giovedì 17 dicembre 2020

L'ULTIMO GOL DI CICCIO GRAZIANI IN SERIE A




















A volte il destino può essere davvero beffardo sia nello sport che nella vita. Lo è stato sicuramente con  Francesco "Ciccio" Graziani, il quale mise a segno l'ultima delle 130 reti realizzate nella sua lunga carriera in serie A proprio contro i suoi ex compagni della squadra della sua città, contribuendo in maniera decisiva a toglierla definitivamente dalla corsa allo scudetto, senza peraltro servire a nulla per i suoi nuovi colori già praticamente condannati alla serie B e pagare personalmente poi un dazio pesantissimo nella partita seguente, quando sul campo di Marassi contro la Sampdoria un grave infortunio al ginocchio gli fece chiudere la stagione e l'avventura nella massima serie.
Andiamo con ordine.
Il 29 marzo 1987 mancano 7 turni alla fine del torneo e la Roma arriva in Friuli lanciatissima a sole 3 lunghezze dal Napoli capolista di Maradona impegnato al San Paolo contro la Juventus dopo il tonfo di San Siro contro l'Inter nella domenica precedente.
I giallorossi sono in piena rimonta sui partenopei con 17 punti ottenuti nelle ultime 10 partite, tutte senza sconfitte e sembrano fiutare "l'odore del sangue" di un possibile aggancio e sorpasso in volata nelle seguenti ultime 6 partite. L'Udinese invece, partita con il pesantissimo fardello di 9 punti di penalizzazione, si trova ultima e derelitta in classifica con 8 punti e proprio 9 punti da recuperare in sei giornate sull'Empoli, quart'ultimo e al momento in salvo. In altre parole già retrocessa e reduce da due sconfitte consecutive: il pesantissimo 2-6 casalingo con l'Avellino e la sconfitta di misura sul campo del pericolante Ascoli.
Ma, come diceva Gianni Brera, il calcio è un mistero agonistico e talvolta si diverte a sovvertire pronostici che sembrano avere il valore di un teorema matematico, come accadde quel grigio pomeriggio di inizio primavera sul prato del Friuli davanti a poco più di 19.000 spettatori di cui almeno la metà di fede giallorossa, giunti in carovana ai confini dell'Impero per sostenere le Legioni romane contro i Barbari friulani.
Ulteriore curiosità per i cultori della materia: Legioni e Orde barbariche in realtà erano piene zeppe di ex e futuri tali: Oddi, Baroni, Righetti e Desideri avevano vestito o vestiranno il bianconero mentre Graziani, Chierico e Collovati avevano fatto o faranno lo stesso con il giallorosso. Per non dire di "Picchio" De Sisti sulla panchina bianconera.
Il primo tempo pare uniformarsi perfettamente al teorema che vuole la Roma fare un sol boccone dell'Udinese, con la frazione dominata dai giallorossi in vantaggio già dopo 10 minuti grazie ad uno spettacolare tiro di "Sebino" Nela, più volte vicini al raddoppio senza rischiare praticamente nulla.
Nella ripresa invece la troppa sicurezza gioca un brutto scherzo al campione del mondo Bruno Conti che, neanche dopo 5 minuti dal rientro dagli spogliatoi, alleggerisce con sufficienza un pallone dalla sua tre quarti verso Tancredi e detta un formidabile assist al suo compagno di trionfi azzurri e giallorossi Ciccio Graziani, il quale, avendo intuito tutto segue l'azione e si presenta solo davanti al portiere romanista e lo fulmina con un rasoterra nell'angolino.
Manca ancora un tempo, sembra solo un incidente di passaggio, mentre in realtà sarà l'episodio che cambierà il vento della partita e delle speranze di scudetto per  la squadra diretta dal guru svedese Eriksson: i giallorossi si innervosiscono mentre i friulani prendono il coraggio per lasciare il segno di un'impresa alla memoria di un campionato infame e privo di soddisfazioni.
Passano i minuti e gli assalti romanisti si fanno sempre più confusi, disordinati e velleitari e per i bianconeri si aprono spesso varchi su cui infilarsi sempre più pericolosamente fino a quando, a 5 minuti dalla fine, il libero Massimo Storgato partendo da fuori della sua area e scambiando al volo prima con Criscimanni e poi con Miano, si presenta solo all'altezza dell'area di rigore giallorossa e fa scoccare un pallonetto tanto bello quanto preciso per battere Tancredi. Due a uno e tutti a casa, con i romanisti che sembrano proprio non aver superato la sindrome di Roma-Lecce ed essersi concessi una sorta di bis neanche 12 mesi più tardi.
Nelle rimanenti 6 giornate di campionato i giallorossi conquistarono solo 2 punti, senza più vincere una partita, chiudendo la stagione con un insipido settimo posto finale, fuori dalle competizioni europee e con il santone Eriksson dimissionario a due giornate dalla fine.
Fece meglio l'Udinese, guadagnando 5 punti frutto di una vittoria e 3 pareggi, di cui l'ultimo contro il Milan che costò ai rossoneri la necessità di spareggiare con la Sampdoria per qualificarsi in coppa UEFA; quei 5 punti non servirono ad evitare l'ultimo posto in graduatoria ma diedero la salvezza "morale" che sarebbe stata acquisita sul campo sommando ai 15 legali i 9 punti della penalizzione di partenza.

Stadio Friuli, 29 marzo 1987
24a giornata 

UDINESE - ROMA 2-1

Marcatori: 10' Nela, 50' Graziani, 84' Storgato

UDINESE: Abate, Galparoli, Storgato, Galbagini (73' F. Rossi), Susic, Collovati, Branca (80' Tagliaferri), Miano, Graziani, Chierico, Criscimanni.
Allenatore: De Sisti.

ROMA: Tancredi, Oddi, Baroni, Righetti, Nela, Conti, Bergreen, Giannini (89' Impallomeni), Pruzzo, Ancelotti (55' Desideri), Baldieri.
Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Paparesta di Bari.


Francesco "Ciccio" Graziani
nato a Subiaco (Roma) il 16 dicembre 1952

353 presenze in serie A dal 1973 al 1987 e 130 reti
(Torino 222-97, Fiorentina 52-14, Roma 57-12, Udinese 22-7)
58 presenze in serie B e 12 reti dal 1970 al 1973 e nel 1987
(Arezzo 48-11, Udinese 10-1)
64 presenze in nazionale con 23 reti dal 1975 al 1983
Campione del mondo in Spagna nel 1982
Campione d'Italia con il Torino nel 1975/76
Vincitore con la Roma della Coppa Italia 1983/84 e 1984/85
Capocannoniere serie A 1976/77 con 21 reti

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