mercoledì 4 ottobre 2017

MI SERVONO MILLE MORTI PER IL TAVOLO DELLA PACE

1940

Che la guerra dovesse durare poco lo credevano effettivamente tutti; del resto le armate tedesche, che nel settembre del 1939 si erano spartite con le truppe sovietiche la Polonia, nella primavera del 1940 avevano occupato uno dopo l'altro la Danimarca, la Norvegia, il Belgio e l'Olanda, avevano ricacciato in mare il corpo di spedizione inglese a Dunkerque ed erano ormai vicini a Parigi e alla capitolazione della Francia.
Il modo e la rapidità con cui tutto questo era avvenuto aveva lasciato il mondo senza respiro, la potenza della macchina da guerra tedesca sembrava davvero imbattibile, specialmente ora che, garantita ad est  dal patto di non aggressione con l'URSS, rimaneva solo l'isolata Inghilterra a fronteggiare le ambizioni del dittatore nazista.
Convinto che ormai il conflitto fosse dunque prossimo alla conclusione, impaurito di finire sotto il controllo di una Germania vincitrice unica ed assoluta sul continente, il Duce ruppe gli indugi e decise di dichiarare guerra all'Inghilterra e alla Francia ormai già sconfitta.
“Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi vincitore al tavolo della pace”... 

1945

 Finalmente l'ora di sedersi a quel tavolo della pace arrivò… il 10 febbraio 1947, Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio della neonata Repubblica Italiana, firmò a Parigi il Trattato di Pace… con sé non vi portò solo la memoria di mille morti… da quel 10 giugno 1940 erano caduti 330.000 soldati del Regio Esercito, 90.000 civili nei bombardamenti, 31.500 partigiani nella lotta di liberazione in Italia e all'estero, 10.000 civili vittime di rappresaglie nazi-fasciste, 41.000 tra militari e civili deportati nei campi di lavoro e di sterminio nazisti, 5.900 militari appartenenti alle forze armate ricostituite sotto il tricolore sabaudo dopo l'8 settembre e che hanno combattuto a fianco degli angloamericani. Ancora oggi sono controverse le stime di quanti persero la vita, combattendo a fianco dei tedeschi, sotto le insegne della Repubblica sociale, di quanti morirono per esecuzioni sommarie nelle settimane successive alla liberazione e di quanti furono vittime della vendetta jugoslava nei territori dell'Istria e della Venezia Giulia al termine del conflitto.
Il trattato di pace tolse al nostro paese l'Istria, gran parte della Venezia Giulia, la città di Zara in Dalmazia, le colonie della Libia, dell'Etiopia e dell'Eritrea, Rodi e le isole del Dodecaneso, i distretti alpini di Briga e Tenda e la piccola concessione di Tien-Tsin in Cina.  La colonia della Somalia rimase in amministrazione fiduciaria per conto dell'ONU fino al 1960. La città di Trieste rientrò sotto la giurisdizione italiana solo nel 1954. Ingenti furono i danni di guerra che ci vennero imposti da pagare in milioni di dollari: 125 alla Jugoslavia, 105 alla Grecia, 100 all'Unione Sovietica, 25 all'Etiopia e 5 all'Albania, mentre altre clausole prevedevano la riduzione permanente delle nostre forze armate.
Il volto ed il cuore dell'Europa ne uscivano modificati per sempre: mancavano all'appello 40 milioni di persone, di cui la metà non erano militari caduti in combattimento, bensì popolazione civile. La secolare cultura ebraica era stata spazzata via dall'Europa centro-orientale per effetto del sistematico sterminio praticato dai nazisti nei confronti di tutte le persone di origine ebrea, di qualsiasi nazionalità, nei territori via via occupati nel corso del conflitto dalle truppe tedesche. Oggi si calcola che più di 6 milioni di ebrei sono stati eliminati nei campi di sterminio nel periodo 1940-1945. La stessa Germania esce dalla guerra rasa al suolo, materialmente e moralmente, con 7 milioni di morti, di cui quasi 4 di civili. Il paese verrà diviso politicamente in due entità statali contrapposte, e quasi 10 milioni di tedeschi dovranno abbandonare per sempre le loro case ed i loro territori, spinti verso ovest dall'avanzare dell'Armata Rossa, che farà scontare duramente l'inumano comportamento adottato dalle forze speciali tedesche nei confronti delle popolazioni ucraine, russe e bielorusse.
Ancora oggi è taciuto il numero impressionante di stupri cui furono soggette, da parte dei soldati sovietici, le donne tedesche di ogni età nei territori della Prussia Orientale, della Pomerania, della Polonia e della stessa Berlino nei giorni immediatamente successivi alla capitolazione tedesca.
Le potenze vincitrici si spartiranno il vecchio continente in due contrapposte sfere d'influenza… inventando così una nuova forma di conflitto: la guerra fredda. Questa non causerà morti fisiche, ma per i successivi 40 anni a venire, causerà la morte di molte coscienze e dividerà artificiosamente la vita di popoli vissuti da secoli in normale contatto…
Ma questa è un'altra storia…

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