martedì 31 gennaio 2023

APPUNTAMENTO RINVIATO

Era accaduto ancora una volta, la terza per la precisione: anche in quest'occasione l'appuntamento con la Morte era stato cancellato all'ultimo istante utile per rispedire senza compagnia l'indesiderata visitatrice nel Regno delle Ombre. Rubèn fissava con occhi privi di qualsivoglia meraviglia lo scenario da mille e una notte che lo circondava a 360 gradi sulla terrazza panoramica del Ristorante Seven Hills, posta a metà strada tra la Moschea Blu e Ayasofya, mentre il sole era ad un passo altrettanto breve dal toccare la linea dell'orizzonte incendiando definitvamente le acque del Bosforo e del Corno d'oro. Le mura teodosiane, i minareti e le cupole delle decine e decine di moschee che spuntavano qua e la in mezzo al brulicare di case fatiscenti e moderne costruzioni, i ponti che univano la fine dell'Europa con l'inizio dell'Asia, le torri d'ingresso del Topkapi si stavano tingendo di sfumature rosso carminio con tonalità violacee e lui, diversamente dal solito, non riusciva a cogliere nessun sussulto emotivo da quel quadro vivente intorno a lui. Neppure il vociare degli altri ospiti attavolati, il via vai dei turisti, dai più chiassosi indigeni ai più riservati russi, tutt'intenti a vagare tra i tavoli per immagazzinare nella memoria digitale dei loro smartphone quell'attimo d'immenso, il garrire dei tanti gabbiani che volteggiavano impazziti sopra l'edificio per planare all'improvviso sui tavoli in cerca di cibo e i suoni provenienti dalle sirene dei traghetti che solcavano le acque del Corno d'Oro riuscivano a distogliere il pittore spagnolo da quella sensazione di gelo e paralisi che l'aveva colpito da qualche ora. Come un'automa a cui avessero lasciato batterie sufficienti solo per muovere il braccio e portare il sigaro alla bocca per aspirare ed espellere la combustione del tabacco senza neppure essere in grado di assaporarne l'intenso aroma di vaniglia, lo sguardo era fisso sul bicchiere di Cardinal Mendoza Carta Real immobile sul tavolo a cui era seduto e neppure l'abbassarsi repentino della temperatura sembrava poter essere recepito dai sensi dell'iberico. La mente era invasa dalle immagini dei due precedenti appuntamenti mancati con l'indesiderata Signora delle Genti; il primo risaliva a circa vent'anni prima, quando nel bel mezzo di una strada secondaria nella Selva boema in direzione del confine tedesco, alle prime luci dell'alba dopo aver lasciato un'ora prima Cesky Krumlov, era stato colto da un colpo di sonno e non si sa se per pura caso, destino o decisione di qualchè divinità aveva riaperto gli occhi qualche centesimo di secondo prima dello schianto fatale, vista l'elevata velocità, giusto in tempo per una repetina manovra che lo aveva portato in testa coda sull'altro lato della careggiata in un momneto in cui, sempre per le leggi del caso o di un Dio, in quel momento nessun'altro mezzo vi stava transitando. La scarica di adrenalina era stata fortissima, si era poi fermato in uno spiazzo lungo il percorso e quando la parte razionale del cervello aveva ripreso pieno possesso della situazione, Rubén era stato invaso da una profonda sensazione prima di gioia per lo scampato pericolo, poi di gratitudine verso la misteriosa divinità che aveva cancellato l'incontro con la Morte, rimproverandosi assai poco per la decisione di essersi fermato sino a tardi a casa di Helenka per poi ripartire in auto, senza riposo, dopo una notte in cui tutti i sensi erano rimasti attivati. "Morirei per te" erano state le ultime parole prima del commiato sulla porta di casa della donna, felice che Rubén avesse fatto kilometri su kilomentri dalla Spagna solo per cenare e passare qualche ora insieme a lei. "Ne sarebbe valsa la pena" - pensò Rubén - "Ma visto che la Morte è arrivata in ritardo all'appuntamento, sarà meglio in futuro riempire l'agenda in modo da non lasciarle spazi per altre richieste nel breve termine". Nel secondo tentativo l'Indesiderata aveva fatto invece tutto da sola per arrivare puntuale, Rubèn non l'aveva agevolata minimamente, ed era accaduto 10 anni prima, quando ancora una volta in auto era al volante mentre insieme al Direttore della Galleria d'Arte Montparnasse di Carcassone e la sua segretaria stavano viaggiando sull'autostrada A61 in direzione Narbonne, dove nel pomeriggio avrebbero dovuto avere un incontro con il Sindaco della città per concordare date e condizioni di una "personale" del pittore spagnolo nell'Hotel de Ville. Discorrendo divertito con il Direttore sulle leggende e i misteri dei Templari e del Graal originati nella vicina località di Rennes-le-Chateau, aveva iniziato una facile manovra di sorpasso di un autocisterna della Mobil, quando, a metà del sorpasso l'autotreno l'aveva improvvisamente stretto contro il guard-rail alla sua sinistra perchè nella corsia d'ingresso sull'altro lato della carreggiata era sbucato impovvisamente un altro autoarticolato che aveva invaso la corsia di marcia restringendo a sua volta lo spazio dell'autocisterna; il tutto però nell'attimo in