatori più "fatti" per la categoria arrivati a Cividale e che negli intendimenti del coach servivano per creare nuove soluzioni offensive da affiancare al talento indiscusso di Lucio Redivo e altrettanto certamente la composizione dei due gironi non ha aiutato il progetto, paracadutando dalla serie A  in quello rosso due piazze come Verona e Trieste e altre compagini tutte ai play-off della scorsa stagione, eccetto la ripescata Orzinuovi. 

Così, rivelatisi ancora troppo ancora acerbo per la categoria il talentuoso play Isotta, spaesata la guardia Bartoli e, stante i 18 anni ancora da compiere, troppo discontinuo per essere una garanzia l'esordiente dal futuro assicurato  Marangon a "cantare e portare la croce" si è trovato Lucio Redivo con l'apporto non sempre costante dei "senatori"  capitan Rota, l'indomito Jack Dell'Agnello e Gabriele Miani, con il giovane Furin, anche lui limitato da qualche acciacco, e incapace di dare seguito sostanzioso alle belle cose fatte vedere durante l'ultima parte dello scorso campionato.

Il verdetto di buona parte dell'avvio di stagione è stato che, nonostante la squadra nel suo complesso non sia mai andata incontro ad "imbarcate" ma abbia sempre dato filo da torcere a tutti gli avversari affrontati lottando sino alle battute finali di tutti i match, si è sempre trovata a rincorrere gli stessi, non riuscendo ad offrire la necessaria continuità di rendimento e aggressività per tutta la durata dei vari incontri. 

Senza giri di parole: "manca qualcosa" per poter ambire a raggiungere la salvezza senza dover lottare fino all'ultimo con il coltello tra i denti nel "girone della muerte" che saranno quest'anno i play-out (si salvano solo le prime due di un girone all'italiana con 6 squadre). 

Preso atto di un tanto, la dirigenza ducale, ha deciso un mese fa di tornare sul mercato utilizzando la possibilità di tesserare un secondo "stranger" per rendere più competitivo il roster, scegliendo di inserire Vincent Cole, un venticinquenne americano con un profilo interessante e con "punti nelle mani", ma esordiente nella categoria e che necessita di tempo e allenamenti per riuscire a dare l'apporto che serve come il pane in questo momento della stagione.

Questo lo stato dell'arte a metà della regular season per le Aquile cividalesi e per la società del Presidente Micalich, che si trova ad affrontare per la prima volta nella sua breve, ma significativa storia fatta di successi e di obiettivi conseguiti, una navigazione in acque "tempestose" che rendono l'approdo al porto sicuro tutt'altro che facile.

Questi sono i momenti in cui - come affermato dallo stesso Presidente al termine della pesante  (in termini di classifica) sconfitta di Cento - una società ed un ambiente possono crescere, dando dimostrazione di compattezza e competenza.

L'ambiente ducale, che sta seguendo sempre con lo stesso calore e la partecipazione dei giorni migliori, in questo senso è una garanzia per mettere capitan Rota e compagni nelle condizioni ideali per trovare o ri-trovare "gli occhi della tigre" ben rappresentanti dalla foto in apertura e la Gesteco può contare in panchina su di un coach che non ha bisogno di altre parole rispetto a nominarlo: Stefano Pillastrini,

Serve qualcos'altro oppure sarà sufficiente aspettare l'evolversi della situazione dentro all'attuale gruppo per trovare - come detto dal coach e dal capitano - la giusta quadra, prima che subentri la fatale rassegnazione, sempre in agguato quando si mette insieme una serie ripetuta di sconfitte?

Citando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. 



   
 

domenica 26 novembre 2023

SELLA CENTO - GESTECO CIVIDALE: LE PAGELLE

 

MARANGON 6

Buono l’impatto nel terzo quarto, il migliore dei ducali, dove mostra personalità ed efficacia. Purtroppo, come i compagni più esperti, dall’arco incappa in un pesante 0/5.

 Minuti 12 Punti 8 (3/3 da due 0/5 da tre 2/2 liberi) 4 rimbalzi  

REDIVO 5

Due punti con 0/6 dal campo in 37 minuti non sono cifre che il “Gaucho” può permettersi per mantenere a galla la nave gialloblù; francobollato e raddoppiato, non riesce a dare il contributo atteso soprattutto in fase offensiva incappando forse nella giornata più grigia da quando è a Cividale.

Minuti 37 Punti 2 (0/2 da due 0/4 da tre 2/3 liberi) 3 rimbalzi e 4 assist

MIANI 6,5

 La doppia doppia segnala una prestazione importante per il lungo di Codroipo, che con le sue giocate nel pitturato e nei pressi dell’area riesce a tenere in partita i ducali che fanno grande fatica a centrare il canestro avversario con la necessaria continuità; peccato per qualche palla persa di troppo.

Minuti 33 Punti 18 (7/9 da due 0/1 da tre, 4/4 liberi) 11 rimbalzi

MASTELLARI 5,5

D’accordo che non è in perfette condizioni rientrando dopo due settimane di stop, però i suoi tentativi offensivi mancano di precisione e anche qualche scelta offensiva in solitaria non si dimostra felice.

