martedì 5 dicembre 2017

CAMERA CON (S)VISTA

Ruben era affacciato, completamente nudo, sul balcone della cabina e fissava uno dei panorami più belli che mai l'occhio avesse catturato in tutta la sua vita. "E' davvero terribile non essere in armonia con la Bellezza , sentirsi un intruso nella bellezza della Natura e dell'opera più ispirata dell'Uomo." Davanti a sé il Sole stava salendo dal fondo del Mare e le dita rosa di Aurora si allargavano all'orizzonte allontanando le tenebre a favore della Luce, di minuto in minuto, mentre l'unico rumore che udiva era quello dei flutti del mare calmo che si aprivano al passaggio dello scafo della grande nave che solcava l'Adriatico come una lama nel burro fuso e una brezza gentile accarezzava tutto il suo corpo. "O forse è persino peggio non essere neppure in armonia con Kronos?" La Luce stava inesorabilmente sconfiggendo le tenebre mentre lui ogni minuto che passava si sentiva sprofondare in un'oscurità dell'anima sempre più fitta. Luce e Bellezza accompagnavano delusione e frustrazione per un sentimento negato; quella grande voglia di "sorrisi e di abbracci intorno a lui", quel calore che desiderava sentire risalire e che cercava da troppo tempo e che forse mancava nella sua forma più autentica praticamente da sempre, sentiva che lo stava stritolando in ogni cellula del suo corpo. Ancora sofferenza. Ancora una volta l'incubo ricorrente di essere al posto giusto con la persona sbagliata. Conosceva quella situazione, ma questa volta il dolore pareva insuperabile, amplificato da tutta quella bellezza intorno a Lui come un pugno nello stomaco. Mentre alla vista si avvicinavano le eterne "sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque" e quelle altrettanto immortali della  "petrosa Itaca" e nella sua mente fluttuavano in disordine le immagini dei resti del Tempio di Cnosso, le rovine di Olimpia e del tempio di Apollo a Delfi, un terribile Minotauro lo rincorreva senza sosta nei suoi pensieri e gli pareva di sentire il fegato lacerato dal becco dell'Aquila mandata da Zeus a punire Prometeo. Nei mesi che avevano preceduto quella novella Odissea aveva davvero creduto di aver finalmente trovato ciò che cercava. Aveva scoperto che si poteva davvero essere di nuovo felici e stare bene. Lo aveva "sentito". Ora invece si sentiva sfinito, risucchiato nel nulla, circondato emotivamente da una freddezza glaciale e da una durezza granitica, stesa a pochi metri da lui, all'interno della cabina, completamente nuda. "Non posso e soprattutto non voglio più vivere così!" Uno slancio uscì dalla mente, spinto più dalla disperazione che dalla convinzione. Per ora era solo una specie di "ultimo giapponese" armato fino ai denti nel tentativo di difendere da solo l'ultima isola dallo sbarco di una divisione di Marines. Nel profondo dell'inconscio, nella sua nigredo, ben altre e più potenti visioni intossicavano l'organismo, bloccandolo momentaneamente nel tentativo di abbozzare una qualche forma di riscossa che avesse una qualche minima possibilità reale di invertire la direzione del viaggio che aveva intrapreso. "Ho scoperto che si può stare bene ed essere felici - ripeteva a sé stesso - ma ogni volta è un attimo effimero che non riesce ad attecchire e affonda nelle illusioni e nelle deprivazioni. Non riesco a trovare le condizioni per poter condividere, per dare il tanto che non ho saputo o potuto dare e ricevere il tanto che non saputo o potuto avere. Che poi che cos'è di tanto difficile, tremendo e inafferrabile? "Solo" un po' di calore, solo qualche piccolo frammento di amore incondizionato. Uno sguardo d'amore, un abbraccio d'amore. La condivisione della gioia e della sofferenza che comporta la vita con le sue iperboli ed i suoi pungiglioni affilati."  In lontananza stava comparendo la rada e l'antica città fortificata di Ragusa che per lungo tempo aveva conteso il dominio dei traffici nell'Adriatico e nel Mediterraneo orientale nientemeno che alla Serenissima, conservando nei secoli una fiera indipendenza mescolando la cultura latina nel mare croato che la circondava. Il Sole era alto nel cielo. Gli sembrò una buona idea rientrare in cabina e prepararsi allo sbarco; forse tra quelle possenti mura, qualche immagine di resistenza e riscossa avrebbe potuto penetrare nell'inconscio e fornirgli un po' di sollievo e un'ancora di sicurezza.            

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