martedì 26 settembre 2017

ULTIMO TRAILER PER I 90 ANNI DEL VECJO

I problemi sono altri e stanno arrivando tutti insieme. Prima di tutto Paolo Rossi. E’ magro, pallido, taciturno, a prima vista triste, sicuramente sottopeso e di quanto non è dato sapere. Quattro chili, cinque, forse è malato, forse quella piccola pubalgia che lo ha tenuto a riposo nei giorni scorsi nasconde qualcosa di più profondo.
Bearzot non vuol nemmeno sentire parlare di un problema Rossi. Bearzot è il più esposto, ora come sempre, ha pochissimi amici tra i giornalisti e il rapporto è logoro, insanabile e ogni mattina peggiora sempre di più.

Questo friulano di ferro che ha fallito per soli 10 km la nascita in territorio jugoslavo, ha perseguito fino in fondo l’ideale faustiano dell’eterna giovinezza, pretendendo di custodire intatta la squadra di quattro anni fa!

 Però c’è qualcosa di magico nella sua rabbia, una lucidità magica: è in uno di quei momenti in cui il lavoro si identifica con la vita; le energie che ha chiamato a raccolta, gli anticorpi psicologici che dentro di lui si stanno moltiplicando di mattina in mattina gli danno una profondità diversa.
Gioca al massacro, non ha più ritegni, sa che è sull’ultima spiaggia e gioca da pari a pari. Ha la lucidità isterica di chi lotta per la sopravvivenza, ha cancellato i mezzi termini, è sulla cima del monte da 7 anni e qui rischia tutto. Inconsapevolmente, spontaneamente si sta reinventando come è sempre stato, solo che adesso uomo e tecnico sono clamorosamente la stessa cosa, un’unica, scomoda, vitalissima cosa

COME TECNICO BEARZOT, LO SAPPIAMO TUTTI E’ STATO GIUDICATO UN MODESTO ED INVECE COME SELEZIONATORE DELLA NAZIONALE VA CONSIDERATO UNO SPROVVEDUTO, UN AVVENUTURATO. PERO’ TALVOLTA ALLA MODESTIA SI ACCOPPIA LA FORTUNA ED QUESTA E’ LA SPERANZA CHE CI RESTA PARLANDO DI ENZO BEARZOT.
   
Nessun altro rumore che il suo passo 

sonoro incoraggiava il viaggiatore.

La tua voce mi disse: Vai avanti!


lunedì 25 settembre 2017

TRAILER SPETTACOLO "IO DICO CHE DOMANI ITALIA VINCE"

“Per voi si tratterebbe di una storia finita in fretta” dice Bearzot ai giornalisti, “per me sarebbe qualcosa di enorme: me ne resterei qui da solo a piangere”. E non ha l’idea di uno scherza: lo farebbe davvero, lo sentirebbe prima doveroso che spontaneo.
Bearzot non scherza mai. Ha un senso della dignità e del dovere che lo costringono ad emarginarsi: è terribile la forza con cui resta coerente al dolore.
Se ne discute la sera, sul lungomare di Vigo tra giornalisti annoiati dalla solita pioggia e la sensazione di essere al seguito di un’avventura perdente, la solita testardaggine di Bearzot.
  
E le tue care mani mi guidarono.
pallido un debole presagio d'alba
riluceva all'orizzonte lontano:
il tuo sguardo fu il mattino.


venerdì 22 settembre 2017

BLACK WALL, BLACK WELL OR BLACK HOLE?


Once upon a time
there was a Wall.
Impossible to overcome.
One day it suddenly crumbled apart.
Its bricks moved over heads.
The Wall became invisible
to whom was not.
Once again it divided
separeted, tore apart and distinguished.
Until it makes all unbearable again.

Then it comes the Day.
Finally the contact would come possible.
Where? How?
Always at the boundaries.

Berlin, Mitte, Weinbergspark, 28th august 2017


 

MISTERI

Il Mistero nasce da ogni Uomo che se ne vuole creare Uno. Uomini creano Misteri. Uomini rivelano Misteri. Uomini si perdono nei loro Misteri e Uomini si trovano nei loro Misteri. E Uomini talvolta intrecciano i loro Misteri senza riuscire a slegarli mai, mentre la Vita fa il suo percorso totalmente, assolutamente, invariabilmente senza cura alcuna dei Misteri degli Uomini. E delle Donne.
Cambridge (UK), ottobre 2010

mercoledì 20 settembre 2017

TUTTA COLPA DI FREUD (E DI SCOTT-BLAIR)