Minuti 13 Punti 2 (1/7 da due 0/1 da tre) 2 rimbalzi e 2 assist

ROTA 6

Il coach lo fa rifiatare di più rispetto al solito e il capitano spinge i suoi con la consueta grinta all’ennesimo tentativo di rimonta, trovando punti preziosi sotto misura; anche lui dalla distanza però non riesce a dare il contributo necessario per portare a termine il tentativo.

 Minuti 29 Punti 11 (3/4 da due 1/4 da tre 2/2 liberi) 4 rimbalzi e 2 assist

COLE 5,5

 Nei primi due quarti è uno dei più efficaci nel sostenere stasera il deficitario attacco ducale, segnando anche una tripla importante a fil di sirena prima dell’intervallo lungo per dare sostanza alle speranze della Gesteco. Nella seconda parte del match invece non riesce a dare continuità alla prestazione con errori e scelte ancora “fuori dagli schemi”.

Minuti 29 punti 11 (1/4 da due 2/9 da tre) 3 rimbalzi


BERTI 5,5

Più reattivo rispetto alle recenti prestazioni, ma anche lui discontinuo, circostanza che penalizza la Gesteco fino ad ora nel torneo. C’è bisogno di far sentire di più la presenza con punti e rimbalzi.

Minuti 17 Punti 6 (3/7 da due) 3 rimbalzi

DELL’AGNELLO 6

Il contributo di Jack con grinta, difesa, punti e rimbalzi non viene mai meno.

 Minuti 30 Punti 9 (3/5 da due 1/2 da tre) 7 rimbalzi e 2 assist

PILLASTRINI 6

La coperta è corta perché con Furin indisponibile e Mastellari non in perfette condizioni le soluzioni non sono molte e deve spremere i soliti noti; alterna le difesa utilizzando anche la zona, ma i suoi anche stavolta conducono un’altra gara in apnea, dovendo rincorrere gli avversari praticamente da subito.La difesa funziona, ma le percentuali al tiro sono incompatibili per completare le rimonta.

sabato 18 novembre 2023

GESTECO-FORTITUDO 65-69: LE PAGELLE

 

MARANGON 6

Non ripete la prestazione di Trieste ma gioca lo stesso una partita solida dando un contributo importante nell’economia del match.

 Minuti 18 Punti 4 (2/2 da due 0/4 liberi 0/2 da tre) 3 rimbalzi e 1 assist


REDIVO 7

Serata da straordinari per tenere in linea di galleggiamento i compagni e anche stavolta Lucio non fa mancare punti, leadership e assist.

Minuti 36 Punti 22 (6/8 da due 3/9 da tre 1/1 liberi) 3 rimbalzi e 5 assist

MIANI 6,5

 Mezzo punto in meno perché “aspetta” l’ultimo quarto per far vedere tutte le sue potenzialità; penalizzato dagli arbitri che gli negano una regolarissima stoppata nel momento clou del finale di partita.


Minuti 32 Punti 13 (6/16 da due 0/3 da tre, 1/2 liberi) 9 rimbalzi e 2 assist


ROTA 5,5

Una tripla finale e importantissima nell’incompiuta rimonta non basta a fargli raggiungere la sufficienza perché troppi sono gli errori nelle conclusioni.

  Minuti 33 Punti 3 (1/6 da tre) 3 rimbalzi e 6 assist


FURIN 6,5

 In crescita, dà finalmente segnali di ripresa con grinta e caparbietà cattura 6 carambole e riesce a dare un contributo importante in fase difensiva durante il tentativo di rimonta finale nell’ultima frazione.

 Minuti 13 Punti 1 (1/2 ai liberi) 6 rimbalzi


BERTI 5

Altra prestazione deficitaria sotto le plance, condita da errori sotto il canestro avversario. C’è bisogno di un cambio deciso di passo.

Minuti 12 Punti 2 (0/2 da due e 2/2 liberi) 1 rimbalzo

ISOTTA 6

Sufficienza d’incoraggiamento perché nel tempo che il coach lo manda sul terreno di gioco dimostra maggiore vivacità rispetto agli ultimi precedenti.

Minuti 9 (0/1 da due) 2 rimbalzi

COLE 7

 L’americano, nonostante sia qui da due settimane e dimostri di non essere ancora in linea con i dettami di gioco voluti dal coach, fa vedere di poter dare un importante contributo alla causa ducale da qui alla fine.

 Minuti 25 Punti 15 (1/3 da due 4/8 da tre 1/2 liberi) 4 rimbalzi e 2 assist

 DELL’AGNELLO 6

Sotto le plance i clienti sono difficili e Jack lotta come sempre da par suo, svolgendo il ruolo di leader nel gruppo; rispetto alle ultime occasioni trova meno spazi per dare maggior contributo in fase offensiva.

 Minuti 23 Punti 5 (2/4 da due e 1/2 liberi) 5 rimbalzi e 1 assist


PILLASTRINI 6


Tiene sempre in partita i suoi che mostrano a tratti belle trame di gioco, ma non riescono anche per alcuni fischi stonati degli arbitri nel finale, a realizzare il sorpasso a fil di sirena. Da Maestro qual è dovrà lavorare per riuscire a trovare i correttivi per evitare ai suoi di dover sempre rincorrere gli avversari.

