mercoledì 7 giugno 2023

IL MAGO DELLA BOVISA

Osvaldo Bagnoli, nato il 3 luglio 1935 nella periferia milanese della Bovisa, ha legato indiscutibilmente il suo nome e la sua notorietà ad una delle più belle imprese sportive del calcio italiano, la vittoria del campionato 1984/85 con il Verona, società di provincia che proprio in quell'anno era stato definito il campionato "più bello del mondo", vista la contemporanea presenza delle più quotate star del calcio mondiale come Maradona, Platini, Zico, Socrates e Rummenigge.
Per citarne solo i più rappresentativi.
Osvaldo Bagnoli, tecnico con una carriera da giocatore spesa per lo più tra B e C con le maglie del Catanzaro e del Verbania negli anni '60, rappresentò per le squadre di club italiane quello che fu Enzo Bearzot per la nazionale, sia per filosofia di gioco che per visione del mondo e dello sport.
Come il tecnico di Aiello del Friuli, Osvaldo Bagnoli puntò infatti sempre su gruppi fedeli e ristretti di giocatori considerati outsider e adattando le tattiche di gioco alle caratteristiche degli uomini a disposizione, coesi dove i singoli mettevano a disposizione le loro migliori qualità, esaltando sé stessi a tutto vantaggio del collettivo.
E come accadde per l'allenatore campione del mondo, inviso dalla maggior parte della stampa nazionale per via del suo carattere assai poco incline ai proclami e spesso spigoloso, veniva tacciato di produrre un "calcio vecchio", tutto difesa e contropiede.
Con filosofia (vera) del gruppo (autentico), tutto catenaccio (presunto) e contropiede, il "Mago della Bovisa" nelle sua carriera che mise insieme 809 panchine dal 1973 al 1994 tra campionato, coppe nazionali e internazionali alla guida di Solbiatese, Como, Rimini, Fano, Cesena, Verona, Genoa e Inter con la conquista dello scudetto a Verona, delle 2 promozioni dalla B alla A con Cesena e Verona e quella dalla C2 alla C1 con il Fano, oltre ad uno storico quarto posto con il Genoa 1990/91 che valse la qualificazione alla Coppa Uefa con la successiva conquista della semifinale del torneo nell'anno successivo e la piazza d'onore con l'Inter dietro il Milan degli Invincibili nell'annata 1992/93.
Esonerato dal Presidente Pellegrini nella stagione 1993/94, Osvaldo Bagnoli, nonostante le molte offerte decise di dire stop e si ritirò definitivamente dal mondo del calcio.
Ma per definire chi fu veramente Osvaldo Bagnoli e perchè fu in grado di vincere spesso in piazze "impossibili" against all odds, è sufficiente citare le sue parole, rese all'indomani della vincita del clamoroso scudetto gialloblù del 1984/85.

"Favola o realtà?  Me lo sto chiedendo anch'io mentre sto vivendo un momento eccezionale e mi sento felice, seppur prigioniero di qualcosa che supera ogni immaginazione, qualcosa di veramente ed esageratamente, almeno per il mio carattere, favoloso.
Se riuscirò ad uscire dai mille e mille abbracci, dalle espressioni di gioia di una città, di una provincia e di un mondo che sta dentro e intorno, vicino e lontano da questa Verona in festa, allora potrò riordinare le idee, rifare mentalmente una strada che è quella percorsa da latri allenatori, magari più bravi di me, che non hanno avuto la mia stessa fortuna.
Io so, per esperienza, che quando andrà meno bene i tifosi che oggi esultano saranno pronti a contestarci.
Adesso esco dallo stadio fra gli applausi, giro per la città indicato a vista, elogiato da tutti, ma non dimentico la porticina di servizio del Bentegodi, o di un altro stadio, che un giorno mi aiuterà ad evitare la folla che aspetta fuori per contestarmi."   

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