Un bicchiere di sangria e davanti ai miei occhi la vista di Alfama. Occhi gonfi e umidi e stomaco vuoto nonostante sia reduce da una grigliata di pesce fresco. Emozioni antiche che hanno fatto capolino dalla nebbia che stamane oscurava la vista dell'oceano dalla Torre di Belem, uscita di colpo come il Cristo Redentore dal fitto grigio. Sole e primavera a novembre. Vorrei fissare questo istante, questa allucinazione, come la musica dei Pink Floyd che ascolto ora e che proviene da una radio su questa terrazza di Lisbona. Una terrazza molto più potente di quella praghese, qualcosa che percepisco come un frammento del mio inconscio. Ecco, un viaggio non autorizzato di un grumo onirico nel mondo della coscienza, prima che la Luce della ragione la rimandi nella Nigredo da cui è sfuggita inopinatamente. Ora però voglio dare a questa scintilla il permesso di abitare e riscaldare questo momento fuori dal Kronos, ma con un luogo e con un Senso. Anzi no. Con "il" Senso. Puro Kairos e forse puro Jazz. E dove meglio di Alfama? Adesso stop alla penna. Questo attimo, reso immortale mescolando l'inchiostro alla carta, voglio viverlo fino in fondo, prima che il tramonto del Sole nell'Oceano ricacci questo coraggioso grumo d'inconscio nel Mare Magnum dove continuerà a dimorare senza tempo e senza spazio. Nella divina Eternità. 
Lisbona, 20 novembre 2015

martedì 19 settembre 2017

VAGABONDI O PELLEGRINI?

La decisione di non attribuire UN Senso, ma il PROPRIO Senso al personale cammino in mezzo alla moltitudine del Mondo, ci trasforma tutti da vagabondi in pellegrini, con tutte le conseguenze che si possono immaginare in termini di benessere: il pellegrino - colui che viaggia confidando su se stesso e sulla solidarietà del prossimo verso una Meta per lui degna di sacrificio - e il vagabondo  - colui che, confidando essenzialmente nell’aiuto degli altri  vaga senza Meta perché non è neppure in grado di individuarne una - ogni giorno affrontano lunghi percorsi e significative fatiche, ma solo il pellegrino ha la possibilità di addormentarsi in pace e con il salutare timore per le fatiche che lo aspettano il giorno successivo. A questo proposito risuona forte l’eco dell’insegnamento di Lucio Anneo Seneca: ignoranti quem portut petat nullus suus ventus est -  nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa in quale porto vuole approdare  (Lettere a Lucilio -  LXXI, 3). Infatti, l’essere umano per vivere ha bisogno di Senso, perché una vita  che ne è priva è insopportabile mentre in una vita con senso anche il dolore più intenso può diventare sopportabile così come un destino avverso non modificabile.

lunedì 18 settembre 2017

VALORE DI UN SIMBOLO

Passammo di seguito all’esame della sezione dello stemma araldico dedicato ai suoi insuccessi: erano disegnate, sempre in maniera molto semplice e stilizzata, una chiesa e una piccola casa senza il tetto con la sagoma di una bambina nel mezzo.La cliente durante l’illustrazione mi disse che il suo insuccesso più grande era stato il fallimento del matrimonio, rappresentato dalla Chiesa, e la perdita/mancanza di un posto dove sentirsi al sicuro,  circostanza evidenziata dalla casa senza il tetto. Lei si sentiva in mezzo a questi fallimenti vagare senza meta.
Durante le seduta mi disse più volte di sentirsi molto arrabbiata guardando quel disegno, che avrebbe voluto cancellarlo per lasciarlo bianco, per non dover guardare più agli insuccessi.
Le riproposi la metafora del pellegrino che non teme i rallentamenti e gli insuccessi nel viaggio verso la meta e aggiunsi la sintesi del modello del Viaggio dell’Eroe di J. Campbell per trasmetterle il concetto in forma metaforica, e superare per tale via le barriere poste dalla parte conscia. 
Le domandai se aver rappresentato il matrimonio con il disegno di una chiesa avesse un significato particolare per lei e mi rispose che per lei il Matrimonio era un Valore assoluto, non tanto per gli aspetti di carattere religioso, quanto per l’idea di condividere la Vita con un’altra persona, su cui appoggiarsi in caso di necessità e a cui fornire accudimento … Ho utilizzato la Chiesa solo perché mi sono sposata in Chiesa.
Utilizzando le tecniche del counseling filosofico quale il dialogo sui Valori (domande confutative tese a far chiarire ed esplicitare al Cliente il contenuto dei Valori su cui dice di fondare il suo percorso esistenziale) è emerso che nel “mondo” della Cliente i Valori di riferimento sono la SOLIDARIETA’,  la LEALTA’ e la CONDIVISIONE delle fatiche della Vita con UN’ALTRA PERSONA e la SICUREZZA  del soddisfacimento dei bisogni materiali primari per sé e le persone a cui lei tiene.
Mi ha dichiarato di sentirsi triste, avendo verificato come quei valori non trovino riscontro pratico nel suo contesto attuale ma si è detta altrettanto determinata nel non voler venir meno nel tentativo di risollevare lo stato della sua situazione personale nel prossimo futuro in conformità a quei valori.

