venerdì 12 aprile 2024

CIVIDALE-CASALE 89-64: LE PAGELLE


MARANGON 10

LAMB 10

REDIVO 10

MIANI 10

MASTELLARI 10

ROTA 10

CAMPANI 10

BERTI 10

DELL’AGNELLO 10

ISOTTA 10

Al netto del diverso spessore tecnico dei singoli e delle eccellenze per la categoria dei due “strangers” Redivo e Lamb, oggi non si può che accumunare tutti gli interpreti del club ducale in un unico 10 collettivo, per un gruppo che garantendosi la salvezza e i play-off addirittura con una giornata di anticipo dopo una rincorsa entusiasmante fatta tutta d’un fiato, “suonandole” a tutti gli avversari del girone verde, scrollandosi via metà stagione passata in apnea buscandole dai propri competitors del girone rosso, ha realizzato una vera e propria impresa sportiva.

L’ennesima nella storia di questo giovane club che è riuscito a ritagliarsi un posto d’onore nel cuore di Cividale e oltre.

 

PILLASTRINI 10 e LODE

Si conferma condottiero di prima classe, assumendosi prima le responsabilità per le scelte infruttuose nella costruzione del roster in estate e poi riassemblando la squadra fino a farle assumere il ruolo di ammazza-grandi, recuperando giocatori che sembravano “persi” come Mastellari e Berti, rianimando la vecchia guardia e guidando la crescita costante di un talento di grande prospettiva come Marangon. 

CIVIDALE CONQUISTA PLAY-OFF E SALVEZZA

 

Per la partita che valeva la stagione l’ambiente cividalese ha risposto presente all’appello lanciato dal Presidente Micalich al termine dell’ottavo successo consecutivo in quel di Milano, accorrendo in massa alla sfida decisiva e garantendo un altro sold-out all’impianto ducale per spingere le Aquile gialloblù al coronamento di un obiettivo, quello della salvezza entrando dalla porta principale dei play-off, che solo due mesi orsono appariva se non velleitario, almeno assai complicato.

Ultimo ostacolo da superare per gli uomini di Pillastrini la Novipiù Casale Monferrato, compagine che tra le sua fila schierava vecchie conoscenze del basket friulano tra cui Dalton Pepper, il primo USA della storia UEB e protagonista dello scorso campionato in maglia Gesteco e gli ex APU Aka Fall e Fantoma.

Classica partita trabocchetto perché i piemontesi, reduci da un largo successo contro Udine, sono a loro volta impegnati in una lotta con il coltello tra i denti per guadagnarsi l’accesso ai play-out ed evitare la retrocessione diretta alla fine della fase ad orologio ed erano arrivati in riva alla disperata caccia di punti, con tutto l’intento di guastare la festa al popolo gialloblù.

Cividale corona l’impresa con grande autorità e concentrazione, in un match condotto con autorità dall’inizio alla fine e mai in discussione in cui il coach Pillastrini ha ruotato tutti gli effettivi a disposizione e ricevendo prestazioni importanti da ciascun interprete mandato in campo.

 Si parte con Redivo, Lamb, Marangon, Dell’Agnello e Miani per la Gesteco, mentre coach Cova risponde mandando sul parquet Calzavara, Martinoni, Pepper, Kelly e Fall e dopo la tripla iniziale del Sindaco Redivo Cividale spreca diversi possessi e il tabellone segna 6-4 a 7’11” quando Miani rompe il ghiaccio con  una tripla aperta che preannuncia l’accelerazione dei padroni di casa che allungano sul 15-8 a 4’21” con un altro tiro dall’arco, questa volta di Dell’Agnello, circostanza che induce la panchina ospite a chiamare minuto. La mossa sembra inizialmente efficace con Casale che si riavvicina con il possesso del – 3, ma poi l’ingresso in campo di Mastellari rilancia la Gesteco con una penetrazione ed una tripla più tiro aggiuntivo e manda Cividale sul + 11 (23-12) per chiudere poi la frazione al 27-16 con un 2/3 dalla lunetta di capitan Rota, oggi premiato per le sue 160 presenze in maglia gialloblù. Alla ripresa del gioco Mastellari continua a martellare la retina piemontese da diverse posizioni e le Aquile volano sul + 15 (33-18) per portarsi 40-21 a metà tempo grazie ancora ad una bomba dello scatenato esterno emiliano – già 16 punti all’attivo -  che impone a coach Cova una nuova chiamata ai box per i suoi; niente da fare perché Cividale proprio non vuole mancare l’appuntamento con l’ennesima impresa della sua storia, si mantiene “on fire” dall’arco con Redivo e Marangon e fa segnare il + 25  (51-26) a 1’50” dall’intervallo lungo a cui poi si arriva con il segnapunti sul  54-28 e in un clima di festa sugli spalti. A metà del terzo periodo il vantaggio tocca i 30 punti (67-37) dopo 6 punti di fila nel pitturato di Jack Dell’Agnello e due liberi di Lamb, per poi chiudersi sul 75-50 perché l’ex Dalton Pepper lascia al segno con un paio di triple e permette agli ospiti di ridurre un po’ il divario. L’ultimo quarto è un lento avvicinamento al raggiungimento dell’obiettivo, con Cividale che amministra il consistente divario accumulato e Casale nella parte dello sparring partner – il tabellone segna 87-55 a 4’05” dall’ultima sirena – ed il pubblico che canta e accompagna i suoi beniamini fino al che sancisce la salvezza. Anche il prossimo anno Cividale giocherà in seria A2 e si appresta a vivere i play-off promozione per il secondo anno secondo anno consecutivo.

