Chiunque si occupi a qualsiasi titolo di “Udinese” non potrà mai prescindere dal ricordare Antonio Di Natale e quindi anch’io non posso esimermi dal farlo, consapevole di quanto sia facile e difficile allo stesso tempo assolvere a questo compito; facile perchè il numero 10 nato a Napoli 10 ottobre 1977 ha lasciato tracce talmente profonde e abbondanti nella storia del club friulano per cui certo non mancano gli elementi per la tastiera, ma proprio per questo tremendamente difficile scrivere qualcosa che non sia già stato detto.
Sport, Memoria, Pensieri & Arte varia oltre il Natisone dall'antica capitale del Friuli
giovedì 15 aprile 2021
TOTO'
Se Diego Maradona è diventato il Re del Mondo negli anni che ha giocato lo deve alla scelta di trasferirsi a Napoli, sicuramente Antonio Di Natale si è trasformato in Totò e ha raggiunto i traguardi individuali in fatto di presenze e reti lo deve alla decisione di rimanere all’Udinese, rifiutando il trasferimento già fatto alla Juventus nell’ultimo giorno di mercato nell’estate del 2010.
La scelta gli costò sicuramente la rinuncia a svariati milioni di Euro, ma gli permise di allungare la carriera in serie A fino alla soglia dei 40 anni, avendo disputato l’ultima partita della sua carriera il 15 maggio 2016 allo stadio Friuli contro il Carpi, nell’ultima giornata del campionato di serie A 2015/16; è ragionevole pensare che a Torino, in mezzo a tanti top players non avrebbe goduto delle attenzioni, dello spazio e delle licenze che invece gli furono permesse in Friuli e che permisero al suo talento e alla sua professionalità di trovare piena espressione in squadre che venivano costruite intorno alle sue capacità di realizzazione.
Buon per tutti i tifosi dell’Udinese che, grazie a Totò, hanno goduto per 12 anni della presenza di un giocatore che ha veramente fatto la storia del Club in un periodo in cui, escluse le ultime due stagioni, la squadra è stata capace di navigare con continuità nelle posizioni medio-alte del campionato e di frequentare abitualmente e tutto sommato anche dignitosamente, le competizioni europee.
Ho deciso di far parlare i numeri, perché dietro quelle cifre qualsiasi tifoso bianconero o semplicemente appassionato del calcio e dello sport in generale potrà ritrovare emozioni che Totò ha regalato e insieme misurare la straordinarietà di una carriera rimasta all’apice tanto a lungo e in cui sono comprese anche le partecipazioni con la nazionale italiana a due campionati europei (Austria-Svizzera 2008, Polonia-Ucraina 2012) e un mondiale (Sudafrica 2012). Cosa piuttosto insolita per chi non ha militato in un top club.
Ecco quindi i numeri nudi e crudi di Antonio Di Natale con la maglia dell’Udinese, dall’esordio in campionato il 12 settembre 2004 sul campo di Reggio Calabria (0-0) sostituendo nel secondo tempo il brasiliano Alberto, all’addio del 15 maggio 2016, entrando a 12 minuti dalla fine in sostituzione di Bruno Fernandes per calciare il rigore che fissò il punteggio sull’1-2 contro il Carpi, realizzando così l’ultima delle sue 227 reti in maglia bianconera.
Presenze totali 446, divise tra campionato di serie A (385), coppa Italia (24) e coppe europee (37 tra UEFA, Champions League ed Europa League) nelle quali ha realizzato appunto 227 gol sommando i 191 in campionato ai 19 in Coppa Italia e ai 17 nelle competizioni internazionali; durante la sua permanenza in bianconero vestì inoltre per 37 volte la maglia azzurra segnando 10 gol complessivi di cui 1 contro la Slovacchia nel mondiale sudafricano del 2010 e 1 contro la Spagna all’esordio nell’Europeo in Polonia nel 2012. Ultima presenza in azzurro nella finale di quell’Europeo persa per 4-0 contro le furie rosse di Spagna. , il primo luglio 2012 allo stadio Olimpico di Kiev.
Durante la sua militanza in Friuli, l’Udinese ha colto tre qualificazioni ai preliminari di Champions League (2004/05, 2010/11 e 2011/12), una partecipazione alla fase a gironi della Champions League (2005/06), in UEFA-Europa League due volte ha raggiunto gli ottavi di finale (2005/06, 2011/12) e una volta i quarti di finale (2008/09). A questi traguardi si aggiungano i piazzamenti al terzo posto del campionato 2011/12 e due quarti posti (2004/05 e 2010/11), un quinto posto (2012/13), tre semifinali di coppa Italia (2004/05, 2006/07 e 2013/14) e la vittoria nella classifica dei marcatori nel 2009/10 (29 reti), 2010/11 (28 reti), il secondo posto nel 2012/13, il terzo nel 2011/12 e il titolo di capocannoniere della Coppa Italia 2014/15 a pari merito con Mario Gomez (4 reti). E’ attualmente al quarto posto nella classifica dei marcatori della serie A di tutti i tempi per reti segnate con il medesimo club dietro a Totti, Nordahl e Meazza e sesto assoluto con 209 reti sommando anche i 18 centri messi a segno con la maglia dell’Empoli, società da cui i Pozzo lo prelevarono nel 2004.
Possiamo scommettere ben più di una cena al Boschetti, come si diceva una volta, che numeri come questi nessuno li emulerà sia nel futuro prossimo che in quello remoto del club bianconero, anche se da più parti si dice che i record ci sono per essere battuti.
Concludo la dedica a Totò riportando i numeri riferibili alle altre squadre in cui ha militato prima di giungere a Udine:
Empoli: 178 presenze e 55 reti tra serie A (60 presenze e 18 reti), B (99 presenze e 31 reti) e coppa Italia (19 presenze e 6 reti). Durante la permanenza nel club toscano ha esordito in nazionale il 20/11/2002 alla stadio Adriatico di Pescara, convocato da Marcello Lippi per l’amichevole con la Turchia (1-1) per poi sommare altre 4 presenze in azzurro con un gol nell’amichevole del 18/02/2004 a Palermo contro la Repubblica Ceca (2-2).
Iperzola: 33 presenze e 6 reti in serie C2
Varese: 4 presenze in serie C1
Viareggio: 25 presenze e 12 reti serie C2
Appese le scarpe al chiodo Totò lasciò il Friuli per fare rientro ad Empoli, città d’origine della moglie e per iniziare successivamente la carriera di allenatore, con esperienze allo Spezia come collaboratore tecnico (2018/19) e allenatore dell’Under 17 (2019/20). Da pochi giorni ha accettato la prima panchina di una squadra professionistica, la Carrarese, nel girone A della serie C.
Ci resta un rammarico ed un rimpianto.
Il rammarico di non averlo mai visto vincere una competizione di club o in nazionale, come sicuramente avrebbe individualmente meritato.
Il rimpianto che la società Udinese Calcio S.p.a. non sia riuscita a trovargli, per ora, una collocazione all’interno del suo staff. Magari è dipeso anche dalla volontà di Totò, non lo sappiamo.
In futuro chissà.
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