lunedì 10 luglio 2017

PUGNI NON DATI O PUGNI ANCORA DA DARE?

Lei disse di sentirsi meglio, contenta per essere riuscita a piangere un po’ – quando hai detto che sono sempre pronta a regalare un fiore a tutti ho provato una fitta nel petto.. forse questa cosa non mi piace, non so se davvero voglio vedermi così … forse dovrei essere meno disponibile e imparare a saper scegliere. Il giorno seguente mi disse di aver pensato molto spesso al fatto di dover essere meno disponibile con gli altri e che forse era il caso di imparare a mettere qualche barriera innanzi a sé, ma che sentiva la cosa complessa da mettere in atto. Nello schizzo lei aveva abbozzato una tavola con delle sedie ed un quadrato che lei mi disse subito rappresentare uno specchio.  – Io credo che gli altri mi vedano come una sala da pranzo, dove appoggiarsi, nutrirsi, guardarsi allo specchio e poi andar via lasciando solo le briciole e i piatti da lavare – Rimasi colpito dalla metafora e le domandai di dirmi come si era sentita mentre mi aveva illustrato il disegno; mi rispose che le si era formato il solito groppo alla gola e che aveva sentito salire la lacrime ma che questa volta le aveva trattenute. Le chiesi come aveva fatto a trattenerle – Ho sentito un forte calore salire dallo stomaco che mi ha sciolto il nodo e adesso mi sento arrabbiata con me stessa, non ho voglia di piangere, ma di tirare un pugno a qualcuno! – Chi è quel qualcuno a cui vorresti dare un pugno? Chiesi immediatamente.  forse non è qualcun altro, forse quel qualcuno sono io. Mi alzai  e le chiesi di spostarsi e di sedersi al mio posto; lei dopo un primo attimo di riluttanza dovuta alla sorpresa per l’insolita richiesta, si accomodò sulla mia poltrona. Le dissi: Ecco, hai davanti a te, su quella sedia la persona con cui sei arrabbiata … sentiti pure libera di farle o dirle quello che vuoi … Lei mi guardava perplessa – mi stai davvero chiedendo di fare questa cosa? Non so se ci riesco … Rimasi un po’ in silenzio e poi le chiesi: Chi vorresti mettere e vedere su quella sedia? Vorrei mettermi lì tutte le volte che regalo il fiore al primo che glielo chiede con gentilezza – Ora che ce l’hai li davanti seduta davanti a te, sentiti libera di dirle e farle ciò che desideri – Lei rimase in silenzio, mentre i suoi occhi iniziavano a diventare lucidi, il colorito del viso diventava più rosso e la sua bocca si contraeva in una smorfia di dolore e poi, con voce sommessa, disse in direzione della sedia senza alzare lo sguardo: sei una stronza, ti fai usare da tutti … senza neanche farti pagare. Nel frattempo io mi ero messo dietro di lei senza dire nulla e rimanevo in silenzio, silenzio che durò a lungo fino a che decisi di romperlo – Non hai più nulla da dirle? – non voglio dirle più nulla vorrei solo darle un pugno -  Daglielo! – vorrei darglielo per davvero, questo è solo un gioco, io ho bisogno di darglielo per davvero! Mi disse con voce ferma e arrabbiata.


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