 UEB GESTECO CIVIDALE – NOVIPIU’ CASALE MONFERRATO 89-64

(27-16, 54-28, 75-50)

UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 5, Lamb 8, Redivo 17, Miani 11, Mastellari 19, Rota (k) 2, Campani 2, Begni, Moretti, Berti 2, Isotta 4, Dell’Agnello 19.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 5/7, Tiri da due 24/44, Tiri da tre 12/20, Rimbalzi 35 (28 dif. 7 off.).

NOVIPIU’ CASALE MONFERRATO

Romano, Kelly 14, Bertaina, Castellino, Martinoni (k) 10, Fantoma 7, Baj, Pepper 12, Pianegonda, Kadjividi 2, Fall 11, Calzavara 8

Allenatore: Stefano Cova

Vice: Massimo Pettenuzzo e Michele Baudino

Tiri liberi 5/8, Tiri da due 22/40, Tiri da tre 5/19, Rimbalzi 28 (22 dif. 6 off.)

 Arbitri:  Fabio Barbiero di Milano, Fulvio Grappasonno di Chieti e Marco Marzulli di Pisa

Spettatori 2.700 circa

lunedì 8 aprile 2024

PADRONI DEL PROPRIO DESTINO


Dopo l'impresa con il brivido finale dell'Allianz Cloud contro l'Urania Milano, l'ennesima di questa pazzesca fase ad orologio in cui le lancette di quello al polso del coach Pillastrini e dei suoi ragazzi si sono dimostrate le uniche Swiss made di tutto il ranking delle 24 squadre del campionato, non sono mancati i titoli ad effetto per sottolineare l'evento: ottava meraviglia, ottovolante, fil-otto ecc. ecc.

La grande notizia del giorno dopo però, per le Aquile del Presidente Micalich e per tutti gli appassionati del "fenomeno Eagles"  che stanno crescendo in numero ed entusiasmo, è un'altra e davvero molto importante: con le sconfitte domenicali di Piacenza (a Cantù) e di Cento (a Rieti) la classifica ci dice che per la prima volta in stagione Cividale é padrona del proprio destino, perché se i ducali riusciranno a vincere le due partite conclusive della fase ad orologio (venerdì contro Casale e domenica 21/4 a Vigevano nella tana dell'ex Leo Battistini) niente e nessuno potrà impedire la conquista anche per quest'anno dei play-off , best of all, la salvezza anticipata, centrando l'obiettivo stagionale.

Riportando le lencette dell'orologio alla prima giornata della seconda fase della regular season,  quando a Cividale il 4 febbraio era attesa la super corazzata Trapani con il suo bottino di 17 vittorie consecutive ed una solo sconfitta (contro Cantù) dopo che Cento si era imposta di un punto in via Perusini, diciamocelo francamente: alzi la mano con onestà intellettuale chi aveva previsto che quella sarebbe stata, ad oggi, l'ultima sconfitta delle Eagles, allora terz'ultime nel ranking del proprio girone.

