martedì 10 settembre 2024

PENSIERI DI INIZIO STAGIONE


Impiegare del tempo per occuparsi di ricordi può sembrare a prima vista un esercizio sterile e privo di interesse, specialmente nel momento storico attuale, tutto assorto in un eterno presente dove  nessuno pare avere più spazio per attività che si aprono e si chiudono occupando più di 5 minuti. 
Specialmente se si tratta di lettura, figuriamoci poi se non si tratta di gossip dell'ultima ora e riguarda invece fatti e sentimenti del tempo che fu, anche se questo passato remoto è datato "solo" settembre 2020.
Tra meno di tre settimane prenderà il via la quinta stagione della UEB GESTECO Cividale del Friuli, la terza consecutiva in serie A2, la prima in cui alla vigilia gli "addetti ai lavori" considerano la società del Presidente Micalich qualcosa di diverso da uno "scherzo" destinato a finire presto, un'anomalia, una meteora, capitata nella seconda serie nazionale in virtù di particolarissime congiunzioni astrali, in via di rapido esaurimento come il passaggio di una cometa.  
In riva al Natisone si fanno gli scongiuri, visto come sono i andati due precedenti campionati a dispetto delle "Cassandre" e degli esperti di turno, con salvezze centrate in carrozza prima di costituire ostacoli molto seri per le "corazzate" incontrate nei primi turni di play-off, costrette a sudare le proverbiali sette camicie per levarsi di torno il fastidio dei  Pilla's Boys.
Oggi Cividale non è più circondata da quel misto di sufficienza - godetevela fin che potete, perché tanto non dura -  e curiosità degli esordi - che mi riporta alla mente quando negli anni 80 durante le gite scolastiche incontravi in giro per l'Italia altri studenti che alla risposta della domanda "da dove venite?" -  "Da Cividale, provincia di Udine", facevano eco immancabilmente con un perplesso "Cividale?? Udine? Do' cazzo stà Uddine? Ah si, sul confine, Jugoslavia"
Adesso le Aquile gialloblù e la loro tifoseria - sono diventate una piazza ben conosciuta e rispettata nel panorama cestistico nazionale - dopo che in due stagioni sono uscite vincenti dai palazzetti di Piazzale Azzarita a Bologna, di viale Tiziano a Roma oppure l'Unieuro Arena di Forlì, l'Allianz Dome di Milano e in Via Perusini a Cividale ci hanno lasciato le penne società come la Fortitudo Bologna, la Pallacanestro Trieste, Cantù, Torino, Milano 2, la supercorazzata Trapani e se tralascio qualche altro "mostro sacro" caduto sul campo non si offenda per la dimenticanza.
Per la stagione 2024/25 il Palazzetto di via Perusini - detto anche Palagesteco -  si presenterà poi tirato a lucido perché l'Amministrazione comunale è riuscita a procurare i fondi ed avviare i lavori di ampliamento - altri 400 posti da sommarsi ai precedenti 2.800 - e ammodernamento impianto audio in tempo per la prima giornata di campionato, quando la UEB ospiterà l'Unieuro Forlì.
Una casa più accogliente e capiente per venire incontro alla crescita esponenziale di seguito, certificata dalle 1.800 tessere di abbonamento già sottoscritte e che fanno del traguardo dei duemila "soci" un obiettivo realistico e non una "boutade" promozionale.
Tenuto conto che a soli 17 km ha sede un'altra storica società della pallacanestro italiana che ogni anno parte con ambizioni di promozione in serie A investendo cifre importanti, il risultato è davvero degno di nota.
Circostanza che testimonia come i gialloblù ducali abbiano inoltre trovato "simpatia" in un bacino ben più ampio rispetto al cividalese, che ragionevolmente non potrebbe reggere una proporzione di 1 abbonato su circa 5 residenti.
Un'altra stagione è dunque alla porte e tutto questo interesse e tanta questa fiduciosa attesa oggi sembra quasi un "dato" acquisito, una sorta di "normalità" sulle rive del Natisone, alla luce dei recenti successi, praticamente in striscia dalla primavera 2022, anno della promozione.
Tutto l'ambiente è giustamente proiettato sulle nuove ed entusiasmanti sfide che attendono la Gesteco nel prossimo campionato a girone unico a 20 squadre, tutte ricche di tradizioni e in cui quelle che non dichiarano apertamente di volere la massima serie, affermano di puntare ai play-off.
Lo è naturalmente anche chi scrive, anche se in questo momento il suo primo pensiero va al settembre del 2020, quando come da un'astronave aliena sbarcò in via Perusini un gruppo di giocatori "messi insieme" e consegnati ad un allenatore di fama come Stefano Pillastrini  da un gruppo di dirigenti appassionati e sognatori, capaci di convincere un gruppo di Sponsor a sostenere un progetto che in quel preciso momento storico pareva essere davvero "fuori dal tempo".
Lo ricordo con commozione, perché ebbi il privilegio di raccontare le partite e la storia di quel gruppo quando Via Perusini divenne un fortino praticamente inespugnabile anche senza l'incitamento e la magia che ha saputo creare il pubblico negli anni a venire, quando le uniche urla erano quelle del Silenzio che regnava nel palasport, in un clima reso surreale dalle fila di seggiolini vuoti.
Quando arrivavo al Palazzo munito di autocertificazione e mascherina e dovevo lasciare il numero di telefono esibendo il green-pass per poter accedere e dividere solo con la collega Chiara Zanella la "tribuna stampa" dietro il canestro.
E soprattutto quando vi uscivo per rincasare, senza incontrare anima viva dato il vigente coprifuoco oppure al massimo scambiando quattro chiacchiere con la pattuglia della Polizia che immancabilmente fermava le auto in circolazione per verificare il motivo del transito in quell'orario proibito.
Quando veramente "quattro gatti" mi chiedevano notizie sulla squadra di basket, in un periodo in cui tutti avevano ben altro a cui pensare. 
E ricordo ancora con altrettanta commozione la lacrima che scese quella serata di inizio giugno 2021, quando per gara 3 della semifinale dei primi  play-off  promozione contro Taranto, il pubblico venne di nuovo ammesso in via Perusini e vidi cica 300 persone (sui 500 posti consentiti) entrare timidi nel palazzetto, ignari di quello che sarebbe diventato di lì a un anno quell'impianto.    
Altro che gli attuali festosi post partita, quando a Cividale non è possibile "mangiare qualcosa" senza aver prima prenotato, visto che i locali si riempiono come uova dopo la sirena finale in via Perusini.
A ripensarci sembra un tempo che non sia mai esistito, a distanza di soli 4 anni.
E in effetti per molti che in quel tempo non potevano esserci, non è mai esistito.
Per chi l'ha vissuto., è bello oggi constatare come lo spirito che si respirava in campo e nel gruppo in quei giorni sia stata la leva su cui quel progetto è riuscito a decollare ed  arrivare là, solo dove osano le Aquile!  

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