Correva l'anno del Signore 1986, precisamente l'ultimo giorno di novembre, quando andò in scena questa vicenda dal sapore manzoniano ovvero quando, dopo un centinaio di presenze allo stadio Friuli, decisi di accettare le insistenze di uno dei miei compagni di merende - e di spalti - per seguirlo in trasferta per la prima volta.
Destinazione: "Quel ramo del lago di Como..." su cui sorgeva - e sorge tuttora benché oggetto di lavori di ammodernamento - il fatiscente stadio intitolato alla memoria di Giuseppe Sinigaglia, il campione di canottaggio caduto da eroe durante la prima guerra mondiale dalle nostre parti, sul Monte San Michele.
Missione: sostenere l'Udinese contro i lariani nella sua rincorsa disperata ad una salvezza possibile solo affidandosi alla matematica già dalla prima giornata di campionato, quando i bianconeri più antichi d'Italia si erano presentati ai nastri di partenza con uno zaino zavorrato da 9 punti di penalizzazione, in un torneo di sole 30 giornate e che prevedeva allora solo due punti per la vittoria.
Fardello che la famiglia Pozzo , alla sua prima esperienza alla guida del Club, aveva ereditato in estate dalla precedente gestione Lamberto Mazza - Tito Corsi, protagonista di una rocambolesca salvezza all'ultima giornata ma anche, o di più, nelle aule della giustizia sportiva per il coinvolgimento nello scandalo del totonero bis.
Insomma un compito che neanche Tom Cruise avrebbe accettato dopo che il nastro si fosse autodistrutto passati i canonici cinque secondi dalla fine del messaggio che gli propone, come di rito, la missione impossibile.
Ci sarebbe voluto un miracolo, ma "Colà dove si puote ciò che si vuole" sicuramente la lista di richieste era molto lunga e con l'aggiunta di tante"priority" sui cartellini rispetto a quella sottoscritta dalla tifoseria friulana.
Eppure quella domenica di fine novembre con grande fiducia Moreno, Roberto ed io eravamo saliti, ancor prima dell'alba a Cividale, sul Pullman che il club Arthur Zico di Orsaria aveva organizzato per l'undecima gara del girone d'andata in quel di Como, nonostante l'Udinese avesse raggiunto quota "zero" solo la giornata precedente dopo un uggioso 0-0 casalingo con la Samp di Vialli e Mancini, che era costato peraltro la frattura al setto nasale per il portiere Brini.
In fin dei conti - coì si ragionava tra noi in corriera - a "Picchio" De Sisti, novello Ethan Hunt sulla panchina bianconera, Gianpaolo Pozzo - non ancora "Paron" - e Franco dal Cin gli avevano consegnato una rosa arricchita da ben tre ex-campioni del mondo del calibro degli azzurri "figli di Bearzot" "Ciccio Graziani", Fulvio Collovati e il gringo pampero Daniel Bertoni, mica gli ultimi arrivati!
In particolare l'argentino al suo arrivo aveva subito proclamato: "E' un' Udinese da Coppa Uefa, sono sicuro si salverà!"-
E d'accordo che il Como era una rivelazione di quella prima parte di stagione con ben 12 punti già in saccoccia a sole 4 lunghezze di ritardo dal Napoli capolista di Diego Maradona, ma era sicuramente il solito fuoco di paglia destinato a spegnersi presto, magari già pago del brillante avvio e per di più quel giorno annunciato senza diversi titolari, tra cui Stefano Borgonovo, punta di diamante e bomber dell'attacco lariano.
"I nostri che adesso sono a quota zero lotteranno con il coltello tra i denti!" - "Per noi ogni partita è un'ultima spiaggia!" - "Contano le motivazioni! Noi ne abbiamo molte più di loro".
E avanti così, con genuina ingenuità e la fede del vero tifoso, che confonde la realtà con i propri desideri e nel nostro caso pure aggravata del mancato ricorso alla "Santa Barbara" di bottiglie cabernet che era spuntata nei sedili in fondo al pullman già al semaforo di Remanzacco e a cui invece avevano subito attinto i chiassosi occupanti degli ultimi posti.
Tra questi spiccava un biondino in particolare che, appena sceso dalla corriera "sulle sponde del ramo del lago di Como", scagliò con violenza il mozzicone di panino al salame che stava mangiando direttamente contro il parabrezza di un auto in corsa al grido di "Como Merda Vaffanculo!".
