lunedì 13 novembre 2023

UN'ALTRA VITTORIA DI PRESTIGIO PER LA MAREA GIALLA


 L'amarezza di una sconfitta può essere compensata dalla consapevolezza di far parte di una comunità unita da un forte spirito di appartenenza, non solo alle vicende di una squadra sportiva ma ad un progetto che si fonda su valori condivisi? Ieri pomeriggio al Pala Rubini di Trieste è andato in scena uno spot da premio Oscar per tutti coloro che credono che sia possibile assistere ad una manifestazione sportiva in un clima di grande partecipazione e nel contempo di rispetto e correttezza tra le opposte fazioni.
Questa infatti è stata l'aria che si è respirata in campo e sugli spalti dell'impianto giuliano ben prima della "palla a due" e anche dopo l'ultima sirena che ha decretato la vittoria meritata, benché sudata, dei biancorossi di casa: tutt'altra musica rispetto allo "show" andato in onda sette giorni fa durante il "vero derby" Trieste-Udine, quando tra gli stessi tifosi triestini presenti ieri e quelli udinesi sono volati gli stessi insulti triti e ritriti oramai da almeno mezzo secolo. Che noia. Questione di gusti, perché maggioritaria appare ancor oggi quella "filosofia" che ritiene indispensabile che lo spettacolo sportivo tra squadre rivali sia condito da sfottò dal gusto perlomeno discutibile. 
La rivalità tra Udine e Trieste è cosa nota e affonda le radici in ambiti che nulla hanno a che fare con lo sport ma che ha trovato nello sport una cassa di risonanza in grado di amplificare le pulsioni e diventare una passarella per più di qualcuno.
Si dirà anche che Cividale è una piazza praticamente neofita e vergine per palcoscenici che hanno un'attenzione mediatica sovraregionale per cui "ha tutto il tempo" per "sporcarsi" o più semplicemente adeguarsi agli usi e i costumi che accompagnano gli spettatori che frequentano abitualmente gli stadi o palazzetti non solo italici.
Sicuramente questa è una circostanza che finora ha favorito il fenomeno di una tifoseria che si sgola dal primo all'ultimo minuto a favore dei propri beniamini a prescindere dal risultato e che accoglie i supporter avversari come si accoglierebbero gli ospiti di una festa comune, a prescindere dal luogo di provenienza.
Si diceva anche che questo calore era reso possibile dal fatto che Cividale veniva da stagioni ricche di successi e vittorie: questo campionato durissimo per i colori gialloblù, alla sesta sconfitta su nove partite, pare invece smentire anche tale assunto che certamente ha favorito la nascita del tifo ducale organizzato.
La tifoseria cividalese ed in generale tutto l'ambiente è corretto perché "semplicemente" trova diletto nel partecipare all'evento sportivo come ad andare ad una festa nella quale ha avuto modo di riscoprire il piacere di condividere il senso di appartenenza ad una comunità, circostanza sempre più precaria nel mondo moderno. 
Per cui, quello che è successo ieri al Pala Rubini se per molti è stata una sorpresa, a Cividale solo un'abitudine. Ieri contagiosa anche da Miramare a Muggia.

1 commento:

  1. Della serie: "io tifo Cividale e me ne vanto!!" Bravo Beppe, ottime considerazioni!

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