UN ALTRO FINALE AMARO PER LA GESTECO: BOLOGNA PASSA 65-69

 

Reduce dalla sconfitta di misura del PalaRubini contro Trieste e ancora priva di Mastellari, ai box per le note noie muscolari, il compito che attendeva la Gesteco per la penultima gara del girone di andata era di quelli da far tremare i polsi, dovendo affrontare sul parquet di via Perusini la capolista Fortitudo Bologna con un Aradori recuperato e assai arrabbiata per aver perso l’imbattibilità stagionale mercoledì scorso al Carnera dopo aver rimediato un passivo di ben 31 punti dall’APU Udine. L’impresa di infliggere un altro stop alla capolista è sfumato nelle battute finali dopo un’altra gara di grande sofferenza dei ducali che sempre sotto nel punteggio non hanno mai mollato, portando gli emiliani – che hanno beneficiato del ritorno di un Aradori determinante - a giocarsi i due punti nell’ultimo minuto di gioco.

Per la palla a due sono in campo Rota, Redivo, Cole, Dell’Agnello e Berti per Cividale, mentre Caja risponde con Fantinelli, Aradori, Bolpin, Ogden, Freeman con il coach Pillastrini a richiamare subito in panchina Berti per Miani e poi  a 6’58” sullo 0-5 a chiamare minuto per cercare di riorganizzare i suoi dopo un avvio oltremodo complicato in fase offensiva. E’ Vincent Cole con una tripla a 5’50” a rompere il ghiaccio (3-7) segnando i suoi primi punti “italiani” in una partita sin qui caratterizzata da nervosismo, molti errori e palle perse su entrambe i fronti e che Bologna d’inerzia chiude avanti alla prima sirena sul 10-15. Nella seconda frazione gli ospiti si portano subito sul + 9 (10-19) con Aradori, ma i primi punti di Redivo, una stoppata di Berti, un’altra tripla di Cole e altri due punti del Gaucho abile a rubare palla rimettono i ducali in scia (18-19) a 6’30”, accendendo il palazzo e costringendo Caja a chiamare minuti per fermare il parziale 8-0 dei padroni di casa. Al rientro la Gesteco manca un paio di possessi per portarsi in vantaggio perché manca la precisione sotto canestro e Bologna ne approfitta per riprendere il controllo del match sino all’intervallo lungo a cui si arriva sul 23-32 per i felsinei, facilitati dai troppi errori al tiro dei ducali che a metà frazione registrano un deficitario 8/36 dal campo. Alla ripresa delle “ostilità” Bologna va sul + 10 (25-35), ma sale sugli scudi Cole che dalla distanza dimezza la distanza (30-35) che ancora una volta sembra poter dare la spinta i suoi; niente da fare perché alle Aquile manca la continuità in attacco e la Fortitudo, pur senza brillare,  punisce i ducali e li ricaccia a distanza di sicurezza; Pillastrini a metà tempo gioca le carte Furin e Isotta per Dell’Agnello e Rota, ma  i suoi non riescono a ridurre il passivo, pur impedendo a Bologna di ammazzare la partita, nonostante un Aradori pienamente recuperato (top score con 23 punti sino qui con  6/12 dal campo). Anche nella ripresa dell’ultimo quarto Cividale stringe i denti riducendo lo svantaggio (46-51) a 8’28” con Miani e Marangon e poi rientra di nuovo tornando a – 4 (52-56) a metà tempo, frustrando il tentativo degli emiliani di sfuggire e andando addirittura sul 55-56 con una tripla siderale di Redivo. Il palazzo adesso è la “solita” bolgia e si battaglia punto a punto con il tabellone sul 57-60 a 3’26” e il possesso nelle mani della Flats con coach Caja che richiama i suoi per un minuto di sospensione; è Cole subito a piazzare la tripla del 60-60 annunciando un altro possibile finale al cardiopalmo in via Perusini perché a 1’09” il tabellone segna 65-66 dopo una tripla di Rota. La buona sorte non premia i ducali e Aradori (30 punti alla fine) punisce Cividale dalla lunetta per il 65-69 finale.

Giuseppe Passoni

 

UEB GESTECO CIVIDALE – F.S. FORTITUDO BOLOGNA 65-69

(10-15, 23-32, 42-51)

UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 4, Redivo 22, Miani 13, Mastellari n.e., Rota (k) 3, Furin 1, Bartoli n.e., D’Onofrio n.e., Baldini n.e., Berti 2, Isotta, Cole 15, Dell’Agnello 5.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 7/13, Tiri da due 17/36, Tiri da tre 8/30, Rimbalzi 37 (27 dif. 10 off.).

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA

Giordano n.e., Sergio n.e., Aradori 30, Bolpin 4, Panni 2, Kuznetsov n.e., Fantinelli 7 (k), Freeman 14, Ogden 12, Morgillo, Taflaj.

Allenatore: Attilio Caja

Vice: Matteo Angori ed Emanuele Mazzalupi

Tiri liberi 8/11, Tiri da due 23/47, Tiri da tre 5/17, Rimbalzi 44 (33 dif. 11 off.)