Evidentemente nel DNA di questa società c'è ben impresso un gene che permette di dare il massimo quando le imprese sembrano se non proprio impossibili, almeno assai complicate: il raggiungimento di gara 5 partendo da 0-2 nella finale promozione al suo anno di esordio assoluto nel panorama cestistico nazionale in serie B, la vittoria "spalle al muro" di Vigevano a gara 4 della finale promozione, annullando il match-point dei lombardi, la salvezza anticipata di due mesi da debuttante in A2 portando poi l'ambiziosa Udine a gara 5 del play-off, facendo poi perdere più di qualche anno di vita ai supporters bianconeri quando la tripla della vittoria di Redivo allo scadere venne respinta dal ferro. E ora questa cavalcata, ancora una volta "against all odds" diventando la miglior difesa del torneo e lasciando sul campo senza possibilità di replica Trapani, Torino e Cantù, quest'ultima addirittura "strapazzata" in via Perusini per 82-59.

Guardando per un attimo in casa d'altri poi, se mercoledì prossimo Cento non riuscirà a battere tra le mura amiche Trapani, alle Aquile addirittura "basterebbe" superare venerdì a Cividale la "cenerentola" Casale dell'ex Pepper per blindare l'ottavo posto con una giornata d'anticipo.

E' dunque già arrivato il momento di "cantare vittoria" in riva al Natisone?

Questo, crediamo, è proprio l'errore che devono evitare a tutti i costi squadra e ambiente proprio sul più bello, cedendo magari alla tentazione di vedere finalmente coronata l'impresa e mollare un po' le mani dal manubrio dopo questo lungo inseguimento di due mesi, tutto in salita, gettando sul campo ogni risorsa disponibile - non solo in senso fisico.

Non solo perché la partita di venerdì in via Perusini è la più classica delle "trappole" sportive  con un avversario che si gioca le ultimissime speranze di evitare la retrocessione diretta e reduce da una netta vittoria contro una svagata APU Udine (i calciofili si ricorderanno a proposito di "bucce di banana" un certo Roma-Lecce fatale ai giallorossi al fotofinish dopo una rimonta impossibile sulla Juventus svanita proprio sul più bello contro una compagine già retrocessa e sempre perdente in trasferta), ma anche perché, nel caso in cui nel recupero Cento dovesse superare la corazzata Trapani è ragionevole prevedere che poi le dirette concorrenti per evitare il nono, disgraziatissimo posto ed i play out,  ossia Rimini, Cento e Piacenza possano anch'esse fare bottino pieno negli ultimi due turni.

Piacenza, ora a 28 punti deve incontrare Treviglio in casa e Cremona in trasferta, compagini che non hanno particolari motivazioni in quanto hanno già ottenuto post season di lusso e salvezza; Cento ora 26 punti, affronterà invece Vigevano tra le mura amiche e poi concluderà a Treviglio per cui valgono medesime considerazioni, con l'aggravante che sia Cento che Piacenza godono dello scontro diretto a favore nei confronti di Cividale per cui in caso di arrivo alla pari, sarebbero le Aquile a rimetterci le penne.

Con Rimini lo scontro diretto è a favore della Gesteco, ma i romagnoli dopo aver espugnato Torino si sono issati sopra i gialloblù a 32 punti e ospiteranno prima la Luiss Roma per chiudere infine a Milano con l'Urania e anche qui con avversari non proprio insuperabili per roster - i romani e motivazioni - i lombardi. 

Per cui, considerato che tutte le partite si vincono sempre sul campo e non al bancone del bar con la birra in mano, nelle poltrone dei salotti televisivi o digitando tasti sulla tastiera di smartphone o computer, la truppa di Pillastrini non farà calcoli e cercherà con ogni mezzo a disposizione di guadagnarsi il 10, il numero di vittorie necessarie - ma sufficienti - per centrare i play-off e meritarsi il 110 in pagella.

Con lode, pubblicazione della tesi e bacio accademico, visto qual era il punto di partenza dopo il 4 febbraio, quando con Trapani in via Perusini erano stati infilati gli orologi ai polsi. Da far far tremere. 

Per i sognatori più ottimisti un altro dato: Trieste ora quinta,  dista soli 4 lunghezze da Cividale, lo scontro diretto arride in Friuli e i giuliani nelle ultime due gare ospiteranno l'Urania Milano e poi andranno a Rieti.

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sabato 6 aprile 2024

URANIA MILANO - GESTECO CIVIDALE 92-94: LE PAGELLE

 







MARANGON 6

Parte in quintetto e non risparmia difesa, freschezza e intensità difensiva. Mezzo punto in mento per alcune soluzioni offensive affrettate e imprecise.

LAMB 6,5

Protagonista in avvio con triple che spingono subito Cividale e permettono di replicare alle percentuali indiavolate dell’Urania; gli arbitri gli fischiano poi diversi falli in attacco che lo innervosiscono e ne limitano l’impiego. Mezzo punto in meno per la gestione dell’ultimo possesso.

