lunedì 5 febbraio 2018

CAPORETTO E DINTORNI

Cento anni fa la battaglia di Caporetto: la disfatta per gli italiani, il miracolo per gli austro-ungarici. L'ultima grande vittoria militare della monarchia asburgica, che di lì ad un anno avrebbe finito di esistere per sempre dopo quasi 1000 anni. Per l'esercito italiano la disfatta fu tale che ancor oggi nel linguaggio comune l'espressione "Caporetto" assume il significato di disastro ben oltre gli aspetti militari. Quali le ragioni di quella tremenda batosta? Il pesante logoramento dei "nostri" soldati, provati da due anni di continui assalti verso un nemico piazzato su posizioni difensive dominanti, attacchi ripetuti senza mai cambiare schema. E quando di colpo da attaccanti si videro attaccati non erano preparati e vennero travolti. Quali invece le ragioni del miracolo austro-ungarico? La forza della disperazione per essere prossimi oramai a crollare e l'aiuto di forze fresche a rinforzo, le armate tedesche del generale Von Below. E l'effetto sorpresa, unito ad un'accurata preparazione che diede potere decisionale anche ai singoli comandanti di piccoli reparti. Ma dopo Caporetto le truppe italiane trovarono nella ritirata sul Piave la capacità di resistere e riscattarsi mentre per gli Austriaci il tentativo di sfondare anche sul Piave si trasformò nella disfatta e nella dissoluzione dell'Impero.
La mia vita fino ad oggi è stata un procedere attraverso tante Caporetto, vissute sia da parte italiana che da parte imperiale: mi piacerebbe assaporare, prima di lasciare questa valle di lacrime, per una volta almeno, l'ebbrezza del Piave e della vittoria finale. E per una volta, solo da parte italiana.

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