 

Arbitri: Angelo Caforio, Pasquale Pecorella e Pierluigi Marzo

Spettatori 2.600 circa


lunedì 13 novembre 2023

UN'ALTRA VITTORIA DI PRESTIGIO PER LA MAREA GIALLA


 L'amarezza di una sconfitta può essere compensata dalla consapevolezza di far parte di una comunità unita da un forte spirito di appartenenza, non solo alle vicende di una squadra sportiva ma ad un progetto che si fonda su valori condivisi? Ieri pomeriggio al Pala Rubini di Trieste è andato in scena uno spot da premio Oscar per tutti coloro che credono che sia possibile assistere ad una manifestazione sportiva in un clima di grande partecipazione e nel contempo di rispetto e correttezza tra le opposte fazioni.
Questa infatti è stata l'aria che si è respirata in campo e sugli spalti dell'impianto giuliano ben prima della "palla a due" e anche dopo l'ultima sirena che ha decretato la vittoria meritata, benché sudata, dei biancorossi di casa: tutt'altra musica rispetto allo "show" andato in onda sette giorni fa durante il "vero derby" Trieste-Udine, quando tra gli stessi tifosi triestini presenti ieri e quelli udinesi sono volati gli stessi insulti triti e ritriti oramai da almeno mezzo secolo. Che noia. Questione di gusti, perché maggioritaria appare ancor oggi quella "filosofia" che ritiene indispensabile che lo spettacolo sportivo tra squadre rivali sia condito da sfottò dal gusto perlomeno discutibile. 
La rivalità tra Udine e Trieste è cosa nota e affonda le radici in ambiti che nulla hanno a che fare con lo sport ma che ha trovato nello sport una cassa di risonanza in grado di amplificare le pulsioni e diventare una passarella per più di qualcuno.
Si dirà anche che Cividale è una piazza praticamente neofita e vergine per palcoscenici che hanno un'attenzione mediatica sovraregionale per cui "ha tutto il tempo" per "sporcarsi" o più semplicemente adeguarsi agli usi e i costumi che accompagnano gli spettatori che frequentano abitualmente gli stadi o palazzetti non solo italici.
Sicuramente questa è una circostanza che finora ha favorito il fenomeno di una tifoseria che si sgola dal primo all'ultimo minuto a favore dei propri beniamini a prescindere dal risultato e che accoglie i supporter avversari come si accoglierebbero gli ospiti di una festa comune, a prescindere dal luogo di provenienza.
Si diceva anche che questo calore era reso possibile dal fatto che Cividale veniva da stagioni ricche di successi e vittorie: questo campionato durissimo per i colori gialloblù, alla sesta sconfitta su nove partite, pare invece smentire anche tale assunto che certamente ha favorito la nascita del tifo ducale organizzato.
La tifoseria cividalese ed in generale tutto l'ambiente è corretto perché "semplicemente" trova diletto nel partecipare all'evento sportivo come ad andare ad una festa nella quale ha avuto modo di riscoprire il piacere di condividere il senso di appartenenza ad una comunità, circostanza sempre più precaria nel mondo moderno. 
Per cui, quello che è successo ieri al Pala Rubini se per molti è stata una sorpresa, a Cividale solo un'abitudine. Ieri contagiosa anche da Miramare a Muggia.

domenica 12 novembre 2023

TRIESTE - CIVIDALE 86-79: LE PAGELLE

 

MARANGON 7

Gioca la miglior partita da quando è a Cividale, assicurando punti e rimbalzi, commettendo pochi errori nei 28 minuti in cui è sceso in campo.

REDIVO 6,5

Marcato a vista dagli avversari, è sempre presente ogni volta che Cividale impedisce a Trieste di chiudere la partita. Gli manca l'acuto finale.

MIANI 6

Condizionato dai falli, non riesce a ripetere le ultime due ottime prestazioni ma nell’ultimo quarto partecipa attivamente all’ultimo colpo di reni con cui Cividale mette paura a Trieste.

ROTA 7

Solita partita di combattimento, non molla mai e guida i suoi compagni in ogni tentativo di riscossa; sta recuperando anche la precisione al tiro.

FURIN 5,5

Nei 14 minuti in cui è in campo lotta sotto la plance, ma commette diversi errori sottomisura.

BARTOLI 5,5

Undici minuti sul parquet, e ancora troppo poco per raggiungere la sufficienza.

BERTI 5,5

Mezzo punto in meno per alcuni errori sotto misura che costano cari nell’economia della partita; ci si aspetta di più anche sotto il proprio canestro.

COLE n.g.

Pillastrini lo fa debuttare, vista anche l’assenza di Mastellari, e gli concede 12 minuti in campo nei quali l’americano fa capire che ci vuole ancora tempo per un suo inserimento produttivo nel quintetto ducale; da segnalare una stoppata che dà nel finale fa intuire qualità.

DELL’AGNELLO 7

In un atmosfera caldissima Jack non può che farsi notare per carattere e qualità: mette insieme 16 punti, 4 rimbalzi e 3 assist.

PILLASTRINI 6,5

Le assenze dell’ultimo momento e Cole appena arrivato, lo fanno punta sulla vecchia guardia che non lo tradisce e grazie agli accorgimenti messi in atto in corso d’opera, tiene sempre Trieste sulla corda, sfiorando la clamorosa rimonta nel finale.

CIVIDALE NON MOLLA MAI, MA TRIESTE CHIUDE AVANTI 86-79

 

Incassati i forfait dell’ultima ora di Isotta (influenza) e Mastellari (noie muscolari) ma con un Cole in più nel motore, la truppa di coach Pillastrini si presentava sul prestigioso palcoscenico del Pala Rubini con la confortante presenza in massa della Marea Gialla a gremire il settore ospiti, per cercare di sovvertire il pronostico e portare a casa l’intera posta in vista del prossimo impegno tutto in salita di sabato prossimo, quando in via Perusini arriverà la capolista Fortitudo Bologna. L’impresa non riesce, nonostante una gara tutto cuore in cui ducali hanno sempre tenuto Trieste sulla corda, in un clima di grande partecipazione e correttezza delle tifoserie.

