Alla puntata n. 13, che giunge dopo meno di tre anni dalla prima sfida ufficiale del settembre 2022 in Supercoppa, l’incrocio tra UEB Cividale e APU Udine sembra proprio aver raggiunto la dimensione, quanto a partecipazione emotiva ed interesse mediatico, delle contese stracittadine o regionali più antiche e celebrate nel panorama cestistico nazionale.
I biglietti esauriti on-line in meno di 3 minuti con la velocità degna di un click-day ministeriale, sono solo il segno più tangibile dell’elettrizzante attesa che viene vissuta nell’ approssimarsi della palla a due prevista al Carnera per mercoledì alle 20,30.
Infatti se all'inizio della stagione 2022/23 il match tra l'APU Udine, la diretta erede della gloriosa tradizione pluridecennale cestistica friulana griffata Snaidero, e la debuttante UEB Cividale senza blasone e storia limitata a due campionati di serie B, da molti era considerato come una bizzarra anomalia destinata a non lasciare traccia significativa nelle vicende del basket regionale, dopo neppure tre anni ha invece già alle spalle un percorso ricco di sfide quasi sempre in equilibrio e capaci di mobilitare un interesse e una passione inedita per molti sportivi sportivi friulani.
Prima del 2022 la circostanza di un possibile incrocio tra Udine e Cividale nel secondo campionato nazionale di basket era qualcosa di talmente "inverosimile" tanto che fino allo scorso anno molti erano quelli a negare che questa partita avesse i cromosomi per poter definirsi un "derby".
"Non ci potrà mai essere derby tra Cividale ed Udine" - "Una partita che vale 2 punti come tutte le altre" - "L'unico derby è quello con Trieste" - "Sono due realtà non paragonabili" - "Sono nella stessa serie ma giocano campionati diversi": queste erano le frasi più ricorrenti nelle osterie friulane e tra gli appassionati sui gradoni dei rispettivi palazzetti all'inizio della storia.
Diversi inoltre erano (o sono ancora?) coloro che reputavano "non sostenibili economicamente" due compagini in serie A2 a soli 17 km di distanza, mentre altri non erano per nulla entusiasti della situazione venuta a crearsi e rincaravano la dose affermando che "il territorio non è in grado di sostenere adeguatamente due squadre ad alto livello, così si dividono le forze invece di avere una team veramente competitivo ne restano due mediocri."
Siccome quella bizzarra anomalia, invece di rimanere tale, con il tempo prese nientemeno che le forme di un combattutissimo scontro play-off promozione conclusosi solo sulla sirena di gara 5 alla fine della prima stagione e non si poteva più far finta di nulla, qualcuno l'anno seguente sulla sponda dei Savorgnan coniò il termine "derbino" per definire qualcosa che invece stava per diventare una "classica" del campionato nazionale di serie A2.
Dopo la prima parte della stagione 2024/25, 12 precedenti ed il ritorno di Trieste nella massima serie nessuno invece oggi mette in discussione la parola "derby" per una sfida che vede la lanciatissima Udine, seconda in classifica, ospitare nel suo Carnera - unico palazzetto ancora inviolato del campionato - la UEB Cividale, che la tallona in quarta posizione a due sole lunghezze e capace di infliggerle all'andata in via Perusini una delle sole 5 sconfitte subite dai bianconeri nelle prime 20 giornate.
Dunque un derby d'alta classifica e che riporta tutti gli appassionati all'entusiasmo di epoche lontane in cui le squadre dei capoluoghi provinciali della regione si davano "battaglia" ai vertici della serie A2, smentendo al momento le Cassandre che ritenevano "uno spreco" e condannate "alla mediocrità" due società della stessa provincia nel campionato cadetto.
