mercoledì 24 giugno 2020

QUESTIONE DI SENSO

[...] il coronamento di quel Sogno era diventato il Senso della mia Vita; mi “identificavo” completamente nel pellegrino giacobeo che in vista del raggiungimento della sua Meta sopporta con coraggio e rassegnazione la fatica e gli ostacoli del lungo cammino, il cui superamento fanno parte necessaria del Viaggio e rendono ancora più felice l’approdo finale in Praza do Obredoiro innanzi alla Cattedrale ove la tradizione cattolica ritiene siano conservate le spoglie dell’Apostolo Giacomo. [...] non si tratta di trovare UN Senso, ma di dare il PROPRIO Senso al proprio cammino in mezzo alla moltitudine del Mondo, e questo ci trasformerà magicamente tutti da vagabondi in pellegrini [...] il pellegrino (colui che viaggia confidando su se stesso e sulla solidarietà del prossimo verso una Meta per lui degna di sacrificio) e il vagabondo (colui che, confidando essenzialmente nell’aiuto degli altri vaga senza Meta perché non è neppure in grado di individuarne una) ogni giorno affrontano lunghi percorsi e significative fatiche, ma solo il pellegrino ha la possibilità di addormentarsi in pace e con il salutare timore per le fatiche che lo aspettano il giorno successivo. A questo proposito risuona forte l’eco dell’insegnamento di Lucio Anneo Seneca: ignoranti quem portut petat nullus suus ventus est - nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa in quale porto vuole approdare (Lettere a Lucilio - LXXI, 3).Infatti, l’essere umano per vivere ha bisogno di Senso, perché una vita che ne è priva è insopportabile mentre in una vita con senso anche il dolore più intenso può diventare sopportabile così come un destino avverso non modificabile. (Mario D’Angelo in Dizionario del counseling filosofico e delle pratiche filosofiche – MIMESIS EDIZIONI, Milano-Udine, 2013, p. 407).

venerdì 5 giugno 2020

PREMIÈRE FOIS



5 giugno 1981 - Alle nove della sera siamo andati in scena
[1]: e che successo !! Teatro esaurito[2], ottimo incasso[3] ed applausi a iosa nonostante potessimo fare anche meglio!!! Molti professori ad assistere, fra cui anche "Favè"[4].
Una serata indimenticabile, che rappresenta il giusto premio a quattro e più mesi di sofferenze, di speranze, di delusioni, di fatiche! In tutto questo anno, per la recita, sono andato incontro anche a molte antipatie; ma ora questo è stato oscurato: il tempo usato per la recita non è stato sprecato.


[1]  L'opera rappresentata fu "LA GIARA" di Luigi Pirandello, con il seguente "cast": DON LOLO' ZIRAFA-Roberto Calligaris, ZI' DIMA LICASI-Marco Lanzutti, L'AVVOCATO SCIME'-Giuseppe Passoni, M'PARI PE'-Gabriele Amadori, FILLICO'-Moreno Mauri, TARARA'-Carlo Nobile, LA GNA' TANA-Sandra Corredig, TRISUZZA-Virginia FRUCH, CARMINELLA-Carla Oriecuia, IL MULATTIERE-Dario Roiatti, REGIA-prof. Giuseppe Mangani, SCENOGRAFIE- Sig. Luigi Stagni, Michele Gaggia, Roberto Calligaris.
La Compagnia era composta da studenti della Sezione staccata di Cividale dell'Istituto Tecnico "C. Deganutti" di Udine e si era autocostituita in quell'anno allo scopo di raccogliere fondi per il miglioramento della struttura scolastica, priva allora di qualsiasi attrezzatura o materiale per la didattica.

[2] Si trattava del gia' fatiscente Teatro dell'ex Ricreatorio Sacro Cuore, demolito nell'estate del 1990 per la costruzione del nuovo punto vendita della ditta VIDUSSI Spa di Cividale.
Allo spettacolo assistettero 230 persone sui 220 posti a sedere disponibili.

[3] L'incasso, costituito dalle offerte del pubblico, fu di Lit. 190.000 (pari a circa 488.623 lire del 1994), il quale fu devoluto all'Istituto Tecnico "C. DEGANUTTI" di Udine, affinché acquistasse libri per la Biblioteca della sede staccata di Cividale, che allora era sprovvista di qualsiasi dotazione per le attivita' scolastiche (ad esclusione delle aule e dei banchi).

[4] Soprannome del "temutissimo" insegnante di matematica, che per tutto l'anno scolastico aveva osteggiato la realizzazione dello spettacolo e le prove generali dello stesso durante l'orario delle lezioni.

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