
Correva la tarda primavera del 2017, Jonathan Milan era uno studente diciassettenne al secondo anno del corso di operatore grafico in un istituto accreditato per la formazione professionale ed io il suo formatore di area socio-storico economica. In quel periodo la direzione didattica della scuola mi aveva incaricato quale tutor accompagnatore di un gruppo di 7 studenti, scelti tra i più meritevoli, per 2 settimane di stage Erasmus plus da svolgersi in quel di Berlino nelle prime due settimane di settembre. Jonathan Milan era stato individuato dal consiglio di classe come uno dei partecipanti e la scelta venne comunicata a lui, ancora minorenne, e alla famiglia. Con mia somma sorpresa prima e disappunto poi, appresi che il « ragazzo » aveva declinato il « premio »; chiesi lumi alla coordinatrice del corso e lei mi rispose che Jonathan non voleva aderire perché in quelle due settimane doveva partecipare ad una a suo dire « importante » gara ciclistica regionale, lo sport che aveva iniziato a praticare da qualche anno. Non mi capacitavo che lo studente volesse rinunciare alla possibilità di fare un’esperienza così bella e significativa a Berlino, peraltro completamente finanziata da UE e Regione, per una delle tante gare che il ragazzo faceva ogni anno per seguire quello che io ritenevo solo un « hobby » salutare. Volli parlare con Jonathan per spiegargli che stava facendo una « cazzata » (a mio dire), argomentando in tutti i modi possibili, gettando alla fine anche il disperato e patetico « non sai cosa ti perdi, se alla tua età avessi avuto la possibilità che hai tu oggi, sarei andato a Berlino anche se mi avessero fatto dormire sotto un ponte sulla Sprea ». Fu tutto inutile, Johnny restò inamovibile e a Berlino ci venne un altro suo compagno.
A distanza di qualche anno, nell’estate 2021 quando Milan, diventato nel frattempo il « Toro di Buja » alle Olimpiadi di Tokio salì sul gradino più alto del podio per mettersi al collo la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre, oltre ad un sentimento di grande gioia compresi la grande lezione che quel giorno mi aveva dato quel ragazzone alto un metro e novanta nei corridoi della scuola, scegliendo il suo cuore e non la ragione di un adulto.
Davvero solo chi ha il coraggio di seguire le proprie passioni più intime ed è capace di sacrificare anche ciò che la ragione gli segnala come più conveniente nel breve periodo, può coltivare con profitto la speranza di coronare i suoi sogni più belli.
Oggi Jonathan Milan è un affermato campione a livello internazionale nel ciclismo professionistico, avendo già conquistato allori olimpici, mondiali e continentali nonché la maglia ciclamino della classifica a punti del Giro d’Italia 2023 e la sta ancora vestendo nelle prime tappe di quest’anno.
E davanti a sé molti anni di carriera e possibili nuovi successi.
Da diversi anni il sottoscritto invece si rammarica e rosica per aver lasciato nel 2018 la professione che amava, per seguire ragionevolmente le ragioni della ragione.
Grazie Johnny per la lezione che mi hai dato e che, ahimè, da scolaro pigro e recidivo, ho appreso troppo tardi per farne buon uso.
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