lunedì 13 gennaio 2025

IL DERBY DELLA MATURITÀ

 

Alla puntata n. 13, che giunge dopo meno di tre anni dalla prima sfida ufficiale del settembre 2022 in Supercoppa, l’incrocio tra UEB Cividale e APU Udine sembra proprio aver raggiunto la dimensione, quanto a partecipazione emotiva ed interesse mediatico, delle contese stracittadine o regionali più antiche e celebrate nel panorama cestistico nazionale. 

I biglietti esauriti on-line in meno di 3 minuti con la velocità degna di un click-day ministeriale, sono solo il segno più tangibile dell’elettrizzante attesa che viene vissuta nell’ approssimarsi della palla a due prevista al Carnera per mercoledì alle 20,30.

Infatti se all'inizio della stagione 2022/23 il match tra l'APU Udine, la diretta erede della gloriosa tradizione pluridecennale cestistica friulana griffata Snaidero, e la debuttante UEB Cividale senza blasone e storia limitata a due campionati di serie B, da molti era considerato come una bizzarra anomalia destinata a non lasciare traccia significativa nelle vicende del basket regionale, dopo neppure tre anni ha invece già alle spalle un percorso ricco di sfide quasi sempre in equilibrio e capaci di mobilitare un interesse e una passione inedita per molti sportivi sportivi friulani.

Prima del 2022 la circostanza di un possibile incrocio tra Udine e Cividale nel secondo campionato nazionale di basket era qualcosa di talmente "inverosimile" tanto che fino allo scorso anno molti erano quelli a negare che questa partita avesse i cromosomi per poter definirsi un "derby".

"Non ci potrà mai essere derby tra Cividale ed Udine" - "Una partita che vale 2 punti come tutte le altre" - "L'unico derby è quello con Trieste" - "Sono due realtà non paragonabili" - "Sono nella stessa serie ma giocano campionati diversi": queste erano le frasi più ricorrenti nelle osterie friulane e tra gli appassionati sui gradoni dei rispettivi palazzetti all'inizio della storia.

Diversi inoltre erano (o sono ancora?) coloro che reputavano "non sostenibili economicamente" due compagini in serie A2 a soli 17 km di distanza, mentre altri non erano per nulla entusiasti della situazione venuta a crearsi e rincaravano la dose affermando che "il territorio non è in grado di sostenere adeguatamente due squadre ad alto livello, così si dividono le forze invece di avere una team veramente competitivo ne restano due mediocri."  

Siccome quella bizzarra anomalia, invece di rimanere tale, con il tempo prese nientemeno che le forme di un combattutissimo scontro play-off promozione conclusosi solo sulla sirena di gara 5 alla fine della prima stagione e non si poteva più far finta di nulla, qualcuno l'anno seguente sulla sponda dei Savorgnan coniò il termine "derbino" per definire qualcosa che invece stava per diventare una "classica" del campionato nazionale di serie A2.  

Dopo la prima parte della stagione 2024/25, 12 precedenti ed il ritorno di Trieste nella massima serie nessuno invece oggi mette in discussione la parola "derby" per una sfida che vede la lanciatissima Udine, seconda in classifica, ospitare nel suo Carnera - unico palazzetto ancora inviolato del campionato -  la UEB Cividale, che la tallona in quarta posizione a due sole lunghezze e capace di infliggerle all'andata in via Perusini una delle sole 5 sconfitte subite dai bianconeri nelle prime 20 giornate.

Dunque un derby d'alta classifica e che riporta tutti gli appassionati all'entusiasmo di epoche lontane in cui le squadre dei capoluoghi provinciali della regione si davano "battaglia" ai vertici della serie A2, smentendo al momento le Cassandre che ritenevano "uno spreco" e condannate "alla mediocrità"  due società della stessa provincia nel campionato cadetto.

Fino ad oggi il clima sugli spalti è stato caratterizzato da sostanziale correttezza e rispetto reciproco tra le opposte fazioni, anche se nell'ultimo capitolo della saga andato in onda in via Perusini lo scorso ottobre, una frangia della tifoseria bianconera ha fatto sapere "apertis verbis" di non gradire il "mood" che ha fatto invece apprezzare i cugini gialloblù in tutta la penisola, ovvero quello di "non tifare mai contro nessuno", triestini inclusi.         

Ci si augura davvero che lo striscione apparso durante la partita d'andata nel settore della tifoseria bianconera, dal non proprio ermetico "AMICI DI TUTTI, NOSTRI NEMICI"  - poi subito riavvolto tra l'indifferenza del pubblico gialloblù (e dei media presenti) - sia stata solo una "caduta di stile" di una minoranza, piuttosto che tradire un malcelato fastidio di molti per la simpatia e l'apprezzamento che i "cugini" ducali hanno saputo conquistarsi in giro per l'Italia, Barcola inclusa.

