Il treno ad alta velocità che collega Toledo alla Stazione Atocha di Madrid viaggiava in perfetto orario ed era ormai giunto alle porte della capitale iberica, mentre Rubèn con malcelato fastidio cercava di rispondere cortesemente al passeggero seduto in fronte a lui che, avendolo riconosciuto, lo stava tartassando con domande a cui aveva risposto altre centinaia di volte, in tutte le occasioni in cui qualche studioso di storia dell'arte o semplice appassionato di pittura lo aveva approcciato. "Dove trova l'ispirazione?" - "Quand'è il momento migliore per dipingere?" - "Quali soggetti preferisce?" - "Conta più il talento o l'apprendimento della tecnica?" E avanti di questo passo sin da quando il convoglio aveva lasciato la splendida stazione in stile moresco di Toledo, con Rubèn invece assorto in tutta una serie di pensieri che da giorni lo tormentavano, aumentando in misura più che proporzionale l'ansia che lo affliggeva tutte le mattine da quando la sveglia risuonava sgradita nella sua mansarda di Calle 23, nell'antica cittadina della Mancha che qualche secolo prima aveva dato dimora anche a El Greco.
"Entro il fine settimana devo finire la tela per la Royal Society di Londra e sono ancora in alto mare.." - "Sono tre giorni che mi sto negando alla segreteria del Sindaco di Firenze per l'organizzazione della mostra da presentare la prossima estate agli Uffizi su Goya" - "Sono tre giorni che non apro la posta elettronica e che non rispondo alle e-mail della settimana scorsa" - "Sarò costretto ad assumere un Segretario, non riesco ormai a stare dietro a tutto" - "Ho promesso a Carlos che in settimana ci vediamo di sicuro per quella cena che sono tre mesi che mi sollecita" - "Accidenti, Dolores torna dal Messico la prossima settimana e mi ha imposto di vederla perché mi deve raccontare assolutamente gli sviluppi della sua love-story travolgente avviata da poco con un alpinista svizzero - ma come diavolo ha fatto ad innamorarsi di uno svizzero che non si occupa di finanza?" "Ops, devo ancora rispondere al Rotary Club di Toledo che è più di un anno che mi insegue per relazionare ad una loro serata sul mio dipinto del Deserto" - "E l'Economista? mi ha appena ricordato via WhatsApp che sono più di tre mesi che non gli consegno i documenti che servono per la dichiarazione dei redditi, che la scadenza è prossima e che senza i documenti non può quantificarmi l'importo da pagare delle tasse - che sicuramente saranno superiori a quanto mi aspetto" e... e finalmente il treno arrivò al capolinea del binario 4 e così potè liberarsi delle domande dell'ammiratore di turno e forse mettere anche in pausa il vorticare dei pensieri, perché doveva raggiungere di buona lena la stazione dei taxi, senza perdere tempo come al solito osservando il giardino botanico che rende unica la stazione ferroviaria madrilista, se avesse voluto, sfidando il traffico, arrivare in tempo all'appuntamento con il Presidente del Real Madrid, che desiderava commissionargli un quadro da esporre nella sede dei Blancos, all'interno del rinnovato Estadio Santiago Bernabeu.
Salutato in fretta l'ammiratore, intruppato con gli altri passeggeri, riescì a guadagnare finalmente l'uscita dalla carrozza nel momento in cui dalla porta del bagno stava uscendo un giovane nell'atto di imprecare contro "Dio e lor parenti, l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme di lor semenza e di lor nascimenti", come avrebbe potuto dire Dante Alighieri, riprendendo i versi del canto III del suo Inferno "divino".
Il giovane, sulla trentina, dal capello lungo ma dalla barba curata, dall'abbigliamento solo leggermente trascurato ma pulito, affiancò Rubèn, mentre il pittore spagnolo allungando il passo transitava vicino alle piante del giardino botanico, e con fare deciso ma rispettoso gli domandò a bruciapelo : "Scusi Senor, mi sa dire che giorno è oggi?" Il pittore completamente spiazzato dal quesito, ma rassicurato dal timore di chissà quale richiesta volesse fare il giovane, rispose subito con aria gentile "E' lunedì" - "Sì, grazie, e mi sa dire anche il numero per caso?" replicò il insoddisfatto il "ragazzo" barbuto dai capelli lunghi. "Oggi è lunedì 23 novembre 2024" rispose di getto Rubèn, sempre più spiazzato, mentre quel bizzarro interlocutore lo ringraziava, gli dava le spalle senza che quella risposta gli avesse provocato un qualche mutamento di stato e si disperse nella marea di passeggeri che riempivano le piattaforme della stazione di Atocha.
Dieci minuti più tardi, seduto sul sedile posteriore del taxi che stava lottando in mezzo al traffico per portarlo puntuale all'importante appuntamento e con il vortice dei pensieri che si era messo di nuovo in moto e l'ansia che già dava i primi segni di comparsa, si domandava chi poteva essere stato quel tipo che nel 2024 ignorava, non da ubriaco, quale giorno fosse.
"Sicuramente un privilegiato", concluse fra sè e sè, con una piccola punta d'invidia e un sorriso, mentre pagava con la carta di credito l'infastidito taxista, una volta giunto a destinazione.
Nessun commento:
Posta un commento