REDIVO 9

La vittoria che forse vale la stagione ha decisamente la sua firma: con le sue triple nel secondo quarto in serie prima evita che Milano scappi via e poi ogni volta frustra tutti i tentativi di aggancio degli avversari. Alla fine i punti sono 31 nel canestro lombardo con un eloquente 8/13 dall’arco.

MIANI 8

Punti, rimbalzi, precisione dalla lunetta testimoniano una delle migliori prestazioni in maglia gialloblù del lungo di Codroipo. Protagonista nell’importante successo esterno, peccato per un fallo tecnico che segue un dubbio sfondamento che gli viene addebitato sotto il canestro di Milano.

MASTELLARI 6,5

Impiegato meno del solito, lascia triple importanti nell’economia del match confermando di vivere un ottimo momento di condizione e fiducia.

ROTA 6,5

Anche per il capitano minutaggio inferiore al solito, ma lui non fa mancare la sua « garra » gestendo con buona lucidità i ritmi di gioco, centrando una tripla che avvia il rally con cui Cividale risale dopo l’avvio ad inseguire.

CAMPANI 7,5

Minutaggio oltre la media, dove la sua esperienza si fa sentire nel contenere la fisicità di un brutto cliente come Beverly. Mezzo punto in più per la freddezza con cui realizza dalla lunetta liberi di importanza capitale.

BERTI 6,5

Lotta senza le antiche indecisioni sotto il canestro e contiene la fisicità di Beverly, mezzo punto in meno per qualche errore di troppo nei possessi offensivi.

ISOTTA 6

Nei minuti in cui il coach lo manda in campo da il suo contributo con voglia ed energia, guadagnando un fallo con mestiere sotto canestro.

DELL’AGNELLO 6 

Protagonista suo malgrado nell’infuocato finale dove gli arbitri lo puniscono con un fallo antisportivo che poteva costare molto caro. Meno brillante del solito, lascia però il segno con canestri importanti nel pitturato dell’Urania.

PILLASTRINI 8

La maginot difensiva costruita nella fase ad orologio questa volta viene bombardata da ogni posizione dagli « Stukas » Potts e Amato ma i suoi prima restano concentrati, poi guadagnano il vantaggio ed infine non perdono la testa quando Amato diventa « illegale » negli ultimi due minuti.

Davanti al « Mostro Sacro » Dan Peterson in parterre è ormai prossimo a firmare un nuovo incredibile capolavoro sportivo.

CON IL BRIVIDO CIVIDALE SBANCA MILANO E SALE SULL'OTTOVOLANTE

Era gara fondamentale per il successo nella corsa a tappe forzate che la Gesteco ha avviato nella fase ad orologio per arrivare ai play-off e alla salvezza anticipata quella dell’Allianz Cloud di Milano, con gli uomini di Pillastrini “costretti” a vincere ancora per centrare il traguardo; ennesima impresa da compiere al cospetto di un avversario che veniva si da 4 sconfitte consecutive e già sicura di entrare nella post season che conta, ma che per l’occasione riproponeva tutti i suoi effettivi a cui aveva dovuto rinunciare nell’ultimo periodo.

Cividale infila l’ottava meraviglia al termine di un match molto combattuto ed in sospeso fino all’ultimo respiro contro un avversario mai domo che si è potuto avvalere di un Amato davvero scatenato nelle fasi finali e che è riuscito a mantenere in equilibrio la gara che ha visto sul fronte cividalese l’ennesima prova maiuscola del Sindaco Redivo.

