martedì 11 febbraio 2025

UDINESE-VERONA TRE A CINQUE

 

Il 10 febbraio 1985 era di domenica ma non ancora tempo della Giornata del Ricordo: per onorare la memoria dell'esodo fiumano-istriano-dalmata e delle vittime delle foibe ci sarebbero voluti altri 20 anni e tutta la vicenda era ancora sepolta e taciuta secondo i dettami della realpolitik del dopoguerra. 

Quel giorno l'attenzione di tutta l'Italia era invece riversa sullo stadio Friuli dove era atteso il sorprendente Verona di Bagnoli, ancora primo in classifica alla terza giornata di ritorno e ben deciso a continuare la marcia verso un incredibile scudetto.

I tifosi di Inter, Torino, Roma, Juventus e Milan - praticamente il 70% dell'italico totale - riponevano nei bianconeri friulani le speranze di un inciampo che rallentasse la corsa dei veneti, bianconeri che per l'occasione ripresentavano, dopo mesi di forzata assenza per infortuni muscolari vari, nientemeno che Zico, il loro indiscusso campione internazionale, voglioso di riprendersi la scena nell’allora più bel campionato del mondo. 

Friulani rinfrancati in campo e sugli spalti dal fresco e largo successo a Roma sulle macerie della Lazio targata Lorenzo (4-1) che pareva chiudere la pratica salvezza e ora pronti, con l’asso brasiliano, a risalire la classifica verso posizioni più consone alle ambizioni di inizio stagione.

Giornata fredda, campo pesante, cielo plumbeo, stadio esaurito con curve gremite ben oltre la capienza di sicurezza: in particolare il settore ospiti traboccava di bandiere e sciarpe gialloblù, per un’invasione di almeno 5000 veronesi, presenza rinforzata dalle centinaia di veneti che all’epoca erano comandati per il servizio militare nelle caserme friulane.

Ne nacque una partita epica, rimasta sicuramente nel libro d’oro della futura squadra campione d’Italia e comunque nell’immaginario di chi, in Italia, viveva di pane e pallone negli anni ‘80 del novecento.

L’Udinese volle sfidare a viso aperto la perfetta macchina messa assieme dal mago della Bovisa: squadra corta tutta difesa arcigna, centrocampo con muscoli, corsa, potenza e qualità e attacco pronto a colpire ogni volta che la difesa concedeva mezzo metro di troppo alle progressioni di Elkjaer e Fanna o all’opportunismo di Nanu Galderisi. 

Il tecnico dei friulani, l’ormai datato O’Lione Luis Vinicio, schierò un attacco a trazione anteriore con la presenza contemporanea di Zico, Spadino Selvaggi, Carnevale e Mauro, con i poveri Gerolin, Criscimanni e De Agostini a correre ciascuno per due in mezzo al campo per sostenere gli avanti e proteggere un’improbabile difesa a tre, che spesso diventava a due quando Edinho si sganciava avanti anche lui lasciando soli Galparoli e l’Armaron Cattaneo davanti ad un disperato Fabio Bruni tra i pali.

L'inizio dei veneti fu devastante, Elkjaer, Fanna, Briegel s'inserivano nella metà campo friulana come  lame roventi nel panetto di burro costituito dalla "zona" friulana e alla mezz'ora del primo tempo il portierone di Porto Sant'Elpidio aveva già raccolto 4 palloni nella sua porta, graziato nell'ultima occasione dall'annullamento per un inesistente fuorigioco nella quarta segnatura ad opera di Tricella.

Probabilmente paghi del risultato e della facilità con cui l'avevano ottenuto al cospetto di un avversario che appariva tramortito e capace solo di rabbiose ma velleitarie e sconclusionate azioni offensive, i gialloblù alzarono il piede dall'acceleratore lasciando ai friulani il pallino del gioco e subirono da Edinho su punizione dal limite nell'ultimo minuto della prima frazione, quello che ai più sembrava essere solo il gol della bandiera per l'1-3 con cui le due squadre andarono al riposo.

Al rientro dagli spogliatori l'atteggiamento dell'Hellas non mutò e l'Udinese, sospinta dal suo pubblico trovò nel breve lasso di tempo di un quarto d'ora il coraggio per completare l'incredibile rimonta ai danni di un avversario che non riusciva più ad uscire dalla propria area di rigore e a ripartire, perdendo ogni contrasto nei confronti dei friulani che pressavano come indemoniati in ogni zona del campo.

Furono Carnevale e Mauro al 53' e al 59' a far esplodere il Friuli, ribadendo il primo in rete sotto la Nord una corta respinta di Garellik su di una conclusione da fuori area di Gigi D'Agostini e il secondo scaraventando in porta da pochi metri un pallone ribattuto in mischia nell'area veronese a seguito di una punizione dal limite.

