“Per voi si
tratterebbe di una storia finita in fretta” dice Bearzot ai giornalisti, “per
me sarebbe qualcosa di enorme: me ne resterei qui da solo a piangere”. E non ha
l’idea di uno scherza: lo farebbe davvero, lo sentirebbe prima doveroso che
spontaneo.
Bearzot non
scherza mai. Ha un senso della dignità e del dovere che lo costringono ad
emarginarsi: è terribile la forza con cui resta coerente al dolore.
Se ne discute
la sera, sul lungomare di Vigo tra giornalisti annoiati dalla solita pioggia e
la sensazione di essere al seguito di un’avventura perdente, la solita
testardaggine di Bearzot.
E le tue care mani mi guidarono.
pallido un debole presagio d'alba
riluceva all'orizzonte lontano:
il tuo sguardo fu il mattino.
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