Si parte con Redivo, Lamb, Marangon, Dell’Agnello e Berti per Cividale con Coach Villa che risponde con Bonacini, Potts, Severini, Lupusor e Beverly e Lamb e Potts subito on fire a suon di triple per l’8-8 a 7’00” in un avvio all’insegna dell’equilibrio e dello studio reciproco; in seguito sono i padroni di casa ad essere più precisi in fase offensiva, con Cividale che si carica sollecitamente di falli ed è già in bonus a metà frazione e il punteggio che dice 19-17 dopo una tripla di Mastellari a 2’43” dalla prima sirena a cui si perviene sul 28-19, perché l’ex Apu Amato castiga a ripetizione dall’arco una difesa ducale che non riesce a mettere sul parquet l’intensità a cui aveva abituato i suoi supporters. Alla ripresa delle ostilità Mastellari e Miani dall’arco, Lamb in entrata  firmano il 28-27 ed un parziale di 0-8, con l’americano che al 6’55” firma il sorpasso (30-31) con un pregevole sottomano da centro area; nella seconda parte del periodo sale in cattedra il Sindaco Redivo e infila quattro triple di seguito portando Cividale avanti sul 36-43 a 4’05” e Milano che resta a contatto sempre beneficiando dal tiro dalla distanza ed il tabellone segna 45-49 quando le squadre rientrano negli spogliatoi per la pausa di metà gara. Nel terzo periodo parte meglio Milano e con Potts sempre sugli scudi – già 19 punti all’attivo - mette il naso avanti 53-51 a 7’50” mentre Cividale pasticcia in attacco tra qualche palla persa e qualche fallo in attacco di troppo con coach Pillastrini che chiama minuto a 5’43” sul punteggio di 57-54 e tiro libero aggiuntivo per Beverly; i milanesi sono decisamente più in palla in questo momento del match e approfittano per allungare sul + 10 (67-57) a 1’27” dalla penultima sirena a cui si arriva sul 68-64 perché Miani indovina la tripla allo scadere. Il lungo di Codroipo si ripete subito al rientro sul parquet ma subito dopo a Lamb viene fischiato il quarto fallo in attacco e si rimane sul 68-67 a 7’56” ed è ancora Redivo a rimettere Cividale avanti 68-70 con un gioco da tre punti in penetrazione; un fallo tecnico fischiato a Miani dopo un fallo in attacco costa ai ducali il – 3 (73-70) a cui rimedia sempre Redivo con la tripla del 73-73 a 5’40”, che preannuncia un finale tutto da vivere con il fiato sospeso e Lamb di nuovo mischia; gli uomini di Pillastrini sanno di giocarsi stasera molto in chiave play-off, l’argentino è scatenato e con un gioco da 4 punti dà il + 5 (75-80) a 4’26” mettendo a segno il punto nr. 27 personale, che mette il match su di inerzia ora tutta a favore della Gesteco. Bisogna però fare i conti con un Amato sopra le righe che con una tripla dall’angolo a 1’59” prima ricuce per l’80-84, poi ancora in entrata l’82-85 a 1’41” e infine l’85-87 sempre dall’angolo a 1’02”; un fallo antisportivo fischiato a Dell’Agnello a 22” dalla fine con palla in mano a Cividale sull’85-88 manda ai liberi prima Campani che con freddezza realizza l’85-90 e poi Potts sempre dalla linea della carità con successivo possesso Urania sull’86-90; Amato è incontenibile e da distanza siderale infila l’89-90 a 15” dallo scadere. Miani è glaciale dalla lunetta per l’89-92, imitato poi da Montano a 10” (91-92) e altro giro poi per Campani (91-94) a 9”; Amato fa 1 su 2 e poi s’infrange sul ferro sulla sirena la tripla della possibile beffa da parte di Montano e il tabellone rimane inchiodato per il 92-94 finale. E il ritorno dalle capitale lombarda è l’ennesima festa per i tifosi ducali.


URANIA WEGREENIT MILANO – GESTECO CIVIDALE       92-94

(28-19, 45-49, 68-64)

 URANIA WEGREENIT MILANO

Anchisi n.e., Potts 24, Piunti 2, Amato 23, Lupusor 17, Montano 9, Landi 1, Bonacini, Beverly 11, Solimano n.e., Severini 5, Cavallero

Allenatore: Davide Villa

Vice: Cesare Riva e Nicolò Locati

Tiri liberi: 23/27 - Rimbalzi: 23 15 + 8

Tiri da due 12/22, Tiri da tre 15/36

UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 3, Lamb 14, Redivo 31, Miani 20, Mastellari 6, Rota (k) 4, Campani 6, Moretti n.e., Berti 1, Isotta, Dell’Agnello 9.

Allenatore Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi: 20 / 26 - Rimbalzi: 32 24 + 8

Tiri da due 13/20, Tiri da tre 16/33

 Arbitri: Enrico Bartoli di Trieste, Francesco Cassina di Desio e Giulio Giovannetti di Torino

Spettatori 2.000 circa


mercoledì 3 aprile 2024

LA BILANCIA DI ANUBI

"Sono stufa, Rubèn! Questa è l'ultima vacanza che facciamo da soli insieme!" Con queste parole Dolores aveva colto di sorpresa il pittore spagnolo sul ponte del battello quando questo aveva appena lasciato alle spalle Luxor e, solcando le calme e piatte acque del Nilo, era iniziata la navigazione in direzione di Aswan, dove la vacanza, come quella ormai di milioni di turisti prima di loro, sarebbe continuata, via aria, verso l'ultima tappa di quel soggiorno nella terra dei faraoni: il tempio di Abu Simbel. Rubèn rimase tra il sorpreso e l'infastidito nell'udire l'intimazione della donna perché nel voltarsi verso di lei, lasciando per un attimo la vista del fiume che si tingeva dei colori di un tramonto reso ancor più spettacolare dalle nubi all'orizzonte, non aveva trovato sul volto di Dolores il sorriso che manifestava la sua solita sottile ironia ma bensì una smorfia di sincero disappunto.

