domenica 27 maggio 2018

EL ALAMEIN E DINTORNI

Dall'altra parte dei reticolati, al di là dei campi minati, il generale Montgomery aveva radunato un esercito di 220.000 uomini, con 1.100 carri, di cui 270 Sherman americani appena usciti dalle catene di montaggio e nell'aria aveva il dominio incontrastato dell'aviazione. Di fronte gli italo-tedeschi schieravano 108.000 mila soldati, per lo più provati da mesi di combattimenti e logorati da avanzate senza sosta nel deserto, poco più di 400 carri armati, di cui solo 30 di nuova produzione tedesca, in grado di competere con gli Sherman americani ed i Crusaders inglesi. 
Quando, alle 21.40 del 23 ottobre 1942, il cielo del deserto fu improvvisamente illuminato dalla più grande tempesta di fuoco che sino ad allora si fosse vista, fu solo l'incredibile ardimento con cui i nostri soldati si opposero allo strapotere nemico e la prundenza con cui Montgomery condusse l'offensiva, ad impedire che in pochi giorni tutta l'armata italo-tedesca fosse distrutta. 
Solamente il 4 novembre Hitler acconsentì la ritirata, per mettere in salvo quel poco che ancora rimaneva dell'armata… rimasero sul pietrisco di El Alamein 5.500 soldati italiani, 3.500 tedeschi e 5.000 inglesi… caddero prigionieri dell'esercito britannico 35.000 uomini.
Le nostre divisioni di fanteria Bologna, Pavia e Brescia, la divisione corazzata Ariete e quella di paracadusti Folgore, vennero praticamente annientate; in particolare quest'ultima, partita da Tarquinia forte di 5.000 uomini, il 7 novembre, giorno della resa conta 32 ufficiali e 262 militari di truppa.

L'11 novembre a battaglia conclusa, la BBC, via radio in Inghilterra trasmette che:

I resti della divisione italiana Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane...

Un cippo lasciato dai nostri bersaglieri sul campo di battaglia dice: " Mancò la fortuna, non il valore – Alessandria 111 Km."… oggi sappiamo che non fu né mancanza di fortuna, né di valore… bensì di mezzi, carburanti, munizioni e viveri… ma probabilmente già allora lo sapeva più di qualcuno.

ITALO

… ci hanno ordinato di resistere o morire… abbiamo resistito come disperati per salvare la pelle… e adesso ci ordinano di ritirarci nel deserto… per 1.500 km indietro… a piedi, maledetti piedi… senza cibo, senza nulla…Ma che ne sa il comando a Tripoli di quello che c’è qui, di quello che c’è stato qui? … Ieri ci ha sorpassato una colonna di camion pieni di camerati tedeschi anche loro in fuga.. sapete com’erano targati quei mezzi? R.E.: Regio Esercito… abbiamo cercato di fermarli.. di farci caricare… ci hanno sorpassati e qualcuno persino ci ha sparato addosso… Non abbiamo neanche avuto il tempo di realizzare, che subito ci hanno mitragliati dal cielo gli Spitfire inglesi… Eppure nessuno si ferma… tutti indietro come disperati verso ovest..

Le sorti del conflitto in Africa furono segnate: iniziò una gigantesca e drammatica ritirata, che portò i resti di quell'armata in Tunisia, dove 6 mesi dopo, nel maggio del 1943, si arrese all'accerchiamento di inglesi ed americani, nel frattempo sbarcati nel novembre del 1942 in Marocco ed Algeria.

La campagna d'Africa si era conclusa con la cattura in Tunisia di 250.000 nostri soldati; complessivamente le forze italo-tedesche persero 1 milione di uomini, tra morti, feriti e prigionieri, 8 mila aerei, 6.200 cannoni, 2.500 carri armati, 70 mila veicoli e 2 milioni e mezzo di tonnellate di naviglio mercantile.

1 commento:

  1. Giuseppe Passoni , hai scritto la pura verita' di come si svolsero i fatti. la "fortuna" va aiutata mentre da parte italiana c'erano entusiasmo ed impreparazione. Quando svolsi il mio servizio militare anni fa, c'era un maresciallo ex Folgore reduce da El Alamein e mi raccontava che per mesi e mesi li avevano addestrati per prendere Malta dal cielo, poi invece li mandaro, senza dovuti mezzi, a combattere a piedi nel deserto. Un massacro di valorosi.

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