Sul punto il derby di mercoledì potrebbe fornire delle risposte esaustive: anche per i supporters, non solo per le società sarà una nuova prova di maturità   

Il derby Udine-Cividale è inoltre una bella sfida tra società costruite con filosofie e contesti profondamente differenti, per certi versi agli opposti: da un lato una proprietà con mezzi finanziari importanti capace ogni anno di ripartire da zero alla ricerca del massimo traguardo, maggiore visibilità mediatica e un più ampio bacino di tifosi dato dal rappresentare storicamente  i colori del capoluogo provinciale mentre dall'altro un sodalizio giovane in cui un equipe dirigenziale è riuscita ad ottenere la fiducia da un nutrito numero di sponsor - quasi un azionariato popolare -  e persegue la crescita progressiva di un gruppo coeso puntando sul lavoro di un tecnico esperto nella selezione e nella crescita di giovani talenti e nella gestione del gruppo-squadra, capace di far innamorare una comunità "vergine" per il basket ad alto livello.

Sul parquet, se si esclude il match di ritorno della stagione 22/23 quando un APU incerottata ed in crisi di risultati ospitava una Gesteco in piena salute che vestiva i panni della matricola "ammazzagrandi", il ruolo di favorita indiscussa nelle altre 11 vigilie è sempre stata sulle spalle di Udine, con le Aquile cividalesi nella parte dell'outsider desideroso di ribaltare il pronostico. 

Lo "scherzetto" è riuscito ben quattro volte, ma solamente una nella tana bianconera di piazzale Argentina, quando i ragazzi di Pillastrini violarono il Carnera per 82-88 portandosi subito in vantaggio nella serie di play-off promozione 22/23, facendo poi correre più di un brivido ai rivali sull'esito del quarto di finale.

Al di là delle dichiarazioni di circostanza dei protagonisti anche per il "derby della maturità" il copione non muta, il ruolo - e il peso - dei favori del pronostico sono tutti dalla parte degli uomini di Vertemati: glielo attribuiscono di diritto la posizione in classifica, il rendimento tra le mura amiche - unica squadra imbattuta in casa - la profondità e la qualità di un roster costruito anche quest'anno per la promozione e non ultimo il desiderio di rivalsa per la bruciante sconfitta subita all'andata in via Perusini.

Per i Pilla Boys, ancora privi di un tassello importante come Gabriele Miani, uscire con i due punti dal Carnera vorrebbe dire essere riusciti a giocare una partita al meglio delle proprie possibilità, sfruttando quella maggiore leggerezza che la propria situazione di classifica gli permette e che può diventare decisiva in gare dove è l'avversario, lanciato all'inseguimento del primo posto che vale la promozione diretta,  quello costretto a portare a casa i due punti a tutti i costi.

Circostanza sempre in agguato nei derby, sfide in cui l'emotività spesso è in grado di sovvertire il dato tecnico; comunque vada non è detto che si debba aspettare poi molto per una rivincita: magari già a metà marzo, a giocarsi in campo neutro la coppa Italia di categoria.

Non proprio cosa mediocre.



lunedì 6 gennaio 2025

LE FINAL FOUR DI COPPA ITALIA NELLA CALZA DELLA BEFANA

Il 2025 è iniziato in piena sintonia con la tradizione in casa Gesteco, con l'inversione dei ruoli tra Babbo Natale e la Befana: se infatti il primo ha sempre depositato il carbone sotto l'albero, la simpatica vecchietta non manca mai di depositare nella calza delle Aquile gialloblù doni preziosi.

Fu così già nel 2021, quando i ducali militavano in serie B e il 6 gennaio il capitano di allora, Adrian Chiera, infilò un decisivo 5/6 da tre nel canestro della capolista Vicenza per il 75-70 finale, nel silenzio di un palazzetto "gremito" dai soli addetti ai lavori in stretta osservanza delle restrizioni imposte durante l'era COVID.

E' stato così anche nel 2023 e nel 2024, quando i ragazzi di Pillastrini in serie A2 riuscirono ad interrompere le serie negative aperte e vincere la prima partita dell'anno.

Nel 2023 quello che veniva allora considerato uno scontro salvezza contro Mantova, che coincise con una grande prestazione di Rotnei Clark che s'infortunò e giocò l'ultima partita della sua carriera professionistica creando così le condizioni per l'arrivo di lì a poco di Lucio Redivo mentre nel 2024 fermando la capolista solitaria Forlì, in una sorta di Epifania che diede inizio alla trasformazione di quello che fino allora era stato un brutto anatroccolo relegato nei bassifondi della classifica, in un cigno capace di inanellare una serie di vittorie che lo portarono a centrare addirittura degli impronosticabili play-off.

Il "regalo" di quest'anno è stato, se possibile, ancora più difficile da pronosticare ad inizio stagione, ovvero il quarto posto alla fine del girone di andata che dà diritto alla partecipazione alle Final Four di coppa Italia, in un campionato di A2 equilibratissimo e competitivo a 20 squadre, di cui almeno 10 alla vigilia dichiaravamo di ambire alla promozione diretta, con gli esperti che accreditavano Cividale per una posizione di metà classifica con vista sui play-off, "se tutto andrà bene".