cui Rubèn non poteva averci fatto caso perchè già impegnato nella manovra di sorpasso a 160 kmh. In quell'occasione i pronti riflessi dello spagnolo, la bontà dell'impianto frenante dell'Audi e la sua stabilità, uniti alle leggi del caso, i voleri del destino o della "solita" azione di una benevola Divinità avevano fatto si che tra la cisterna, l'auto e il guard-rail non ci fosse alcun contatto, benchè tra tra tutti i tre corpi non ci fosse neppure lo spazio per uno spillo e alle spalle non arrivasse nessun altro mezzo ad impattare contro l'auto che si era bloccata bruscamente sulla corsia di sorpasso dell'autostrada. Seguì una sosta di quasi un'ora nella più vicina stazione di servizio utile, per far defluire la potente scarica di adrenalina e riprendere il controllo coscente delle proprie azioni, prima di riprendere una lenta marcia verso l'appuntamento lavorativo di Narbonne, avendo negato per la seconda volta quello con la Morte, costretta a rientrare anche in questa circostanza a tornare a mani vuote al cospetto di Ade e Proserpina. Al termine di quell'impegnativa giornata, assieme al Sindaco di Narbonne, avevano cenato al Resaturant l'Art de Vivre, insegna quanto mai azzeccata, e con i commensali Rubén aveva più volte brindato allo scampato pericolo scambiandosi l'impegno di onorare al meglio tutti i giorni che sarebbero trascorsi da lì in avanti fino a quando l'Indesiderata sarebbe giunta, infine, puntuale all'appuntamento che invece le era stato ancora una volta negato in mattinata. Erano trascorsi dieci anni dal viaggio a Narbonne e quella mattina sull'autostrada che dall'areoporto internazionale di Istanbul conduceva verso il quartiere di Galata, la Signora in nero aveva bussato ancora ua volta forte alla porta del pittore spagnolo con le solite modalità: un colpo di sonno che aveva fatto perdere a Rubén il controllo della Fiat Croma presa a noleggio, con il mezzo che stava per schiantarsi fatalmente contro la barriera di mezzeria. Appuntamento ancora rimosso dall'agenda: gli occhi di Rubén si erano aperti ancora in tempo per mettere in atto la brusca manovra necessaria per evitare l'impatto e risvegliarsi oltre che per l'effetto della già nota scarica di adrenalina anche dal rumore dei clacson e delle frenate degli altri mezzi che a loro volta erano riusciti ad evitare lo schianto con la sua Fiat Croma. Ora, a sette ore di vita guadagnate dall'ennesimo rinvio del fatale incontro, l'iberico cercava nel fondo del bicchiere di Cardinal Mendoza Carta Real, di comprendere se esistesse un Senso in tutti quei maldestri tentativi falliti dalla Morte di venire a prenderselo, quasi che invece l'Indesiderata si divertisse a scherzare con lui, per decidere di fare sul serio solo al momento in cui divenisse Desiderata. In questa occasione però il suo sentire era mutato: non provava nessuna gioia per il fallimento della Morte e questo pensiero era fonte di un'angoscia che lo stava paralizzando e il pensiero dell'inaugurazione dell'ennesima mostra di successo per i suoi quadri, che si sarebbe tenuta il giorno dopo nientemeno che nei saloni del Topkapi alla presenza del Presidente della repubblica Turca, non gli suscitava nessuna emozione, gli appariva assolutamente priva di significato e di valore. Dal fondo del bicchiere salirono invece le immagini del suo funerale, cosa che del tutto inaspettatamente gli fece riprendere un sorprendente quanto macabro buonumore: ora s'immaginva le orazioni funebri di chi per tutta la vita lo aveva messo all'indice riempirsi invece di parole di elogio e di "sincero" dispiacere per la scomparsa, o i biglietti di cordoglio inviati ai parenti da chi in vita non aveva mosso un dito per aiutarlo nei momenti di difficoltà e le espressioni di dolore di tutti coloro che si erano girati dall'altra parte, che avevano fatto finta di non vedere, ogni volta che lui li aveva cercati anche solo per un'ora di allegria. Probabilmente il suo nome e le sue opere sarebbero finite nelle antologie di molti libri di storia dell'arte e tanti critici che in vita lo avevano massacrato, avrebbero in futuro persino cambiato versione e poi, chissà come lo avrebbero ricordato, magari pianto, le donne che lo avevano piantato in asso nel corso della sua tumultuosa esistenza. E chissà se quelle con cui lui era stato il crudele fuggitivo nella relazione lo avrebbero infine perdonato oppure gioito manifestamente per la sua scomparsa dalla faccia della Terra! Afferrò il bicchiere e tragugiò tutto d'un fiato il rhum, potente era arrivata un'ispirazione così forte da annullare qualsiasi pensiero o altra immagine; avrebbe pagato il conto, sarebbe corso di gran carriera al Gran Bazar per comprare i materiali necessari per il suo prossimo quadro, che avrebbe dipinto quella notte stessa nella sua camera d'albergo: il quadro del suo funerale, con i volti deformati di tutti i partecipanti. Sentiva che doveva farlo subito, perchè iniziò a temere che al prossimo appuntamento l'Indesiderata sarebbe stata puntuale e non avrebbe accettato scuse od ulteriori rinvii.

