Sono passati appena 3 anni da quando Cividale battagliava per la prima volta nella fase ad orologio della serie B assistita da una Marea… di un paio di addetti ai lavori muniti di autocertificazione che diligentemente raccontavano quello che accadeva nel vuoto assordante di un palazzetto deserto.
Pochi "fortunati" hanno il “privilegio” di ricordarselo, ancor meno sono coloro che credevano o solo immaginavano come lo spirito che anima questo club, dal suo vertice ai ragazzi che via via hanno vestito la maglia delle Aquile e lo staff tecnico che li dirige, potesse essere in grado di trasformare questo posto, facendo innamorare in seguito una comunità che nel tempo ha allargato sempre più i suoi confini, coinvolgendo anche molte persone che da poco hanno scoperto che a basket non esiste il "fuorigioco" e non sono ammesse le entrate in scivolata sul portatore di palla.
Facendo tutti insieme di via Perusini un luogo in cui si respira, a detta di chi ci arriva da lontano, un clima e un’elettricità senza pari nello stivale per calore, correttezza e…voglia di far festa.Davvero un "unicum" in un mondo, come quello contemporaneo, invaso e definito nell'immaterialità della rete e dei social, in cui a 360 gradi sembrano in crisi irreversibile i luoghi di condivisione collettiva partecipata in presenza e compromessa la capacità delle persone a "fare squadra" ordinatamente e "pacificamente", in un'ambiente sempre più permeato dallo spirito del "noi (io) facci(o)amo quel cazzo che vogli(o)amo", in cui si strilla per il riconoscimento dei diritti solo quando premiano il proprio interesse personale, senza però voler farsi carico della responsabilità verso "l'altro" che l'esercizio di tali diritti comporta, facendo invece "spallucce" quando sono negati a qualcuno che non rientra nella propria sfera d'interesse.
Patrimonio dunque da tutelare con cura quello che si è creato senza il "telecomando" di nessuno in via Perusini dove una comunità ha "semplicemente" riscoperto grazie allo sport il bello, il piacere di vivere insieme e il sano orgoglio che deriva dallo spirito di appartenenza a valori condivisi.
Trattasi di altro, diversamente inestimabile, “Tempietto Longobardo”.
…E ME NE VANTO!
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