giovedì 12 settembre 2019

IL TESTAMENTO DEL REGISTA

Fare parte di una compagnia teatrale è una delle esperienze più esaltanti che si possano maturare: significa imparare a conoscere sé stessi, ad interagire con gli "altri" e avere la possibilità grazie allo schermo del palcoscenico, di far emergere senza inibizioni, in un ambiente "protetto", i lati più nascosti del nostro "io", potendo anche sperimentare modalità comportamentali che non ci sono "familiari" nella vita di tutti i giorni. "Fare teatro" non significa imparare a recitare bene, avere una buona dizione, saper rispettare i canoni imposti dalla regia; "fare teatro" è mettere in gioco quell'unico ed irripetibile patrimonio che ognuno di noi possiede indistintamente: la propria anima. 
Una buona dizione, una buona memoria, un bel portamento altro non sono che "tecniche" al servizio della propria anima: pensare di "essere" attori praticando la sola tecnica vuol dire trasformare la possibilità di vivere un'Arte, quella del fare teatro, nella certezza di eseguire un compito scritto e pensato da altri. 
Tutto questo vi scrivo non per incitarvi a disprezzare od ignorare le "tecniche", che sono elementi necessari, anche se non sufficienti, per essere dei bravi interpreti; lo faccio con l'intento di esternarvi il mio modo di vivere il Teatro, visto che da oggi ci troveremo insieme a costruire un nuovo spettacolo ed io avrò il difficile, ma esaltante compito, di esserne il regista. 
Ad attenderci in questi mesi ci saranno di certo difficoltà e momenti "grigi", ma se sapremo coltivare tra noi il rispetto e la tolleranza reciproca, il premio sarà quello di vivere un'esperienza indimenticabile che ci renderà tutti più ricchi e …."VIVI", non dimenticando mai che, se attori e tecnici ameranno il loro lavoro e si divertiranno nel vivere lo spettacolo, il pubblico altro non potrà fare che mettersi in coda… 

Il Regista

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