martedì 31 luglio 2018

RITORNO AL FUTURO - PARTE SECONDA

Mosca, dal nostro corrispondente. 
Tra i documenti ancora conservati negli archivi del celeberrimo ex servizio segreto per la sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica (KGB) e recentemente resi accessibili ai ricercatori dal governo della Federazione Russa, un fascicolo ha destato sconcerto tra gli studiosi. 
Il plico, contrassegnato con la sigla AK-47, contiene i verbali di un interrogatorio tenutosi nel febbraio del 1984 nei confronti dello scienziato georgiano Anatoly Kinkhadze, misteriosamente scomparso nei mesi successivi. Il famoso fisico delle particelle all’epoca era a capo di un progetto denominato “Pojezdky Vremenami” (Viaggio nel Tempo) che aveva lo scopo di studiare la possibilità di realizzare, attraverso l’utilizzo di acceleratori nucleari, lo spostamento della materia nello spazio- tempo. Dall’esame dei documenti resi noti parrebbe che l’equipe dello scienziato fosse riuscita nell’intento già verso la fine del 1983 e che Kinkhadze si fosse prestato per diventare egli stesso il primo viaggiatore nel tempo della storia dell’umanità. 
Nel fascicolo è riportato il testo dell’interrogatorio, avvenuto in gran segreto il 2 febbraio 1984 nel palazzo della Lubjanka alla sola presenza dell’allora già molto malato segretario del PCUS Yuri Andropov e dei vertici KGB; lo scienziato avrebbe dichiarato di aver viaggiato nel tempo e di “ritornare” dal 15 febbraio 2009, solo 25 anni più in avanti. 
La lettura del verbale ha dell’incredibile: inizialmente allo scienziato sarebbe stato chiesto qual era la situazione del mondo e dell’economia capitalista, chi fosse a capo dell’acerrimo nemico (gli U.S.A.), chi ricoprisse la massima carica russa e chi fosse il Presidente della Repubblica Italiana. 
Kinkhadze riferì che l’economia capitalista era ormai giunta al tracollo, negli Stati Uniti c’era un Presidente di colore e che si stavano nazionalizzando persino le banche mentre in Italia il Presidente della Repubblica era il vecchio compagno Giorgio Napolitano ed al vertice della nazione russa c’era un certo Vladimir Putin, quello che al momento era solo un oscuro e zelante capitano del KGB. Nella stanza della Lubjanka pare che il segretario Andropov, udite quelle parole si sia commosso e dopo aver abbracciato i presenti, abbia chiesto che venisse portata una bottiglia di Vodka per brindare al successo mondiale della Rivoluzione comunista. 
Solo dopo molte insistenze lo scienziato georgiano riuscì a convincere la compagnia festante ad udire anche il resto del racconto: tanto che cosa poteva mai raccontare di più interessante e meraviglioso quel prossimo Eroe dei Popoli dell’Unione Sovietica? Chi aveva vinto le future edizioni della Coppa del Mondo di calcio? Nell’ordine e con crescente emozione Kinkhadze d’un fiato raccontò che nel febbraio 2009 l’Unione Sovietica non esisteva più dal 31 dicembre 1991 e che da quella data tutte le sue Repubbliche si erano proclamate stati indipendenti e sovrani , che il partito comunista era stato posto fuori legge, che il Patto di Varsavia era stato sciolto qualche anno dopo, che la C.E.E., divenuta Unione Europea, comprendeva 27 paesi tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Bulgaria, Romania, Lettonia, Lituania ed Estonia e diversi dei quali erano addirittura membri della N.A.T.O.; la presidenza di quell’Unione era momentaneamente retta dalla Repubblica Ceca, in quasi tutta l’Europa era in vigore un’unica moneta denominata Euro gestita da un’unica Banca Centrale ed un qualsiasi cittadino degli stati dell’Unione poteva recarsi in autovettura da Lisbona in Portogallo sino a Tallin in Estonia senza controlli di confine. Il muro di Berlino era stato abbattuto pacificamente dalla folla già nel 1989 e la Germania Ovest si era annessa la Germania Est dall’ottobre del 1990. Per non dire di come poi la tecnologia aveva modificato lo stile ed i modi di vita delle persone…chiunque nei paesi economicamente sviluppati possedeva un telefono portatile con cui in ogni momento poteva dialogare audio e video in tempo reale con il resto del mondo. 
Nella stanza pare che il clima di festa si fosse trasformato lentamente in un pesante silenzio, i presenti si guardavano delusi e sconsolati: la tanto attesa prova incontrovertibile che la Rivoluzione alla fine aveva trionfato ancora non c’era, quello scienziato si era evidentemente fuso il cervello durante l’esperimento ed aveva solo raccontato una marea di sciocchezze senza senso. 
Così il povero Anatoly Kinkhadze fu prima rinchiuso in un manicomio di Stato in una non meglio precisata località del Nagorno-Karabak e poi probabilmente rimase vittima degli psico- farmaci che gli furono somministrati in dosi sempre più massicce, vista l’insistenza con cui sosteneva la veridicità di quello a cui diceva di aver assistito. Il KGB fece “sparire” nei mesi seguenti tutti i membri dell’equipe di Kinkhadze coinvolti nel progetto e distrusse tutte le apparecchiature, gli studi e i calcoli utilizzati, nonché ogni prova dell’accaduto. 
Quanto riportato getta anche una sinistra luce sulla morte del segretario Yuri Andropov avvenuta il 9 febbraio 1984, una settimana esatta dopo aver assistito a quell’incredibile interrogatorio; tra le carte del leader scomparso fu rinvenuta la seguente poesia: “Siamo solo di passaggio in questo mondo, sotto la Luna / La Vita è un attimo. Il non-essereè per sempre / La Terra ruota nell’Universo / Gli uomini vivono e svaniscono…”. 
Sicuramente se Anatoly Kinkhadze fosse capitato nel futuro anziché nel febbraio 2009 nel giugno 2018, forse lo shock per il “povero” Andropov e i suoi sodali sarebbe stato minore, considerando che il presidente degli Stati Uniti è Donald Trump, il presidente italiano “l’ex democristiano” Sergio Mattarella, che quell’incredibile Unione Europea senza confini e dazi doganali era alle prese l’uscita della Gran Bretagna e che in molti stati si chiedeva a gran voce la fine di quell’altrettanto futuristica moneta unica con il ripristino dei controlli alle frontiere e che era stata già realizzata la costruzione di nuovi muri di filo spinato per evitare ingressi indesiderati. Per non dire dei dazi imposti dagli Stati Uniti al commercio mondiale con le ovvie ritorsioni degli altri paesi. Oggi, rispetto al 2009, il mondo avrebbe dei connotati molto più rassicuranti agli occhi di chi nel 1984 era a capo di un sistema poliziesco senza pluralismo politico. 

La domanda finale è, se gli studiosi saranno in grado di confermare quanto contenuto nel fascicolo AK-47, quale sorte oggi attenderebbe un novello Anatoly Kinkhadze di ritorno dal 31 luglio 2034?

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