giovedì 13 luglio 2017

LA PARATA DEL SECOLO

La vita è un gioco di centimetri dove il margine di errore è ridottissimo, diceva Al Pacino nel celebre discorso nello spogliatoio de "Ogni maledetta domenica": mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate. Immaginiamo per un attimo che il 5 luglio 1982, nella bolgia infuocata dello Stadio Sarrià di Barcellona, Dino Zoff all'89' minuto di Italia-Brasile avesse fatto una scelta tecnica diversa o fosse partito con mezzo passo in anticipo o in ritardo nel tentativo di evitare che il pallone spinto dalla capocciata di Oscar finisse in fondo alla rete. L'urlo di Tardelli, il "non ci prendono di più" del Presidente Pertini, la partita a scopone sull'aereo presidenziale con la coppa del mondo in bella vista ... ecco, queste immagini entrate nell'immaginario collettivo di una nazione intera non sarebbero mai esistite. Ho avuto la fortuna di incontrare Dino Zoff nel suo paese natale, Mariano del Friuli, la sera del 5 luglio 2013 e vedere il suo volto illuminarsi come un bambino quando gli feci notare la ricorrenza ed ebbi il privilegio di ascoltare il suo ricordo di quel gesto "fatale"; mi disse di aver deciso all'istante, non appena vide il pallone indirizzato verso la porta, di cercare il movimento più complicato, ovvero quello che lo portasse a bloccare la palla, perché limitarsi a respingere il pallone comportava il rischio altissimo che qualche brasiliano lo ributtasse in porta, visto quanto era affollata l'area in quel drammatico finale. Poi aggiunse, memore di una brutta analoga esperienza vissuta in un lontano Italia-Romania, di aver trascorso i secondi più brutti della sua vita quando, riuscita l'opera, stringendo la palla tra le mani proprio sulla linea di porta, temeva che l'arbitro convalidasse ugualmente il gol dando retta ai giocatori brasiliani che stavano già esultando; così raccontò di essersi alzato subito in piedi urlando "No", accompagnando il grido con il braccio alzato ed ondeggiando l'indice nell'eloquente gesto di diniego. Solo quando vide che il direttore di gara, l'isreliano Klein, stava facendo con le braccia il gesto di proseguire Superdino mi confessò di essere riuscito a contestualizzare quanto aveva fatto. E non parlategli di "miracoli". Per lui si è trattato "solo" della scelta del gesto tecnico più appropriato da parte di un professionista che l'ha eseguito correttamente e con perizia. Questo è ed è stato Dino Zoff. Per noi comuni "mortali" che in diretta restammo senza fiato e con il cuore bloccato per un istante senza tempo, rimarrà se non il "miracolo" del Sarrià, sicuramente la parata del secolo.      

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