martedì 27 ottobre 2020

KAR IZJAVLJA? COSA DICHIARA ?



Febbraio 2007

Ho annullato tutti gli impegni della giornata, sono salito in macchina e di gran carriera sono partito dalla mia Cividale in direzione del valico italo-sloveno di Stupizza-Robič, destinazione Mlinsko, un piccolo villaggio attraversato dalla strada che unisce Kobarid a Tolmin.
La giornata quasi primaverile, lo splendido paesaggio della Val Natisone e della Soča, la vista delle cime del Matajur e del Krn, appena “sporcate” dalla neve, questa volta non mi hanno rasserenato l’animo come accade di solito, ma hanno suscitato nella mia mente il vivo pensiero che quel paesaggio paradisiaco, neppure 100 anni fa, fu lo sfondo per uno dei più sanguinosi mattatoi della prima guerra mondiale. Neppure l’agevole attraversamento del confine è riuscito a rincuorarmi: anzi, appena lasciato il posto di polizia sloveno il mio pensiero non si è rivolto all’ormai imminente abolizione anche fisica del confine stesso, ma bensì mi sono ritornate in mente immagini inquiete della mia infanzia, ovvero quando con mio padre ogni sabato, ci recavamo in macchina in “Jugo” a fare il pieno di benzina e a comperare la carne. Un brivido mi è corso lungo la schiena, per un attimo all’altezza di Robič, dove la repentina uscita di un cacciatore dal bosco è stata scambiata dai miei sensi per l’attraversamento dei miliziani che all’epoca pattugliavano il confine con la stella rossa sulla bustina, il kalashnikov imbracciato minacciosamente e scrutavano in modo assai poco amichevole le auto di passaggio; constatare prontamente che la loro vecchia caserma sulla sinistra, con la scritta “Naš Tito” ben in evidenza, ha lasciato il posto ad un Casinò dalla benaugurate insegna di “Aurora” mi ha solo parzialmente sollevato, così come il pagamento in euro del caffè nella gostlina “pri Franku” mi ha fatto solo venire in mente i tempi in cui mio padre nascondeva nei calzini i dinari per pagare carne e benzina e così ho rivissuto anche la tensione che regnava dentro la nostra Fiat 128 quando i finanzieri ci indirizzavano la frase di rito ”Cosa dichiara?”, i doganieri jugoslavi ci rivolgevano parole incomprensibili invitando il papà ad aprire il bagagliaio della macchina e subito dopo, superato il blocco, mia madre si arrabbiava con lui perché voleva sempre portare “i bambini” appresso e cercava di farsi promettere che non l’avrebbe più fatto.
Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'Unione Sovietica si è potuto accedere agli archivi militari di quel periodo e oggi sappiamo che in Ungheria erano stanziate le armate corazzate sovietiche che assieme a quelle ungheresi avevano il compito, in uno scenario di eventuale conflitto contro la NATO, di invadere il nostro paese attraversando la Slovenia per entrare successivamente in Italia dalla "porta di Gorizia".
Dall'analisi delle forze in campo, l'Alto comando sovietico aveva stimato, prevedendo il solo uso delle armi convenzionali, di far arrivare i suoi mezzi corazzati a Milano in 4 giorni dall'ora Zero. 
I nostri  Comandi, nella medesima analisi, ritenevano un successo militare riuscire a resistere e trattenere in Friuli per 2 giorni l'Armata Rossa nella sua corsa verso la Lombardia, considerando lo squilibrio degli armamenti a disposizione ed in modo particolare l'arretratezza di quello a disposizione dei nostri soldati rispetto a quello delle truppe del Patto di Varsavia.  
Fortunatamente tutto questo scenario resta oggi solo materia per romanzi. 


(DAL RACCONTO "LA VESTALE DI MLINSKO" GIA' PUBBLICATO NEL BLOG)

5 commenti:

  1. Bel racconto di ciò che abbiamo vissuto in quegli anni...

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  2. In quel periodo anch'io ho de bei ricordi.Ai tempi abitavo a Serravalle Scrivia provincia di ALESSANDRIA le mie origini sono Istriane .Car a Casale Monferrato e poi dritti a Cividale del Friuli ,,caserma Francescatto.Il paese mi ricordava Serravalle ,,il bello era che io ero sul confine Italiano e mio cugino a pochi chilometri da me in una caserma Jugoslava.Ridendo e scherzando ci sentivamo e pensavamo ,,Se scoppiasse una guerra come potremmo spararci uno contro l'altro.Grazie a dio non e ' mai successo,,,sono rimasti dei bei ricordi e un confine che non esiste piu'.

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