La notizia della morte di Paolo Bonacelli, avvenuta a Roma lo scorso 8 ottobre, ha avuto l’effetto di far riemergere dalle profondità del cervello limbico il ricordo di una strepitosa – per il mio gusto estetico – serata “andata in scena” il 17 luglio 1999 a Cividale del Friuli, durante l’ottava edizione di Mittelfest, quella dedicata a La via dell’Ambra.
I più collegheranno il volto e la voce dell’attore scomparso – 88 anni – alle interpretazioni della sua lunga carriera, guidata dai più famosi e ispirati registi italiani: Ettore Scola, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Nanni Loy, Roberto Rossellini, solo per citarne alcuni. Oppure, i più giovani e “meno impegnati” lo ricorderanno nei panni dell’avvocato D’Agata, al fianco di Roberto Benigni, nel fortunatissimo Johnny Stecchino.
Perché tutta questa “memoria” mi è arrivata dopo rispetto a quanto scritto in apertura?
Perché la voce di Paolo Bonacelli dava il via all’evento-spettacolo itinerante Praga Magica, ideato da Giorgio Pressburger e Mimma Gallina come apertura di Mittelfest 1999. Nei miei ricordi fu il momento più riuscito di tutta la storia del festival cividalese – opinione assolutamente personale, beninteso, visto che la critica del tempo non fu altrettanto entusiasta nei confronti dell’opera, dopo aver invece celebrato Danubio, altro evento itinerante pensato sempre da Pressburger per far vivere il libro di Claudio Magris, utilizzando “il fiume” di spettatori che si muoveva nei vari siti della città ducale.
“Ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetná (Zeltnergasse), a casa sua, con bombetta, vestito di nero. Ancor oggi, ogni notte, Jaroslav Hašek, in qualche taverna, proclama ai compagni di gozzoviglia che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell’obbedienza. Praga vive ancora nel segno di questi due scrittori, che meglio di altri hanno espresso la sua condanna senza rimedio, e perciò il suo malessere, il suo malumore, i ripieghi della sua astuzia, la sua finzione, la sua ironia carceraria…”
Molti avranno riconosciuto l’incipit del libro Praga Magica di Angelo Maria Ripellino, che Giorgio Pressburger aveva cercato di far vivere a Cividale, trasformando la città ducale nella Praga descritta dallo scrittore palermitano.
Quelle parole scritte dall'autore attraverso la voce di Paolo Bonacelli, accompagnata dalle note della Vltava di Smetana, giunsero agli spettatori che si accalcavano, al buio, a testa in su sul Ponte del Diavolo – divenuto per una notte il Ponte Carlo della capitale boema – mentre un funambolo lo attraversava su una fune tesa tra Borgo di Ponte e Piazza Duomo.
Vi posso assicurare che fu un momento davvero magico, anche per chi – come il sottoscritto – ebbe la ventura di essere al tempo assessore alla Cultura e membro del Consiglio di amministrazione dell’Associazione Mittelfest, e per questo a conoscenza di quante e quali richieste tecnico-organizzative, costi economici e responsabilità amministrative si nascondessero “dietro le quinte” di quell’evento.
Ne valse la pena.
Voglio “regalare” al lettore un solo aneddoto, per far intuire cosa significasse lavorare con Giorgio Pressburger. Lo spettacolo, nella “testa” del suo ideatore, doveva concludersi con la rievocazione dell’arrivo dei carri armati russi a Praga la notte del 20 agosto 1968, giunti a stroncare la famosa “primavera”. Giorgio voleva a tutti i costi far sfilare un carro armato vero su Largo Boiani fino a Piazza Duomo, e non c’era verso di fargli capire che la cosa era “troppo difficile”. Neppure il fatto che il Comando di Corpo d’Armata di Padova fosse stato interpellato – con esito chiaramente negativo – riusciva a placare la sua idea che “gli si volessero mettere i bastoni tra le ruote”, e che senza quella scena lo spettacolo non si sarebbe potuto chiudere degnamente.
La “salvezza” arrivò dalla scoperta che un tipo di Lubiana partecipava come stuntman in diverse produzioni, con la caratteristica di trasformarsi in torcia umana. La mente di Pressburger lo trasformò allora nel tragico rogo di Jan Palach, che nel gennaio 1969 si diede fuoco in piazza Venceslao per protestare contro l’occupazione sovietica.
Lo stuntman sloveno arse davanti al Duomo mentre un pallone-mongolfiera, rappresentante una luna benevola, si innalzava in Piazza Duomo portando con sé un’attrice vestita di bianco. Così, verso le due del mattino, lo spettacolo terminò: la magia si esaurì e Cividale si tolse i panni della capitale boema che aveva rivestito per una notte.
Gli eventi itineranti ideati da Giorgio Pressburger per far vivere pagine importanti della letteratura mitteleuropea furono, in quegli anni, il tratto distintivo di Mittelfest. Col tempo vennero abbandonati, perché i costi – e soprattutto le normative in tema di sicurezza – ne rendevano praticamente impossibile la realizzazione.
E mettiamoci pure Giove Pluvio, mai troppo benevolo con le estati cividalesi e il festival in particolare: esporre il budget importante di un evento non replicabile al rischio di annullamento al debutto o durante le prove non era più accettabile.
Peccato.
Chiudo lasciando la scheda dell’evento, tratta dal sito ufficiale dell’Associazione Mittelfest, per far immaginare al lettore cosa fu Praga Magica.
Praga Magica
Ispirato all’opera di Angelo Maria Ripellino
Un progetto itinerante di Mimma Gallina e Giorgio Pressburger
Coordinamento registico: Giorgio Pressburger e Sabrina Morena
Elementi scenografici di Andrea Stanisci
Narratore: Paolo Bonacelli
Coproduzione Mittelfest, Teatro Verdi di Trieste
ITALIA – TEATRO
Centro storico, spettacolo itinerante
Con gli interventi straordinari:
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Ancora oggi, ogni notte alle cinque – a cura di Monica e Nanì Maimone (Piccola Cooperativa Kant), Piazzetta Zorutti
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Al principe di Breslav. Il pellegrino – a cura di Gianfranco Evangelista (Moravske Divadlo Olomouc), Caffè San Marco
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Osteria dei veleni. Švejk – a cura di Guido De Monticelli, Osteria ai Tre Re
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Ai Due Agnelli. Kafka – a cura di Guido De Monticelli, Trattoria Alla Speranza
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La vecchia signora. Voskovec & Werich – a cura di Ferruccio Cainero e Giovanni De Lucia (Teatro dell’Ingenuo), Arco Medievale
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La maledizione della Montagna Bianca – a cura di Sabrina Morena, con Luciano Virgilio e Ester Galazzi, Piazza San Francesco
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Rodolfo II – con Massimo Popolizio, Piazza Dante
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Praga natura morta I e II – a cura di Jan Kratochvíl (Evropské Centrum Pantomimy Neslysicich Brno), Stretta della Giudaica
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20 agosto 1968 – con Rok Cvetkov e la Piccola Cooperativa Kant, Piazza Duomo

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