Le nostre speranze che accompagnarono tutto il viaggio di andata sembravano pure trovare fondamento nella lettura delle Sacre Scritture del tifoso che si rispetti - la Gazzetta dello Sport - che riportava "le difficoltà di Mondonico nel scegliere l'undici di partenza, con il probabile impiego di un tale Giunta, semi esordiente ragazzino di 19 anni, per rimpiazzare il bomber Borgonovo!
Così, senza rendermene conto, feci il verso al celeberrimo Don Abbondio che, nell'ottavo capitolo de "I promessi Sposi" s'interroga a voce alta "Carneade? Chi era costui?"
"Ma hai letto?? Oggi si vince sicuro! Alla peggio portiamo a casa uno 0-0... Chi vuoi che oggi segni per il Como? Giunta??? - risate - "Marcato da Collovati poi. Quello non vedrà la palla!!"
Bene.
Qualche ora più tardi, se nel vecchio impianto comasco allora tale e quale a quando venne inaugurato nel 1927 ci fosse stato un tabellone luminoso, dopo un minuto dallo scoccare dell'ora di gioco si sarebbe potuto leggere: COMO - UDINESE 3-0 - 5' Giunta 50' Giunta 61' Giunta.
L'ultima mezz'ora fu, come dicono nel basket, "garbage time" utile solo alle statistiche per registrare il gol della bandiera di Edinho ad un quarto d'ora dalla fine.
Tre a uno, tutti a casa e Giunta con il pallone...
"Ehi ragazzo! Certo che tu di calcio capisci un cazzo!" così venni apostrofato con aria scura da un vicino di corriera dai capelli bianchi che aveva ascoltato i miei saccenti vaticini dell'andata, mentre incolonnati a testa bassa, mesti, ci radunavamo fuori dallo stadio al termine della gara per affrontare il lungo viaggio di ritorno.
Cercando di uscire indenni dalla sassaiola dei tifosi della località cara al Manzoni, evidentemente non sufficientemente paghi di aver visto i loro beniamini suonarcele in campo ma desiderosi di farlo anche loro di persona al di fuori dallo sghembo terreno di gioco del Sinigaglia.
Un unico sasso centrò il bersaglio: la fronte del biondino lanciatore di panini al salame; quando si dice il Karma...
Accompagnata dalle volanti della Polizia fino all'imbocco dell'autostrada per evitare ulteriori guai, la piccola carovana di pullman targati UD infine poté infine far rotta decisa verso casa per quel mesto e lungo rientro senza proclami o parole, ma con soste in autogrill che misero sotto pressione i sistemi di antitaccheggio.
Insomma, "il matrimonio con la vittoria della speranza proprio non s'era da fare, né ora, né mai!"
Tra parentesi: la carriera di Salvatore Giunta non fu quella dell'astro nascente che sembrava essere apparso "scherzando" lo stopper mundial di Teor in quel freddo pomeriggio in riva a quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti... ma si concluse in serie C2 nel 2002 alla Sangiovannese, dopo essere stato un buon mestierante del centrocampo con le maglie di Brescia, Padova, Verona, Carrarese, Teramo e 7 esotiche presenze in Costa Azzurra con quella del Cannes.
A fine stagione: Como 9° posto con 26 punti, Udinese 16° e ultima con 15 punti (24 e salva senza la penalizzazione) - Salvatore Giunta: 18 presenze e ... 4 reti.
Per gli amanti delle statistiche allego tabellino e voti assegnati da Alberto Cerruti sulle Sacre Scritture in rosa il giorno dopo.
Como, 30 novembre 1986
Stadio Giuseppe Sinigaglia
Campionato di Serie A 1986/87
XI Giornata del girone d'andata
COMO - UDINESE 3-1
marcatori: 9', 50', 61' Giunta (Como) 74' Edinho (Udinese)
COMO: Paradisi 6, Tempestilli 6,5, Bruno 6,5, Centi 6,5, Maccoppi 6,5, Albiero 6,5, Mattei 7, Invernizzi 7, Giunta 9 (66' Mazzucato s.v.) Butti 6 (44' Moz 6) Todesco 6.
A disposizione: Braglia, Guerrini, Russo
Allenatore: Mondonico
UDINESE: Abate 5,5, Galparoli 6, Storgato 5,5, Colombo 5, Edinho 6,5, Collovati 4,5, Chierico 4,5, Miano 6 (80' Dal Fiume s.v.), Graziani 5,5 (70' Branca s.v.), Criscimanni 5, Zanone 5.
A disposizione: Spuri, Susic, F. Rossi.
Allenatore: De Sisti
Arbitro: Coppetelli della Sezione di Tivoli
Spettatori 12.000 circa
Nessun commento:
Posta un commento