Si parte con Rota, Redivo, Marangon, Dell’Agnello e Berti per Cividale mentre coach Christian risponde con Ruzzier, Reyes, Filloy, Deangeli e Candussi e i ducali che si mettono subito a difendere il perimetro e Trieste a cercare il tiro dalla distanza, per un tabellone sul 7-8 a 5’50” dopo una tripla di Redivo. I ragazzi di Pillastrini interpretano bene il piano partita e si portano avanti sul 7-13, per subire però subito un contro-parziale dei padroni di casa con il capitano Deangeli sugli scudi e il conseguente 16-13 dopo un tap-in di Reyes a 1’50” dalla prima sirena a cui si arriva poi sul 19-15 con due punti di Furin allo scadere. La seconda frazione si apre con Filloy “on fire”, il quale a suon di triple porta Trieste sul + 10 (29-19) e Cividale ad accusare il colpo e litigare con il canestro, prima di riuscire a trovare buone soluzioni sull’asse Rota-Dell’Agnello e mantenere il distacco invariato (37-27 a 2’58”) e chiudere metà gara  indietro di 7 punti (42-35), fallendo la possibilità di ridurre ulteriormente il divario perché l’ultimo tiro del capitano ducale da sottomisura viene respinto dal ferro. Al rientro dall’intervallo una tripla di Marangon e due punti di Redivo rimettono Cividale in scia (42-40) e si assiste ad uno show di triple da una parte e dall’altra con il tabellone sul 51-46 a 5’50” prima che i ducali smarriscano di nuovo la via del canestro e i padroni di casa sfuggano ancora sul +11, dopo una tripla di Campogrande (58-47) a 3’59” dalla penultima sirena; ma le Aquile non si perdono d’animo e con un Dell’Agello autore di 7 punti consecutivi e due liberi di Rota sono di nuovo a meno 4 (61-57) a 1’03” dalla fine del parziale, che si chiude comunque sul 66-57 perché i padroni di casa non si scompongono e bucano da lontano con Campogrande la retina friulana. La guardia giuliana è decisamente “on-fire” e all’inizio dell’ultimo periodo castiga ancora più volte gli ospiti dall’arco, dando ai suoi il massimo vantaggio (75-60) a 7’48” senza però che Trieste riesca ad “ammazzare” la partita perché a 5’26” dalla fine Cividale ricuce a meno 8 (75-67) dopo due liberi di Berti. Anche stavolta lo sforzo viene frustrato da Campogrande che pare giocare una partita personale contro i ducali e, infilando altre due triple, rilancia i suoi a + 14 (81-67) a 4’15” e sembra voler assestare la spallata decisiva all’incontro. Niente da fare neanche adesso: Rota da 3, Miani con una penetrazione conclusa con una schiacciata e Redivo in contropiede riportano le Aquile a 81-77 a 1’55”; nell’ultimo minuto però la rimonta finale non riesce perché Cividale sbaglia due volte la palla del meno due e Candussi a 10” mette infine la parola fine con l’ennesima tripla per l’86-79 finale.

Giuseppe Passoni

 

PALLACANESTRO TRIESTE – UEB GESTECO CIVIDALE  86 – 79

(19-15, 42-35, 66-57)

 

PALLACANESTRO TRIESTE

Bossi 3, Filloy 11, Rolli n.e., Reyes 16, De Angeli (k) 9,  Ruzzier 7, Camporeale n.e., Campogrande 21, Candussi 19, Vildera, Ferrero, Brooks n.e.

Allenatore: Jason Christian

Vice: Francesco Nanni e Marco Carretto

Tiri liberi 3/4, Tiri da due 12/21, Tiri da tre 19/40, Rimbalzi 37 (28 dif. 9 off.)

 

UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 14, Redivo 18, Miani 10, Rota (k) 14, Furin 2, Bartoli 2, Bartales n.e., Baldini n.e., Berti 3, Cole, Dell’Agnello 16.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 9/12, Tiri da due 12/28, Tiri da tre 12/30, Rimbalzi 37 (15 dif. 22 off).

Arbitri: Stefano De Biase di Udine, Paolo Puccini di Genova e Fabio Bonotto di Ravenna

Spettatori 3.800 circa

 



sabato 4 novembre 2023

CIVIDALE - RIMINI 82-77: LE PAGELLE

 


MARANGON n.g.

Anche stavolta il coach lo lancia nello starting five, ma il baby non lo ripaga perché non riesce a reggere le frequenze con cui la gara prende il via. Si siede in panchina dopo 3 minuti.

Minuti 3

REDIVO 7,5

Il gaucho in una gara di grande sofferenza fa valere la sua esperienza piazzando triple fondamentali, mantenendo la precisione ai liberi e soprattutto mettendo i compagni in condizione di andare a canestro con ben 9 assist nei momenti caldi del match.

Minuti 38 Punti 15 (1/5 da due 3/9 da tre 4/4 liberi) 4 rimbalzi e 9 assist

MIANI 7,5
 

Ripete la gara di Forlì giocando sui livelli che gli competono e risultando decisivo all’overtime con punti, difesa e rimbalzi.

