martedì 19 settembre 2017

VAGABONDI O PELLEGRINI?

La decisione di non attribuire UN Senso, ma il PROPRIO Senso al personale cammino in mezzo alla moltitudine del Mondo, ci trasforma tutti da vagabondi in pellegrini, con tutte le conseguenze che si possono immaginare in termini di benessere: il pellegrino - colui che viaggia confidando su se stesso e sulla solidarietà del prossimo verso una Meta per lui degna di sacrificio - e il vagabondo  - colui che, confidando essenzialmente nell’aiuto degli altri  vaga senza Meta perché non è neppure in grado di individuarne una - ogni giorno affrontano lunghi percorsi e significative fatiche, ma solo il pellegrino ha la possibilità di addormentarsi in pace e con il salutare timore per le fatiche che lo aspettano il giorno successivo. A questo proposito risuona forte l’eco dell’insegnamento di Lucio Anneo Seneca: ignoranti quem portut petat nullus suus ventus est -  nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa in quale porto vuole approdare  (Lettere a Lucilio -  LXXI, 3). Infatti, l’essere umano per vivere ha bisogno di Senso, perché una vita  che ne è priva è insopportabile mentre in una vita con senso anche il dolore più intenso può diventare sopportabile così come un destino avverso non modificabile.

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