Chiusi la seduta riepilogando come al solito il lavoro svolto e rimandandole che rispetto alla frase la mia vita non ha più senso con cui abbiamo iniziato il nostro percorso, sono determinata a tentare di risollevare la mia vita senza rinunciare ai miei valori  aveva il suono di un bel passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo posti. 

mercoledì 13 settembre 2017

VOGLIA DI CASA (SICUREZZA)

La seduta iniziò con un breve riepilogo da parte mia del lavoro svolto la volta prima a cui lei fece seguito dicendomi che era stata una settimana molto impegnativa nel rapporto con il suo compagno, caratterizzata da diverse liti e anche da diversi dissapori con il marito circa la “gestione” del figlio e che non aveva avuto molto tempo per pensare a quanto avevamo fatto insieme nell’ultimo colloquio.
Mi disse anche che si era incontrata diverse volte con la sua amica "del cuore" in cerca di sostegno, avendo avuto il bisogno di “sfogarsi” e che comunque si sentiva un po’ più sicura nel difendere le sue posizioni durante le discussioni; inoltre,  tenne a precisare, che iniziava a comprendere che era necessario per lei migliorare le sua capacità a dire di no, anche se ho paura che sia una cosa molto difficile – concluse.
A tale proposito le confermai che i cambiamenti sono spesso dolorosi e necessitano di tempi adeguati e che in ogni caso il processo di cambiamento può avere inizio solo laddove è  sorta prima una consapevolezza circa la necessità di modificare un comportamento e poi questa consapevolezza ha assunto la dimensione di un bisogno.
Lei si disse d’accordo e mi confermò che nonostante la situazione difficile, nelle ultime settimane si sentiva un po’ più ottimista e determinata.  
Passammo di seguito all’esame della sezione dello stemma araldico dedicato ai suoi progetti: era disegnata una grande casa con intorno un giardino fiorito recintato e davanti alla porta, in mezzo al giardino le sagome di tra persone che avevano tutte le fattezze di bambini solo che due, un maschio e una femmina, erano più grandi e il terzo, maschio, più piccolo. Il bozzetto era realizzato sempre con la una cura e le capacità figurative attribuibili ad un bambino dell’ultimo anno della scuola primaria.
Mi spiegò che il suo sogno era di vivere in una casa tutta sua (di mia proprietà e non in affitto ripeté più volte con tono deciso) con un giardino da curare, con suo figlio e con il suo compagno; le domandai subito se intendeva dire il suo “attuale” compagno e lei ebbe un attimo di tentennamento prima di concludere dicendo si … mi piacerebbe ci fosse anche Lui … ma quello che ho conosciuto all’inizio … non quello di adesso. Decisi di mantenerla su questo punto: Mi ha colpito che hai usato la parola anche … potresti chiarirmi meglio il significato? – Intendo dire che ho bisogno di una persona vicino a me con cui crescere mio figlio e da cui ricevere sicurezza … inizialmente pensavo che Lui avesse queste qualità …
Decisi di proporle un lavoro esperienziale basato sui principi della P.N.L. applicando la tecnica nota come “lasciati attrarre dal tuo futuro”.
Le chiesi di alzarsi, respirare profondamente, chiudere gli occhi e di immaginarsi che sulla porta dello studio (tre metri davanti alla sedia ove era seduta) ci fosse il suo stato desiderato, la sua nuova casa e il suo giardino.
Le dissi che ora si trovava nel suo stato attuale e di raccontarmi come si sentiva, dov’era e cosa udiva.
Lei mi raccontò che si vedeva nella casa del suo compagno e sentiva le sue urla; le domandai cosa provasse fisicamente e lei rispose con fatica, dicendomi che aveva un groppo in gola e che non voleva proseguire l’esperienza.
Le dissi che poteva sedersi e prendersi tutto il tempo che voleva per sé, per ascoltarsi; rimanemmo qualche minuto in silenzio mentre Maria con gli occhi lucidi e la testa inclinata verso destra fissava per lo più alternativamente il soffitto e il pavimento.  
Poi mi disse con tono della voce calmo ma basso che ogni volta che si vede soccombere davanti alle richieste del suo compagno senza reagire, le sale un nodo alla gola e subentra la voglia di piangere e questo la fa sentire male e lei si blocca, non vuole andare oltre.
Compresi che il blocco emotivo aveva attivato il meccanismo di interruzione del contatto della deflessione e che l’incapacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni deve essere molto forte e probabilmente di natura disfunzionale, come avevo ipotizzato durante la fase di pre-contatto, e pertanto decisi di non andare oltre.
Provai a porle la domanda miracolosa del counseling breve di J.M. Littrel,  - Se tu avessi la bacchetta magica in mano e potessi realizzare qualsiasi tuo desiderio, cosa chiederesti? Voglio una casa di proprietà con il giardino, per me e mio figlio! Deve esserci un giardino da curare.
Le feci notare che non aveva inserito il suo compagno o un compagno in genere.
Prima voglio la casa, poi si vedrà – mi disse con gli occhi lucidi ma con piglio più deciso e voce ferma.
 Le chiesi cosa significava per lei avere una casa con giardino.
Rispose che una casa con il giardino per lei voleva dire sentirsi al sicuro e occuparsi del giardino sentirsi in pace con se stessa.
Decisi di chiudere la seduta rimanendo in silenzio per un paio di minuti, invitandola a chiudere gli occhi e respirare profondamente prima di fare il consueto riepilogo della seduta che conclusi più o meno così:
Oggi abbiamo esaminato i progetti che hai per il futuro e che mi hai detto essere quelli di avere una tua casa di proprietà con giardino, dove stare con tuo figlio e un compagno, che mi hai detto ti piacerebbe essere quello che hai conosciuto all’inizio della relazione. Poi ti ho proposto un’esperienza volta a mettere a fuoco il passaggio tra il tuo stato attuale e lo stato che desideri che però hai deciso di sospendere perché le emozioni che ti suscitava questo lavoro mi hai detto essere troppo dolorose. Successivamente alla domanda della “bacchetta magica” mi hai detto che vorresti una casa tua per te e per tuo figlio e un’eventuale compagno solo in tempi successivi e che per te il significato di avere una casa con il giardino corrisponde ad un bisogno di sicurezza e pace.

