venerdì 21 aprile 2023

SEMPRE PIÙ IN ALTO

"Sempre piu' in alto!" Esclamava con la sua inimitabile verve Mike Bongiorno nello spot pubblicitario per la grappa Bocchino negli anni '80. L'umanità sembra averlo preso in parola nel processo, sempre più accellerato di ibridazione tra uomo e macchina. Ma a vantaggio di chi? Dubito di entrambi. In quello stesso periodo all'Università di Udine il prof. Enzo Rullani, di cui ebbi la fortuna di essere allievo, ci disse: "in un futuro non troppo lontano le macchine negLi uffici permettereanno di fare in 5 minuti ciò che adesso si fa in un'ora". A noi studenti parve una promessa di felicità: se i più fancazzisti intravedevano un aumento smisurato del tempo libero, i più competitivi invece immaginavano il crescere delle possibilità dell'emergere di lavori creativi a scapito di quelli più routinari. Il professore invece smorzò subito quell'ingenuo entusiasmo: "Voi, futuri colletti bianchi, subirete la stessa sorte che ebbero gli operai con l'avvento delle macchine nelle fabbriche e del taylorismo: prima l'alienazione e poi la graduale espulsione. Se in 5 minuti potrete svolgere tante pratiche quante in un'ora, vi sarà richiesto in quell'ora il disbrigo standardizzato di un numero di pratiche tendenzialmete maggiore di almeno 12 volte." Sembrava un'esagerazione. Nella mia carriera lavorativa ho avuto modo di toccare con mano quanto il prof. Rullani avesse sbagliato per difetto quella previsione: oramai siamo da anni diventati noi umani negli uffici delle appendici dei sistemi informatici, la componente debole e meno efficiente del rapporto e nel quale non siamo noi a dettare tempi e modi di lavoro. Fase 1, quella dell'alienazione, compiuta. Adesso siamo agli albori dell'inizio della fase 2: l'espulsione "grazie" all'avvio dei sistemi di intelligenza artificiale che, potete scommetterci, farà sparire dai posti di lavoro un sacco di umani - umorali, lenti nell'apprendimento, soggetti alle bizze emotive, che necessitano di ferie e che si ammalano - di professioni che un tempo si chiamavano intellettuali come contabili, commercialisti, avvocati, medici, architetti... Esagero? Forse e mi auguro di cuore di sbagliarmi. in ogni caso, egoisticamente l'età raggiunta mi protegge dalla possibilità di vivere appieno la fase 2. Forse. Pensieri da Boomer, dirà qualcuno. Forse. Nel 1968 il genio visionario di Stanley Kubrick ci aveva già messi in guardia nel suo celebre "2001: a Space Odissey". Ai millenials e successivi ne consiglio la visione, anche se dubito fortemente che riescano a suoerare i 20 minuti dato il ritmo lentissimo e i silenzi che accompagnano il 75% della pellicola.

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