Lei disse di sentirsi
meglio, contenta per essere
riuscita a piangere un po’ – quando hai detto che sono sempre pronta a
regalare un fiore a tutti ho provato una fitta nel petto.. forse questa cosa
non mi piace, non so se davvero voglio vedermi così … forse dovrei essere meno
disponibile e imparare a saper scegliere. Il giorno seguente mi disse di aver
pensato molto spesso al fatto di dover essere meno disponibile con gli altri e
che forse era il caso di imparare a mettere qualche barriera innanzi a sé, ma
che sentiva la cosa complessa da mettere in atto. Nello schizzo lei aveva abbozzato una tavola con delle sedie ed un
quadrato che lei mi disse subito rappresentare uno specchio. – Io credo che gli altri mi vedano come una sala da
pranzo, dove appoggiarsi, nutrirsi, guardarsi allo specchio e poi andar via
lasciando solo le briciole e i piatti da lavare – Rimasi colpito dalla
metafora e le domandai di dirmi come si era sentita mentre mi aveva illustrato il
disegno; mi rispose che le si era formato il solito groppo alla gola e che
aveva sentito salire la lacrime ma che questa volta le aveva trattenute. Le chiesi
come aveva fatto a trattenerle – Ho sentito un forte calore salire dallo
stomaco che mi ha sciolto il nodo e adesso mi sento arrabbiata con me stessa,
non ho voglia di piangere, ma di tirare un pugno a qualcuno! – Chi è quel
qualcuno a cui vorresti dare un pugno? Chiesi immediatamente. – forse non è qualcun altro, forse quel
qualcuno sono io. Mi alzai e le chiesi di
spostarsi e di sedersi al mio posto; lei dopo un primo attimo di riluttanza
dovuta alla sorpresa per l’insolita richiesta, si accomodò sulla mia poltrona. Le dissi: Ecco, hai davanti a te, su quella sedia
la persona con cui sei arrabbiata … sentiti pure libera di farle o dirle quello
che vuoi … Lei mi guardava perplessa – mi stai davvero
chiedendo di fare questa cosa? Non so se ci riesco … Rimasi un po’ in
silenzio e poi le chiesi: Chi vorresti mettere e vedere su quella sedia? Vorrei
mettermi lì tutte le volte che regalo il fiore al primo che glielo
chiede con gentilezza – Ora che ce l’hai li davanti seduta davanti a te, sentiti libera di
dirle e farle ciò che desideri – Lei rimase in silenzio, mentre i suoi occhi
iniziavano a diventare lucidi, il colorito del viso diventava più rosso e la
sua bocca si contraeva in una smorfia di dolore e poi, con voce sommessa, disse
in direzione della sedia senza alzare lo sguardo: sei una stronza, ti fai
usare da tutti … senza neanche farti pagare. Nel frattempo io mi ero messo
dietro di lei senza dire nulla e rimanevo in silenzio, silenzio che durò a
lungo fino a che decisi di romperlo – Non hai più nulla da
dirle? – non voglio dirle più nulla vorrei solo darle un pugno - Daglielo! – vorrei darglielo per
davvero, questo è solo un gioco, io ho bisogno di darglielo per davvero! Mi
disse con voce ferma e arrabbiata.
Sport, Memoria, Pensieri & Arte varia oltre il Natisone dall'antica capitale del Friuli
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