giovedì 13 ottobre 2022

UDINESE-LAZIO: AMARCORD

Con un'insolita sfida di alta classifica tra Udinese e biancocelesti romani alle porte, la memoria viaggia all'ultimo gol italiano su azione messo a segno da Zico, infilato proprio nelle rete di una malcapitata Lazio alla seconda giornata del torneo 1984/85, il 23 settembre 1984. Mettiamo allora in moto la macchina del tempo e andiamo a quell'uggioso pomeriggio di un sollecito autunno udinese; anche l'entusiasmo del settembre 1983 nella tifoseria friulana si è sensibilmente annacquato a un anno di distanza dall'inaspettato ed incredibile sbarco dell'asso di Rio nella provincia friulana: i sogni di grandeur sono svaniti dopo gli eventi della primavera 1984 in cui la Zanussi è uscita dalla proprietà del club, tagliando la benzina che aveva alimentato i progetti ambiziosi del cav. Lamberto Mazza, ora rimasto alla Presidenza del Club senza i denari che assicurava il gruppo industriale pordenonese. Capita l'antifona il General Manager Franco Dal Cin, che aveva già inutilmente opzionato Junior e Collovati per la stagione 84/85, lascia il club per accasarsi all'Inter, seguito da capitan Causio a cui non viene rinnovato il contratto e da Pietro Paolo Virdis che si trasferisce anche lui a Milano, sponda rossonera. Lamberto Mazza, dopo aver inutilmente chiesto ai tifosi di versare nelle casse sociali 4 miliardi di lire a titolo di prestito obbligazionario con lo scopo di "continuare a far grande" l'Udinese, ridimensiona definitivamente i progetti: prima chiama nel ruolo di Direttore Sportivo un giovanissimo Ariedo Braida, poi cerca senza esito di piazzare Zico al Torino ottenendo il rifiuto del brasiliano al trasferimento e infine sostituisce l'allenatore Ferrari con il "vecchio Leone" Luis Vinicio in panchina, cercando di tappare le falle con gli arrivi di Franco Selvaggi dal Torino e alcuni giovanotti di belle speranze come Andrea Carnevale dal retrocesso Catania, Federico Rossi dalla Fiorentina e Gianpaolo Montesano dal Palermo. Confermati tutti gli altri. Persino la maglia viene cambiata: si manda in pensione quella bianconera stile Ajax per proporre un'insolita divisa, sicuramente futuristica per l'epoca e che sarà mantenuta per tre stagioni, prima di essere riproposta nella stagione 2020/21. Più futuribile di così.
Nonostante il mediocre precampionato abbia già mostrato la fragilità della squadra con la sollecita eliminazione dalla coppa Italia a vantaggio di squadre militanti nella serie cadetta e l'organico sia chiaramente indebolito, la tifoseria friulana potendo contare ancora sul Galinho nell'undici titolare con i gradi di capitano, spera ugualmente in un campionato ricco di soddisfazioni, battagliando comunque tra le prime 8 della classifica. Il pareggio per 2-2 sul prato di San Siro contro il Milan di Liedholm sembra alimentare le speranze, che toccheranno la loro massima illusione proprio alla seconda giornata, quando ad una squinternata - con il senno di poi - Lazio i bianconeri danno una severa lezione, schiantandola per 5-0 in un pomeriggio di calcio spettacolo, agevolato da allegre marcature, varchi difensivi ampi come praterie e attacchi velleitari dei capitolini. Nessuno dei tifosi friulani usciti festanti e ringalluzziti da quella scorpacciata s'immagina di aver assistito all'ultima pagina felice dell'Udinese di Zico e all'ultima rete su azione dell'asso brasiliano in Italia, peraltro tra le più spettacolari tra quelle viste sui campi della serie A ad opera dell'asso brasiliano. E' il 36' del primo tempo e i bianconeri hanno aperto le marcature con Galparoli, lesto a tuffarsi di testa in piena area biancazzurra e a battere Orsi otto minuti prima; Zico sulla tre quarti laziale raccoglie un pallone e d'esterno di prima intenzione lo alza sulla sua sinistra per Selvaggi dettando un triangolo. Spadino in acrobazia chiude di prima intenzione lo scambio con un pallone che il Galinho raccoglie sempre di prima e al volo, indirizzandolo questa volta sulla destra, a parabola, in direzione di Andrea Carnevale piazzato poco dentro l'area romana. Il centravanti di Monte San Biagio, futuro bomber pluri-scudettato alla