 "E adesso che succede? Non mi avrai mica preso sul serio tutte le volte che in questi giorni ti ho detto che non voglio più nessuno tra i piedi e che desidero continuare a bearmi della mia solitudine? Era chiaro che si trattava di "presenti esclusi", sei come una sorella per me, Dolores!" replicò Rubèn, cercando di minimizzare la cosa e volgendo di nuovo lo sguardo verso il sole che ormai era quasi del tutto scomparso sotto la linea di navigazione, mentre la donna si avvicinò a lui ed iniziò a parlare guardando anch'essa in direzione del tramonto. 

"E' proprio questo il punto, caro mio! Sono stufa di dover giustificare ogni volta a gente estranea che io e te non stiamo insieme e che siamo solo amici! Nessuno ci crede... e mi danno della bugiarda ogni volta che dico che dormiamo persino insieme senza sfiorarci, a parte le notti in cui tu ti agiti come un indiavolato nel sonno e mi svegli scalciando, svegliandomi e costringendomi a spostarmi sul divano, dove c'è!! Ogni volta che vedo i sorrisini di nascosto di chi dice che siamo amanti e non lo possiamo confessare! Oppure sentire dal sapientone di turno dire che  - se è vero che siete amici non è sano - che una reale amicizia tra un uomo e una donna non è contemplata nella natura umana. Basta! Ieri sera a cena, la nostra vicina di stanza, mi ha detto - non si offenda ma se non siete marito e moglie, oppure due amanti clandestini, allora uno dei due o tutti siete dell'altra sponda e questa storia dell'amicizia è una copertura! Basta, non ne posso più! Rubén é ora che io e te la smettiamo di consolarci a vicenda e torniamo di nuovo a navigare in mare aperto, accettando i rischi dell'amore." 

"Chi? Io e te insieme? Stai scherzando vero? Dopo tanti anni, pure se m'innamorassi di te - cosa ovviamente impossibile - non ci proverei neanche se fosse l'incarnazione di Osiride ad impormelo,  fosse solo per non confermare tutti quei luoghi comuni che mi hai rovesciato e che ho già sentito un milione di altre volte volte! E, post scriptum, se io scalcio la notte, tu invece ti svegli sempre troppo presto e regolarmente interrompi il mio sonno e soprattutto i miei sogni!"  Disse invece Rubén, mentre vicino allo scafo del battello si stavano avvicinando delle piccole imbarcazioni a motore condotte da ragazzini che in tutte le lingue del mondo proponevano la vendita di falsi reperti archeologici e papiri destinati a fare bella mostra in tanti salotti dell'Europa e del Nord America.

La replica di Dolores non si fece attendere: "Ma smettila! Io con te non ci starei neanche sotto tortura! Lo sai bene, neanche se fosse il medico ad ordinarmelo come rimedio ad un male incurabile! Io credo che sia davvero arrivato il momento per me di allontanarmi e di rimettermi in gioco. Accettare i rischi, lasciare da parte tutta la "pesantezza" che mi tiene ancorata nel porto sicuro della nostra Amicizia e che mi fa immediatamente vedere tutti i difetti e le controindicazioni in qualsiasi uomo che si avvicina a me, prima che io regolarmente lo scaraventi in mezzo al deserto e che io sigilli i miei sentimenti e soprattutto i miei istinti nella camera mortuaria della grande Piramide."

Rubèn capì allora che Dolores non stava scherzando e che l'aveva colto davvero di sorpresa, scegliendo quel teatro naturale da mille e una notte per dare una svolta alla sua vita e alla loro amicizia e così, voltando le spalle ai mille colori di quel Nilo insanguinato, si distese su una delle panche poste a prua del battello fissando il cielo che iniziava ad diventare buio, mentre anche il vociare dei ragazzini provenienti da sotto oramai si faceva sempre più lontano.

