venerdì 17 settembre 2021

ABEL BALBO E DINTORNI

Tra i tanti giocatori stranieri che hanno vestito la maglia bianconeri lasciando tracce importanti sul terreno di gioco e nel cuore dei tifosi c'è sicuramente Abel Eduardo Balbo, centravanti argentino di chiare origini italiane che militò nell'Udinese in un periodo caratterizzato da sali-scendi tra la serie A e B.

Balbo, nato a Villa Constitucion il 1 giugno 1966, giunse a Udine assieme al connazionale Nestor Sensini nell'estate del 1989 per rinforzare l'attacco delle zebrette che avevano appena conquistato la promozione in serie A dopo aver concluso al terzo posto il campionato di serie B 1988/89 agli ordini di Nedo Sonetti e grazie ai gol del bomber Antionio "Toto" De Vitis; l'arrivo in Friuli concretizzava il sogno di Abel di giocare nella nostra serie A e che era svanito l'anno precedente quando Newell's Old Boys e Verona si erano accordate per il trasferimento e l'allenatore degli scaligeri Osvaldo Bagnoli, il "mago della Bovisa", aveva fatto saltare tutto non ritenendo il giovane argentino ancora pronto per il campionato italiano.

Per la verità anche l'arrivo in Friuli non fu proprio lineare, essendosi l'acquisto di Balbo perfezionato solo dopo la rescissione del contratto tra l'Udinese e l'attaccante israeliano Ronnie Rosenthal, già prelevato dal Direttore Sportivo Marino Mariottini addirittura dai "Reds" di Liverpool; si trattava dunque di una seconda scelta che certo non scaldò la tifoseria friulana che ben poco sapeva di Balbo, presentatosi con una folta chioma riccioluta nel ritiro precampionato a disposizione del nuovo tecnico Bruno Mazzia, anch'egli "mago" zonarolo esordiente nel massimo campionato, dopo aver guidato in serie A la Cremonese.

Il progetto del Presidente Pozzo di conquistare prima una tranquilla salvezza per poi consolidare la categoria grazie ad un mix di giocatori esperti (il portiere Garella, il terzino Oddi, l'ex madrilista Ricardo Gallego e Riccardo Mattei per il centrocampo) e di talenti di belle speranze (Sensini, De Vitis, Branca e lo stesso Balbo) guidati tutti da un allenatore emergente con il credo dell'innovazione tattica e del "bel gioco",  fallì invece dal principio, con i friulani retrocessi all'ultima giornata dopo aver vanamente inseguito sempre dai bassifondi della classifica la zona salvezza e con il tecnico Mazzia esonerato già la vigilia di Natale per far posto ad un allenatore non proprio emergente e ricco di stimoli come Rino Marchesi.

Nel suo primo campionato in Italia Abel Balbo pur disputando 28 dei 34 incontri mettendo a segno 11 reti e risultando il miglior cannoniere della squadra, si era dimostrato ancora acerbo per poter reggere il confronto con i migliori bomber del calcio internazionale e che allora militavano ancora quasi tutti in Italia. (Van Basten, Klinsmann, Careca, Maradona, Gullit ecc.).  

L'impressione era quella di un giocatore dotato di ottimi fondamentali, bravo ad aprire gli spazi, non abile nello stretto, con un'eccellente progressione che si concludeva spesso con mortiferi e vincenti tiri ad incrociare ma con un carattere mite e poco confacente allo stereotipo dell'argentino "figlio di puttana". 

Impressione confermata dalla convocazione in nazionale da parte di Carlos Bilardo per difendere nei mondiali di Italia '90 il titolo conquistato quattro anni prima a Città del Messico dalla "mano de Dios" e compagni: Abel fece si parte dei 22 che persero l'alloro nella finale di Roma contro i tedeschi ancora solo dell'Ovest dopo aver fatto fuori gli Azzurri nella sanguinosa - per noi - semifinale di Napoli, ma fu impiegato però solo nel match inaugurale perso dall'albiceleste contro il Camerun a Milano, con il CT che gli preferì addirittura il più esperto ma non trascendentale Gustavo Dezotti.

Superata la doppia delusione della retrocessione e dei mondiali italiani, Abel si ritrovò in ritiro per affrontare una stagione in serie B con l'Udinese, ai nastri di partenza addirittura zavorrata di 5 punti di penalizzazione per un presunto tentativo di "combine" denunciato dal Presidente Calleri della Lazio, una volta saputo che la telefonata ricevuta dal Presidente Pozzo che chiedeva di restituire un favore concesso ai biancazzurri  durante la serie B 1987/88, era stata intercettata. 

Dopo un avvio difficoltoso e l'esonero di Rino Marchesi a favore di Adriano Buffoni, Abel Balbo inizia ad ingranare e con 22 reti in 37 incontri e guida i friulani in un'imperiosa rimonta che li porta addirittura ad un passo dalla clamorosa promozione, svanita solo a qualche giornata dal termine in quel di Padova, dove i padroni di casa ribaltano nel finale il vantaggio udinese conseguito grazie al suo ennesimo gol griffato con un diagonale di destro ad incrociare dopo aver superato in progressione il diretto marcatore, che gli valse il titolo di capocannoniere della serie B 1991/92.

