martedì 29 maggio 2018

CRISI DI GOVERNO

Ora che la guerra era chiaramente perduta, la voglia di farla finita, o meglio, di salvare se stessi, era largamente diffusa anche tra i gerarchi del Regime. Alcuni di loro, in accordo segreto con la Monarchia e gli alti Comandi Militari, chiesero a Mussolini per il 25 luglio 1943 la convocazione del Gran Consiglio del Fascismo, un'Assemblea dei massimi esponenti del partito, con funzioni consultive e che non si riuniva ormai da anni. 
In quella drammatica seduta, durata tutta la notte, venne messo ai voti l'ordine del giorno presentato da Dino Grandi, conte di Mordano, presidente della camera dei fasci e delle corporazioni ed ex ambasciatore a Londra. 
Questo documento, dove si impegna Mussolini a restituire al Re il comando dell'esercito e a ripristinare le prerogative della Corona, viene infine approvato con 19 voti, 8 contrari e 1 astenuto. 
Quattro ore dopo la fine della seduta, Mussolini si svegliò alle 7 del mattino e il Re già informato all'insaputa del dittatore dell'esito del Gran Consiglio, aveva già firmato il decreto di nomina del nuovo Capo del Governo. La scelta era ricaduta sul Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, già Comandante supremo delle nostre forze armate al momento dell'entrata in guerra ed in seguito sostituito dallo stesso Mussolini a ragione della disastrosa campagna di Grecia. 

Vittorio Emanuele III, in divisa di Primo Maresciallo dell'Impero, che ha ordinato al dittatore di presentarsi in borghese, lo riceve nello studio di Villa Savoia alle 17,00. Mussolini giunge da solo, con un completo blu e cappello floscio marrone. 

VOCE DEL RE

Le cose non vanno più… l'Italia è in tocchi… l'esercito è moralmente a terra, i soldati non vogliono più battersi… ed il voto del Gran Consiglio è tremendo.. 

Io vi voglio bene, ve l'ho dimostrato più volte difendendovi da ogni attacco, ma questa volta devo pregarvi di lasciarmi libero di lasciare ad altri il Governo. Rispondo con la mia testa della vostra sicurezza personale, statene certo. Ho pensato che l'uomo della situazione è il Maresciallo Badoglio. Fra sei mesi si vedrà. 

VOCE DI MUSSOLINI

Badoglio? Allora è proprio tutto finito…

VOCE DEL RE

Mi spiace.. Mi spiace…

Il colloquio è durato meno di mezz'ora; appena uscito dallo studio del Re, Mussolini viene preso in consegna da un capitano dei Carabinieri in borghese e fatto salire in mezzo a tre militi armati di mitra, su di un ambulanza parcheggiata nel retro di Villa Savoia, che a grande velocità si dirige nella Caserma della Legione Allievi Carabinieri di Via Legnano, da dove il deposto dittatore inizierà una serie di spostamenti forzati e sotto sorveglianza, in varie località del territorio nazionale: l'isola di Ponza, l'isola di La Maddalena ed infine l'Albergo di Campo Imperatore sul Gran Sasso, a duemila metri d'altezza raggiungibile solo per funivia. 

Cinque minuti dopo aver congedato Mussolini, il Re convoca Badoglio il quale, dopo aver atteso nel pomeriggio giocando a bridge e festeggiato con una bottiglia di champagne, giunge dal sovrano con la lista dei ministri che devono formare il nuovo Governo. 

Sulla carta è un governo composto da funzionari, militari e diplomatici, in realtà si tratta di persone tutte già operanti sotto la bandiera del Regime. Completamente assenti personalità che avevano avversato in precedenza il fascismo, che comunque, nella caduta di Mussolini non avevano svolto alcun ruolo. 

Alle ore 22,45 del 25 luglio dai Microfoni dell'E.I.A.R. viene diffuso via Radio un messaggio d'agenzia: 

Attenzione! Attenzione! Sua Maestà il Re Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario di Stato, presentate da Sua Eccelenza il cavalier Benito Mussolini e ha nominato Sua Eccellenza il Cavaliere Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio. 

VOCI DI FOLLA 

… Sveglia… sveglia… è finita! Hanno arrestato Mussolini… A morte Mussolini… abbasso il fascismo… Viva il Re!.. Viva Badoglio!! 

Nelle grandi città la gente scende in piazza spontaneamente e ovunque vengono rimossi i simboli del Fascismo, s'inneggia al Re e vengono bruciati i ritratti di Mussolini.. ovunque scalmanati si gettano su chi ha il distintivo all'occhiello, glielo strappano, lo gettano in terra, lo calpestano al grido di "Via la Cimice!".. si canta l'inno di Mameli e si sventolano tricolori con l'emblema sabaudo... si svuotano le sedi del partito fascista e si danno alle fiamme i gagliardetti.. persino la sala del Mappamondo di Palazzo Venezia a Roma viene invasa.. 

In qualche città vengono liberati, su pressione di alcuni gruppi, i prigionieri politici antifascisti.. e, con loro grande stupore, si scoprono esigua minoranza rispetto all'antifascismo dilagante… In generale, però, il clima è più d'allegria che di vendetta.. è diffusa la convinzione che la caduta di Mussolini determini la fine della guerra. 

La sera del 26 luglio 1943, l'addetto militare dell'ambasciata tedesca di Roma, il generale Von Rintelen, trasmette a Berlino: 

Dopo 24 ore, in giro, del fascismo non si vede più nulla…


Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

NOTTI MAGICHE ANTE LITTERAM

25 giugno 1983 – Arrivo al campo mezz’ora prima del fischio d’inizio, di corsa dopo essere riuscito a fuggire da una riunione familiare ...