Minuti 31 Punti 23 (8/12 da due 0/1 da tre, 7/8 liberi) 13 rimbalzi e 1 assist

MASTELLARI 7,5
 

Stasera disputa la miglior partita da quando è in Friuli, risultando decisivo con il tiro dall’arco nei momenti caldi del match e finalmente sintonizzandosi con l’ambiente ducale.

Minuti 32 Punti 18 (2/3 da due 4/8 da tre, 2/3 liberi) 5 rimbalzi e 3 assist

ROTA 6,5

Quando nel palazzetto si ricrea il clima di tante battaglie che lo hanno visto protagonista il capitano non fa mancare la sua grinta nel momento in cui scatta la rimonta finale dei ducali dopo una gara di grande sofferenza; deve recuperare la freddezza al tiro.

 Minuti 43 Punti 6 (1/2 da due 1/6 da tre 1/3 liberi) 2 rimbalzi e 6 assist

BARTOLI 5,5

Non lesina impegno e corsa, ma deve ancora mettere a segno progressi importanti per dare un contributo più significativo alla causa.

Minuti 14 (0/1 da due 0/1 da tre) 2 rimbalzi

BERTI 6

Ottima la partenza in cui si fa trovare pronto a convertire in canestri sottomisura le giocate della squadra; deve migliorare il suo impatto a difesa del pitturato perché anche stasera gli avversari si fanno valere troppo dalle sue parti.

Minuti 18 Punti 10 (5/7 da due) 2 rimbalzi

ISOTTA n.g.

Il coach gli concede tre minuti per fare rifiatare i compagni e lui non riesce ad entrare nel vivo di un match ad alta tensione.

Minuti 3

DELL’AGNELLO 6,5

Dopo una partenza difficile, quando il clima si scalda Jack dimostra ancora una volta che la maglia gialloblù è una seconda pelle siglando canestri decisivi, alzando il muro in difesa dando un contributo importante nella rimonta finale.

Minuti 40 Punti 9 (3/6 da due 1/2 da tre 1/2 liberi) 7 rimbalzi e 2 assist


PILLASTRINI 7

Da Maestro consumato si rende conto che le rotazioni a disposizione sono corte per reggere la sfida contro una Rimini con talento, esperienza e motivazioni, si affida alla vecchia guardia, alle solite alchimie e porta a casa una vittoria che può essere il crocevia della stagione ora che dovrà inserire una nuova risorsa.

RIMONTA TUTTO CUORE E CIVIDALE PIEGA RIMINI ALL'OVERTIME (82-77)

 

Dopo una settimana “on fire” per l’arrivo del nuovo americano Cole che debutterà domenica prossima a Trieste e le vittoria sfumata all’overtime mercoledì sul terreno di Forlì, la Gesteco tornava nel suo fortino di via Perusini per far fronte comune con la Marea Gialla e battere Rimini per spezzare la serie negativa di 4 sconfitte, distanziare i romagnoli appaiati alla vigilia nella “zona rossa” della classifica e riprendere la rotta verso acque meno pericolose.

L’impresa alla vigilia non era semplice sia in ragione della forza dell’avversario che delle sue motivazioni e infatti in via Perusini è andata in scena una battaglia che la Gesteco, assieme al suo pubblico, è riuscita a vincere dopo un match di grande sofferenza condotto a lungo in apnea e risolto con una rimonta finale tutto cuore.

Cividale scende nell’arena con Rota, Redivo, Dell’Agnello, Marangon e Berti mentre coach Ferrari risponde con Grande, Scarponi, Simioni, Johnson e Marks, con Berti ad aprire le ostilità infilando i primi 4 punti del match in un avvio che vede Cividale soffrire ancora sotto il suo canestro concedendo diversi rimbalzi agli ospiti per un 6-7 al 6’30”; dopo una fiammata di Mastellari che indovina una tripla con tiro libero supplementare, la luce si spegne in fase offensiva e Rimini allunga, con buone soluzioni dalla distanza e sotto misura, sul +9 (12-21) a 2’24” per poi chiudere il periodo avanti 17-24, dopo una tripla di Rota che riduce il massimo vantaggio (+10) dei romagnoli. In apertura della seconda frazione Rimini mantiene il margine perché continua la difficoltà dei ducali a presidiare l’area concedendo troppi secondi tiri e il tabellone segna 26-37 a metà tempo, con il copione con non muta neppure nella seconda parte e così si arriva con gli ospiti avanti 34-44 all’intervallo lungo. Alla ripresa del gioco Rimini continua a tirare quasi sempre due volte per possesso e nonostante le percentuali non siano brillanti conducono sempre con un margine di sicurezza (40-51 a metà periodo), con i padroni di casa che non riescono mai a ridurre le distanze e invece i romagnoli ad allungare ulteriormente sul + 15 a 3’15” dalla penultima sirena, prima che i ducali spinti da Miani e Rota rientrino sul – 7 a chiusura del periodo.  L’ultima frazione inizia con Cividale che non riesce a concretizzare diverse occasioni per ridurre ancora il passivo e rientrare del tutto nel match, prima di infilare con Mastellari la tripla del 57-59 a 6’11” che rilancia i padroni di casa; adesso il palazzetto diventa una bolgia e Redivo impatta con un’altra tripla il 62-62 a 4’12”; i romagnoli però non perdono la testa e con Simioni rilanciano per il 65-62 a 2’22” subito rispediti al mittente da Redivo con la tripla del 65-65 a 1’40” per un finale vietato ai deboli di cuore perché Cividale gestisce il possesso del possibile vantaggio a 1’21” dopo un errore di Marks che perde un pallone sanguinoso. Dell’Agnello non perdona il 67-65 da sottomisura ma poi Redivo fallisce il + 4 e Rimini a 8 secondi dalla sirena ha in mano il pallone che può portare al successo. Marks a sulla sirena riesce a tirare subendo il fallo che lo porta in lunetta, con l’americano che mantiene i nervi saldi e impatta il 67-67 con cui si va all’overtime. Il tempo supplementare viaggia in una bolgia sul filo dei nervi e dell’equilibrio con il tabellone che segna 72-71 a 2’41” dopo un 1-3 di Rota dalla lunetta. Il quinto fallo di Marks e quattro punti di Miani per il 79-74 sembrano indirizzare i due punti sulle rive del Natisone, ma Johnson non ci sta e rimette sotto i suoi con la tripla del 79-77, prima che ancora Miani a 15” porti il tabellone a sull’81-77 e poi Mastellari suggelli l’importantissimo successo con il libero dell’82-77 finale.

