Le cose accadono e l’unico
potere che è concesso a noi mortali è di decidere cosa farne con le risorse che
abbiamo a disposizione. Quando accadono fatti spiacevoli che sgretolano il
nostro stato di benessere, la nostra beata quotidianità, potremmo essere
indotti a cadere nello sconforto, nel lamento, nell’autocommiserazione pensando
che l’intero Universo sia in combutta contro di noi. Idea piuttosto infantile e
megalomane, quella pensare che il Cosmo abbia interesse ad una sua parte meno
che infinitesimale. La domanda che ricorre ogni giorno di questi tempi è:
quando finirà l’Emergenza? Quando torneremo a tutto quello che abbiamo
incominciato a perdere esponenzialmente a partire da qualche settimana? La
risposta potrà sembrare brutale, ma credo sia semplice: mai più. Questa non è
più un’emergenza, un’alterazione violenta dello status quo a cui si pone
rimedio come un guasto meccanico e poi si ricomincia ad usare l’auto come se
nulla fosse accaduto. Questa è una Crisi, una reazione a catena che segna un
punto di discontinuità e solo quando tutte le tessere del domino saranno cadute
e l’energia che ha fatto collassare il sistema si sarà scaricata, capiremo dove
e come ci saremo assestati. Qualcuno dice che sarà meglio, altri dicono che
sarà peggio, in diversi concordano che “semplicemente” sarà diverso. Premesso
questo, la domanda oggi è: nel frattempo come affrontiamo la Crisi? Con
l’unico modo che noi umani abbiamo a disposizione: dando giorno per giorno del
nostro meglio seguendo i nostri talenti, date le condizioni che ci circondano e che sono fuori dal nostro
controllo, adattandoci responsabilmente meglio che possiamo qui ed ora. Per cui credo che utilità
pari allo zero sia il pensiero ricorrente a quello abbiamo perso e ancora più
inutile sia sprecare risorse psicologiche nel fare previsioni su quando e come finirà:
nel primo caso renderemmo oltremisura insopportabili le nuove dinamiche che c’impone
il presente, nel secondo caso rischieremmo la paralisi e la rassegnazione,
perdendo la mente negli scenari più foschi e magari in un panico senza ritorno
comprendendo che il nostro “paradiso” è perduto. Da sempre a sopravvivere non
sono i più intelligenti, i più furbi o i più ricchi, ma coloro che sanno
adattarsi meglio al mutamento. A maggior ragione, anche in questa potente Crisi,
andrà così. Giorno dopo giorno, ripetendoci come un mantra che nessun uomo basta a sé stesso. A viso aperto, senza smettere di inseguire i
propri sogni, quelli nati o che nasceranno nei tempi del Corona.
Concludo con il mio, citando Neil
Diamond
We've traveled halfway
'round the world
To find ourselves again
To find ourselves again
.. ...
September morning
Still can make me feel that way
Neil Diamond, September morn, 1979