L'estate del 1991 è di nuovo rovente in casa udinese, con il Paròn Pozzo che, dopo aver ceduto nell' autunno 1990 la Presidenza nientemeno che a Ferruccio Saro con il mandato di vendere la proprietà a chi offriva le migliori garanzie per la piazza,  prima firma un preliminare di cessione delle azioni dell'Udinese a Maurizio Zamparini e poi si rimangia tutto riprendendo in mano le redini della società affidando al Prof. Franco Scoglio la panchina dell'Udinese con l'obiettivo di risalire in serie A.

Naturalmente per il raggiungimento dell'obiettivo non si può prescindere del bomber argentino, punta di diamante di una squadra che annovera giocatori di categoria superiore come il connazionale Sensini, il veterano interista Mandorlini, il portiere scudettato Giuliani, il talentuoso "Ciccio" Dell'Anno, Antonio Manicone e il veloce e biondissimo "Nippo" Nappi.

E infatti la prima parte della stagione sembra una marcia trionfale, con l'Udinese che conquista sollecitamente la prima posizione e Balbo a mitragliare le porte avversarie come nella stagione precedente; nel ritorno invece vengono a galla le magagne di una preparazione atletica insufficiente che portano la squadra - e Abel - a flettere ed incepparsi. Le scarso feeling del "Professore" con il gruppo e con l'ambiente non vengono più sopiti dai buoni risultati e così la squadra continua a perdere incontri e posizioni in classifica, sino a finire pericolosamente fuori dalla zona promozione.

La misura è colma a metà del girone di ritorno, quando il Cosenza, ridotto in 9 e sotto per 2-0 recupera sul 2-2 e nel finale sfiora addirittura il clamoroso K.O., con la "curva Nord" inferocita che scavalca le protezioni e viene fermata nei suoi intenti bellicosi sulla pista di atletica dalle forze dell'ordine.

L'esonero è servito e il "sergente di ferro" Adriano Fedele viene chiamato sulla panchina per rianimare il gruppo e tentare di riacciuffare la serie A; la "missione impossibile", dopo tremendi scontri nello spogliatoio ed esclusioni eccellenti, viene compiuta all'ultima giornata vincendo per 2-0 sul campo della già promossa Ancona e a seguito di una serie di vittorie consecutive nelle giornate finali in cui Abel riesce solo a dare qualche timido risveglio, concludendo con un bottino di 11 reti in 37 incontri, metà di quelle dell'anno precedente e segnate quasi tutte nel girone di andata.     

Per la permanenza nella riconquistata seria A il Paròn ritiene sufficiente la riconferma in toto del gruppo e del mister, con qualche piccolo innesto di qualità, come il ritorno di Marco Branca a fare coppia con Balbo; il precampionato però non dà segnali confortanti e Pozzo liquida Adriano Fedele nella settimana che precede l'esordio in campionato contro l'Inter alla prima giornata, sostituendolo con l'esperto e scudettato - appena due anni prima a Napoli - Albertino Bigon.

La stagione 1992/93 è quella della definitiva consacrazione per Abel Balbo, che disputerà un campionato superlativo, fugando tutti i dubbi su carattere e continuità di rendimento: 32 incontri su 34 e 21 reti segnate che lo posizioneranno addirittura al secondo posto della classifica marcatori dietro il laziale Beppe Signori. Il tutto impreziosito dalla rete di apertura nello spareggio di Bologna contro il Brescia, che consentirà ai bianconeri con il 3-1 finale di conquistare la salvezza e con cui Abel saluterà il Friuli per diventare uno dei pezzi pregiati del mercato estivo in vista della stagione 1993/94.

Il trasferimento estivo alla Roma per 18 miliardi di lire più i cartellini di Petruzzi e Statuto, chiuderà la storia bianconera di Abel, fatta di 61 presenze e 33 reti nella massima serie e 74 presenze e 33 reti in serie B, a cui aggiungere 9 presenze e 3 reti in Coppa Italia.

La sua carriera vedrà confermare le sue doti realizzative nella capitale dove con la maglia giallorossa disputerà dal 1993 al 1998 148 partite in serie A segnando 78 reti, 16 presenze e 3 reti in cappa Italia e 16 presenze con 6 reti nelle coppe europee. A fronte di tutte queste presenze e marcature il bilancio fu avaro di trofei: Balbo può "vantare" la conquista dello scudetto e della Supercoppa italiana del 2001 con tre presenze nella stagionali quando rientrò alla Roma dopo un'annata a Parma condita con la conquista della Coppa UEFA e della Coppa Italia (44 presenze e 12 reti tra campionato, Coppa Italia e Coppe europee) e una Firenze (31 presenze e 7 reti nelle tre competizioni). Lasciata la capitale nell'estate 2002 per rientrare in Argentina, disputò le ultime 4 partite della sua carriera nella stagione 2002/2003 con la maglia del Boca Juniors.

Con la maglia della nazionale sudamericana giocò dal 1989 al 1998 in 37 incontri segnando 11 reti e partecipò a 3 edizioni del campionato del mondo (Italia 90, Usa 94 e Francia 98), conquistando il secondo posto nell'edizione del 1990.

Terminata la carriera di giocatore Abel tentò quella di allenatore senza troppa fortuna (e probabilmente senza troppa convinzione): rileva per qualche giornata un giovanissimo Luca Gotti sulla panchina del Treviso nel 2009 per lasciare a fine stagione, così come terminerà la sua avventura nell'Arezzo nel 2012 a 5 giornate dalla fine. Neppure la professione di procuratore sportivo gli darà grosse soddsfazioni, tanto da abbandonarla nel 2015.

Abel risulta attualmente risiedere a Boston dove gestisce la scuola per calciatori "Balbo Soccer Academy".

   

       


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