domenica 29 gennaio 2023

GESTECO-CENTO IL GIORNO DOPO: UNA DIVERSA VITTORIA PER CIVIDALE

Ieri sera in via Perusini è andata in scena una première: al tentavivo numero 53 una squadra ospite è stata capace di infliggere alla Gesteco una sconfitta con più di 5 punti di scarto, diventando la quinta squadra a potersi vantare di aver "fatto saltare" il fortino in riva al Natisone dopo Montegranaro (+ 4 punti), Vigevano (+ 2 punti), Ferrara (+ 5) e Chiusi (+1), mettendo assieme da sola un distacco, 18 punti, quasi doppio rispetto a quanto avevano saputo fare tutte le altre insieme (+12) dall'ottobre 2020. Un "film" che il pubblico di Cividale proprio non aveva mai avuto occasione di vedere, ovvero aver a che fare con avversario capace di di condurre un match in mani sicure praticamente dall'inzio alla fine, senza mai dare l'impressione di poter mettere realmente in discussione l'esito finale, ricacciando sempre al mittente i diversi tentativi che i "Braveheart" gialloblù architettavano per cercare di ribaltare la sorte, come più e più volte accaduto con successo in tante "recite" viste sul parquet di via Perusini. In più, la sgradita "pellicola" è andata in onda in una serata in cui il palazzetto era vicino al sold-out e prima della gara l'atmosfera era carica dell'energia e dell'entusiasmo accumulati da una striscia di 4 successi consecutivi e nel carniere gli scalpi della capolista Pistoia ed il viaggio corsaro nel mitico Madison di Piazzale Azzarita la domenica precedente. La première, certamente sgradita ai cuori che battono forte nei petti gialloblù, siano essi quelli dello staff, dei giocatori, dei dirigenti e dei sostenitori ha rappresentato un banco di prova per tutti e la risposta è stata sicuramente all'altezza della pasta di cui è fatta sino ad oggi la bella favola della UEB Gesteco Cividale: tutto l'ambiente, che non ha mai smesso di cantare e sostenere con energia dal primo all'ultimo minuto i propri beniamini, senza lasciarsi andare a nessuna forma di isterismo neppure a fronte di decisioni arbitrali cervellotiche che davano degli inutili, oltre che ingiusti soccorsi, a degli avversari che non ne necessitavano, si è infine stretto in un lungo, sincero applauso alla Tramec Cento che sul campo si era appena dimostrata la miglior compagine mai giunta a Cividale. La fotografia più bella della serata cividalese è stata quella del fotografo dello staff ospite che, dopo l'ultima sirena, dall'altro lato del campo si è incamminato applaudendo a braccia alzate fino ad arrivare sotto la curva Passione Ducale rivolgendo più volte la seguente frase "Siete la curva più bella". Certo, il fair play è sempre più agevole quando si vince, ma NON è mai scontato come purtroppo ci insegnano centinaia e centinaia di episodi in tutti i contesti e in tante discipline, sportive e non. Detto questo, le analisi tecniche sulle circostanze e le ragioni che sono state alla base di questa netta sconfitta restano doverose, ma almeno per oggi, sfumano in secondo piano e in fondo, non ci interessano più di tanto.

