Può finire l'amore per una squadra di calcio? Certo che si, probabilmente concluderà la maggiornaza - finiscono gli amori anche nelle relazioni umane! Riformuliamo la domanda allora: quando finisce un amore calcistico è giusto abbandonare la squadra amata? Qui altrettanto probabilmente le opinioni si divideranno in maniera inconciliabile. Si, dirà qualcuno - la legge dà la possibilità del divorzio nel matrimonio, figuriamoci se non si può abbandonare una squadra di calcio. No invece diranno risolutamente altri - amare è affare dello spirito, impegna per tutta la vita ed è indissolubile come prevede il matrimonio religioso. Troppo comodo gettare la spugna perchè le cose non vanno più bene come una volta. Ti fermi e le ripari. E se non si aggiustano? Vai avanti fino a che non si trova la soluzione. Anche se mentre cerchi la soluzione resti da solo e la vita a due diventa un inferno? E di nuovo la tribù si dividerà tra i "pasionari" della resistenza ad oltranza e chi invece riterrà saggio e giusto chiudere il "martirio" con il classico taglio netto.
Veniamo ora al mio outing calcistico. Ho deciso di andare a vivere "da solo". Udinese ti lascio.
Dopo quattro anni di delusioni e tradimenti, di promesse non mantenute, me ne vado. Non importa che stavamo insieme dal 1978 e non è neanche questione di risultati negativi. Ti sono stato attaccato come una zecca anche quando sei partita in serie B con 5 punti di penalizzazione o in A con meno nove. Anche quando sei retrocessa. Anzi, ti ero ancora più vicino.
Il punto di non ritorno è che non riesco più e non voglio più identificarmi con una società capace solo di aver creato un porto di mare per mercenari stranieri e non che sperano di stare a Udine il più breve tempo possibile per raggiungere altri lidi dove si guadagna di più. Il mio cuore non batte più quando entro al Friuli, e dico Friuli. Non Dacia Arena.
Mi hanno detto che questo oggi è il solo modo di rimanere nel calcio che conta per un club delle dimensioni delle "zebrette" friulane. Può darsi. Ma questo non risolve il problema. Rimanere in serie A per essere rullati con precisione cronometrica dalle "grandi"ogni volta che vengono a giocare in casa tua e sperare nella salvezza solo perchè ci sono tre squadre meno attrezzate, perdendo spesso e volentieri anche in casa con le parigrado? Assistendo oramai inerme da 4 campionati ad una squadra priva di sussulti e capace di gioco scadente a prescindere da qualsiasi allenatore sieda in panchina? Io non voglio più essere il marito o il compagno di un club così. Non ne cerco un altro, vado a vivere da solo. E' stato bellissimo, abbiamo vissuto insieme anni meravigliosi. Ma io non posso e non voglio vivere solo di ricordi, che diventano sempre più imponenti innanzi al vuoto di oggi.
Resta pure in serie A con questo sistema se ne sarai capace anche quest'anno. Non m'interessa più.
Rimpiango la B giocata per vincere.
La mia risposta è: si, è giusto abbandonare la squadra che non si ama più, quando non ci si identifica più nel rapporto in maniera irreparabile. Troppi tradimenti cara Udinese. Non ti sopporto più. Me ne vado. Auguri, con tanta tristezza e tanti rimpianti.
Chiudo citando Marilyn Monroe: "Quando finisce un amore uno dei due soffre; se non soffre nessuno non era mai iniziato. Se soffrono entrambi non è mai finito."
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