Il risultato è stato conquistato al termine di una prima parte di stagione in cui la Gesteco ha messo a segno uno score di 13 successi e 6 sconfitte, di cui 3 patite all'overtime e un'altra gestendo male l'ultimo possesso della possibile vittoria, con il sigillo decisivo ieri sera al termine di uno dei match più belli che si sono visti quest'anno in via Perusini e maturato ai danni di una VL Pesaro che arrivava sulle rive del Natisone carica, in piena fiducia e con una striscia aperta di 5 successi consecutivi.  

Se nell'ambiente e nella dirigenza ducale si parla di "risultato storico" raggiunto in un contesto quasi "mistico", altri alla vigilia tendevano a derubricare il traguardo ottenuto a "risultato importante" senza necessità di scomodare la Storia.

Il parere, per quello che può valere, di chi qui scrive e segue fin dalla sua prima partita dell'ottobre 2020 l'avventura della società che ha sede in via Perusini, non ha bisogno di essere messa "nero su bianco": già da diverse parti nel passato più o meno recente è stato "censurato" per aver fatto troppo ricorso a termini come "storico" o "strepitoso" perché fuori luogo e ispirati da troppo entusiasmo, se non addirittura della faziosità del tifoso e privi della necessaria "obiettività" che invece deve sempre ispirare un cronista.

Le persone che frequentano il palazzetto cividalese, sia che lo facciano da qualche anno oppure che siano stati conquistati in tempi più recenti dai risultati delle Aquile gialloblù, ritengo che in fondo siano poco interessati da come, a livello locale, vengano descritte le imprese dei loro beniamini perché semplicemente quella Storia la stanno vivendo di persona, si godono in pieno i traguardi sempre più "importanti" che vengono centrati, apprezzandone il valore per una comunità che si fa sempre più ampia e consolidata.

Probabilmente avrà fatto loro molto piacere, invece, come i telecronisti dell'emittente nazionale Rai Sport, estranei alle vicende locali, hanno raccontato a tutt'Italia la partita e soprattutto descritto la tifoseria ducale, il progetto della società del Presidente Micalich e l'ambiente di vera sportività che si respira in via Perusini, definito "un esempio da seguire per tutti", ripetendo a più riprese il "controverso" termine "Storico" a proposito della qualificazione di Cividale alle Final Four di Coppa Italia.     

La stagione è ovviamente ancora molto lunga, il girone di ritorno pieno d'insidie per i ragazzi del coach Pillastrini che dovranno fare visita a tutte le big del campionato in palazzetti "storici" ed infuocati e i valori assoluti di molti roster cresceranno man mano che si entrerà nelle fasi decisive del campionato in vista dei risultati per cui sono stati allestiti: tutte minacce che il condottiero Stefano Pillastrini conosce bene e sulle quali, si può starne certi, sta lavorando con il gruppo.

Quanto alla coppa Italia di serie A2, da alcuni considerato trofeo di prestigio - di solito da chi lo vince -  mentre da altri una pericolosa ed inutile perdita di tempo - di solito da chi non vi partecipa -  Cividale nella probabile sede di Genova sfiderà a metà marzo nella prima semifinale Rimini mentre nell'altra saranno opposte Udine e Cantù.

Il Presidente Micalich nella conferenza stampa post partita con Pesaro ha dichiarato che la Gesteco andrà a Genova per tentare di vincere la Coppa; per qualcuno potrà sembrare un proclama di facciata - nessuno dice che partecipa per perdere - ma chi conosce a fondo questo ambiente e questa squadra, è consapevole che il team gialloblù farà il massimo, con qualsiasi condizione psico-fisica con cui arriverà a marzo.

In fondo "perchè no?", come si sentiva dire ieri sera al palazzetto tra i tanti tifosi entusiasti al termine della partita: lo scalpo di Rimini, Udine e Cantù, Pilla e i suoi, lo hanno già messo in bacheca durante il girone d'andata.   

Lo scopriremo al solito "solo vivendo", con la certezza che, nel capoluogo ligure, dall'antica e dall'attuale capitale del Friuli si assisterà ad un esodo "storico" per poter dire di esserci stato a Genova, nel giorno in cui nell'albo d'Oro della Coppa Italia di Serie A2 veniva magari inciso quello che risultava al termine di una finale Cividale-Udine o Udine-Cividale, se qualcuno si dovesse offendere per l'ordine degli addendi. 

domenica 5 gennaio 2025

CIVIDALE BATTE PESARO E CENTRA LE FINAL FOUR DI COPPA ITALIA

Clima delle grandi occasioni e palazzetto praticamente sold-out in via Perusini per l’ultima gara del girone d’andata che vedeva la Gesteco impegnata nella ricerca di coronare l’ennesima impresa della sua storia “che nessuno aveva pronosticato all’inizio della stagione”: il mantenimento del quarto posto e la qualificazione alle final four di Coppa Italia.

L’ostacolo da superare era un vero e proprio “sesto grado”, visto che a Cividale arrivava la squadra con all’attivo la miglior serie aperta di successi consecutivi – cinque – di tutta la serie A2, quella VL Pesaro che nel campionato cadetto assieme a Pallacanestro Cantù e Fortitudo Bologna possiede i “quarti di nobiltà” e il blasone di chi nel passato più o meno remoto ha fatto la storia della pallacanestro italiana.