sabato 28 gennaio 2023

SI FERMA LA STRISCIA VINCENTE DI CIVIDALE, CENTO S'IMPONE 60-78

Dopo lo storico successo sul parquet del PalaDozza, sempre priva di Clarke, la Gesteco era attesa da un nuovo sesto grado nel suo sorprendente campionato, la sfida alla Tramec Cento, altra capolista arrivata in via Perusini con lo score di 14 vittorie su 18 incontri e con un roster di qualità in ogni reparto. Il capolavoro questa sera non è riuscito perché gli avversari si sono rivelati un osso troppo duro anche per i “braveheart” di Pillastrini sempre incitati con trasporto e calore dai propri tifosi, sciorinando una prestazione praticamente perfetta sia in attacco che in difesa, rivelandosi la miglior formazione vista sino ad oggi nel palazzetto ducale, capace di condurre la gara con autorità praticamente dall’inizio alla fine, cosa che nel fortino delle Aquile nessuno era mai riuscito a fare prima di stasera. Si parte con Rota, Mouaha, Pepper, Dell’Agnello, Miani per Cividale e Moreno, Marks, Archie, Toscano e Berti per Cento con il coach Mecacci che rimescola le carte a metà periodo inserendo l’ex APU Mussini e capitan Tomassini per Moreno e Marks sul punteggio di 6-7 e la mossa si rivela azzeccata perché gli ospiti prima allungano sul 6-14 a 3’29” proprio grazie a 5 punti dell’ex udinese per poi pigiare sull’acceleratore con il tiro dalla distanza e chiudere avanti la frazione con 12 lunghezze di vantaggio (13-25) con Cividale che soffre l’aggressività della difesa ospite e diverse palle perse in attacco. Il copione non cambia nel secondo periodo con Cento che dimostra tutta la sua qualità con percentuali al tiro vicine al 100% e vola sul +19 a 6’32” (15-34) con una tripla di Moreno, per poi condurre con sicurezza sino all’intervallo lungo chiuso in vantaggio sul 27-46, nonostante un paio di triple di Rota che cercano di mantenere Cividale in partita. Ci prova Mouaha nel terzo periodo ad innescare la difficile rimonta con due triple consecutive per il 33-48 a 7’02” con Cividale che alza l’intensità difensiva a tutto campo e con altri tiri dalla distanza del mago Rota impedisce agli ospiti di archiviare il match con troppo anticipo, pur mantenendo comunque un vantaggio rassicurante alla fine della frazione (42-59). Nell’ultimo periodo ci prova Pepper a tenere sulla corda Cento con due triple, ma a Cividale manca la necessaria continuità offensiva per cercare di compiere il “miracolo” e così gli emiliani riescono a rintuzzare ogni tentativo delle Aquile di rientrare nel match e s’impongono con un perentorio 60-78. Giuseppe Passoni UEB GESTECO CIVIDALE – TRAMEC CENTO 60 - 78 (13-25, 27-46, 42-59) UEB GESTECO CIVIDALE Miani 7, Cassese 3, Rota (k) 12, Mouaha 14, Tosolini n.e., Battistini 5, Clarke n.e., Pepper 9, Boscariol n.e., Micalich 1, Nikolic 5, Dell’Agnello 4. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 10/17, Tiri da due 7/24, Tiri da tre 12/35, Rimbalzi 35 (dif. 23 off. 13). TRAMEC CENTO Marks 14, Mussini 13, Ulaneo 6, Tomassini (k) 8, Baldinotti, Kuuba 5, Toscano 6, Berti 7, Archie 11, Moreno 8. Allenatore: Matteo Mecacci Vice: Andrea Cotti ed Emanuele Pancotto Tiri liberi 12/18, Tiri da due 15/33, Tiri da tre 12/20, Rimbalzi 34 (29 dif. 5 off.) Arbitri: Gianluca Gagliardi, Luca Attard e Francesco Cassina Spettatori 2.412

