venerdì 4 maggio 2018

KAIROS CHE SFIDA KRONOS

Sono nata a in un piccolo villaggio nei dintorni di Sušice, nella regione di Pilsen, nell’ottobre del 1918 e ho passato l’infanzia, l’adolescenza e sono diventata donna in quell’incendio pronto a divampare che furono i Sudeti tra la nascita della Cecoslovacchia e l’annessione alla Germania nazista a seguito del patto di Monaco nel 1939. Mia madre proveniva da una famiglia di etnia tedesca che viveva in quel villaggio da almeno tre secoli, mentre mio padre era ceco e parte di una famiglia ceca che si era stabilita a Sušice, da almeno tre secoli, come amava dire lui: “se non altro per non essere da meno della famiglia di mia moglie”! 

"Sušice? La capitale mondiale dei fiammiferi? Mi hanno riferito di una leggenda secondo la quale non c’è credenza al mondo che non contenga una scatola di fiammiferi prodotta dalle fabbriche della ditta Solo di Sušice …Mi pare il posto meno indicato per vivere, specialmente se ti trovi vicino ad un rogo che ha bisogno solo di essere acceso!" 

Aranka mi fissò negli occhi con severità e per un attimo che mi sembrò non finisse mai, mi sentii un perfetto idiota; stavo per chiederle scusa quando la donna, avvertendo il mio disagio, appoggiò la testa sulla mia spalla e incominciò a sorridere…

"Che potevo aspettarmi da un italiano come lei, che per campare fa l’ingegnere e nel tempo libero scrive articoli per il giornale della sua città! E che, potendoselo permettere, invece di andare in vacanza in Polinesia, viene qui a Praga a cercare storie nascoste da una donna con l’anima morta… Eppoi ha ragione sa? Non era né il posto né il momento giusto per nascere… ma questa è una cosa che né noi, né nessuno prima o dopo di noi ha facoltà di decidere." 

Replicai: "Venire al mondo è un po’ come essere al ristorante con la facoltà di scelta limitata al menù fisso del giorno."

"Vorrebbe farmi intendere che il nostro libero arbitrio è limitato alla possibilità di farci piacere o meno, quello che ha deciso di proporci il cuoco? Guardi che se è così, il cuoco che preparò il mio menù fu molto poco ispirato, credo che abbia usato i peggiori avanzi… 
Dopo che per secoli tedeschi e cechi nei Sudeti avevano convissuto più o meno amichevolmente quali sudditi degli Asburgo, con la nascita della Cecoslovacchia lo spirito di rivalsa dell’etnia ceca ebbe la meglio sulla ricerca di conservazione di quella tedesca, divenuta di colpo minoritaria all’interno di un nuovo stato governato ora dai cechi e non più dall'elité parlante la lingua di Goethe. Mio padre ripeteva spesso, con un gusto dell’ironia simile al suo, che la mia nascita, avvenuta nello stesso mese di quello della nuova Repubblica Ceco-slovacca, gli aveva sconvolto per sempre l’esistenza." 

"Posso immaginare che l’aria in famiglia incominciò a farsi avvelenata"  le dissi senza nascondere la tristezza che iniziava a salirmi dal profondo.

"Immagina male mio caro… i miei genitori si amavano per davvero; un matrimonio misto, in ogni epoca, è sempre una percorso ad ostacoli che solo per essere celebrato mette a dura prova i sentimenti dei promessi sposi. Quello che incominciò a farsi avvelenata fu l’aria che respiravo fuori dalla famiglia: le due etnie incominciarono a chiudersi in sé, a tagliare piano piano ma inesorabilmente i rapporti nella vita quotidiana: i tedeschi vivevano l’incubo di essere esclusi e di perdere i privilegi di un tempo mentre i cechi con l’ossessione di recuperare il tempo e le posizioni sociali perdute a vantaggio dei tedeschi, ora che avevano in mano le redini del potere statuale. Io non riuscivo a capire, nella mia ingenua gioventù, il motivo di tanto livore… sin da bambina avevo appreso naturalmente entrambe gli idiomi, così come i miei genitori parlavano tra di loro talvolta in ceco, talvolta in tedesco. Pensi che quando si dovette decidere quale scuola dovessi frequentare, fu mia madre ad insistere perché mi iscrivessi alla scuola ceca e quindi a fare in modo che quella diventasse la mia prima lingua."

Aranka si fermò quasi per riprendere il fiato, o piuttosto il coraggio per proseguire, appoggiando di nuovo la testa sulla mia spalla, stringendosi più forte verso me; dalla strada, intanto, la scena di noi due abbracciati da più di un quarto d’ora immobili sul terrazzo, incominciò a non passare inosservata e qualcuno incominciò, tra sorrisi compiaciuti e divertiti, a manifestare sonoramente la sua approvazione. Sempre più forti erano il mio imbarazzo e la mia inquietudine per quella conversazione e per quel contatto che stavano diventando qualcosa di surreale, mentre lei sembrava non curarsi di tutto ciò e come in trance, riprese a sussurrarmi all'orecchio:

"Le cose precipitarono con l’avvento del nazismo nella vicina Germania; nacque così anche tra l’etnia tedesca dei Sudeti il partito nazista ed iniziarono le manifestazioni, di volta in volta più rabbiose e violente, per l’annessione al Reich ed anche le prime azioni contro gli ebrei che vivevano nella zona. La polizia ceca reagiva blandamente, con molta cautela, timorosa e preoccupata di fornire al potente vicino qualsiasi pretesto per intervenire militarmente a difesa dei Sudeten Deutsch. Nonostante tutto questo posso dire che quelli, paradossalmente, furono gli anni più belli della mia vita: ero una bella ragazza piena di vita, iniziavo a scoprire il mio corpo ed entrai in quello stato di perfetta simbiosi tra corpo, anima e mente che è l’innamoramento… Capisce vero di cosa sto parlando? Lei non è mai stato innamorato per davvero? "

"Non lo so, ma se continua così, temo che sarò costretto ad innamorarmi di lei… visto che di solito faccio fatica a coordinare testa e gambe… continui la prego! "

Lei è proprio buffo sa?... io non posso che augurarle di aver provato in vita sua quello che provai io tra il 1937 ed il marzo 1939… trent’anni fa.. quando mi innamorai di Luboš…"

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