L’incontro avviene nel pomeriggio.. l’atmosfera è grigia… Praza Ourense è semi-deserta, avvolta dalla nebbia che puntuale è giunta dall'Atlantico… dopo pochi minuti, nell’unico locale aperto affacciato su Rua Peregrina, i due restano soli.
Ruben spiega a Carmen perchè la "Casa de Locos" di Goya conservata a Madrid nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando lo abbia affascinato sin dalla tenera età .. Carmen replica citando Edgar Allan Poe - Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale - Ruben è rapito dalle parole di Carmen e a fatica continua a spiegare le ragioni della sua ammirazione per tutti i dipinti di Goya e perchè proprio per quello in particolare - Domandarsi perché c'è chi diventa matto? Forse è più sensato chiedersi perché qualcuno non lo diventa mai. Se pensi a tutto quello che possiamo perdere in un solo istante, probabilmente è meglio chiedersi come si fa a rimanere sani di mente! - Carmen non riesce a staccare gli occhi da Ruben… Ruben è come paralizzato.. il respiro è sempre più difficile… ad un certo punto Ruben posa i suoi occhi su quelli di Carmen… Carmen non li sposta da quelli di Ruben… non c’è nessuno nel locale in quel momento, neppure il barista… ma anche ci fosse, sarebbe scomparso.. intorno ai due si crea il vuoto cosmico… è un momento di inquietudine massima… l’aria è carica di elettricità… i due volti si avvicinano lentamente… Ruben comprende che tra qualche secondo poserà dolcemente le sue labbra su quelle di Carmen… ma mentre lo sta ancora fantasticando quelle di Carmen si sono già posate sulle sue… è come se fosse esplosa una supernova nella testa di Ruben.. che immagina di sentire quelle labbra dolcemente sulle sue a lungo… invece mentre Ruben lo pensa.. Carmen lo sta già baciando con una passione che non aveva mai sentito prima in tutta la sua vita… e quell’inquietudine che aveva accompagnato Ruben per tutta la sua esistenza era scomparsa come per magia. Si ricordò di una lettura giovanile che lo aveva affascinato almeno quanto le pennellate di Goya: "Mi piace essere la cosa giusta nel posto sbagliato e la cosa sbagliata nel posto giusto, perché accade sempre qualcosa di interessante". Non ricordava più la fonte, ma aveva ben in mente l'autore: Andy Warhol "Eh no, caro Andy, cose interessanti capitano soprattutto quando si è la persona giusta al posto giusto." pensò Ruben risalendo qualche ora dopo Rua do Baron verso le Rias con orgoglio e in compagnia del suo sigaro. Solo molti anni più tardi, più vecchio e senza traccia di orgoglio, ancora più solo scrutando l'orizzonte dalla baia di Sanxenxo e vedendo salire dalle nebbie dell'Oceano il film di quel pomeriggio di novembre al "Cafè de Mar", concluse: "Maledizione a te, Andy Warhol! Non sai quanto mi disturba ammettere che avevi ragione."
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