domenica 22 gennaio 2023

CIVIDALE SBANCA IL PALADOZZA

Ancora priva di Clarke la Gesteco è scesa al Madison di piazzale Azzarita con l’animo leggero di chi può giocarsi con fiducia la sfida in uno dei “teatri” più prestigiosi della pallacanestro italiana contro un club che, nonostante le tante e non sempre positive vicissitudini societarie, fa parte della storia del basket nazionale. E ancora una volta ha alzato l’asticella più in alto delle sue imprese, sbancando con un’autorevolezza impensabile l’impianto bolognese che quest’anno era caduto solo una volta per mano di Cento e a questo punto della stagione non può che inquadrare i play-off. In avvio Pillastrini manda sul parquet Rota, Mouaha, Miani, Pepper, Dell’Agnello mentre Delmonte risponde con Thornton, Fantinelli, Davis, Aradori e Barbante e sono i felsinei che cercano subito di prendere il largo sospinti dal tifo della Fossa, ma i ragazzi di Pillastrini superato l’impatto titubante si portano avanti 9-10 a 3’52” grazie ad un Dell’Agnello decisamente a suo agio e autore di 7 punti consecutivi e chiudono avanti la prima frazione 12-15 con una tripla di Battistini sfoderando la consueta intensità difensiva. Il secondo periodo si apre con un parziale di 6-0 a favore della Effe che costringe coach Pillastrini a chiamare minuto a 7’22” sul 18-15 e i suoi riescono, con l’applicazione difensiva tenace, a tenere a contatto i padroni di casa in un match equilibratissimo, dove tra i ducali spicca in questa frazione Nikolic con punti 9 punti a bersaglio e Rota, che con due triple e una “magata” delle sue sulla sirena, fissa il 32-35 per Cividale all’intervallo lungo. A metà del terzo periodo, con un Mouaha sugli scudi la Gesteco tocca il massimo vantaggio sul 38-44, prima di subire il rientro della Fortitudo che con una tripla di Cucci a 1’39” impatta il 50-50, vanificando le triple con cui sempre Rota aveva tenuto avanti Cividale; il play di Portogruaro però è in serata di grazia e ancora una volta riporta avanti le Aquile friulane sul 50-55 con cui si arriva alla penultima sirena. L’ultimo periodo inizia nel modo migliore per la Gesteco, che riceve punti da Cassese e Dell’Agnello e a 7’38” è avanti di 8 lunghezze (55-63) per poi andare a + 12 (57-69) con due triple di Rota e Cassese a 6’12” con il PalaDozza che diventa una bolgia per rianimare i suoi beniamini e spingerli alla rimonta. Cividale accusa il braccino corto e sente la pressione, con i padroni di casa che si riavvicinano a 2’41” sul 64-69, mentre la Gesteco non riesce a trovare più la via del canestro, ingabbiata dalla difesa di casa. Miani rompe l’incantesimo per il 64-71 a 1’50” e ci si avvia ad un finale infuocato nel quale però Cividale non perde la bussola e s’impone per 72-75 e spegne la bolgia del PalaDozza e fa cantare i più di 300 supporters al seguito. Giuseppe Passoni FORTITUDO BOLOGNA - UEB GESTECO CIVIDALE 72 - 75 (12-15, 32-35, 50-55) FORTITUDO FLATS SERVICE BOLOGNA Biordi n.e., Bonfiglioli n.e., Thornton 5, Aradori 15, Natalini n.e., Barbante 4, Panni 7, Fantinelli (k) 6, Niang n.e., Italiano, Cucci 16, Davis 19. Allenatore: Luca Dalmonte Vice: Matteo Angori e Matteo Tasini Tiri liberi 15/20, Tiri da due 21/41, Tiri da tre 5/17, Rimbalzi 36 (8 dif. 28 off.) UEB GESTECO CIVIDALE Miani 9, Cassese 6, Rota (k) 24, Mouaha 5, Battistini 5, Barel n.e., Clarke n.e., Nikolic 9, Pepper 3, Dell’Agnello 14. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 7/7, Tiri da due 16/26, Tiri da tre 12/36, Rimbalzi 31 (dif. 26 off. 5). Arbitri: Daniele Alfio Foti, Calogero Cappello e Matteo Rojaz Spettatori 4.500 circa