Giuseppe Passoni

 

UEB  GESTECO CIVIDALE – RIVIERABANCA RIMINI 82 – 77 (dopo 1 t.s.)

(17-24, 34-44, 50-57, 67-67)

UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon, Redivo 15, Miani 23, Mastellari 18, Rota (k) 6, Furin n.e., Bartoli, Vivi n.e., Begni n.e., Berti 10, Isotta, Dell’Agnello 12.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 15/20, Tiri da due 20/36, Tiri da tre 9/27, Rimbalzi 36 (30 dif. 6 off.).

RIVIERABANCA RIMINI

Tassinari 1,3 Marks 19, Anumba 2, Grande 3, Tomassini 11, Scarponi 8, Masciadri  (k) 5, Johnson 16, Simioni 12, Adamu n.e.

Allenatore: Mattia Ferrari

Vice: Mauro Zambelli e Larry Middleton

Tiri liberi 6/9, Tiri da due 19/39, Tiri da tre 11/39, Rimbalzi 46 (28 dif. 18 off.)

 

Arbitri: Alessandro Costa, Marco Attard e Umberto Tallon

Spettatori 2.000 circa


venerdì 3 novembre 2023

VINCE COLE SBARCA IN VIA PERUSINI


Era nell'aria già dal post partita con Nardò che "qualcosa" sarebbe accaduto nel nido delle Aquile cividalesi e puntualmente, dopo la vittoria sfumata all'overtime nell'ostico -eufemismo - campo di Forlì, l'energia si è scaricata e la notizia dell'arrivo di Vincent Ramaad Cole alla corte ducale certo non si può considerare un fulmine a ciel sereno.

Dopo che già metà del girone di andata si è consumato con 5 sconfitte e 2 successi - peraltro ormai datati alla luce di quattro sconfitte consecutive benché 3 subite in trasferta - e lo scivolamento nella zona "proibita" della classifica, l'allarme rosso era già scattato da qualche settimana nella stanza dei bottoni del team del Presidente Micalich che in contemporanea ad un allarme rosso ben più preoccupante diramato dalla Protezione Civile per maltempo, ha annunciato l'arrivo dei "rinforzi" presentando a stampa e tifosi il tanto atteso - da più parti - secondo "americano". 

E di americano purosangue si tratta, perché Vince Cole ala piccola di 1,98 è nato il 10/09/1998 a Charleston (South Carolina) e in riva al Natisone - assai ingrossato in queste ore - sono convinti che il suo profilo possa colmare quel gap che in questa prima fase della stagione è emerso a svantaggio della Gesteco per raggiungere l'ambito ottavo posto che porta dritto ai play-off ma soprattutto mette in sicurezza la categoria evitando il tanto temuto girone della "muerte" che salva solo 2 delle ultime 6 a fine stagione.

Profilo sicuramente interessante quello di Vince, giovane talento che nelle sue precedenti esperienze (tre anni di College con la Coastal Carolina University, poi un anno nella lega BNXT Belgio- Olanda e infine nella seconda lega israeliana) si è fatto notare per precisione dal tiro dall'arco (39% la sua percentuale in carriera), ottime doti acrobatiche in penetrazione, tutte qualità che in questo momento servono di sicuro per permettere alle Aquile un volo meno tormentato nelle correnti molto impetuose - anche nelle quote più basse -  di questa annata sportiva in serie A2.

Imprevedibilità e talento al servizio del collettivo sono necessari per non costringere Lucio Redivo a fare ogni volta gli straordinari, visti i tempi di maturazione troppo lenti del resto della "truppa" arrivata a Cividale la scorsa estate rispetto alle necessità imposte dal livello della competizione.   

Il nuovo acquisto non sarà disponibile, in mancanza del tempo tecnico per il tesseramento, nella delicata ed importante sfida di sabato in Via Perusini contro l'ambiziosa Rimini che in questo momento appaia la Gesteco in classifica mentre dovrebbe essere abile e arruolabile per la trasferta sulle rive triestine di domenica 12/11, dopo aver avuto modo di saggiare almeno un po' il clima cividalese, gli schemi del coach e "fraternizzato" con i nuovi compagni.

