La promozione nella massima serie di Trieste ripropone, per i molti che considerano l'unico derby regionale degno di fregiarsi della denominazione d.o.c.g. di derby quello tra APU UDINE e gli alabardati, il cruccio (o il fastidio?) di dibattere se l'incrocio tra UEB Cividale e i bianconeri del capoluogo provinciale debba essere considerato "il derby".
La questione, sia pure di lana caprina, è divisiva, scalda gli animi e a parere di chi scrive non risolvibile tra le due "correnti di pensiero".
Quella "politically correct" ci dice che tra Cividale e Udine non ci può essere rivalità da "derby" perché si tratta di realtà contermini e accomunate dal medesimo "furlan-style", che il modo di vivere la questione "secondo natura" è di tifare per una e simpatizzare per l'altra; per cui ogni incrocio fra le due è una "festa di popolo" e si torna a casa tutti contenti quale ne sia il risultato.
L'altra, che si focalizza invece sulla storia, sulla diversa "filosofia" e organizzazione dei due club ed in particolare sulla genesi della società ducale e sugli inesistenti rapporti di vicinato tra i rispettivi vertici, non può non rilevare come questo fattore sia fonte di legittima rivalità sportiva tra le due società e possibile contaminazione al di fuori delle rispettive "stanze dei bottoni".
Fino ad oggi la grande maggioranza di coloro che hanno seguito sui seggiolini di Via Perusini e di Piazzale Argentina dal settembre 2022 i già 11 precedenti (2 in supercoppa, 4 in campionato e 5 di play-off promozione con un bilancio complessivo a favore di Udine per 8-3) hanno sempre vissuto l'evento con grande partecipazione emotiva e spirito "britannico", sostenendo con entusiasmo ed energia i propri colori e poi alla fine tutti a casa o al pub a bersi la birra, chi a berla felice e chi invece per dimenticare. Punto e a capo e domani tutti in ufficio o in fabbrica.
Nonostante le "manifestazioni di antipatia" esplicitata apertis verbis da qualche tifoso bianconero negli ultimi precedenti. verso qualche singolo del roster ducale.
Un bel derby a tutto tondo insomma, che solo nella cultura italica per essere considerato tale deve prevedere il contorno d'insulti reciproci, interventi della P.s. e danni a cose e persone, mentre la versione "friulana" è risultata assolutamente in linea con l'origine, e l'interpretazione in perfetto British-style dell'evento.
Non si può che augurarsi che la modalità continui e si consolidi perché si sa, quando un fenomeno mette insieme qualche migliaio di persone che per un paio d'ore vengono guidate più dalle emozioni che dal ragionamento, spesso sono sufficienti pochi soggetti "che la pensano diversamente" per far girare la storia in tutt'altra direzione.
La vigilia della sfida n. 12 che mercoledì 16 ottobre andrà in scena in un PalaGesteco già tutto esaurito da giorni, ha già evidenziato un certo nervosismo sul fronte udinese, con dichiarazioni "stonate" da parte del tecnico bianconero sull'origine della rissa andata in onda sul parquet del Carnera durante il match con Cento e che rischiano di far perdere per motivi disciplinari qualche pezzo pregiato all'APU.
A stretto giro sono arrivate le lagnanze della società emiliana, la difesa a spada tratta dell'allenatore da parte del club udinese e le seguenti precisazioni da parte della UEB e l'invito del Presidente Micalich rivolto al suo collega bianconero a bere un bicchiere in Club House nel pre-partita per stemperare ogni possibile tensione o malinteso.
"Lo scopriremo solo vivendo", chioserebbe senza indugio il grande Lucio Battisti.
Riportando l'analisi su di un punto di vista squisitamente tecnico, il match di mercoledì al momento si presenta quanto mai incerto nell'esito finale perché senza dubbio dovrà tener conto delle decisioni del giudice sportivo in casa bianconera e delle imperfette condizioni fisiche di qualche giocatore uscito malconcio dal match con Cento, mentre sulle rive del Natisone destano non poche preoccupazioni le condizioni di Mastellari e soprattutto del Sindaco Lucio Redivo, anch'essi in condizioni fisiche tutte da valutare dopo il match perso dalle Aquile nell'ultimo quarto in quel di Verona.
Udine arriva con il vento in poppa di 3 larghi successi consecutivi dopo la netta sconfitta al debutto stagionale contro l'attuale capolista solitaria Rimini, mentre Cividale che giunge da due sconfitte esterne (Cremona e Verona), ha il campo inviolato e nel quale sono cadute già due squadre di fascia alta come Forlì e Brindisi.
Di sicuro chi scenderà in campo troverà un ambiente davvero spettacolare e carico di energia e non si risparmierà nel cercare di portare a casa l'intera posta; ci permettiamo di aggiungere che se sul fronte udinese saranno solo Caroti, Alibegovic, Da Ros e Ikangi i reduci dell'ultimo incrocio avvenuto lo scorso 23 dicembre, in casa ducale sono ben sette (Rota, Redivo, Miani, Marangon, Dell'Agnello, Berti e Mastellari) quelli che vorranno rifarsi della pesante debacle subita con il peggior passivo incassato in tutta la storia della società cividalese e che segnò il punto più basso da cui poi i gialloblù seppero ripartire svoltando la loro stagione, con un crescendo di successi che li portò per il secondo anno consecutivo a centrare i play-off.
Al netto di ogni altra considerazione, buon derby-non derby a tutti: chi avrà la ventura di viverlo in campo e sugli spalti ha sicuramente la consapevolezza che Cividale-Udine non è più da tempo solo il nome di una storica linea ferroviaria locale.
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