sabato 21 gennaio 2023

MAI DIRE MAI: CHE SALTO DA VIA PERUSINI A PIAZZALE AZZARITA

Il 22 aprile 2017 l'APU GSA Udine chiudeva la sua prima stagione in serie A2 dopo la promozione del giugno 2016 proprio contro la Fortitudo Bologna nel palazzetto di via Perusini a Cividale. I bianconeri udinesi furono ospiti dell'impianto cividalese per tutto il campionato, allenamenti compresi, stante il perdurare dei lavori di ristrutturazione del Palasport Carnera che terminarono giusto in tenpo per l'inizio del torneo 2017/18. Quella sera al caffè San Marco, nel pieno centro della città ducale, molti cividalesi festeggiarino la squadra di Lino Lardo che con un finale strepitoso aveva sfiorato i play-off giungendo al nono posto della classifica finale con uno score di 15 vittorie su trenta incontri. Quella sera il congedo da Cividale avveniva dopo aver strapazzato per 82-68 la Fortitudo Bologna allenata da Matteo Boniciolli, al tempo squadra con ambizioni di promozione che fermò la sua corsa perdendo gara 5 della semifinale play-off al Pala Rubini di Trieste, contro i giuliani targati Alma, destinati poi a soccombere nella finalissima contro la Virtus Bologna, capace poi solo 4 anni più tardi, nel 2021, di vincere lo scudetto. In via Perusini il 22 aprile 2017 gli sportivi cividalesi salutarono con un velo di tristezza la squadra udinese che avevano sostenuto con partecipazione per tutto l'arco del campionato, convinti che "mai più Cividale potesse rivivere le emozioni di quell'annata, in particolare la spettacolare vittoria nel derby contro Trieste, l'incredibile rimonta nel finale contro Mantova e il sonante successo sulla blasonata Fortitudo di Matteo Boniciolli". Le luci del palazzetto si sarebbero spente per sempre per competizioni di massimo livello. E cosi fu, fino all'autunno del 2020, quando prese il via il progetto di Davide Micalich e del suo staff, quello di creare dal nulla un nuovo team destinato a diventare un punto di riferimento per gli appassionati friulani di pallacanestro con sede fissa nell'antica capitale del Friuli patriarcale. Le luci si accesero in serie B e solo per gli addetti ai lavori, considerato il terribile momento che stava vivendo il nostro Paese stretto nella morsa della pandemia da Covid-19 con il suo corollario di chiusure, restrizioni, lock-down e coprifuoco vari. Sembrava un progetto folle e all'inizio fu vissuto come una piccola speranza in mezzo ad un mare di guai e ben altre contingenze. Il resto della storia è noto e ha i sapori delle favole, con le Aquile gialloblu guidate con grande sapienza da Stefano Pillastrini sfiorare la promozione già il primo anno, per poi centrarla in una serata indimenticabile e in un triipudio di bandiere gialloblu il 22 giugno 2022 battendo a gara 5 Vigevano per arrivare infine a sorprendere i distratti addetti ai lavori con una prima stagione di A2 dove hanno indossato i panni della squadra rivelazione. Fino ad oggi hanno messo in cascina 20 punti, frutto di 10 successi su 17 incontri, nei quali hanno già fatto in via Perusini scalpi eccellenti come la favorita alla vigilia del torneo, l'Apu Udine, la capolista Pistoia, la Fortitudo e infliggendo ad un'altra capolista come Forlì l'unica scinfitta casalinga fino ad ora patita dai romagnoli. Di emozioni i cividalesi ne hanno vissute ben oltre quanto provato nel 2016/17, con gli uomini di Pillastrini capaci di perdere davanti ai propri sostenitori solo 4 volte in più di 50 incontri disputati tra le mura amiche di quello che è ora conosciuto e temuto in tutta Italia come un fortino inespugnabile. Oggi 22 gennaio 2023, la favola giunge ad un altro emozionante, incredibile capitolo: la "piccola" Cividale che sbarca nel "tempio" più antico della pallacanestro italiana, il PalaDozza, il Madison di piazzale Azzarita proprio con i blasonati padroni di casa della Fortitudo Bologna, costretti a rincorrere in classifica e obbligati a vincere con più di 5 punti di scarto per ribaltare il vantaggio nello scontro diretto in vista di una migliore posizione alla fine della della regular season. Snodo importante nella stagione delle Aquile, perchè se dovessero uscire vittoriose anche dal caldissimo impianto felsineo, che fa registrare una media di 4700 presenze a gara e che fino ad oggi è stato violato solo dall'attuale capolista Cento, oltre che compiere l'ennesimo "miracolo" stagionale darebbero alla loro classifica il trampolino di lancio verso i play-off, risultato ritenuto assai improbabile da molti "addetti ai lavori" a inizio campionato. L'ambiente cividalese si è fatto travolgere dall'entusiasmo che questo cambio di prospettiva comporterebbe e non ha voluto perdersi questo nuovo appuntarnto con la storia e ben 300 persone di fede gialloblu sono attese sulle tribune del PalaDozza per cercare di far sentire a Rota e compagni di non essere i soli a daver fronteggiare la Fossa emiliana e a credere nell'impresa. Vada come vada, alla vigilia è già un successo perchè solo la sfida in sè è motivo di grande orgoglio per la società di Davide Micalich, per i giocotori e i tecnici e per tutti i sostenitori della prima ed ultima ora della "piccola" Cividale. Perchè per un pasionario dei canestri il Madison di Piazzale Azzarita vale San Siro per chi è invece fulminato dal balòn; ve la sareste immaginata la vecchia Cividalese sfidare il Milan alla Scala del Calcio? Ecco, mai dire mai... Per gli amanti della cabala, ricorre ancora il numero 22: proprio un anno fa, il 22 gennaio 2022, la Gesteco espugnava il campo della terza squadra del capoluogo emiliano, imponendosi per 82-71 sui rossoblù del Bologna basket 2016 al Palasavena. Hai visto mai... Mai dire mai.

sabato 14 gennaio 2023

INSIEME!

La statua di Pallade Athena è uno dei simboli di Cividale, da quando nel corso del XIX secolo venne trasportata dal parco di Villa Manin per essere posta sulla fontana della centralissima piazza Paolo Diacono, nota anche come Place des Feminis o piazza del mercato. Sicuramente ieri sera nel Palazzetto di Via Perusini la dea glaucopide »occhio azzurro », come costantemente fece con Ulisse nell’Odissea, era accanto agli uomini di Stefano Pillastrini che, con una gara da ricordare hanno rimandato in Toscana a mani vuote la prima della classe. Solo con grande saggezza e spirito guerriero insieme si poteva affondare una « corazzata » giunta in Friuli con uno score di 13 partite vinte su 16 e che nella sua prima venuta nella Piccola Patria, lo scorso autunno aveva strapazzato l’APU Udine al Carnera infliggendole 20 punti di margine in una gara senza storia. E per di più farlo senza avere praticamente a disposizione Rotnei Clarke, l’americano designato a fungere da « bocca da fuoco » negli schemi ducali. Ma più di tutti la dea dall’occhio azzurro deve aver incrociato lo sguardo di Gabriele Miani, quando tutto sembrava perduto a 5’ minuti dall’ultima sirena con Pistoia andata avanti di 11 punti: il lungo di Codroipo, gravato di 4 falli, ha eretto sotto canestro un muro ancora più invalicabile delle mura di Troia e trascinato i suoi compagni ad un incredibile parziale di 18-0 con cui la Gesteco ha compiuto l’ennesima, epica vittoria, del suo straordinario campionato da neofita in serie A2. Facendo letteralmente impazzire di gioia i presenti, che si sono fusi ancora una volta in un unico abbraccio: giocatori, dirigenti, tecnici e pubblico. Proprio come il motto che viene scandito a più riprese dallo speaker di casa: INSIEME!