"Rubén, non posso più accorrere al tuo capezzale ogni volta che ti schianti; tu lo sai che ti voglio bene e sempre te ne vorrò ma sento anche che per te sono una sorta di salvagente e mi sono accorta che io ho finito con trarre piacere e nutrimento nel sentirlo, rendendomi conto di essermi ancorata a te, alla tua vita piena di mille cose nella quale io ho capito di essere in fondo solo una spettatrice. E soprattutto di non voler essere altro che una spettatrice, e questo ora mi va stretto. Adesso mi pesano tutti gli inviti che ho respinto e i tanti sguardi che ho evitato, tutte le volte che altre vite mi erano passate accanto e io non me ne sono nemmeno accorta, ed è un peso che mi toglie l'aria, che mi rende faticoso oltremodo respirare. E' ora di levare le rispettive ancore Rubén: tu imparerai a navigare senza la mia scialuppa ed io a sentirmi libera di prendere tutte le batoste del mondo e dalle quali mi sono sempre tenuta al riparo, grazie a te e alla nostra Amicizia.

Si avvicinò e, bloccando prima con la mano la bocca di Rubèn che voleva replicare,  poi posò lentamente le sue labbra su quelle dell'amico e gli diede un tenero, ma casto bacio.

"Vado a dormire Rubén e mi raccomando stanotte: non scalciare!! Ho bisogno di un sonno pieno di sogni!" 

E così gli voltò le spalle lasciando la prua del battello per infilarsi sottocoperta mentre Rubén si alzò in piedi, si accese il solito sigaro cubano e avvertì il desiderio di un buon bicchiere del suo Brandy Cardenal Mendoza Carta Real, ben consapevole che, date le circostanze, sarebbe rimasto insoddisfatto; si portò sulla murata del battello e fumando, iniziò a portare lo sguardo all'orizzonte, divenuto scuro in quella notte egiziana senza Luna, in un silenzio rotto solo dallo sciabordio delle acque del Nilo che s'infrangevano sul battello in navigazione e sotto un cielo in cui brillavano costellazioni posizionate diversamente dal suo solito punto di osservazione di calle Magdalena, 23 a Toledo.

Era rimasto completamente spiazzato dal discorso e dalle conclusioni della donna.

Mentre lei voleva togliere l'ancora, spiegare le vele verso il mare aperto dell'Amore e della Vita prima di finire divorata dai rimpianti per i troppi no che aveva imposto, lui invece desiderava alleggerire in porto l'animo appesantito dai troppi sguardi che aveva ricambiato e dalla troppa vita a cui aveva detto si. E soprattutto da parecchi no che non era riuscito a dire. Lei pensava che il meglio fosse ancora avanti a sé al di fuori dei sepolcri della Valle delle Regine, mentre lui si stava convincendo che fosse passato e sigillato in qualche tomba della Valle dei Re.

Si erano scoperti essere per l'ennesima volta agli antipodi nei confronti delle richieste del proprio animo e della Vita e per questo, concluse, la loro Amicizia non sarebbe finita mai, anche se ora aveva intrapreso nuovi percorsi e nuove distanze per coronare lo stesso reciproco bisogno: alleggerire le proprie Anime.

Fino al giorno in cui i loro cuori sarebbero stati pesati sulla bilancia di Anubi.

        

  

     

domenica 31 marzo 2024

DA NATALE A PASQUA UNA VERA RESURREZIONE

 








Alla vigilia di Natale, i ragazzi di Pillastrini reduci da un mese e mezzo in cui avevano perso 6 partite su 7 vincendo solo contro un’incerottata Chiusi, erano stati letteralmente presi « a palle di neve » da Udine che si era imposta in via Perusini infierendo sportivamente in una gara senza storia sui gialloblù di casa. Come in ogni racconto mitologico che si rispetti « l’eroe » era stato fatto a pezzi dai « mostri » di turno e, come da copione, non mancavano i cantori del « de profundis ». Oggettivamente, per chi non conosce a fondo l’ambiente ducale, era doveroso emettere sentenze dai toni definitivi, ovvero che Cividale, (s)combinata com’era potesse ambire a mantenere la categoria solo al termine di complicatissimi play-out, da fare tutti in salita per giunta.

Invece in quella sorta di Natale che pareva più un venerdì santo per squadra, tecnici, dirigenti e tifosi si stava piantando il seme che ha iniziato a germogliare il giorno dell’ epifania in una crescita che nel 2024 ha visto le Aquile risorgere dalle proprie ceneri come la mitica Araba Fenice e vincere ben 10 delle 12 successive gare, piegando, tra tutte le altre, la prima del girone rosso Forlì, la prima del girone verde e invitta da 17 giornate Trapani, la lanciatissima terza Torino e ieri, strapazzando alla vigilia di Pasqua la blasonata Cantù, seconda forza del girone.

