3 gennaio 1985 - Finalmente ci
siamo, dopo erculee fatiche di ogni genere ci siamo: nella stagione in cui
tutto stava per finire ingloriosamente nel nulla, siamo giunti alla vigilia del
momento più atteso, più ambito: il debutto al teatro Ristori, il
"grande" teatro dove vengono a recitare i "grandi" del
Teatro. In un attimo
così importante e cruciale per il futuro della Compagnia, sono moderatamente
tranquillo, nonostante la lite di stasera con Sgo', problemi di salute che
assillano un po' tutti e l'esposizione finanziaria che ci siamo assunti per la
produzione dello spettacolo[1]. Come sarò
domani? felice mi auguro. Sono
fiducioso e respiro a pieni polmoni quella stupenda aria di "prima",
un'aria carica di sensazioni forti, ritornano alla mente tutte le fatiche, i
sacrifici e tutte le situazioni passate nei mesi di preparazione; tutti
sentimenti che sfociano nella soddisfazione di essere arrivati ugualmente in
fondo e fra poco ci si cimenta con il giudice supremo: il pubblico, un pubblico
che potrebbe essere un gran pubblico!
Non si deve
confondere l'aria magica della "prima" con la preoccupazione, niente
di più errato: se spesse si sente dire dagli attori "E se va male?",
non è preoccupazione vera e propria, ma solo spirito scaramantico, perché ogni
attore sa in cuor suo che non potrà andar male.
[1]
Queste le voci più rilevanti dei costi di produzione: luci e scenografia Lit.
650.000, costumi e trovarobato Lit. 200.000, giara Lit. 295.000, saldo
dell'affitto del teatrino di prova Lit. 150.000 per un totale complessivo di
Lit. 1.295.000 (pari a 2.072.907 lire del 1994).
A fronte di tali spese, le risorse della Compagnia
ammontavano a Lit. 400.000 (pari a Lit. 640.280 lire del 1994) disponibili il
01 gennaio 1985, il Comune era già intervenuto finanziando la campagnia
pubblicitaria (200 manifesti e 500 programmi di sala) e mettendo a disposizione
gratuitamente il teatro. Il disavanzo poteva essere coperto solo dall'incasso:
considerato che l'amministrazione comunale aveva posto il limite di Lit. 2.000
(3.201 lire 1994) al prezzo del biglietto d'ingresso, era necessaria
l'affluenza di almeno 447 persone su 600 posti disponibili (il 74,5%); un
obiettivo da far venire i brividi ai polsi, visto che si trattava di avere un
pubblico pari agli standard della stagione teatrale per un gruppo come il
nostro, che vantava un audience di 200 persone.
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