I marchigiani infatti, dopo aver dovuto smaltire la delusione per la retrocessione dalla massima serie ed un avvio assai problematico con l’addio alla panchina di Pino Sacripanti, con l’arrivo di Spiro Leka in panchina sembrano aver trovato il la giusta quadra per risalire la classifica e lottare per l’obiettivo di inizio stagione, ovvero il ritorno in serie A.

A rendere ancora più complicata la “mission impossible” alle Aquile ducali l’imperfetta condizione psicofisica di diversi elementi chiave del roster come Marangon – ancora alle prese con i postumi di una distorsione alla caviglia -  Miani – assente per i noti malanni muscolari post Fortitudo – Mastellari – da poco rientrato nella piena disponibilità di coach Pillastrini dopo il non lieve infortunio patito contro Avellino e con Doron Lamb impegnato nella ricerca della condizione apprezzabile, considerato solo il suo recente ritorno nei meccanismi di squadra assieme ai suoi vecchi compagni.

Come da migliore tradizione gialloblù, quando “il gioco si fa duro” i ragazzi di Pillastrini riescono tra le mura amiche a trovare risorse ulteriori e centrano l’impresa al termine di una gara tutto cuore, dal punteggio elevato e che ha visto una prestazione strepitosa di Lucio Redivo, autore alla fine di 38 punti e 34 di valutazione, ben coadiuvato da un Ferrari sempre più in crescita e dalle solide prestazioni di Dell’Agnello e Lamb.

Si parte con Piccionne, Rota, Redivo, Ferrari, Dell’Agnello per la Gesteco e dall’altra parte Spiro Leka propone King, Bucarelli, Maretto, De Laurentiis e Ahmad per un avvio all’insegna dell’equilibrio (11-7 a 6’30”) con Redivo e Ferrari sugli scudi per Cividale; è proprio il classe 2005 che con una tripla allunga sul 14-7 e costringe il coach ospite alla prima chiamata per bloccare l’inerzia sfavorevole ai suoi. Al rientro in campo i biancorossi rispondono alla grande  con un parziale di 0-10 ed operano il sorpasso  (14-17 a 3’11”) e così è Pillastrini a dover fermare il cronometro con un minuto di sospensione ed inserire Mastellari e Berti sul parquet per Piccionne e Rota. La guardia bolognese lo ripaga subito con la tripla del 17-20 ma per la Carpegna King continua ad imperversare dalla linea dei 6,75 e tiene avanti Pesaro di 6 lunghezze (17-23) quando mancano 1’20” alla prima sirena a cui si perviene poi sul 21-27.  Al rientro in campo due falli consecutivi in attacco fischiati a Cividale scaldano non poco l’ambiente e danno la carica ai padroni di casa che si riportano a – 1 (26-27) con un 5-0 firmato da Redivo e poi raggiungono la parità (30-30) a 6’53” con un'altra incursione dell’argentino che ha già infilato 16 punti nel canestro ospite. In questa fase è un botta e risposta con ritmi elevati fino ad un nuovo minuto di sospensione chiesto da Pillastrini sul 36-38 a 4’50” dall’intervallo lungo a cui si arriverà sul 52-47 perché Lamb trasforma i tre tiri liberi che si è procurato subendo fallo da Imbrò sul filo della sirena. Punteggio decisamente elevato, con i ducali che nel secondo periodo hanno realizzato un parziale di 31-20, nonostante Pesaro abbia tirato con il 52% dall’arco (9/17) contro il 36% delle Eagles (5/14), e con un Lucio Redivo già autore di 23 punti e uno score di 7 su 13 dal campo e 6 su 6 dai liberi. Il terzo tempo inizia con Lamb sugli scudi che con 9 punti consecutivi manda il tabellone sul massimo vantaggio per Cividale (61-52) a 7’19” e poi sul 66-54 a 5’50” mettendo a segno il suo punto n. 20. Nell’ultimo minuto e mezzo del periodo, dopo un’azione concitata che costa un fallo intenzionale a Berti e il suo quarto fallo, Pesaro trova con Ahmad la linfa per rimontare e riportarsi minacciosamente a contatto sul 74-71 alla penultima sirena. Per l’ultima decisiva frazione rientrano Redivo, Mastellari, Lamb Ferrari e Dell’Agnello e quest’ultimo “inaugura” subito con una tripla e poi con un assist a Ferrari per l’81-73 a 7’59” e in un clima da play-off a 6’17” Lucio Redivo dalla lunetta infila due liberi che si è guadagnato in penetrazione per l’83-76 dopo un minuto di sospensione. Ferrari a 4’39” conquista un rimbalzo offensivo e di prepotenza segna l’87-79 che mantiene a distanza gli ospiti e il finale vede il sigillo di Lucio Redivo che con la tripla del 90-81 a 2’50” ipoteca il match, perché poi Dell’Agnello servito dall’argentino allunga ancora sul + 11 (92-81) a 2’11”.  E’ la pietra tombale sul match sul 97-86 con il palazzetto in festa per l’ennesimo traguardo tagliato dalla società del Presidente Micalich, che porta Cividale a giocarsi le final four di Coppa Italia a marzo assieme a Rimini, Udine e Cantù.

