mercoledì 30 agosto 2017

CIELO OSCURO SOPRA BERLINO

Come diventò un agente della STASI Herr Wallestein e quali furono suoi compiti...

 Lei potrà immaginare quale fosse il numero degli orfani nel dicembre del 1945 nella Germania Orientale e che cosa rappresentavamo per il Regime: dei fogli bianchi da riempire. Stalin, dopo aver rinunciato agli aiuti americani del piano Marshall e letteralmente spogliato quello che rimaneva dell’apparato industriale presente nella Germania Est mandando impianti e macchinari in Unione Sovietica, pretese la “frattellanza” socialista dai tedeschi orientali che lui aveva “liberato” dal fascismo. Così, quali fossero le storie e le tendenze personali, gli abitanti della DDR dovettero passare dall’essere stati tutti, se non altro retoricamente, nazisti all’essere indifferenziatamente tutti comunisti e “fratelli” di quelli che erano stati i loro nemici.

Vuole dire che foste resi tutti “esenti” dal nazismo? Una specie di amnistia di massa...

La cosa fu molto piu’ sottile! Ci fu imposto di credere che i nazisti provenivano dall’Ovest, dall’altra Germania e che lì erano stati ricacciati dalla madre Russia dopo la fine della guerra. La Storia fu in breve rifatta ad uso e consumo della creazione dell’Uomo socialista, e l’operazione ebbe un successo tale, che gli orientali non sentirono piu’, come non lo sentono ora, di essere stati responsabili del regime di Hitler! Pensi che a Dresda, su di un ponte sull’Elba, mi è capitato di vedere una targa in cui si commemorava la liberazione dei tedeschi orientali dagli oppressori nazisti a opera dei loro fratelli russi!

Una strordinaria manovra di innocenza collettiva! E scommetto che lei si è trovato nel bel mezzo di questo gioco di prestigio...
Le ripeto, io dopo la guerra ero un bimbo orfano: conosce forse un bersaglio migliore per l’indottrinamento ideologico? E l’indottrinamento a cui fummo sottoposti durante il regime comunista nella DDR, quanto a metodi ed efficacia, non aveva nulla da invidiare a quello a cui fu sottoposto il marito di mia madre durante la sua adolescenza nella gioventu’ hitleriana!
Quando il muro fu innalzato nell’agosto del 1961, io avevo 15 anni e la mia aspirazione piu’ grande era quella di poter contribuire ad erigere quella difesa dalle aggressioni del mondo imperialista e capitalista dell’Ovest. Insomma, ero un predestinato: cos’altro potevo diventare, se non un agente della STASI? Entrai in servizio nel 1966, a 21 anni, dopo tre di accademia militare, e fui assegnato alla sezione che aveva lo scopo di impedire fughe e sconfinamenti; fino a quel fatale 9 novembre 1989, è stato il mio compito, che ho svolto con il massimo dello zelo possibile. Quando il Muro è caduto sono morto anch’io con lui.


Percepisco quasi un senso di nostalgia, di rammarico... non mi dirà che anche lei è davvero fra quelli che continuano a ripetere che nell’ex DDR, se mi permette l’espressione italiota, si stava meglio quando si stava peggio?


Non è nostalgia... è pena! Vede, io ho passato tutti gli anni piu’ significativi della mia vita in un’opera che ora è definita criminale, ma che per 28 anni era considerata vitale per l’esistenza del paese in cui io ero, mio malgrado, nato e cresciuto e che mi aveva dato un’istruzione ed un destino.
Oggi ho capito che mi trovavo dalla parte sbagliata di quel muro e adesso penso che avrei dovuto capirlo anche allora, che non ero un difensore del mio popolo ma solo un efficiente secondino; ma quando questi pensieri mi avvolgono, sento un dolore atroce e cerco di scacciarli, perchè accettarli senza riserve vorrebbe dire ammettere a se stessi, il nulla della propria vita. La pena piu’ grande però la provo quando vedo e sento i giovani, che non hanno conosciuto la DDR ed i regimi che hanno intossicato la Germania, brandire gli emblemi e ripetere gli slogan di quel passato.


Forse quella pena può essere superata con la sua testimonianza vivente: non pensa di poter diventare in questo suo ultimo scorcio di vita, parte di un altro muro, quello da erigere contro l’idiozia serpeggiante di questi tempi?
Vielleicht....

Vielen dank, Herr Wallenstein und Viel Glück!

(TRATTO DAL RACCONTO "IL GUARDIANO DEL MURO" GIA' PUBBLICATO IN PRECEDENZA NEL BLOG)








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