Sono passati solo 4 anni da quando Cividale battagliava per la prima volta nella fase ad orologio della serie B assistita da una Marea… di un paio di addetti ai lavori muniti di autocertificazione che diligentemente raccontavano quello che accadeva nel vuoto assordante di un palazzetto deserto.
Immagini e ricordi che invece sembrano arrivare da qualche lontana era geologica, da un tempo di cui si dubita persino sia stato reale.
Pochi hanno il “privilegio” di ricordarselo e un un numero ancora più piccolo poteva immaginare come lo spirito di questo club, dei ragazzi che via via hanno vestito la maglia delle Aquile e dello staff che li dirige, potesse essere in grado di trasformare questo posto, facendo innamorare in seguito una comunità che nel tempo ha allargato sempre più i suoi confini.
Capace di conquistarsi in tutta Italia ina fama di cui essere orgogliosi, avendo fatto di via Perusini un posto in cui si respira, a detta di chi ci arriva da lontano, un clima e un’elettricità senza pari nello stivale per calore, correttezza e soprattutto, voglia di far festa.
Non solo quando si vince, cosa che succede un po’ dovunque, ma ogni volta che ci si siede e si stati seduti su quei seggiolini, a prescindere.
Patrimonio da tutelare con cura, trattasi di un altro « Tempietto Longobardo ».
Intanto che si studia come fare, sempre a prescindere, è arrivata puntuale, come un orologio svizzero, l’ennesima e consecutiva partecipazione ai playoff di categoria, nel campionato di A2 più competitivo degli ultimi 20. A detta degli esperti.
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