 

UEB  GESTECO CIVIDALE – VL P. CARPEGNA PESARO           97 – 86

(21-27, 52-47, 74-71)

 UEB GESTECO CIVIDALE

Lamb 20, Redivo 38, Mastellari 7, Rota (k) 2, Calò, Natali, Devetta, Marangon n.e., Berti 1, Ferrari 16, Dell’Agnello 13, Piccionne

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Giovanni Battista Gerometta e Roberto Fazzi

Tiri liberi 18/22, Tiri da due 23/32, Tiri da tre 11/32, Rimbalzi 40 (32 dif. 8 off.)

VL PROSCIUTTO CARPEGNA PESARO

Petrovic 6, Davis, Maretto 10, Imbrò (k) 4, De Laurentiis 6, King 26, Bucarelli 8, Lombardi 6, Zanotti, Ahmad 20.

Allenatore: Spiro Leka

Vice: Giacomo Baioni e Luca Pentucci

Tiri liberi 12/16, Tiri da due 16/31, Tiri da tre 14/40, Rimbalzi 34 (24 dif. 10 off.)

Arbitri: Marco Attard di Sesto Fiorentino (FI), Alessandro Costo di Livorno, Fabio Bonotto

Spettatori 2.900 circa

 

 

lunedì 23 dicembre 2024

UN ALTRO NATALE IN BIANCO IN VIA PERUSINI IN ATTESA DELL’EPIFANIA

Da quando Cividale ha raggiunto il campionato nazionale di serie A2 il mese di dicembre più che il periodo dell’Avvento ha i connotati della Quaresima e la vigilia di Natale pare più il Venerdì Santo. 

Nel 2022, da matricola fino a quel momento terribile e dopo l’indimenticabile 67-66 nel primo derby casalingo contro la strafavorita Udine, le Aquile interruppero bruscamente il volo andando incontro a tre rovesci consecutivi, tra cui l’ultimo prima di Natale, proprio in via Perusini, quando una tripla di tabella di Chiusi a fil di sirena, tolse ai Pilla Boys il quarto posto e la  qualificazione alla Coppa Italia.

Dicembre 2023 non fece meglio, perché preso un brodino con il successo di inizio mese a Chiusi con l’allora fanalino di coda, Cividale andò incontro ad altri due rovesci sanguinosi sempre in casa con Piacenza e Udine, che il giorno 23 venne a maramaldeggiare in via Perusini, “regalando” più di 30 punti finali di scarto e la sconfitta più pesante subita dai gialloblù in tutta la loro storia. 

Neppure il 2024 ha voluto fare eccezione, nonostante la Gesteco si presentasse all’inizio del mese con il secondo posto in classifica frutto di una striscia di nove vittorie consecutive e un calendario che sulla carta sembrava “apparecchiato” proprio per sfatare la “maledizione” e far passare a tutto l’ambiente un Natale in linea con la classifica di alta quota. 

Come si sa invece è arrivata un’astinenza dal sapore più quaresimale che natalizio,  con un digiuno di successi che dura da 4 turni consecutivi, il tutto condito dallo stesso sapore del fiele con cui il legionario Longino aveva imbevuto la spugna per dare sollievo al Salvatore durante la crocifissione. 

Due sconfitte all’overtime e altre due nell’ultimo minuto, avendo in tre occasioni la possibilità di gestire il possesso vincente, molto probabilmente costeranno l’esclusione dalle final four di coppa Italia, e hanno fatto scendere nel frattempo il ranking al quinto posto e salire il fiato sul collo da parte del gruppone di centro classifica.

Più che un bianco Natale dunque anche quest’anno un Natale in bianco sulle rive del Natisone. 

Naturalmente le motivazioni vanno ben al di là delle analogie con i precedenti, le attenuanti non mancano così come le cose da sistemare in un motore andato in panne improvvisamente.

In questa sede lasciamo l’analisi dei “perché” e l’elenco dei possibili correttivi a penne e teste più competenti e titolate in materia, registrando che l’ambiente ducale è pienamente consapevole che dirigenza, tecnico, staff e squadra ciascuno per quanto di propria competenza sono in grado di prepare un’Epifania in linea con i desideri.

Così accadde nel 2023 quando le Eagles ripresero a volare battendo Mantova e iniziarono un percorso che le portò a salvezza e play-off con largo anticipo e così si replicarono il 6 gennaio 2024 quando in via Perusini si presero contro ogni pronostico lo scalpo della capolista Forlì e mandarono in scena una rimonta clamorosa e una scia di successi interrotta praticamente alla fine dello scorso novembre.