CIVIDALE VERSIONE PLAY-OFF, LA CAPOLISTA PISTOIA MATATA PER 65-58

La serata era speciale stasera per la UEB Gesteco Cividale, chiamata al tentativo di fare davanti al suo pubblico l’ennesima impresa del suo campionato e fermare con un Clarke ancora ai box la capolista Pistoia, giunta in Friuli con uno score di 13 vittorie su 16 incontri fin qui disputati. Missione impossibile compiuta con pieno merito e adesso per i ducali inseguire i play-off può diventare un obiettivo da mettere nel mirino. Si parte con Rota, Mouaha, Pepper, Miani e Dell’Agnello da una parte e Saccaggi, Varado, Copeland, Wheatle e Magro dall’altra, con Pistoia subito a difendere a tutto campo e dopo un breve testa a testa con i padroni di casa (5-5 dopo i primi 2 minuti) allunga sul 5-12 al 5’47” grazie alle triple di Copeland e le penetrazioni di Saccaggi. I ragazzi di Pillastrini però non demordono, con un controparziale di 7-0 riprendono i toscani con Miani sugli scudi, sino a fallire il possesso del + 2 a 2’42” e vengono poi puniti da alcune giocate di Varnado che porta i suoi sul 14-17 alla prima sirena. L’avvio della seconda frazione Cividale parte a razzo e con un Battistini decisamente “on fire” e la solita difesa aggressiva va sul 22-20 a 6’43”, perdendo banalmente anche il possesso del + 4, prima che Eugenio Rota piazzi la bomba del + 5 a 6’15” e costringa coach Brienza a chiamare time-out per risistemare i suoi. Le Aquile non perdono però la concentrazione e la voglia di stupire che le porta sul + 11 (37-26) a 36” con una schiacciata in contropiede di Mouaha dopo l’ennesimo recupero del mago Rota che fissa anche il punteggio a metà gara, limato da un libero di Copeland. Da sottolineare all’intervallo la prestazione di Battistini, autore di 11 punti con 5/6 dal campo e ben 8 rimbalzi e i “soliti” 5 assist di capitan Rota, mentre i toscani dopo un avvio di partita in linea con le aspettative, hanno patito la difesa di Cividale e un insolito 5/19 al tiro dall’arco fatto registrate da Varnado (1/5) e compagni. Il rientro sul parquet non è però favorevole alla Gesteco, che complici alcune decisioni arbitrali avverse, perdono la via del canestro e vedono il ritorno di Copeland che rimette in scia Pistoia sul 37-33 a 7’58”, con Pillastrini che rischia l’ingresso di Clarke per tentare di dare nuove soluzioni ai suoi dalla distanza. La mossa non dà gli effetti, con Cassese che rileva l’USA a 3’20” e il parziale sul 44-42 per merito della grinta con cui i ducali tamponano in difesa il ritorno della capolista su percentuali al tiro piu’ consoni alla posizione di classifica, che la portano infine a chiudere avanti 47-49. Nell’ultima frazione Pistoia riprende il massimo vantaggio sul 47-54 a 8’34” e mentre Cividale viene frenata da un black-out offensivo che sembra decisivo per le sorti del match – i primi punti arrivano con un tripla di Cassese a 5’45” dall’ultima sirena per il 50-58. Il cuore dei Pilla Boys però non smette mai di battere e per merito dei recuperi e la difesa di un Miani gravato di 4 falli e le bombe di Pepper e Rota volano sul 59-58 a 2’42” facendo esplodere il palazzetto come una polveriera. Dell’Agnello lancia i ducali sul 61-58” a 1’58” ed il finale non è la solita “preghiera” per i deboli di cuore perché il mago Rota infila 5 liberi di fila con il Palgesteco che canta ininterrottamente fino alla sirena finale e che accompagna la strepitosa affermazione dei ducali per 65-58. UEB GESTECO CIVIDALE – GIORGIO TESI GROUP PISTOIA 76 - 68 (14-17, 37-27, 47-49) UEB GESTECO CIVIDALE Miani 12, Cassese 4, Rota (k) 16, Mouaha 2, D’Onofrio n.e., Battistini 11, Clarke, Pepper 11, Bonello, n.e., Micalich n.e, Nikolic, Dell’Agnello 9. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 6/10, Tiri da due 13/37, Tiri da tre 11/29, Rimbalzi 43 (33 dif. 10 off.) GIORGIO TESI GROUP PISTOIA Biagini n.e., Della Rosa (k) 6, Copeland 17, Farinon n.e., Saccaggi 13, Magro 2, Allinei, Pollone 3, Varnado 7, Wheatle 10. Allenatore: Nicola Brienza Vice: Luca Angella e Tommaso Della Rosa. Tiri liberi 7/10, Tiri da due 12/30, Tiri da tre 9/34, Rimbalzi 45 (35 dif. 10 off.) Arbitri: Enrico Boscolo, Alberto Perocco, Umberto Tallon Spettatori 2.200 circa

