L'avvio della stagione 2021/22 è scattato con le due massime esponenti del panorama cestistico friulano -l'APU OLD WILD WEST Udine in serie A2 e la GESTECO Cividale in serie B - che sembrano partite con il piede giusto, guadagnandosi entrambe il diritto alla finale che dà l'accesso alle final-eight nazionali delle rispettive Supercoppa di Lega, quest'anno da disputarsi in quel di Lignano.
Le due compagini sembrano smaniose di riprendere il cammino da dove l'avevano lasciato, ovvero dalla mancata promozione in A e in A2, sfumata a gara 4 della finale play-off contro Napoli per la società del Paròn Pedone e addirittura a gara 5 in quel di Fabriano per gli uomini del Presidente Micalich; il compito di migliorarsi è davvero difficile, sia per coach Boniciolli che per il collega Pillastrini, ed in modo particolare per quest'ultimo: fare meglio dell'anno passato vorrà dire solo centrare la promozione.
Per cercare di "dar coraggio" alle due formazioni voglio dedicare ad entrambe il ricordo dell'ultima promozione nella massima serie conquistata da una formazione friulana, ovvero quella della Snaidero Udine al termine della stagione 1999/2000.
Dopo la retrocessione in serie B della Libertas Udine nel 1995, con il fallimento della stessa l'anno seguente e con la massima espressione cestistica friulana che nel frattempo era divenuta la Longobardi Basket Cividale militante in serie B2, nell'estate del 1999 la famiglia Snaidero ritornava tra l'entusiasmo generale per risollevare le sorti del basket udinese acquistando i diritti sportivi del Vicenza basket, società che aveva appena conseguito sul campo il titolo per l'iscrizione al torneo di serie A2 1999/2000.
Il palasport Carnera tornava a vestirsi di arancione dopo l'ultima stagione 1976/77 disputata con il marchio di Majano, terminata con la retrocessione in A2, e nel parterre tornava a sedersi un discendente della famiglia Snaidero, Edi, dopo che il fratello Dario aveva presieduto il club udinese ancora per 3 stagioni fino al 1980 con i colori biancoverdi del marchio Mobiam, azienda della galassia di famiglia, prima di passare la mano al gruppo Tropic.
Edi Snaidero si affida al "vecchio drago" Giancarlo Sarti in qualità di General Manager che per la panchina scommette su di un allora trentasettenne triestino di belle speranze, cresciuto all'ombra del santone "Boscia" Tanjevic e alla prima esperienza come head coach in serie A2.
La stagione regolare si svolge tra alti e bassi, e più bassi che alti ad onor del vero, con il taglio in corsa di due americani e l'arrivo al sesto posto su undici partecipanti, ma che comunque consente la partecipazione ai play-off promozione con una formula molto generosa: due tabelloni con 4 squadre ciascuno che con semifinali e finali al meglio delle 5 partite permettono la promozione in A1 di 2 squadre, assieme alla già promossa vincitrice della stagione regolare: la Cordivari Roseto.
Ed ecco che nelle ultime partite della regular season il G.M. Sarti cala l'asso vincente: ingaggia Charles "Charlie" Smith, guardia ventiquattrenne già militante nell'NBA con i Miami Heat e i Los Angeles Clippers, strappandolo in quel momento dai Rockford Lightning della CBA; l'impatto del texano di Fort Worth è strepitoso e trasforma una modesta squadra priva di grandi possibilità, in un'outsider temibilissima: a suon di penetrazioni, schiacciate, rimbalzi offensivi e tiri dalla lunga e media distanza quello che per tutti è già divenuto "il Ragno", trascina letteralmente gli "orange" nella semifinale contro la Record Napoli, strapazzata con un perentorio 3-0 nella serie.
L'avversario della finale promozione però è di ben altra pasta: l'INA Assitalia di Barcellona Pozzo di Gotto guidata dal coach Giovanni Perdichizzi ha concluso la stagione regolare al secondo posto, in squadra annovera in cabina di regia un satanasso USA qual era Gerrod Abram, gode del fattore campo e può contare sul clima infuocato del suo palazzetto, dove tutti hanno lascito le "penne".
