lunedì 17 luglio 2017

PREVENZIONE E DEPRESSIONE

Si poteva già leggere nel rapporto della XX Giornata della salute mentale organizzata nel 2012 dalla WFMH (World Federation for Mental Health) : la depressione, con 350 milioni di persone colpite nel 2011, è la terza causa di disabilità al mondo, considerato il grado di compromissione delle vite di color che ne sono affetti; ma non solo: si stima che nel 2020 la sindrome depressiva diventerà la seconda causa per salire nel 2030 addirittura al primo posto. Risulta di tutta evidenza come una sistematica attività di prevenzione sia decisiva per scongiurare il trend e comunque migliorare il trattamento e le possibilità di successo delle terapie curative ex-post.     
Tale assunto è desumibile anche dal Piano di azione sulla salute mentale 2013-2020  redatto dall’OMS nel quale si rimarca come sia necessario cambiare passo nella lotta contro la depressione in modo particolare concentrando le attenzioni e gli investimenti di più di quanto fatto finora (poco!!) nell’attività di prevenzione del disturbo in tutte le fasi della vita.
Anche se ancora negli anni ’80 del secolo scorso era opinione prevalente degli studiosi nel campo delle scienze psicologiche che, in generale, l’esordio di una depressione clinica non si potesse prevedere, le cose sono iniziate a cambiare già nel successivo decennio, laddove si dimostrò che interventi educativi, nutrizionali  e sugli stili di vita, oltre che di tipo farmacologico e psicoterapeutico in persone mai colpite da depressione maggiore, riducevano del 25% l’incidenza di episodi depressivi entro l’anno successivo. (Cujpers – Journal of American Medical Association).

Recentemente Ricardo Muñoz, psichiatra presso l’Università della California di San Francisco ha affermato, in seguito agli esiti dei suoi studi sui protocolli di prevenzione adottabili, che: “Se all’assistenza sanitaria applicassimo di routine i metodi preventivi si potrebbero evitare almeno due casi di depressione maggiore  su nove”; se si considera che i fattori invalidanti causati dalla depressione sono di natura non medica – minore istruzione, giornate di lavoro perdute, disoccupazione, tentati suicidi ecc. - illuminante sul punto è anche il parere del prof. Carmine Munizza, primario emerito di Psichiatria all’Ospedale San Giovanni Bosco e Direttore del Centro studi e ricerche in psichiatria della ASL 2 di Torino: “E’ come per il dissesto idrogeologico … al di là del benessere delle persone, lesinando sulla prevenzione si creano le condizioni per maggiori spese future, quando si interverrà sulle emergenze”. (in Mente & Cervello, Mensile di Psicologia e Neuroscienze – novembre 2012,  p. 101).

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