Il 5 gennaio 2025 Pesaro sarà l’ospite d’onore in via Perusini per chiudere il girone d’andata e confermare invece la favorevole tradizione epifanica, particolarmente cara ai cividalesi che da secoli celebrano un rito che sanciva l’unione del potere spirituale e quello politico nelle mani del Patriarca d’Aquileia che allora sedeva in cattedra proprio nella città ducale. 

Una rottura alla regola del digiuno natalizio sarebbe altrettanto gradita il 29 dicembre in quel di Torino, dove la Gesteco saluterà, comunque vada, un 2024 tanto ricco di soddisfazioni per tutti gli appassionati che hanno a cuore le sorti cestistiche dell’antica capitale del Friuli.

Per ora i migliori auguri natalizi a tutti i lettori del Blog, unito al ringraziamento per l’attenzione che riservate a questa pagina indipendente. 

Ad maiora.




sabato 21 dicembre 2024

UN ALTRO FINALE AMARO ROVINA IL NATALE ALLA GESTECO

 

 Reduce da tre sconfitte consecutive maturate nelle battute finali, di cui due nell'extra-time, la Gesteco ospitava in via Perusini un avversario assai insidioso e tutto da scoprire dopo la mini rivoluzione in casa lombarda che ha visto la promozione di Simone Bianchi alla guida tecnica in sostituzione di Franco Ciani e l'arrivo da Rieti di Jazz Johnson al posto del connazionale Devoe.

Novità di rilievo anche sul fronte ducale, che in settimana ha visto a sorpresa il ritorno di Doron Lamb a disposizione di coach Pillastrini con il conseguente addio a Derrick Marks dopo 16 gare di campionato, circostanza che aggiungeva ancora più curiosità e spinta emotiva all'ambiente per tentare di caricare i propri beniamini nella ricerca del successo e mantenere vivo così il sogno di agguantare le final four di Coppa Italia, resistendo alla rimonta dell'Urania Milano.

Il “vento” invece non muta in casa ducale, con la Gesteco che deve arrendersi ancora una volta non riuscendo a gestire in maniera vincente l'ultimo possesso, al cospetto di un avversario che ha avuto in Jazz Johnson e Williams due protagonisti assoluti, capaci di infilare rispettivamente 29 e 27 punti nel canestro di Cividale.

Per la Gesteco, privata di Marangon all'ultimo minuto, in avvio vanno sul parquet Rota, Redivo, Ferrari, Dell'Agnello e Miani mentre gli ospiti schierano Johnson, Bertini, Costi, Moretti e Williams, e tra i ducali si mette subito in evidenza Ferrari con 5 punti consecutivi che permettono a Cividale di ribattere ai canestri degli ospiti (10-11 a 6'35”) in un match fila via all'insegna dell'equilibrio (17-17 a 4'18”) quando Pillastrini rimanda in campo il “nuovo” arrivato Lamb assieme al baby Piccionne; l'andamento non muta e la frazione si conclude sul 26-25 per i padroni di casa. Si riparte subito con un 5-0 firmato da capitan Rota (31-25) con Orzinuovi che ribatte altrettanto sollecitamente con Johnson (31-31 a 7'48”) in una sorta di duello personale tra i due; l'americano però commette il terzo fallo mandando in lunetta Piccionne per 3 liberi che spingono la Gesteco avanti sul 39-33 a 5'02” e poi sul + 8 (43-25) con Ferrari a conclusione di una spettacolare azione corale a 2'25” dall'intervallo lungo a cui si perviene sul punteggio di 47-42 perchè s'infrange sul ferro l'incursione sotto canestro dell'ispirato duo Rota-Ferrari a fil di sierena. Alla ripresa delle “ostilità” è Bertini a fare la voce grossa con una tripla per il 47-45 e Williams poi fissa la parità a 7'34”; gli ospiti dimostrano di essere rientrati in campo con maggiore concentrazione e sfruttando anche alcune amnesie offensive di Cividale si portano avanti 52-55 a 5'50” con un o scatenato Jazz Johnson a cui i ducali non riescono a trovare adeguate contromisure. La Gesteco accusa il colpo e si ritrova sotto 57-61 a 2'04” dopo una tripla di Williams e riceve un contributo insufficiente in attacco da Lamb e il periodo si chiude 57-64 con Cividale che stenta trovare la via del canestro. In avvio dell'ultimo tempo si accende Lucio Redivo e con quattro triple consecutive riporta la Gesteco avanti 69-67 in un clima che s'infiamma e costa l'espulsione per doppio tecnico a Dell'Agnello a 7'51”; la partita entra nella fase decisiva all'insegna dell'equilibrio totale, con i due americani della squadra ospite assoluti protagonisti e il tabellone sull'81-79 dopo una tripla di Ferrari a 3'52”. Si assiste infine al “solito” finale vietato ai cardiopatici a cui ormai sono abituati in via Perusini perchè a 15” secondi dalla sirena finale Cividale deve gestire l'ultimo possesso con il tabellone che segna 87-88 dopo il ventinovesimo punto di Jazz Johnson. Il tiro di Rota è respinto dal ferro E sul rimbalzo a 1” Orzinuovi va in lunetta con Moretti che ha subito fallo a rimbalzo e mette il definitivo 87-89.