La cliente confermò dicendo, in conclusione della seduta, il mio bisogno principale è di avere sicurezza e pace.

giovedì 7 settembre 2017

LJUBLJANA


Sguardi che  tremano
Parole che fluttuano
Sul fiume che scorre.

Emozioni intricate.
Calore diffuso.

Dove si va?
... da dove si viene.

E non sempre è una bella scoperta.
E non sempre è un luogo sicuro.

Freud, Bowlby e Berne
vi siete mai guardati allo specchio
con gli occhi di Jung?

lunedì 4 settembre 2017

2 MAGGIO - FESTA DEL CORAGGIO E DELLA FIDUCIA IN SE' STESSI

Il 2 maggio 1989 i soldati dell'armata popolare ungherese iniziarono ad eseguire l'ordine di smantellamento della "cortina di ferro" aprendo di fatto il confine con l'Austria e dando il via all'effetto domino che nel giro di 4 mesi portò alla caduta del Muro di Berlino e alla fine dei regimi comunisti nell'Europa Orientale. Nessuno lo aveva previsto. Il 2 maggio 1982 allo stadio Friuli di Udine Paolo Rossi scendeva in campo per la prima volta dopo due anni a seguito della squalifica che gli era stata inflitta per la sua presunta partecipazione alla "combine" di un Avellino-Perugia del campionato 1979/80. Nessuno credeva che nel giro di 2 mesi sarebbe diventato campione del mondo, capocannoniere del mondiale e vincitore del pallone d'oro; la maggior parte della stampa e degli addetti ai lavori addirittura pensava fosse una pazzia convocarlo al posto del bomber Roberto Pruzzo. L'inverosimile, l'impossibile era divenuto realtà. Coincidenze? Sia quello che sia, sicuramente il 2 maggio è data da segnare in rosso sul calendario, in cui tutti gli amanti delle storie di riscatto umano e di tutti coloro che credono nella forza di volontà e nella perseveranza quale combustibile necessario nella Vita quando si desidera coronare i propri e/o altrui desideri ed i sogni più profondi. Per cui propongo il 2 maggio quale festa mondiale del coraggio e della fiducia nei propri mezzi. Come Santi protettori Michail Gorbachev ed Enzo Bearzot, perchè senza di loro il combustibile degli ungheresi e di Paolo Rossi non sarebbe bastato: il primo per aver affermanto chiaramente che l'URSS, a differenza del passato, non sarebbe intervenuta più negli affari interni dei paesi amici e il secondo per aver convocato il centravanti di Prato, facendolo giocare e difendendolo contro tutti e tutto, anche e soprattutto dopo il brutto avvio nelle prime partite del mondiale. Come dire, l'importanza fondamentale di poter disporre di buoni mentori nel proprio Viaggio. Essere stato in gioventù testimone partecipe ed oculare di entrambe i "miracoli" mi rende particolarmente e stupidamente orgoglioso.

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