lunedì 27 novembre 2023

PER LA GESTECO BILANCIO IN ROSSO AL GIRO DI BOA

Che per la Gesteco il suo secondo campionato di serie A2 sarebbe stato molto più difficile del primo lo si sapeva sin dall'inizio, in primis  perché è risaputo dalla notte dei tempi che per un outsider ripetere le imprese compiute "against all odds" è sempre cosa assai ardua. Puntualmente il vecchio assunto ha trovato conferma nel cammino sino a qui intrapreso dalla truppa del coach Pillastrini, che al termine del girone d'andata della regular season registra uno score di 3 vittorie e 8 sconfitte e occupa la quart'ultima posizione staccata di quattro punti (virtualmente 6 stante le sconfitte negli scontri diretti con Piacenza e Cento) da quell'ottavo posto che vorrebbe dire play-off, ma soprattutto salvezza anticipata.

Quindi nessuna sorpresa: la domanda che però si pongono i sostenitori delle Aquile, ma più in generale anche tutti gli osservatori, è se la situazione venutasi a creare sia più complessa di quello che ci si poteva attendere ai nastri di partenza e soprattutto quali e quante siano le chanches della truppa ducale di riuscire ad andare oltre l'ostacolo e mantenere la categoria, l'unico vero obiettivo della dirigenza per la stagione in corso.

Cerchiamo di andare con ordine e lucidità. 

La scorsa estate, dopo l'esaltante cammino compiuto con un'ascesa continua di traguardi e risultati ben noto a tutti, nella stanza dei bottoni si è valutato che il ciclo del gruppo era concluso e bisognava ripartire ri-assemblando in profondità il roster puntando su di una pattuglia di nuovi arrivi graditi al coach e con la caratteristica di essere dei prospetti giovani, italiani e con ampi margini di miglioramento nel tempo, da unire ad un nucleo della "vecchia guardia" motivata e motivante.

Per cui gli addii a Battistini, Pepper (accasatisi nell'altro girone rispettivamente a Vigevano e Casale) e Cassese (fermatosi per sistemare guai fisici), ma soprattutto la rinuncia non desiderata di Aristide Mouaha, il quale non ha saputo resistere alle sirene della massima serie e, verso la fase finale del mercato, ha ceduto alla corte e alle promesse di Scafati (salvo pentirsene presto dato l'irrisorio minutaggio concessogli in Campania da Pino Sacripanti).

A posteriori sino a qui, il risultato non è certo quello auspicato dallo staff tecnico ducale, perché i nuovi arrivati non sono riusciti a rimpiazzare adeguatamente i partenti: certamente deficitario l'apporto sul piano agonistico e squisitamente tecnico, mentre dal punto di vista della "chimica" e delle dinamiche di spogliatoio ci si astiene da qualsiasi valutazione, considerato che tali aspetti restano patrimonio solo di chi vive il contesto in prima persona.

Sicuramente la "dea bendata" non è stata generosa nell'avvallare la scelte estive perlomeno coraggiose, facendo saltare del tutto la preparazione al centro Berti e al cecchino Mastellari, due dei giocatori più "fatti" per la categoria arrivati a Cividale e che negli intendimenti del coach servivano per creare nuove soluzioni offensive da affiancare al talento indiscusso di Lucio Redivo e altrettanto certamente la composizione dei due gironi non ha aiutato il progetto, paracadutando dalla serie A  in quello rosso due piazze come Verona e Trieste e altre compagini tutte ai play-off della scorsa stagione, eccetto la ripescata Orzinuovi. 

Così, rivelatisi ancora troppo ancora acerbo per la categoria il talentuoso play Isotta, spaesata la guardia Bartoli e, stante i 18 anni ancora da compiere, troppo discontinuo per essere una garanzia l'esordiente dal futuro assicurato  Marangon a "cantare e portare la croce" si è trovato Lucio Redivo con l'apporto non sempre costante dei "senatori"  capitan Rota, l'indomito Jack Dell'Agnello e Gabriele Miani, con il giovane Furin, anche lui limitato da qualche acciacco, e incapace di dare seguito sostanzioso alle belle cose fatte vedere durante l'ultima parte dello scorso campionato.

Il verdetto di buona parte dell'avvio di stagione è stato che, nonostante la squadra nel suo complesso non sia mai andata incontro ad "imbarcate" ma abbia sempre dato filo da torcere a tutti gli avversari affrontati lottando sino alle battute finali di tutti i match, si è sempre trovata a rincorrere gli stessi, non riuscendo ad offrire la necessaria continuità di rendimento e aggressività per tutta la durata dei vari incontri. 

Senza giri di parole: "manca qualcosa" per poter ambire a raggiungere la salvezza senza dover lottare fino all'ultimo con il coltello tra i denti nel "girone della muerte" che saranno quest'anno i play-out (si salvano solo le prime due di un girone all'italiana con 6 squadre). 

Preso atto di un tanto, la dirigenza ducale, ha deciso un mese fa di tornare sul mercato utilizzando la possibilità di tesserare un secondo "stranger" per rendere più competitivo il roster, scegliendo di inserire Vincent Cole, un venticinquenne americano con un profilo interessante e con "punti nelle mani", ma esordiente nella categoria e che necessita di tempo e allenamenti per riuscire a dare l'apporto che serve come il pane in questo momento della stagione.

Questo lo stato dell'arte a metà della regular season per le Aquile cividalesi e per la società del Presidente Micalich, che si trova ad affrontare per la prima volta nella sua breve, ma significativa storia fatta di successi e di obiettivi conseguiti, una navigazione in acque "tempestose" che rendono l'approdo al porto sicuro tutt'altro che facile.

Questi sono i momenti in cui - come affermato dallo stesso Presidente al termine della pesante  (in termini di classifica) sconfitta di Cento - una società ed un ambiente possono crescere, dando dimostrazione di compattezza e competenza.

L'ambiente ducale, che sta seguendo sempre con lo stesso calore e la partecipazione dei giorni migliori, in questo senso è una garanzia per mettere capitan Rota e compagni nelle condizioni ideali per trovare o ri-trovare "gli occhi della tigre" ben rappresentanti dalla foto in apertura e la Gesteco può contare in panchina su di un coach che non ha bisogno di altre parole rispetto a nominarlo: Stefano Pillastrini,

Serve qualcos'altro oppure sarà sufficiente aspettare l'evolversi della situazione dentro all'attuale gruppo per trovare - come detto dal coach e dal capitano - la giusta quadra, prima che subentri la fatale rassegnazione, sempre in agguato quando si mette insieme una serie ripetuta di sconfitte?

Citando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. 



   
 

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