Nonostante una prestazione tutto cuore e punti di Capitan Rota e una“monstre” al tiro nell'ultimo quarto da parte di Lucio Redivo (ben 23 dei 30 punti complessivi dell'argentino sono stati segnati nel periodo finale) Cividale per la terza volta nella sua storia nel campionato di A2 non riesce a vincere la gara pre-natalizia.


UEB GESTECO CIVIDALE – GRUPPO MASCIO ORZINUOVI 87-89

(26-25, 47-42, 57-64)

UEB GESTECO CIVIDALE

Lamb 4, Redivo 30, Miani 7, Mastellari n.e., Rota (k) 19, Calò n.e., Natali n.e., Adebajo n.e., Berti 2, Ferrari 14, Dell'Agnello 9, Piccionne 2.

Allenatore Stefano Pillastrini

Vice Giovanni Battista Gerometta, Alessandro Zamparini

Tiri da due 17/35, Tiri da tre 13/31, Tiri liberi 14/18 Rimbalzi 37 (14 dif. 23 off.)

GRUPPO MASCIO ORZINUOVI

Loro 3, Williams 27, Bertini 12, Bergo n.e., Costi 7, Bogliardi, Guariglia, Johnson 29, Moretti 7, Pepe (k) 4.

Allenatore: Simone Bianchi

Vice Matteo Mattioli e Luciano D'Ancicco

Tiri da due 19/36, Tiri da tre 11/25, Tiri liberi 18/25 Rimbalzi 31 (19 dif. 12 off.)

Arbitri: Francesco Cassina di Desio (MB), Claudio Berlangieri di Trezzano sul Naviglio (MI) e Luca Rezzoagli di Rapallo (GE).

Spettatori: 2.800 circa

martedì 17 dicembre 2024

CENA DI NATALE UEB GESTECO CIVIDALE: SPORT, SOLIDARIETA' E CONVIVIALITA' ALLA FONDAZIONE DE CLARCINI-DORNPACHER


Nella suggestiva cornice della Fondazione De Claricini Dornpacher di Bottenicco di Moimacco, si è svolta ieri sera la tradizionale Cena di Natale della UEB Gesteco Cividale Basketball, un evento che ha saputo ben coniugare sport, solidarietà e spirito di comunità.

Ad aprire la serata, gli onori di casa sono stati affidati al Presidente della Fondazione, Oldino Cernoia, che ha accolto calorosamente i presenti, con i saluti istituzionali del Sindaco di Cividale, Daniela Bernardi, e del Consigliere regionale, Roberto Novelli. Numerose le personalità intervenute, tra cui autorità locali, sponsor, giornalisti e, naturalmente, la squadra al completo, guidata dal Presidente Davide Micalich e dal coach Stefano Pillastrini e tutto lo staff.

L’atmosfera è stata impreziosita dalla conduzione dell’immancabile Gilberto "Gimbo" Zorat, storico speaker della squadra, che con la sua energia ha animato l'asta benefica di maglie ufficiali dei giocatori. Un momento particolarmente sentito, reso possibile grazie alla generosità dei partecipanti. La serata ha visto un grande risultato, con oltre 3.000 euro raccolti a favore dell'Associazione Progetto Autismo, testimoniando ancora una volta l'impegno della UEB Gesteco nei confronti del territorio e del sociale. Il pezzo più ambito dell'asta è stata la maglia del capitano Eugenio Rota, aggiudicata per la cifra di ben 800 euro.

I numerosi presenti hanno tributato il giusto riconoscimento per un anno solare 2024 ricco di soddisfazioni, sportive e non, che ha saputo unire e appassionare i tifosi della UEB Gesteco. Un sincero incoraggiamento è andato ai giocatori, reduci da tre sconfitte maturate solo nelle battute finali, con l’auspicio di ritrovare presto il successo. Durante la serata è emerso forte il sostegno e la fiducia della comunità in vista dei prossimi delicati impegni, a partire dalla sfida di sabato prossimo in via Perusini contro l’Orzinuovi Basket, allenata da Franco Ciani, grande ex della storica Longobardi Basket.

Motivo di orgoglio condiviso è stato il fatto che, ormai in tutta Italia, il nome della Gesteco e di Cividale del Friuli sia diventato sinonimo non solo di una squadra sportiva capace di raggiungere traguardi importanti, ma anche di un ambiente caloroso e accogliente, con un palazzetto che rappresenta una vera e propria roccaforte, difficile da espugnare. Il tutto, però, in un contesto improntato alla correttezza "svedese", che ha reso il club un modello esemplare e un unicum nel panorama sportivo nazionale.

La Cena di Natale della UEB Gesteco Cividale ha rappresentato un'occasione speciale per celebrare non solo i successi sportivi della squadra, ma anche i valori di solidarietà, unione e appartenenza che la società promuove con costanza.

giovedì 12 dicembre 2024

SEGESTA, DOVE IL TEMPO SUSSURRA



Ruben si sistemò meglio il cappello di paglia sulla testa mentre il vento tiepido della Sicilia gli soffiava contro. Il sole del tardo pomeriggio illuminava le pietre antiche del teatro greco di Segesta, avvolgendole in una luce dorata che sembrava filtrata direttamente dall’eternità. Quel luogo, con la sua austerità senza tempo, gli ricordava l’irriducibile distanza tra passato e presente, ma anche la sottile continuità che li univa.