L'avvio della serie infatti sembra confermare i pronostici a sfavore, con i siciliani che vincono in gara 1 tra le mura amiche per 92-87 nonostante la prova maiuscola del "Ragno"; gara 2 a Udine invece vede gli arancione spazzare via Abram e compagni con un perentorio 98-75 e con l'INA mai in partita.
La svolta è gara 3: in un clima da corrida, con alcune decisioni arbitrali dubbie a favorire Udine, i friulani all'ultimo giro d'orologio s'impongono di un punto, fissando il tabellone finale sul 79-80.
La sera del 25 maggio 2000 l'appuntamento per gara 4 è al Carnera di Udine, stracolmo oltre ogni limite di sicurezza, strabordante e con un tifo caldo quanto quello siciliano; in tutti ci sono una consapevolezza ed una speranza: la prima è che "o stasera o mai più" perché tornare in Sicilia per gara 5 significa lasciarci le penne e la seconda è quella di bissare gara due, dove Barcellona era stata letteralmente spazzata via.
E' la speranza che invece viene subito spazzata via sin dalle prime battute: i siciliani sono con le spalle al muro e lottano con il coltello tra i denti su ogni pallone sin dalla palla a due iniziale, mentre la Snaidero accusa il "braccino corto" e gioca contratta, costellando la prima frazione di errori sia in difesa in attacco. Risultato: le magie di Abram e uno scatenato Li Vecchi portano Barcellona avanti di 11 lunghezze già alla prima sirena (allora i 40' erano divisi ancora da due tempi da 20' ciascuno). chiudendo sul 33-44. L'inizio della seconda frazione è ancora peggiore, con gli uomini di Perdichizzi che arrivano a metà tempo addirittura avanti di 19 punti.
Ed ecco che in quel momento, "against all odds", "il Ragno" si sveglia dal sorprendente torpore in cui era caduto sino allora e inizia ad allungare i suoi tentacoli e si carica gli sfiduciati compagni sulle spalle: coadiuvato da Teo Alibegovic sciorina una serie ininterrotta palle recuperate, rimbalzi, bombe penetrazioni, schiacciate che punto dopo punto riportano Udine prima a contatto e poi, a 5" dalla sirena avanti di un punto sul 82-81.
Saranno gli ultimi 5 secondi più lunghi della storia cestistica udinese: Abram manda una palla a Li Vecchi che dall'angolo lascia partire a 1" dalla fine un comodo tiro da due punti.
Il cuore si ferma, il silenzio cala per un tempo che sembra infinito sul Carnera.
La palla che sbatte sul ferro e il suono della sirena scatenano poi un boato degno dello Stadio Friuli scosso dalle reti di Zico.
Fu di nuovo serie A1 per Udine dopo 14 anni e durò ininterrottamente sino al 2009, prima del nuovo abbandono della famiglia Snaidero nell'estate 2011 con la squadra che non si iscrisse per un altro campionato di A2.
Palasport "Primo Carnera", Udine
25 maggio 2000
SNAIDERO UDINE - INA ASSITALIA BARCELLONA POZZO DI GOTTO 82-81 (33-44)
SNAIDERO UDINE: Pieri 8 (4/6, 0/1), Joerke 15 (5/8), Lazic 5 (0/1), Zacchetti n.e., Alibegovic 16 (5/8), Carraretto 5 (1/3, 1/2), Zambon n.e., Sartori 6 (1/3, 1/2), Cantarello (0/1), Smith 27 (8/12, 2/5) Allenatore: Matteo Boniciolli
INA ASSITALIA BARCELLONA POZZO DI GOTTO: Veneri, Giordano n.e., Bragg 7 (3/9), Abram 21 (4/6, 3/6), Soragna 7 (2/3, 1/2), Piazza 2 (1/1, 0/2), Brembilla 2 (1/1, 0/2), Li Vecchi 29 (6/11, 4/10), La Torre 4 (2/2), Morales 6 (3/4). Allenatore: Giovanni Perdichizzi.
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