Sugli spalti il finimondo, la curva nord era diventata un groviglio di braccia e corpi in movimento che agli impietriti tifosi veronesi assiepati nella sud all’altro lato del campo, doveva aver assunto le sembianze di una delle bolge dell’inferno dantesco dipinte da Gustave Dorè.

Tre a tre, palla al centro con i giocatori del Verona disorientati, che sembrano in balia degli eventi e si urlano tra loro mentre i bianconeri friulani sono già schierati dopo le corse e i festeggiamenti sotto la nord e vogliosi di piazzare adesso anche i colpi del Ko alla capolista. 

E invece di riassestarsi e riprendere fiato si lanciano ancora alla carica come ussari britannici sulla piana di Balaklava e finiscono, nel giro di 2 minuti, dal 61’ al 63’ per essere travolti dai cingoli dei Panzer Elkjaer e Briegel che, dritto per dritto, sfondano le maglie larghissime della difesa sguarnita e impallinano senza scampo Brini una volta giunti in azione fotocopia davanti a lui. 

Tre a cinque.

Il girone infernale adesso si osserva dalla Nord e le fiamme sono tutte a tinte gialloblù.

Manca ancora mezz’ora e nessuno è convinto possa finire così e invece, quello diventerà il risultato finale nonostante i nuovi attacchi friulani che però non andranno oltre ad una conclusione al volo di Spadino Selvaggi ben respinta da Garellik che gli negherà il 4-5.

Al triplice fischio di Casarin veronesi e friulani sotto le rispettive curve con consapevolezze e motivi diversi: i gialloblù sanno che quello sarà l’anno buono per uno storico miracolo sportivo mentre i bianconeri comprendono che i sogni di gloria sono probabilmente finiti e con loro anche l’avventura udinese del grande campione brasiliano.

Resta Udinese-Verona tre a cinque. 

Per sempre.


Stadio Friuli,
Domenica 10 febbraio 1985, ore 15,00

Udinese-Hellas Verona 3-5 

Marcatori: 3’ Briegel, 10’ Galderisi, 20’ Elkjaer, 45' Edinho, 53' Carnevale, 59' Mauro, 61' Elkjaer, 63' Briegel.

Udinese: Brini; Galparoli, Cattaneo, Edinho, De Agostini; Gerolin, Mauro, Criscimanni (69' Miano), Selvaggi; Zico; Carnevale. All. Vinicio. 
 H. Verona: Garella; Tricella, Volpati, L.Marangon, Fontolan; Briegel, Fanna (41' Bruni), Sacchetti, Di Gennaro; Galderisi (89’ Turchetta), Elkjaer. All. Bagnoli.

Arbitro: Casarin di Milano

Spettatori: paganti 19.789 abbonati 22.887 totali 42.676 



Udinese-Hellas Verona 3-5 Reti: 3’ Briegel, 10’ Galderisi, 20’ Elkjaer, 45' Edinho, 53' Carnevale, 59' Mauro, 61' Elkjaer, 63' Briegel. Udinese: Brini; Galparoli, Cattaneo, Edinho, De Agostini; Gerolin, Mauro, Criscimanni (69' Miano), Selvaggi; Zico; Carnevale. All: Vinicio. H. Verona: Garella; Tricella, Volpati, L.Marangon, Fontolan; Briegel, Fanna (41' Bruni), Sacchetti, Di Gennaro; Galderisi (89’ Turchetta), Elkjaer. All: Bagnoli.

Udinese-Hellas Verona 3-5 Reti: 3’ Briegel, 10’ Galderisi, 20’ Elkjaer, 45' Edinho, 53' Carnevale, 59' Mauro, 61' Elkjaer, 63' Briegel. Udinese: Brini; Galparoli, Cattaneo, Edinho, De Agostini; Gerolin, Mauro, Criscimanni (69' Miano), Selvaggi; Zico; Carnevale. All: Vinicio. H. Verona: Garella; Tricella, Volpati, L.Marangon, Fontolan; Briegel, Fanna (41' Bruni), Sacchetti, Di Gennaro; Galderisi (89’ Turchetta), Elkjaer. All: Bagnoli.

Udinese-Hellas Verona 3-5 Reti: 3’ Briegel, 10’ Galderisi, 20’ Elkjaer, 45' Edinho, 53' Carnevale, 59' Mauro, 61' Elkjaer, 63' Briegel. Udinese: Brini; Galparoli, Cattaneo, Edinho, De Agostini; Gerolin, Mauro, Criscimanni (69' Miano), Selvaggi; Zico; Carnevale. All: Vinicio. H. Verona: Garella; Tricella, Volpati, L.Marangon, Fontolan; Briegel, Fanna (41' Bruni), Sacchetti, Di Gennaro; Galderisi (89’ Turchetta), Elkjaer. All: Bagnoli.


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