I suoi passi risuonavano appena sulle pietre lisce del sentiero mentre scendeva tra le file degli spalti. Ogni gradino era un frammento di storia, un’eco di voci antiche che ancora sussurravano tra le colonne spezzate. La vastità della valle sottostante si apriva davanti a lui, brulla e ondulata, come una tela grezza su cui il tempo stesso aveva dipinto paesaggi in grado di suscitare moti nell’animo e mille domande dalle risposte incerte.

Era a Palermo per la sua mostra: un’occasione importante, forse l’ultima di quel calibro nella sua carriera. Eppure, mentre camminava tra le vestigia del passato, quella serata imminente si faceva sempre più piccola, meno rilevante. La sua mente tornava continuamente a Toledo, alla casa dove era cresciuto e che adesso era vuota. Due settimane prima, l’improvvisa morte di sua madre aveva spezzato qualcosa dentro di lui. Aveva ricevuto quella telefonata mentre era in studio, con il pennello fermo a mezz’aria. La voce del medico era stata ferma, impersonale. Un attimo prima sua madre esisteva ancora; un attimo dopo, era già un ricordo.

“Memento mori,” sussurrò tra sé. Ricordati che devi morire.

Queste parole, che ora gli pesavano come una sentenza, un tempo gli avevano parlato di una saggezza antica. Gli stessi autori greci che tanto lo avevano affascinato sembravano comprenderle profondamente. Sofocle, Eschilo, Euripide: erano maestri nel raccontare l’ineluttabilità del destino e la fragilità umana. La tragedia greca lo aveva sempre attratto proprio per questo. Nei drammi del passato, nei re caduti e negli eroi sconfitti, Ruben aveva sempre visto qualcosa di universale, di spietatamente vero. Forse perché, in fondo, quelle storie parlavano anche di lui. Della sua lotta per dare un senso alle sue tele, alla sua solitudine, alla consapevolezza della propria mortalità.

Mentre si fermava al centro dell’orchestra, il cuore pulsante del teatro, pensò a come i classici non lo avevano mai tradito. Erano sempre stati lì, con parole eterne che riflettevano le sue paure e le sue speranze. La morte della madre aveva aperto una voragine, eppure anche in quel dolore gli antichi gli offrivano una via: accettare la vita in tutta la sua asprezza e bellezza, senza illusioni.

Ma qualcosa, ultimamente, stava sciogliendo il gelo del passato. Pensò a Madrid, a quella sera di fine estate quando aveva incontrato Isabel in una galleria d’arte. La giovane donna aveva osservato i suoi dipinti con un’attenzione così profonda da fargli sentire di essere davvero visto. Da quella sera, tutto era cambiato. Aveva aperto uno spiraglio di possibilità, una luce che si insinuava tra le crepe del suo essere. La loro relazione, benché appena agli inizi, lo stava riappacificando con parti di sé che credeva perdute per sempre.

Forse Isabel rappresentava proprio ciò che la letteratura antica aveva sempre cercato di insegnargli: che anche nella tragedia c’è una speranza ostinata. Che l’amore e la bellezza, pur fragili e transitori, valgono ogni sforzo.

Si tolse il cappello e si passò di nuovo la mano tra i capelli passò una mano sulla barba e sorrise. Per anni aveva costruito barriere, rifugiandosi nella pittura e nei miti antichi, lontano da qualsiasi legame vero. Ora, invece, si trovava a desiderare quella presenza accanto a sé. Un’ironia dolce e crudele. Proprio quando il tempo gli mostrava il suo limite più crudo, la vita gli porgeva una nuova possibilità.

Guardò verso l’orizzonte. Il sole scivolava lentamente verso il tramonto, tingendo tutto di rosso e arancio. Un’ultima pennellata prima della notte.

Forse “memento mori” non era solo un ammonimento alla fine, ma un invito a vivere con coraggio. Ogni pennellata, ogni respiro, ogni passo su quelle pietre antiche era un atto di resistenza. Forse l’amore, come l’arte, era la risposta più umana e fragile alla certezza della morte.


Ruben inspirò a fondo l’aria profumata di erba secca e pietra scaldata dal sole. Sarebbe tornato a Palermo, 
alla sua mostra. Avrebbe affrontato la folla e le luci, non per celebrare sé stesso, ma per celebrare quel momento effimero che chiamiamo vita. E poi, di sicuro, avrebbe chiamato Isabel.


Il sole scese ancora e le ombre si allungarono come dita gentili, pronte a cullare la notte.

Post in evidenza

NOTTI MAGICHE ANTE LITTERAM

25 giugno 1983 – Arrivo al campo mezz’ora prima del fischio d’inizio, di corsa dopo essere riuscito a fuggire da una riunione familiare ...