corte di Re Maradona, si alza di testa ed indirizza la palla poco più avanti del dischetto del rigore, dove Zico arriva in corsa e in mezza girata, al volo, calcia di prepotenza alle spalle del malcapitato Orsi. 2-0 e corsa del Galinho verso la bandierina a prendersi, inginocchiato, l'abbraccio di Gigi De Agostini che aveva seguito l'azione sulla sinistra. I giocatori della Lazio hanno agevolato il tutto recitando il ruolo di belle statuine, ma il disegno tattico, la visione di gioco e l'esecuzione tecnica del brasiliano sono stati veramente come la pennellata di un'artista. Quando a venti minuti dalla fine, sul risultato di 4-0, Zico esce per un dolore alla coscia destra, lasciando il posto a Paolo Miano, sembra solo una sostituzione per non affaticare inutilmente il capitano dell'Udinese. Sarà invece l'inizio di un vero e proprio calvario, con il brasiliano fuori prima per settimane, poi per mesi, con uno stiramento che guarisce mai del tutto. L'Udinese inizia ad inanellare sconfitte su sconfitte e alla fine del girone di andata è quartultima con 11 punti e lotterà fino due giornate dalla fine per guadagnare la salvezza mentre Zico giocherà solo 16 partite totali, segnando solo altre due reti su punizione nel girone di ritorno, di cui l'ultima il 14 aprile 1985, ininfluente, al comunale di Torino contro la Juventus accorciando le distanze sul 2-3 al 90'. Poca cosa rispetto ai fuochi d'artificio dell'anno prima, quando lo si poté ammirare per 24 volte assistendo a 19 reti. Fece solo in tempo a scendere in campo allo stadio Friuli per festeggiare la salvezza alla penultima contro il Napoli di Maradona il 12 maggio 1985, per l'unica volta in cui i due fuoriclasse si sfidarono in Italia. Il finale fu amarissimo, quanto immeritato, con il brasiliano centrare i legni della porta di Castellini e Maradona a siglare il 2-2 finale all'88', anticipando di mano Brini e facendo così le prove per la "mano de Dios" dei mondiali messicani del 1986. Negli spogliatoi Zico inveì giustamente contro l'arbitro Pirandola di Lecce reo di non aver sanzionato l'argentino, rimediando sei giornate di squalifica che non finì mai di scontare: rientrò subito in Brasile per continuare la sua carriera di giocatore nel Flamengo e poi in Giappone, chiudendo nei Kashima Antlers nel 1994 a 41 anni. Alla tifoseria friulana rimarrà sempre l'amaro in bocca per come si concluse l'avventura del giocatore che più gli fece sognare, costretto anche ad andarsene con l'accusa di evasione fiscale per costituzione di capitale all'estero relativamente alle vicende giuridico-contrattuali che lo avevano portato in Italia, accuse da cui venne in seguito prosciolto qualche anno più tardi. Per la cronaca, anche il match di ritorno di quell'annata, finì con una goleada bianconera sul terreno dell'Olimpico, quando l'Udinese strapazzò una sempre più derelitta Lazio per 4-1, con reti di Carnevale, Edihno, Selvaggi, Giordano su rigore e Gerolin, condannando definitivamente i romani ad un'amara retrocessione con larghissimo anticipo.
Zico ha fatto ritorno più volte in Friuli, l'ultima nel giugno 2022, a testimonianza del forte legame instaurato con la gens furlana nel breve ma intenso periodo in cui vestì la maglia bianconera e, nonostante i risultati sportivi siano stati sicuramente inferiori alle grandi attese, ogni volta è stato accolto come la prima nel luglio 1983: come un Re. Un comune friulano gli ha concesso la cittadinanza onoraria.          


Udine, Stadio Friuli
23 settembre 1984

UDINESE: Brini, Galparoli, Federico Rossi, Gerolin, Edinho, De Agostini, Mauro, Criscimanni (80' Papais), Selvaggi, Zico (70' Miano), Carnevale. 
A disp. Fiore, Cattaneo, Montesano. 
Allenatore Luis Vinicio

LAZIO: Orsi, Storgato, Filisetti, Vianello, Batista, Podavini, Torrisi (46' Garlini) Manfredonia, Giordano, Laudrup, Fonte (75' Marini).
A disp. Cacciatori, Spinozzi, Calisti.
 Allenatore Paolo Carosi

Arbitro: Sig. Tullio Lanese di Messina.

Marcatori: 28' Galparoli, 36' Zico, 58' Selvaggi, 68' Mauro II, 88' Carnevale.

Note: giornata di pioggia, spettatori: 31.000 circa.

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