venerdì 23 ottobre 2020

QUANDO A CIVIDALE C'ERA IL GENERALE

Il 28 ottobre 2016, con la cerimonia di trasferimento della bandiera di guerra dell’8° Reggimento Alpini dalla Caserma Francescatto alla Caserma Feruglio di Venzone, veniva meno la millenaria presenza di reparti militari a Cividale del Friuli, insediamento sorto proprio come Castrum in età romana e solo in seguito elevato a Forum da Gaio Giulio Cesare nel 50 a.C.; questa presenza fu particolarmente intensa durante la prima guerra mondiale e a partire dal 1950, quando nel secondo dopoguerra la situazione geo-politica del confine orientale fece sì che la regione e la città di Cividale, venissero a trovarsi sul punto di contatto tra due mondi contrapposti e per 40 anni sul punto di scontrarsi con le armi. Questa circostanza portò alla decisione di stanziare in maniera stabile sul territorio del Friuli Venezia Giulia i 2/3 dell’intero esercito italiano per creare una barriera contro un’eventuale invasione delle truppe del Patto di Varsavia; così ogni paese della regione vide sorgere o raddoppiare, triplicare, quadruplicare il numero di siti destinati all’ospitalità di truppe, armi e installazioni difensive. Si calcola che ogni anno dal 1950 al 1989 fosse mediamente presente una forza di 200.000 uomini su di un territorio di un milione e duecentomila persone scarse, senza contare le forze di polizia, i carabinieri e la guardia di finanza. Si può stimare, per difetto, che in quei quarant’anni non meno di 5 milioni di ragazzi italiani siano transitati in Friuli per il servizio di leva; sicuramente tutto questo contribuì a risollevare l’economia disastrata della regione, uscita a pezzi sotto ogni punto vista – morale, economico, civile e sociale - dopo le tragiche vicende del periodo 1943-47, ma chiese in cambio un nuovo tributo in termini di disagio sociale, considerando che la presenza militare impediva un “normale” sviluppo della ricettività turistica o delle relazioni di comunità come nelle altre parti d’Italia. Tornando nello specifico alla mia città, in quel periodo, vide la contemporanea presenza di ben 4 Caserme sul territorio comunale, più una subito oltre il confine con il Comune di Premariacco a Ipplis, per una presenza media di circa 3.000 uomini, tra ufficiali, sottufficiali e militari di truppa su di un’area abitata da 11.500 locali.

La caduta del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda, la dissoluzione della Jugoslavia e l’ingresso della Slovenia e degli altri paesi dell’est nell’Unione Europea e nella NATO hanno mutato completamente lo scenario e fatto venir meno l’esigenza originaria, per cui a velocità sostenuta i vari Governi hanno dato il via ed eseguito lo smantellamento capillare “dell’occupazione” chiudendo le caserme e buttando via la chiave, abolendo la leva obbligatoria e ridimensionando anche la presenza delle forze di polizia sul territorio con l’intento di diminuire il debito pubblico galoppante; se fino al 1989 il nostro Esercito poteva contare su circa 240.000 uomini di cui 150.000 erano militari di leva, attualmente i 90.000 appartenenti alle forze armate sono costituiti per i due terzi abbondanti da ufficiali e sottufficiali. Tanti comandanti e pochi soldati, che in un certo senso è quello che sta accadendo in tanti altri ambiti della società italiana. Naturalmente l’economia locale ha avuto un primo contraccolpo negativo dal mutato scenario, ma via via è iniziata la riconversione del Friuli in un posto “normale” d’Italia e ha preso piede anche l’idea che ci siano molti tesori storici, artistici e paesaggistici da mostrare ai “Forests” (i forestieri) in maniera vantaggiosa.

Voglio soffermarmi su un decennio particolare, quello dal 1975 al 1986, quando Cividale del Friuli fu addirittura sede di un Comando Brigata, con la presenza di un Generale nella Caserma Francescatto, ricordando i reparti militari e il luogo in cui erano acquartierati. Caserma “Francescatto”: Comando della Brigata Meccanizzata “Isonzo” e 76° Battaglione Fanteria Meccanizzata “Napoli” (Brigata sciolta nel 1986 con passaggio delle consegne alla Brigata Meccanizzata “Mantova” con Comando in Udine – Battaglione sciolto nel 1997); Caserma “Zucchi-Lanfranco”: 59° Battagliane Fanteria Meccanizzata “Calabria” (Battaglione trasferito nel 1989 e sciolto nel 1991); Caserma “Vescovo” – Purgessimo: 120° Battaglione Fanteria d’Arresto “Fornovo” – distaccamento (Battaglione trasferito nel 1986 per incorporazione nella Brigata Meccanizzata “Garibaldi” e poi sciolto nel 1991); Caserma “Miani” di Grupignano: 52° Battagliano Fanteria d’arresto “Alpi” – distaccamento delle famose cravatte rosse (Battaglione trasferito nel 1991 nella Caserma “Zucchi-Lanfranco”, poi trasferito nel 1993 a Portogruaro e infine sciolto nel 1996).

Un grazie colmo di gratitudine a tutti quei ragazzi, sicuramente almeno pari a 100.000, che in quel periodo storico hanno “abitato” la mia Città e hanno lasciato un pezzo della loro gioventù tra il Natisone e le nostre vallate e di cui credo, oggi, serbano un buon ricordo, anche se non sempre noi friulani ci siamo dimostrati campioni di ospitalità.

Le vicende storiche vissute in queste terre, credo che possano rappresentare una circostanza attenuante e una valida ragione per spiegare la diffidenza che ci caratterizza a prima vista.

Ogni volta che vorrete tornare, vi saremo amici. Troverete una Cividale ancora più bella di come l'avete lasciata.




6 commenti:

  1. Una sola parola da parte di uno di quei tanti rgazzi... grazie!

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  2. 8°/83 30A 3^ compagnia ik0ykk

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  3. Ero del 3/87 alla Caserma Zucchi sede del 59 Fanteria Calabria , tanti ricordi di Cividale soprattutto belli, non manco mai tornare appena ne ho l'occasione, spero tra non molto, in saluto ai Cividalesi e ed il popolo Friulano 👋👋

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  4. Ho un bellissimo ricordo di Cividale del Friuli dove negli anni 60 sono stato inviato come sottotenente presso la divisione Mantova. Purtroppo non riesco a trovare qualche mio collega.Mi ricordo di un tenente Frazza,chissa se è vivo? Ten.Romeo Domenico

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  5. Tornato recentemente per esorcizzare gli incubi della naja. Grazie Cividale 10/3/82

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  6. Ciao, sono (stato) l'autista del Colonnello De Nipoti fino alla chiusura del reggimento il 30 giugno 1997. Il giorno dopo ho guidato io la Croma blu che guidava il convoglio di tre mezzi che ha accompagnato al Museo delle Bandiere all'Altare della Patria la bandiera di guerra del reggimento.
    Sono tornato a Cividale nel 2011 con moglie e figlia ed è stato un bellissimo tuffo nel passato.
    Un paese e una terra che ho apprezzato molto, dal cibo alla bellezza dei luoghi. Sono stati undici mesi che ricordo sempre con piacere.

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