1940
Che la guerra dovesse durare poco lo credevano effettivamente tutti;
del resto le armate tedesche, che nel settembre del 1939 si erano spartite con
le truppe sovietiche la Polonia, nella primavera del 1940 avevano occupato uno
dopo l'altro la Danimarca, la Norvegia, il Belgio e l'Olanda, avevano
ricacciato in mare il corpo di spedizione inglese a Dunkerque ed erano ormai
vicini a Parigi e alla capitolazione della Francia.
Il modo e la rapidità con cui tutto questo era avvenuto aveva lasciato
il mondo senza respiro, la potenza della macchina da guerra tedesca sembrava
davvero imbattibile, specialmente ora che, garantita ad est dal patto di non aggressione con l'URSS,
rimaneva solo l'isolata Inghilterra a fronteggiare le ambizioni del dittatore
nazista.
Convinto che ormai il conflitto fosse dunque prossimo alla conclusione,
impaurito di finire sotto il controllo di una Germania vincitrice unica ed
assoluta sul continente, il Duce ruppe gli indugi e decise di dichiarare guerra
all'Inghilterra e alla Francia ormai già sconfitta.
“Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi vincitore al tavolo
della pace”...
1945
Finalmente l'ora di sedersi a quel tavolo della pace arrivò… il 10
febbraio 1947, Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio della neonata
Repubblica Italiana, firmò a Parigi il Trattato di Pace… con sé non vi portò
solo la memoria di mille morti… da quel 10 giugno 1940 erano caduti 330.000
soldati del Regio Esercito, 90.000 civili nei bombardamenti, 31.500 partigiani
nella lotta di liberazione in Italia e all'estero, 10.000 civili vittime di
rappresaglie nazi-fasciste, 41.000 tra militari e civili deportati nei campi di
lavoro e di sterminio nazisti, 5.900 militari appartenenti alle forze armate
ricostituite sotto il tricolore sabaudo dopo l'8 settembre e che hanno
combattuto a fianco degli angloamericani. Ancora oggi sono controverse le stime
di quanti persero la vita, combattendo a fianco dei tedeschi, sotto le insegne
della Repubblica sociale, di quanti morirono per esecuzioni sommarie nelle
settimane successive alla liberazione e di quanti furono vittime della vendetta
jugoslava nei territori dell'Istria e della Venezia Giulia al termine del
conflitto.
Il trattato di pace tolse al nostro paese l'Istria, gran parte della
Venezia Giulia, la città di Zara in Dalmazia, le colonie della Libia,
dell'Etiopia e dell'Eritrea, Rodi e le isole del Dodecaneso, i distretti alpini
di Briga e Tenda e la piccola concessione di Tien-Tsin in Cina. La colonia della Somalia rimase in
amministrazione fiduciaria per conto dell'ONU fino al 1960. La città di Trieste
rientrò sotto la giurisdizione italiana solo nel 1954. Ingenti furono i danni
di guerra che ci vennero imposti da pagare in milioni di dollari: 125 alla
Jugoslavia, 105 alla Grecia, 100 all'Unione Sovietica, 25 all'Etiopia e 5
all'Albania, mentre altre clausole prevedevano la riduzione permanente delle
nostre forze armate.
Il volto ed il cuore dell'Europa ne uscivano modificati per sempre:
mancavano all'appello 40 milioni di persone, di cui la metà non erano militari
caduti in combattimento, bensì popolazione civile. La secolare cultura ebraica
era stata spazzata via dall'Europa centro-orientale per effetto del sistematico
sterminio praticato dai nazisti nei confronti di tutte le persone di origine
ebrea, di qualsiasi nazionalità, nei territori via via occupati nel corso del
conflitto dalle truppe tedesche. Oggi si calcola che più di 6 milioni di ebrei
sono stati eliminati nei campi di sterminio nel periodo 1940-1945. La stessa
Germania esce dalla guerra rasa al suolo, materialmente e moralmente, con 7
milioni di morti, di cui quasi 4 di civili. Il paese verrà diviso politicamente
in due entità statali contrapposte, e quasi 10 milioni di tedeschi dovranno abbandonare per sempre le loro case ed i
loro territori, spinti verso ovest dall'avanzare dell'Armata Rossa, che farà
scontare duramente l'inumano comportamento adottato dalle forze speciali
tedesche nei confronti delle popolazioni ucraine, russe e bielorusse.
Ancora oggi è taciuto il numero impressionante di stupri cui furono
soggette, da parte dei soldati sovietici, le donne tedesche di ogni età nei
territori della Prussia Orientale, della Pomerania, della Polonia e della
stessa Berlino nei giorni immediatamente successivi alla capitolazione tedesca.
Le potenze vincitrici si spartiranno il vecchio continente in due contrapposte
sfere d'influenza… inventando così una nuova forma di conflitto: la guerra
fredda. Questa non causerà morti fisiche, ma per i successivi 40 anni a venire,
causerà la morte di molte coscienze e dividerà artificiosamente la vita di
popoli vissuti da secoli in normale contatto…
Ma questa è un'altra storia…
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