Fino ad oggi il clima sugli spalti è stato caratterizzato da sostanziale correttezza e rispetto reciproco tra le opposte fazioni, anche se nell'ultimo capitolo della saga andato in onda in via Perusini lo scorso ottobre, una frangia della tifoseria bianconera ha fatto sapere "apertis verbis" di non gradire il "mood" che ha fatto invece apprezzare i cugini gialloblù in tutta la penisola, ovvero quello di "non tifare mai contro nessuno", triestini inclusi.
Ci si augura davvero che lo striscione apparso durante la partita d'andata nel settore della tifoseria bianconera, dal non proprio ermetico "AMICI DI TUTTI, NOSTRI NEMICI" - poi subito riavvolto tra l'indifferenza del pubblico gialloblù (e dei media presenti) - sia stata solo una "caduta di stile" di una minoranza, piuttosto che tradire un malcelato fastidio di molti per la simpatia e l'apprezzamento che i "cugini" ducali hanno saputo conquistarsi in giro per l'Italia, Barcola inclusa.
Sul punto il derby di mercoledì potrebbe fornire delle risposte esaustive: anche per i supporters, non solo per le società sarà una nuova prova di maturità
Il derby Udine-Cividale è inoltre una bella sfida tra società costruite con filosofie e contesti profondamente differenti, per certi versi agli opposti: da un lato una proprietà con mezzi finanziari importanti capace ogni anno di ripartire da zero alla ricerca del massimo traguardo, maggiore visibilità mediatica e un più ampio bacino di tifosi dato dal rappresentare storicamente i colori del capoluogo provinciale mentre dall'altro un sodalizio giovane in cui un equipe dirigenziale è riuscita ad ottenere la fiducia da un nutrito numero di sponsor - quasi un azionariato popolare - e persegue la crescita progressiva di un gruppo coeso puntando sul lavoro di un tecnico esperto nella selezione e nella crescita di giovani talenti e nella gestione del gruppo-squadra, capace di far innamorare una comunità "vergine" per il basket ad alto livello.
Sul parquet, se si esclude il match di ritorno della stagione 22/23 quando un APU incerottata ed in crisi di risultati ospitava una Gesteco in piena salute che vestiva i panni della matricola "ammazzagrandi", il ruolo di favorita indiscussa nelle altre 11 vigilie è sempre stata sulle spalle di Udine, con le Aquile cividalesi nella parte dell'outsider desideroso di ribaltare il pronostico.
Lo "scherzetto" è riuscito ben quattro volte, ma solamente una nella tana bianconera di piazzale Argentina, quando i ragazzi di Pillastrini violarono il Carnera per 82-88 portandosi subito in vantaggio nella serie di play-off promozione 22/23, facendo poi correre più di un brivido ai rivali sull'esito del quarto di finale.
Al di là delle dichiarazioni di circostanza dei protagonisti anche per il "derby della maturità" il copione non muta, il ruolo - e il peso - dei favori del pronostico sono tutti dalla parte degli uomini di Vertemati: glielo attribuiscono di diritto la posizione in classifica, il rendimento tra le mura amiche - unica squadra imbattuta in casa - la profondità e la qualità di un roster costruito anche quest'anno per la promozione e non ultimo il desiderio di rivalsa per la bruciante sconfitta subita all'andata in via Perusini.
Per i Pilla Boys, ancora privi di un tassello importante come Gabriele Miani, uscire con i due punti dal Carnera vorrebbe dire essere riusciti a giocare una partita al meglio delle proprie possibilità, sfruttando quella maggiore leggerezza che la propria situazione di classifica gli permette e che può diventare decisiva in gare dove è l'avversario, lanciato all'inseguimento del primo posto che vale la promozione diretta, quello costretto a portare a casa i due punti a tutti i costi.
Circostanza sempre in agguato nei derby, sfide in cui l'emotività spesso è in grado di sovvertire il dato tecnico; comunque vada non è detto che si debba aspettare poi molto per una rivincita: magari già a metà marzo, a giocarsi in campo neutro la coppa Italia di categoria.
Non proprio cosa mediocre.