C’è un segreto in questa rinascita, che possiede tutti i connotati del mito letterario e se c’è, qual è? 

Forse bisogna proprio ritornare a quell’infausta vigilia di Natale per trovare gli elementi della riscossa: qualche giocatore disse di essere uscito incazzato nero e carico di vergogna perché dopo una disfatta del genere dalla curva non piovevano fischi ma continuavano a sentirsi gli applausi, probabilmente cosa unica ìn qualsiasi parte del mondo.

La dirigenza e il coach ci misero la fa faccia e ammisero gli errori del progetto estivo e di fatto del suo fallimento, si assunsero le responsabilità e lasciati lavorare in pace da un’ambiente che fa della gratitudine e del senso della misura ancora dei valori base, nonché da un gruppo di sponsor che nutre fiducia negli uomini e della bontà del progetto, hanno apportato i correttivi necessari per far riprendere il volo alle Aquile.

Il tutto senza isteria o piagnistei, bisogna dirlo a chiare lettere.

Primo correttivo, decisivo, l’arrivo di un giocatore dello spessore di Doron Lamb, un professionista di livello assoluto che ha dato quel quid di esperienza e classe necessari per sgravare l’altro fenomeno, il « Sindaco « Lucio Redivo dall’insostenibile compito di dover fare ogni volta pentole coperchi e, soprattutto, ridare al resto della truppa quella fiducia necessaria per sprigionare di nuovo « lo spirto guerrier che entro mi rugge » che tanta parte ha avuto nei successi ducali di questi formidabili anni.

L’americano di Brooklyn, nelle « mani » di Stefano Pillastrini e del suo staff è diventato il vero « equilibratore » di questa squadra, l’anello che mancava al gruppo per poter fare il salto di qualità sognato alla fine della scorsa stagione da tutto l’ambiente.

Pare quasi assente per diversi tratti del match, spesso siede in panchina, ma quando il match entra nei momenti chiave lui dispensa tutto l’abc della pallacanestro, sbagliando raramente quella che è la soluzione migliore da adottare dato il contesto del momento: un passaggio, un blocco, un tiro dall’arco o una penetrazione a difesa schierata. 

In questo modo gli altri sono riusciti ad avvicinarsi « alla migliore versione di se stessi », vedasi il crescendo di resa e prestazioni di Berti e Mastellari in primis e il ritorno sui livelli agonistici noti di Miani e Rota, quest’ultimo capace di calarsi nel nuovo minutaggio che gli viene dato e di cui sta beneficiando in lucidità. 

Discorso a parte per Jack Dell’Agnello e Lucio Redivo, che dall’inizio della stagione hanno sciorinato prestazioni costanti mettendo in risalto i rispettivi e diversi punti di forza.

Al tutto si aggiungano i minuti e l’esperienza di Campani, la crescita costante del talento classe 2005 Leonardo Marangon dagli grandi margini di ulteriore maturazione e il cocktail della Gesteco è bello che servito, con il sapore inconfondibile di chi a tutti i costi vuole centrare anche per quest’anno un’impresa memorabile.

Senza dimenticare l’ingrediente « sesto uomo » in maglia gialloblù: se diversi addetti ai lavori dal resto d’Italia hanno dichiarato che  « qui dentro oggi Cividale è ingiocabile per qualsiasi avversario » , tanto merito va anche a quella Marea gialla che continuò ad applaudire dopo che Monaldi e compagni avevano sepolto la Gesteco sotto una grandinata di triple infliggendo ai ducali il peggior passivo della loro storia.

Ieri sera l’ex arbitro Gorlato, durante l’intervallo mi ha confessato: « vengo qui ogni volta che posso perché mi sono innamorato di questo ambiente, c’è entusiasmo, freschezza, passione e rispetto. Ne ho visti di posti e di cose nellla mia carriera e credimi… se quelli là - indicando il centinaio di tifosi canturini presenti nel settore ospiti - se ne stanno tranquilli è tutto merito vostro ».

Nonostante questa vera e propria resurrezione dal sapore mitologico ed una Pasqua di festa sul ponte del Diavolo, il lieto fine è tutt’altro che raggiunto o scontato, bisognerà continuare a vincere sempre e comunque, a partire da sabato prossimo in un altro « tempio » della pallacanestro italiana: l’ex Palalido di Milano, oggi non più tana delle scarpette rosse griffate Simmenthal ma della più abbordabile Urania.

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