mercoledì 8 novembre 2017

LIBRI DI SCUOLA ANNI '30

Oggi, 10 giugno 1940 in Italia va di moda la camicia nera... E’ una moda che dura ormai da 18 anni, da quando il Re Vittorio Emanuele III, invece di firmare lo stato d'assedio della capitale e ordinare all'esercito di cacciare quel migliaio di esaltati venuti in camicia nera da tutta Italia, decise di nominare Capo del Governo il loro caporione, quel Signore che oggi ha appena finito di parlare da quel balcone lassù.
La camicia nera ha prima preso piede nelle campagne, nei paesi e soprattutto tra quei poveracci senza speranza sopravissuti alla grande guerra e poi addirittura nell'alta società e tra gli industriali, eliminando ogni altra alternativa... a parte il grigioverde.
Non importa esserne convinti sostenitori, basta non essere ebrei o andare in piazza a gridare  apertamente di essere contrari! E di sicuro non vestire di rosso… 
Così, facendo finta di niente, vestendo sempre di nero, non me la sono passata poi tanto male in questi ultimi anni e a forza di sentirmi dire dalla scuola materna all'Università, dalla fabbrica all'Ufficio e qualche volta persino la domenica mattina alla Messa: che siamo una grande Nazione, una razza superiore baciata da destini superiori, non dico di averci creduto, però ho scoperto, che in fondo era comodo far finta di crederci… No? No ci credete? Sentite un po’ cosa m’insegnavano in 3° elementare…

estrae dal baule un sussidiario dell’era fascista e vi legge

Problema di aritmetica (pag. 191):

“Un padre desiderava organizzare una bella gita con la famiglia; ma la spesa era troppo forte: lire 125. Rimandò allora la gita, sino a quando potè servirsi di un treno popolare, ottima istituzione del regime fascista, che permette a tutti di viaggiare per conoscere e godere delle bellezze della nostra Patria. Egli spese così soltanto lire 64 in tutto. Quanto risparmiò?  

Esercizio di grammatica (pag. 63):

“ Tempo presente. Coniugate, a voce o per iscritto (Io sono fiero di essere italiano. Tu… Egli… Voi… Voi… Essi…)
a)      Io ho una patria grande e potente
b)      Sono stanco e ho sete
c)      Io ammiro i valorosi soldati italiani
d)      Credo, ubbidisco e combatto
e)      Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione fascista.

Ripone il libro


.. e lasciamo stare storia, geografia e religione per piacere! Allora, mi credete adesso?

1 commento:

  1. I libri di mia madre. Peccato averli perduti.C'era un libro unico, per tutta Italia. Ma in due versioni: per la città e perla campagna

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