Oggi, 10
giugno 1940 in Italia va di moda la camicia nera... E’ una moda che dura ormai
da 18 anni, da quando il Re Vittorio Emanuele III, invece di firmare lo stato
d'assedio della capitale e ordinare all'esercito di cacciare quel migliaio di
esaltati venuti in camicia nera da tutta Italia, decise di nominare Capo del
Governo il loro caporione, quel Signore che oggi ha appena finito di parlare da
quel balcone lassù.
La camicia
nera ha prima preso piede nelle campagne, nei paesi e soprattutto tra quei
poveracci senza speranza sopravissuti alla grande guerra e poi addirittura
nell'alta società e tra gli industriali, eliminando ogni altra alternativa... a
parte il grigioverde.
Non importa
esserne convinti sostenitori, basta non essere ebrei o andare in piazza a
gridare apertamente di essere contrari!
E di sicuro non vestire di rosso…
Così, facendo
finta di niente, vestendo sempre di nero, non me la sono passata poi tanto male
in questi ultimi anni e a forza di sentirmi dire dalla scuola materna
all'Università, dalla fabbrica all'Ufficio e qualche volta persino la domenica
mattina alla Messa: che siamo una grande Nazione, una razza superiore baciata
da destini superiori, non dico di averci creduto, però ho scoperto, che in
fondo era comodo far finta di crederci… No? No ci credete? Sentite un po’ cosa
m’insegnavano in 3° elementare…
estrae
dal baule un sussidiario dell’era fascista e vi legge
Problema di
aritmetica (pag. 191):
“Un padre
desiderava organizzare una bella gita con la famiglia; ma la spesa era troppo
forte: lire 125. Rimandò allora la gita, sino a quando potè servirsi di un treno
popolare, ottima istituzione del regime fascista, che permette a tutti di
viaggiare per conoscere e godere delle bellezze della nostra Patria. Egli spese
così soltanto lire 64 in tutto. Quanto risparmiò?
Esercizio di
grammatica (pag. 63):
“ Tempo
presente. Coniugate, a voce o per iscritto (Io sono fiero di essere italiano.
Tu… Egli… Voi… Voi… Essi…)
a)
Io ho una patria grande e potente
b)
Sono stanco e ho sete
c)
Io ammiro i valorosi soldati italiani
d)
Credo, ubbidisco e combatto
e)
Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di eseguire gli
ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario, col mio
sangue la causa della Rivoluzione fascista.
Ripone il libro
.. e lasciamo stare storia,
geografia e religione per piacere! Allora, mi credete adesso?
I libri di mia madre. Peccato averli perduti.C'era un libro unico, per tutta Italia. Ma in due versioni: per la città e perla campagna
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