L'arrivo di Cole sembra però non aver esaurito i "desiderata" ducali di dare ulteriori frecce all'arco di Pillastrini e da più parti si "vocifera" con insistenza di un possibile ed imminente ritorno di uno dei beniamini della Marea Gialla: Aristide Mouaha, la cui esperienza nella massima serie in quel di Scafati per ora non ha dato al giocatore quello spazio a cui ambiva e che i "rumors" garantiscono ora farebbe molto volentieri il viaggio a ritroso.

Riabbraccerà i propri compagni? Per ora da Scafati giunge un no secco. Più avanti non ci sentiamo di escludere un nuovo colpo di scena, perché a Cividale di perdere la categoria proprio non ne vogliono sentir parlare e non lasceranno nulla d'intentato qualora la rotta non fosse quella programmata.

giovedì 2 novembre 2023

WADI RUM OPERA PRIMA

 

Il deserto Rubén lo aveva sempre temuto, un po' come accadeva con il mare aperto, dal quale si era sempre mantenuto distante; l'idea di trovarsi per ore in mezzo ad un paesaggio senza variazioni di colore e con trascurabili mutamenti di forme, circondato a 360 gradi dalla sabbia o dall'acqua senza riuscire ad intravedere il verde di un prato, di un bosco o una rassicurante presenza umana gli aveva procurato sempre un senso di vertigine prima e di angoscia poi. 

Adorava i tramonti sul mare, come gran parte dei suoi simili, ma doveva necessariamente osservarli con i piedi ben ancorati su di una spiaggia o in cima ad una scogliera, così come gradiva l'esperienza della navigazione, benché questa si snodasse sempre lungo la costa dandogli la possibilità di "sentire" la terra comunque presente, ammirandone nel contempo il variare delle forme nell'incedere dell'imbarcazione.

Aveva girato il mondo, attratto dal desiderio di trovare nei paesaggi ma soprattutto nelle città, le immagini capaci di accendere la scintilla dell'emozione che poi lui cercava di tradurre sulla tela in base alla tecnica che conosceva per riuscire a sua volta, a generare altri sussulti nell'animo dell'osservatore. 

Ponti, botteghe, cattedrali, castelli, piazze luminose e affollate, vicoli bui e deserti e soprattutto siti archeologici dimenticati abbondavano nelle sue collezioni mentre trascurabile era il numero dei paesaggi naturali e ancora più rari quelli marini. Il deserto poi, mancava del tutto.

Adesso che era seduto sull'uscio di una tenda posta nei pressi della cosiddetta sorgente di Lawrence nel cuore del deserto giordano del Wadi Rum, osservando il mare di sabbia e rocce che con il passare dei minuti cambiavano le tonalità del colore dal giallo-arancio, al salmone, al marrone prima chiaro e poi scuro man mano che il disco infuocato viaggiava lento e inesorabile verso la scomparsa ad occidente verso Israele, s'interrogava se fosse stato lui nel corso della vita e della pratica dell'arte a catturare le immagini o se fossero state queste ad imprigionare le sue emozioni.

La prima cosa che in concreto la decisione di colmare la lacuna affrontando il deserto per dipingere la prima tela con quel soggetto, fu di comprendere appieno perché nel corso dei secoli centinaia di asceti si erano "rifugiati" nel tanto temuto "nulla" per cercare di entrare in contatto diretto con quell'Altrove introvabile nelle opere dell'uomo ma ben radicato da qualche parte, altrettanto indefinibile, dell'Uomo stesso.

L'assenza totale di manufatti e la presenza di tutte le condizioni che rendono possibile la vita umana fanno del deserto un luogo senza tempo e senza storia, creando il contesto in cui ciascuno può percepire l'infinita precarietà e impermanenza del proprio essere, una dimensione che trasforma l'importanza dell'imperatore del regno più potente tra gli uomini nello stesso valore assoluto di uno dei miliardi di granelli di sabbia o pietrisco sparsi ovunque a perdita d'occhio.

Ed è proprio in questo "nulla", in un silenzio rotto solo dall'ululato del vento, che la Vita grida con forza la sua voce più chiara, che non è fatta di parole ma di silenzi in grado di far parlare prima il corpo e solo alla fine, essere compresi dalla mente.

Molti anni dopo, nella sua soffitta di Calle Magdalena 23, Ruben ancora si interrogava su come il suo quadro intitolato "El Desierto" dipinto la sera dopo il tramonto a Wadi Rum e che consisteva in una tela completamente bianca riempita con i nomi, dai colori diversi e dal medesimo formato come tanti granelli di sabbia, di tutte le persone con cui si era intrattenuto nella sua vita, fosse stato venduto dal suo agente per 23 milioni di dollari ad un Emiro saudita ed esposto nella sala del palazzo destinata alle riunioni governative. 

Nessuna delle sue opere precedenti, nonostante la fama e la tecnica sopraffina che tutto il mondo dell'arte gli riconosceva, aveva raggiunto quotazioni simili, tanto da indurlo a donare il 90% del ricavato ad una fondazione per la diffusione dell'alfabetizzazione nei paesi dell'Africa sub-sahariana.


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