Essere Uomo è
precisamente essere responsabile
Antoine de Saint-Exupéry – Terra degli Uomini
Il termine Responsabilità è declinato in molteplici ambiti e assume via via significati diversi a seconda del contesto in cui viene
usato: si pensi
all’ambito giuridico dove è sinonimo di imputabilità oppure al mondo delle
scienze naturali in cui il termine assume invece il significato di causalità o
ancora alle scienze sociali dove si fa riferimento direttamente ai risultati
prodotti da un determinato agire di carattere razionale. Come mio
costume, nel tentativo incompleto di trovare una sorta di significato unificante ad un concetto o un
principio che costituisce un frammento del Logos,
procedo in principio orientandomi con la bussola del significato etimologico che in sé cela e conserva tale frammento. Nella
nostra lingua il termine Responsabilità
deriva in prima battuta dal tema latino di responsus
– participio passato di respondere
- rispondere e dalla terminazione bilem – facoltà di operare. Più a fondo
il verbo latino respondere richiama a
sua volta il prefisso re (ripetere) al
tema spons – volontà, impulso. Risulta
subito evidente quanto il concetto di Responsabilità
sia, prima di ogni altra considerazione, legato indissolubilmente a quello di Libertà. Solo l’Uomo
libero è responsabile.Infatti,
l’Uomo Libero è colui che, avendo scelto in
piena libertà di coscienza di aderire ad un insieme di valori e ad un sistema
di regole a supporto, esercita con piena volontà il suo agire, modulandolo in
aderenza a tali principi nella piena consapevolezza che del risultato della sua
condotta, sia commissiva che omissiva, sarà tenuto a dare sempre conto in prima
persona, senza possibilità alcuna di trasferire ad altri le cause degli esiti
che si manifestano in concreto.Dunque prima
avviene la scelta deliberata, poi l’agire conforme con l’obbligo di assumersi la responsabilità in caso di
risultati o di condotta non coerente alle ragioni o agli obiettivi della scelta
e quindi l’assunzione di
responsabilità non va intesa come mera imputazione a scopo sanzionatorio della
non coerenza ma nel senso invece del sorgere del dovere di ripetere la volontà
iniziale tradita per eliminare o correggere il risultato non desiderato che è
stato conseguito. All’opposto
del senso di colpa, che mira alla
punizione fine a se stessa e porta alla paralisi del soggetto che ha agito, l’assunzione di responsabilità induce a
ripristinare con maggior vigore gli obiettivi di partenza, definendoli
eventualmente al meglio ed eliminando ciò che nel cammino ne ha nel frattempo
ostacolato il raggiungimento ed accettando con dignità l’eventuale sanzione
connessa, sia questa di ordine giuridico, materiale, sociale e/o spirituale. A mente di
ciò, molti hanno concluso che laddove si neghi all’Uomo la possibilità di
scegliere liberamente i principi etici e morali su cui fondare il proprio
agire, lo si renda di fatto non responsabile delle sue azioni e c’è chi si è
spinto ancora più oltre stabilendo che dei risultati della condotta attuata non
debba rispondere colui che si è uniformato con esattezza alle regole fondanti
impartite dalla comunità a cui appartiene più o meno liberamente, ma lo debba
fare tutta la comunità indistintamente. Quindi nessuno.
A mio avviso non si può accettare
questa conclusione.Se è vero
che l’Uomo Libero è responsabile è necessariamente vero che solo l’Uomo
Responsabile è Libero.Come suggerisce
l’incipit, essere Uomini significa dover continuamente e
necessariamente fare delle scelte, le più disparate e per essere Uomini Liberi
tutte le scelte debbono essere compiute con Responsabilità, ovvero valutando le
implicazioni di ogni natura che queste hanno per noi stessi e per gli altri, in
ragione del fatto che ogni scelta,
anche per paradosso quella di non
scegliere, genera sempre un mutamento prima nel nostro microcosmo e in
seguito quindi anche nel macrocosmo che ci circonda. Delegare ad
altri le scelte che ci competono non ci leva dalla responsabilità e men che
meno ci assolve dalle eventuali conseguenze negative o indesiderate provocate
dall’agire del delegato ma ci rende solamente Uomini zoppi che a fatica si
muovono al buio nel loro quotidiano, come piume sospinte dove capita dal
capriccio delle correnti. Solo
l’attitudine, coltivata con pazienza e determinazione, a saper compiere le
scelte in modo responsabile e la piena assunzione delle responsabilità per
le proprie azioni permettono all’Uomo di vivere nella Verità e quindi, in
estrema analisi lo rendono Libero.Se nel
mondo antico si riteneva che il destino dell’Uomo fosse legato al volere e
spesso anche ai capricci degli Dei e per questo egli non fosse responsabile del
suo agire, se nell’età di mezzo s’insinuò in Europa grazie agli scritti di San
Tommaso D’Aquino, di sant’Agostino e di Erasmo da Rotterdam il concetto del
libero arbitrio che condusse i primi Umanisti a statuire che Homo
faber ipsius fortunae - Ognuno è artefice della propria
sorte, solo nel 1916 Max Weber nel suo saggio Tra due leggi evidenziò l’esistenza del dualismo
tra l’etica dei principi (Gesinnungsethik) - anche detta etica
delle intenzioni o delle convinzioni - e l’etica della responsabilità (Verantwortungsethik).
La prima forma di etica fa riferimento a principi assoluti, che assume a
prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono: di questo tipo sono, ad
esempio, l’etica del religioso, del rivoluzionario o del sindacalista, i quali
agiscono sulla base di ben precisi principi non negoziabili, senza porsi il
problema delle conseguenze che da essi scaturiranno anche in capo a coloro che
non condividono i loro assunti. Si ha invece l’etica della responsabilità in
tutti i casi in cui si bada al rapporto mezzi/fini e alle conseguenze in generale. Senza assumere princìpi
assoluti, l’etica della responsabilità agisce tenendo sempre presenti le
conseguenza del suo agire per tutti i destinatari: è proprio guardando a tali
conseguenze che essa agisce. In conclusione, se mai
fosse possibile codificare "un’etica della responsabilità", io credo che questa possa
scorgersi proprio dalla fusione di questi due principi che Max Weber riteneva
inconciliabili, ovvero che nessuna Istituzione o Comunità umana possa propinare un unico principio assoluto da seguire a prescindere da ogni
conseguenza, anche la più nefasta: non ci sono principi assoluti che permettono
di spogliarsi del dovere di assumersi personalmente la responsabilità del
proprio agire nel senso che ho cercato di dare in questo scritto.
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