In questi ultimi anni nel mondo delle imprese è diventato di moda, e per diversi presto sarà un obbligo, parlare di "sostenibilità".
Nel settore della consulenza aziendale è tutto un fiorire di iniziative formative e conseguenti offerte al mercato di servizi sul cosiddetto "bilancio di sostenibilità", meglio noto tra gli addetti ai lavori con l'acronimo anglosassone ESG (Environmental, Social, and Governance: ambientale, sociale e di governance).
In parole povere si tratta di un insieme di criteri che vengono utilizzati per valutare qual è l'impatto di un'azienda o di un investimento sul territorio di riferimento al di là del profitto o meno che è stato capace di generare per la proprietà.
E nello sport? Settore da esentare, mondo a sè stante e da sempre refrattario alle regole generali?
Ve lo immaginate se questa filosofia venisse applicata alle competizioni sportive, laddove queste abbiano raggiunto la dimensione professionistica di show-business?
Si sa che il tifoso-consumatore di questi eventi è interessato esclusivamente ai risultati e alle vittorie della propria squadra del "cuore", assai poco (nulla) gli importa come questi risultati vengono conseguiti sul piano economico-finanziario e su quanto "disinvolte" o virtuose possano essere le gestioni dei club dal punto di vista del rispetto delle regole fiscali e contributive.
Eventuali evasioni d'imposte, scommesse illecite, creazioni di fondi non proprio trasparenti in paesi dall'allegra imposizione tributaria, ingenti finanziamenti bancari non onorati, fornitori e dipendenti amministrativi non pagati sono materie che al tifoso-consumatore suscitano ben poca preoccupazione se sono valsi la conquista di qualche trofeo continentale, la vittoria di un campionato o una promozione.
E chi se ne frega dell'impatto ESG.
Roba per avvocati e commercialisti, insomma.
Ecco, dando per una volta voce non all'animo del cronista ma a quella del commercialista, mi è venuta un'idea eccentrica ESG, eccentrica nel senso proprio del termine che origina dal greco ἔκκεντρος, comp. di ἐκ «fuori da» e κέντρον» centro.
Fuori dal centro, dal coro o se preferite, fuori di testa.
Ovvero: inserire accanto ai punti in classifica quanto questi punti sono costati al proprietario del club, o se preferite, accanto alla classifica generale a punti la classifica ESG: quella dove al primo posto ci va chi ha il rapporto migliore tra punti e budget.
E premiarlo a fine anno con lo scudetto ESG, o la Champions ESG o ancora l'Eurolega ESG.
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