mercoledì 4 gennaio 2023

CIVIDALE APRE IL 2023 RIPRENDENDO QUOTA: MANTOVA BATTUTA 79-64

Per la prima partita del nuovo anno la Gesteco, con il forfait dell’ultimo minuto di Nikolic, era chiamata davanti al proprio pubblico ad interrompere la striscia negativa di tre sconfitte con cui aveva chiuso il suo memorabile 2022 e gli uomini del Presidente Micalich non hanno tradito le attese e le speranze dell’ambiente, disputando un match di grande applicazione ed intensità che li conferma come la rivelazione del torneo. In avvio Pillastrini si affida a Rota, Clarke, Pepper, Miani e Dell’Agnello mentre Zanco risponde con Palermo, Iannuzzi, Ross, Veronesi e l’ex APU Cortese, con i padroni di casa che impattano decisamente meglio sul match con un Dell’Agnello infallibile al tiro sugli scudi e si portano sul +13 (20-7) quando Clarke infila la sua seconda tripla della serata a 3’48” per poi mantenere il vantaggio fino alla prima sirena (26-14). Dopo un buona partenza, nella seconda frazione, Cividale come spesso accade inizia a litigare con il canestro e subisce un parziale di 0-11 che riporta in tre minuti Mantova a contatto sul 29-27 a metà tempo; adesso però sale in cattedra Clarke che con due triple più un fallo e una penetrazione in un “amen” piazza un contro-parziale di 12-0 prima che Miani in schiacciata riporti le Aquile in quota sul 42-27 a 2’51” dall’intervallo lungo a cui si arriva con il tabellone che segna 46-31. La terza frazione inizia con un’altra tripla siderale di Clarke e il quarto fallo di Iannuzzi, con gli ospiti che soffrono la ritrovata aggressività della difesa ducale e Cividale che va sul + 22 (53-31) a 6’38”, prima che Veronesi con due triple consecutive tenti di rianimare i suoi compagni per cercare la rimonta, accorciando sul 55-40 a 4’40” dalla penultima sirena; il tentativo riesce solo in parte perché i padroni di casa, costretti a privarsi di Clarke uscito per il riacutizzarsi dell’infortunio subito a Chieti, pur faticando in attacco riescono a tenere ancora a distanza di sicurezza gli ospiti fino al termine del periodo per il 61-47. L’ultimo tempo prende avvio nel migliore dei modi per Cividale che con un tiro sul filo dei 24 secondi di Rota e due triple di Battistini rispediscono i virgiliani sul – 20 (71-51) a 6’10”, prima di subire un parziale di 2-10 che riaccende un tardivo tentativo di Mantova di rimettere in discussione il match (71-61) a 2’50” che però stavolta i padroni di casa non si fanno sfuggire, incamerando i due preziosissimi punti per la loro classifica imponendosi alla fine per 79-64 e ribaltando così anche la differenza canestri negli scontri UEB GESTECO CIVIDALE – STAFF MANTOVA 79 - 64 (26-14, 46-31, 61-47) UEB GESTECO CIVIDALE Miani 7, Cassese 4, Rota (k) 10, Mouaha 8, Balde n.e., Battistini 8, Barel n.e., Clarke 18, Pepper 8, Cuccu n.e., Micalich n.e., Dell’Agnello 16. Allenatore: Stefano Pillastrini Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini Tiri liberi 9/14, Tiri da due 23/42, Tiri da tre 8/22, Rimbalzi 34 (22 dif. 12 off.) STAFF MANTOVA Lo, Miles 8, Criconia 2, Iannuzzi 6, Palermo 4, Veronesi 18, Janelidze 6, Cortese (k) 4, Ross 4, Calzavara 12. Allenatore: Nicolas Zanco Vice: Andrea Niccolai Tiri liberi 8/10, Tiri da due 19/28, Tiri da tre 6/28, Rimbalzi 31 (23 dif. 8 off.) Arbitri: Andrea Chersicla, Moreno Almerigogna, Chiara Maschietto Spettatori 1.640

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