giovedì 12 luglio 2018

HRVATSKA! QUANDO IL NOME DICE TUTTO.

Onore alla Croazia! Dal 1962, quando nella finale di Santiago del Cile fu la Cecoslovacchia a contendere vanamente la coppa Rimet al Brasile, nessuna squadra dell'est Europa era mai arrivata all'ultimo atto di un mondiale che vide in quell'occasione, tra l'altro, il miglior risultato in assoluto della Jugoslavia, quarta nella classifica finale. Squadra tosta, con "attributi" sconfinati quella croata, poche balle e che rappresenta una nazione di soli 4 milioni di abitanti. Sempre sotto nel punteggio dagli ottavi e sempre in grado di recuperare alla "lotteria" dei rigori, dove con grandi doti tecniche e psicologiche - e con l'aiuto della Dea bendata, ovvio - è riuscita anche a metabolizzare la delusione del rigore vincente sbagliato da Modric a pochi minuti dalla fine dei supplementari contro i danesi negli ottavi e al pareggio dei russi a pochi giri di lancetta dalla fine dell'overtime nei quarti di finale. Ieri il capolavoro contro la "perfida Albione", rimontata e superata ancora una volta nell'extra-time e questa volta senza bisogno della "roulette russa" - proprio il caso di dirlo - dei penalties. Domenica l'ultimo ostacolo per entrare davvero nella Storia: diventare il primo paese dell'est europa a fregiarsi del titolo di campione del mondo. Non sarà facile. L'avversario sembra il peggiore che potesse capitare: La jeune France! Eh si, perchè i "galletti" guidati da Didier Dechamps arrivano alla finale con un percorso netto: fuori Argentina, Uruguay e Belgio senza dover ricorrere agli straordinari, sciorinando velocità, talento ed energia.
Una cosa sicuramente la nazionale (e la nazione) croata non ha proprio nulla da invidiare all'avversario: lo smisurato orgoglio di appartenenza e forse anche un po' lo sciovinismo. Noi, italiani, in questo frangente sfigati vicini di casa di tutti e due i contendenti, lo sappiamo anche troppo bene.
E per questo, personalmente, domenica sarà assai arduo decidere da che parte rivolgere la propria simpatia: ragioni di parentela familiare mi spingono verso les Blues mentre desiderio di novità verso i balcanici. In ogni caso sarà come scegliere tra la ghigliottina e la fucilazione con successivo vilipendio di cadavere.  
Due pensieri finali a margine dell'evento. Il primo: ve la immaginate cosa sarebbe oggi la Jugoslavia se a questa Croazia si potessero sommare lo sloveno Handanovic, i bosniaci Pjanic e Dzeko e il serbo Milinkovic-Savic, così solo per citarne qualcuno a caso? Il secondo: mi sono ricordato che ieri era l'11 luglio - non più del 1982 - e se ieri ho scritto che assistere a questi mondiali per noi italiani era come uscire ogni sera a cena con il proprio migliore amico e la sua ragazza dopo che la tua ti aveva lasciato, assistere alla finale sarà come essere costretti ad assistere alle loro "effusioni" il giorno dell'anniversario del primo "incontro" con la tua ex. E anche per questo, grazie "azzurri"!!

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